Manifesto Il delfino filippo... l'amico venuto dal mare

Si è tenuto, Venerdì 26 Febbraio 2010, presso Palazzo Celestini, in Manfredonia, la 3a edizione della serie di convegni sulla “Cultura del Mare nel Golfo di Manfredonia” dal titolo “Il delfino Filippo…un amico venuto dal Mare”.

Il convegno, nonostante la serata densa di concomitanti eventi politici per la presentazione di candidati, si è svolta con grande partecipazione d’un attento e qualificato pubblico.

La manifestazione è stata organizzata dal Lions Club Manfredonia Host, con la preziosa collaborazione del Centro Cultura del Mare di Manfredonia, con la partecipazione di tutti i Lions Clubs della provincia di Foggia, e con il patrocinio di: Regione Puglia, Provincia di Foggia, Città di Manfredonia, Parco del Gargano, Guardia Costiera – Capitaneria di Porto, Associaz. Naz. Marinai d’Italia Delegaz. Puglia, e numerose altre istituzioni ed associazioni.

Sono intervenuti porgendo saluti augurali, il Presidente del Parco Nazionale del Gargano, Avv. Giandiego Gatta, ed il Comandante del Porto di Manfredonia, C.F.(CP) Antonino Zanghì.

Il comitato organizzatore

Per il comitato organizzatore, l’introduzione dell’ing. Salvatore Guglielmi, il quale nella presentazione ha affermato che: “In questa edizione, nel rappresentare alcuni aspetti della biologia marina, attraverso il caso del delfino Filippo, e dei cetacei più in generale, e le relative connessioni legate all’ambiente, vogliamo rappresentare un ponte tra il territorio della ricerca scientifica e quello d’un pubblico ben più ampio, fondamentalmente convinti che non può esistere progresso se le conoscenze acquisite non vengono partecipate e condivise, e che la ricerca scientifica, e la più allargata consapevolezza del nostro straordinario patrimonio marino può efficacemente contribuire alla sua tutela e salvaguardia, in questo “mare nostrum”, fonte d’inesauribili ricchezze. L’intento del convegno è anche quello di fornire l’occasione ad un pubblico, il più vasto possibile, per l’approfondimento di temi del mare, al fine di risvegliare la consapevolezza della collettività e il ruolo delle istituzioni nel recepire ed interpretare le istanze sociali, promuovere il rapporto tra i cittadini e le istituzioni e tra cittadino e territorio, per lo sviluppo della Cultura del Mare, in un’azione sempre più sinergica con la comunità, l’economia locale, e le associazioni. La manifestazione vuole anche essere lo stimolo e il filo conduttore d’un programma ben più vasto che faccia comprendere, specialmente ai giovani, tale cultura, di cui dovranno divenire i custodi futuri”.

Brillanti moderatori sono stati la Dr.ssa Marisa Ingrosso, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, ed il Dott. Renato Sammarco, Presidente Centro Cultura del Mare di Manfredonia, il quale ha spiegato: “la nostra finalità principale è quella di realizzare nella nostra città un luogo culturale, di incontri ed eventi, quindi una struttura “viva”. La nostra città vive con il mare e per il mare. Le nostre radici provengono dal mare. Pertanto è giusto che le tradizioni locali, il lavoro dell’uomo con le sue passioni, le tecniche artigianali, i canti, le poesie e i racconti, le foto e i filmati, i reperti di archeologia marina e l’habitat del nostro golfo siano ospitati in un contenitore “magico” come un Museo del Mare”.

