Molo di levanteIl governo Monti non ha preso decisioni sui trasporti. Da anni si discute della riforma della legge portuale, ma neanche questo esecutivo ha avuto il coraggio di fare un passo avanti. Con la spendingreview, sembrava che il numero delle Autorità portuali potesse calare. Invece si è solo ridotto il costo del personale.

Dopo anni di inerzia e indecisione, chi si occupa di trasporti in Italia si aspettava che l’esecutivo di Mario Monti desse una sterzata decisa al trend degli ultimi anni, caratterizzato dalla totale ignavia di chi (in primis i vari ministri succedutisi ai Trasporti), timoroso di assumere decisioni impopolari o spinose, non ha mai preso in mano la situazione per fare del settore un elemento di sviluppo economico del Paese, come la posizione logistica dell’Italia e il suo ruolo di popoloso centro di consumo e di industria votata all’export avrebbero suggerito di fare.

Invece, a quasi un anno dalla nomina, il giudizio sul governo in carica per quanto riguarda i provvedimenti assunti in materia di trasporti tende decisamente all’insufficienza: manca del tutto una politica organica di settore, non sono stati intrapresi interventi puntuali che avrebbero se non altro aiutato il comparto, alcune decisioni prese sono apparse estemporanee quando non contraddittorie e su altri temi si è preferito invece sorvolare, lasciando l’onere della decisione a chi verrà dopo.

La Legge portuale (riforma della Legge 84/94)

In questo caso al governo non si può addebitare la responsabilità diretta della riforma della legge che regola l’organizzazione dei porti nazionali, lasciata volontariamente all’iniziativa parlamentare (svolto il primo passaggio in Senato, il ddl è ora alla Camera) dal momento che è almeno da 7-8 anni che si discute di questa revisione.

Tuttavia, anche alla luce dello scarso impatto riformatore che la riforma sembra destinata ad avere, appare inspiegabile – se non con un colpevole disinteresse per una materia estremamente complessa e di scarso ‘rendimento’ mediatico – l’atteggiamento ambivalente e contraddittorio tenuto dall’esecutivo sull’argomento.

Quando fu presentata la spendingreview, infatti, sembrava ad esempio che il numero delle Autorità portuali (gli enti territoriali facenti capo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e deputati alla gestione degli scali considerati di interesse nazionale) fosse destinato, attraverso tagli e accorpamenti, a calare rispetto all’attuale ragguardevole quota di 23. Invece il Governo non è intervenuto in tal senso, ma ha imposto la riduzione del 10% del costo del personale, e non ha per il momento battuto ciglio di fronte al fatto che il ddl non solo non contempla la cancellazione di alcuna Autorità portuale, ma addirittura prevede – in clamoroso ossequio alla logica bipartisan del provvedimento – la riapertura di due enti (quelli di Trapani e Manfredonia) già soppressi in passato per l’evidente superfluità.

È in ragione di questo che persino Assoporti, l’associazione delle Autorità portuali, da sempre sostenitrice della necessità di mantenere l’attuale assetto degli enti, proporrà, a fronte del mantenimento dello status quo sul costo del personale (giustificato dall’applicazione di contratti di diritto privato e prossimo ad essere riconosciuto, secondo rumor di queste ore, dal Governo), un emendamento alla Camera per evitare la resurrezione delle due Authorities soppresse. Ma anche per il fatto che le richieste di autonomia finanziaria sono state frustrate anche da questo esecutivo, seppur meno intransigente dei precedenti sul tema.