La prima relazione è stata del Prof. Giovanni Simone, Vice Presidente Centro Cultura del Mare di Manfredonia: Il delfino Filippo: “ambasciatore del mare sipontino”. “Tale delfino, scegliendo di vivere da solo nel Golfo di Manfredonia, situazione rarissima, essendo l’unico caso in Italia, uno dei pochi nel mondo, ha suscitato notevole interesse e curiosità, attirando l’attenzione anche dall’estero. La sua presenza risale ufficialmente all’anno 1997 anche se alcune testimonianze riferiscono che il tursiope (Tursiops truncatus) era stato notato già qualche tempo prima, il cetaceo, un maschio adulto di circa 30 anni, contravvenendo alle leggi della natura aveva abbandonato il proprio branco e scelto come sua abituale dimora, dalla primavera del 1998, addirittura il porto di Manfredonia. Filippo, definito per il suo comportamento un delfino “solitario e socievole”, aveva preferito alle leggi dei suoi simili la compagnia degli uomini instaurando con questi un particolare rapporto d’amicizia. Tanti lo avvicinavano per farlo esibire in acrobazie e giochi vari, toccato da chiunque, insomma veniva sottoposto ad un certo stress, ma sempre disponibile, ma proprio questi contatti fuori misura, hanno spinto la Guardia Costiera ad emanare nel 2001 la prima ordinanza per regolamentare gli avvicinamenti, ciò nonostante i tagli provocati sul muso dalle eliche, i denti caduti, le ferite, sono state evidenziate con la proiezione di immagini commoventi, come pure il filmato in cui si prestano alcune amorevoli cure. Per il suo modo di interagire con l’uomo il delfino si era proposto come una straordinaria opportunità di studio per i ricercatori di numerose Università che hanno cercato di approfondire alcune tematiche, ancora in gran parte sconosciute, riguardanti il mondo di questi meravigliosi ed intelligenti mammiferi. Se ne interessarono l’Università Federico II di Napoli, la Facoltà di Veterinaria di Bari e Bologna, e il CNR di Lesina, l’Istituto Tethys, oltre a studiosi da tutto il mondo, alcuni dei quali pensavano addirittura che fosse uno dei delfini addomesticati utilizzati dagli americani per scopi militari. Numerosi articoli pubblicati da quotidiani nazionali, riviste settimanali e servizi televisivi anche d’emittenti estere avevano prodotto un vivo interesse nei confronti del cetaceo tanto da richiamare un numero sempre crescente di turisti; un’eccellente opportunità per una maggiore conoscenza del nostro territorio ricco di bellezze naturali. Purtroppo il 6 agosto del 2004 il delfino Filippo veniva ucciso nel tratto di mare compreso tra il molo di levante del porto vecchio e il porto alti fondali; un atto di barbarie degno di uomini che non dovrebbero avere dimora tra le persone civili. L’ Amministrazione Comunale di Manfredonia, su richiesta del “Comitato di tutela del delfino Filippo”, ha provveduto con grande sensibilità al trattamento conservativo dell’apparato scheletrico, che sarà posto in una teca che è stata donata da aziende locali, e speriamo al più presto, collocata in una sezione dedicata nell’istituendo “Museo del Mare”, per il quale già da alcuni anni il Centro Cultura del Mare, insieme con i Lions del territorio sta lottando”.

La seconda relazione svolta dai ricercatori dr.ssa Pepe ed il Dr. Prunella, che hanno trattato scientificamente delle ricerche svolte sui cetacei nei mari pugliesi circa la comunicazione, l’habitat e il comportamento. Nello specifico caso del delfino Filippo sono sta anche trasmesse le registrazioni dei suoni emessi, che sono stati analizzati riguardo alla particolare condizione di vita del soggetto, evidenziando che la tipologia di suoni maggiormente prodotti, faceva supporre una condizione di vita del tursiope tutto sommato poco stressante e quindi abbastanza “felice” delle sue condizioni di vita. Inoltre sono state spiegate alcune regole, sempre infrante, della convivenza tra animali e uomini.

La terza relazione è stata tenuta dal Prof. Nicola Zizzo, docente di Patologia Generale Veterinaria all’Università di Bari, dal titolo “Anche i cetacei muoiono”: E’ stato spiegato che lo spiaggiamento di Cetacei morti singolarmente o in gruppi, hanno sempre celato un ombra di mistero sulla loro causa, anche se, lo studio di tale problematica nell’ultimo decennio ha beneficiato d’un forte incremento grazie alla crescente attenzione prestata da parte di vari settori pubblici e privati, scaturiti in vari progetti di ricerca sull’avvistamento, sulla conservazione e sulle cause di spiaggiamento. Il recente aumento del ritrovamento d’animali vivi o carcasse lungo le coste italiane dà l’impressione che c’è una reale emergenza e queste specie sono in via d’estinzione. Con una breve, ma significativa, trattazione sono state date alcune spiegazioni sul tale fenomeno, dove accanto alle cause primarie di origine biologica e naturali, si aggiungono quelle antropiche che sicuramente incidono e determinano una concreta minaccia su questi stupendi animali rilevandosi nel tempo evento determinante sulla loro conservazione.