La richiesta di integrare i finanziamenti statali alla portualità – principalmente dedicati all’infrastrutturazione e decisi sempre estemporaneamente sulla base di singoli progetti e mai, neppure nel Governo dei tecnici, in ordine ad una pianificazione capace di individuare ex ante gli scali su cui puntare per le varie tipologie di traffico e convogliare su quelli le poche risorse a disposizione – con la possibilità di trattenere una parte dell’Iva raccolta dalle Autorità portuali (secondo Assoporti saranno 13,5 miliardi di euro complessivi nel 2012), ogni porto in proporzione al proprio gettito, è stata accolta dal governo nel decreto per la crescita dello scorso giugno, ma con paletti strettissimi: ai 23 (forse 25) porti verrà infatti lasciato solo l’1% dell’Iva (130 milioni), ma con un tetto massimo di 70 milioni (briciole: basti considerare che il terminal container in costruzione a Vado Ligure ne costerà 450); e per di più solo l’80% sarà distribuito in modo proporzionale (di fatto ‘meritocratico’, perché specchio dei traffici che un porto riesce ad ‘attrarre’), mentre il 20% sarà ripartito con finalità perequative.

Pur intervenendo su aspetti delicati della gestione delle Autorità portuali (snellimento della burocrazia interna, dalle procedure per i dragaggi all’elaborazione dei Piani Regolatori Portuali, rafforzamento del ruolo del presidente a fronte di un ridimensionamento di quello del Comitato Portuale, organo composto da una moltitudine di portatori di interessi spesso contrastanti), la riforma prevede poi il mantenimento dello status quo su alcuni temi vitali, in estrema sintesi riguardanti la concorrenza sulle banchine. E ciò a dispetto delle reiterate e recentemente rilanciate indicazioni dell’Antitrust per un netto cambiamento.

L’Agcm, in particolare, suggerisce di intervenire per chiarire ulteriormente il ruolo di “regolatore” delle Autorità portuali (ancora oggi esistono numerosi casi di partecipazioni ‘imprenditoriali’ a società fornitrici di servizi portuali, che frenano secondo l’Antitrust lo sviluppo della concorrenza), di rendere più trasparente e meno farraginoso il sistema di rilascio delle concessioni dei terminal (la riforma aggiungerebbe addirittura un complicato meccanismo di proroga) e di rivoluzionare il quadro dei servizi tecnico-nautici (rimorchio, ormeggio, pilotaggio), adottando non solo procedure pubbliche di affidamento di tali attività, ma soprattutto un diverso sistema di tariffazione (trattandosi di monopolio regolato, l’Agcm considererebbe più efficiente un metodo pricecap, con la fissazione ex ante di una tariffa con la quale sta poi al fornitore del servizio, individuato con gara, ricavare un profitto, ottimizzando la propria operatività; oggi invece, sulla base di un accordo fra le varie associazioni di categoria, i servizi tecnico-nautici sono tariffati sulla base dei costi sostenuti dai singoli operatori, a cui viene aggiunto un certo margine, metodo rate-of-return, con un ruolo marginale delle singole Autorità portuali; ruolo che peraltro la riforma vorrebbe ulteriormente sminuire a fronte di un rafforzamento di quello ministeriale).

Oltre a quella dell’Agcm, sulla riforma e sui suoi (numerosi) punti deboli – «più che una riforma appare ad oggi un adeguamento della Legge 84/94», ha sentenziato il presidente di Assoporti Luigi Merlo – stanno via via emergendo, anche nell’ambito delle audizioni informali organizzate dalla Commissione trasporti della Camera, svariate altre posizioni critiche (da Confindustria a Confetra). Eppure il governo – che sulla materia ha finora ignorato anche i ripetuti appelli allo snellimento burocratico da parte degli operatori, ribaditi una settimana fa da un’interrogazione del deputato Pd Ettorte Rosato sullo snellimento delle procedure doganali – non solo non sembra intenzionato ad intervenire in modo incisivo, ma pare addirittura non avere una linea chiara: durante l’ultima occasione pubblica in cui se ne è parlato (l’assemblea di Confitarma tenutasi a Roma un paio di settimane fa), il sottosegretario ai Trasporti Guido Improta è riuscito nello spazio di pochi minuti a rassicurare prima gli armatori (nell’associazione di settore prevale la posizione dei fornitori del servizio di rimorchio, interessati al mantenimento dello status quo, piuttosto che quella degli utenti, che del resto, eccetto chi opera nel cabotaggio, lavorano principalmente in porti esteri), evidenziando «l’indirizzo del Parlamento a mantenere nella legge di riforma dell’84/94 l’attuale sistema di tariffazione e la centralità del ruolo del Ministero», salvo poi chiudere con un’affermazione ambigua su «quanto c’è da fare per aumentare il consenso politico sulla liberalizzazione dei servizi tecnico nautici».