L’Ing. Salvatore Guglielmi, concludendo la manifestazione, ha evidenziato che se le risorse del patrimonio culturale marino fossero maggiormente valorizzate, tanti sarebbero anche i potenziali vantaggi economici ed i ritorni in termini occupazionali.

fonte: www.manfredoniaeventi.it

Li ha prospettati il professor Piccinni del Politecnico di Bari incaricato dal Comune di Manfredonia per risolvere l’annoso problema – Ad occuparsene sarà un gruppo di lavoro multidisciplinare.
Sarà un gruppo di lavoro composto da esperti del Politecnico di Bari con il supporto tecnico scientifico del Laboratorio di ingegneria delle coste dello stesso Politecnico a condurre uno studio di fattibilità per risolvere i problemi del litorale sud del golfo di Manfredonia che va da Ippocampo fino a Margherita di Savoia.
E’ quanto propone il professor Piccinni ordinario di costruzioni idrauliche presso il Politecnico di Bari, sede di Foggia, al quale il Comune di Manfredonia ha affidato l’incarico di affrontare nei suoi e diversi aspetti il problema delle mareggiate che omai con frequenza ravvicinata si abbattono sul litorale sud di Ippocampo.
“Prima di definire le strategie di intervento – avverte il professor Piccinni nella nota preliminare redatta a seguito dei sopralluoghi effettuati nella zona interessata – è necessario eseguire un approfondito studio sulla dinamica costiera finalizzata a ricostruire le tendenze evolutive in atto”.
E’ stato appurato che gli interventi di protezione realizzati nel tempo hanno prodotto più danni che benefici. Determinante per lo sconvolgimento del trend evolutivo del litorale, è risultato la costruzione del porto di Margherita di Savoia. “Occorre pertanto mettere a punto – afferma Piccinni – una strategia complessiva di interventi finalizzati alla stabilizzazione della spiaggia in zona Ippocampo senza che le nuove misure abbiano ripercussioni negative su altri aspetti del problema”.
Tra le opere di adeguamento del complesso reticolo idrografico sono state previste la pulizia o rifacimento dei canali di bonifica e previsione di nuovi canali; la realizzazione di impianti idrovore opportunamente posizionati; la colmata delle zone depresse; la manutenzione dell’alveo; l’adeguamento idraulico degli attraversamenti; il risanamento delle condizioni strutturali degli attraversamenti.
Si procederà quindi alla ricostruzione originale della spiaggia con un ripascimento artificiale protetto. La sabbia necessaria – è previsto – per la ricarica della spiaggia potrà essere prelevata direttamente in mare previa specifica indagine volta a definire la cava sottomarina di prestito.
“L’individuazione delle opere e la loro quantificazione di massima – annota il professor Piccinni – richiede prioritariamente uno studio di fattibilità che metta a confronto l’efficacia di ciascun intervento in funzione dei benefici attesi onde poter programmare gli stessi secondo una scala di priorità che deve avere a riferimento principia la pubblica incolumità e la salvaguardia delle opere”.
La tematica da affrontare è complessa e richiede pertanto competenze multidisciplinari che il professor Piccinni così individua: idrologia per la determinazione dei flussi che possono giungere all’area di studio ai vari tempi di ritorno; Idraulica fluviale e sistemazione idrauliche per la individuazione delle opere di bonifica e difesa dagli allagamenti; idraulica marittima per lo studio meteomarino dei paraggi al largo e la individuazione delle opere di protezione del litorale; geologia applicata per gli aspetti delle caratteristiche dei suoli; ambientale per gli aspetti botanici faunistici e vegetazionali degli habitat.

Fonte: Ufficio stampa e comunicazione Comune di Manfredonia