Una posizione, quella dell’esecutivo sulla portualità, che appare quindi impalpabile quando non schizofrenica: a fronte della faticosissima riforma della legge di settore, destinata, nell’inerzia dell’esecutivo, a riformare ben poco, occorre infatti ricordare, da ultimo, non solo che nel 2013 è previsto il varo da parte della DG Transport (guidata dal vicepresidente della Commissione europea SiimKallas) di una direttiva destinata ad indirizzare ad una maggiore liberalizzazione e ad armonizzare le normative europee in materia di porti – direttiva che giocoforza costringerà l’Italia a un nuovo (e presumibilmente complesso) intervento legislativo in materia –, ma anche che il recentemente annunciato ddl di revisione del Titolo V della Costituzione dovrebbe restituire allo Stato la competenza esclusiva in tema di «grandi reti di trasporto e di navigazione e di porti nazionali» (quando invece la riforma dell’84/94, a partire dal meccanismo di nomina dei presidenti delle Autorità portuali, è impostata interamente sulla vigente competenza concorrente fra Stato e Regioni).

Insomma, se è grave che un governo (peraltro solo l’ultimo di una lunga serie) sembri non essersi accorto della necessità di occuparsi in maniera strutturata e approfondita di portualità (tanto più in un paese in crisi economica, dotato di 8 mila chilometri di coste al centro del Mediterraneo), dovrebbe apparire impensabile ipotizzare un Monti bis sprovvisto di una linea programmatica chiara sul tema.

Fonte: manfredonianews.it

Pescatori di Manfredonia

Pescatori di Manfredonia (image copyright Stato, archivio)

Bari – LA quarta commissione consiliare presieduta da Aurelio Gianfreda ha approvato all’unanimità la deliberazione della Giunta regionale con cui si dispone la rimodulazione delle somme pari a cinque milioni di euro destinate all’Agricoltura. L’importo complessivo è stato ripartito nella misura di un milione di euro da utilizzare come fondo di intervento per le crisi di mercato, compresa quella rivenente dall’escherichia coli, di cinquecentomila euro per le attività che svolgono i C.A.A. (Centri di Assistenza Agricola), di un altro milione per gli interventi a sostegno della pesca e di due milioni e mezzo di euro per le attività di promozione dei prodotti agricoli.

I lavori della seduta sono proseguiti con l’approvazione a maggioranza della proposta di legge in materia di sostegno dei gruppi di acquisto solidale (GAS) e promozione dei prodotti agricoli a chilometro zero e di qualità, primo firmatario il capogruppo di Sel Michele Losappio. Voto favorevole è stato espresso dai rappresentati del centrosinistra insieme a quelli dell’UDC, mentre il Pdl si è astenuto.

Si tratta però di un’approvazione condizionata, visto che alcune osservazioni sollevate dal consigliere regionale del Pdl Mario Vadrucci sono state demandate all’esame dell’Aula. Si tratta di approfondire meglio, con il supporto della struttura tecnica dell’Assessorato, gli aspetti fiscali derivanti dalla costituzione dei GAS e di definire un prodotto a chilometro zero sulla base dei chilometri effettivi percorsi anziché su quella della quantità di Co2 prodotta.

Fonte: statoquotidiano.it

Conferenza negli uffici della Capitaneria di Porto di Manfredonia

Un momento di una passata conferenza negli uffici della Capitaneria di Porto di Manfredonia (STATO@)

Manfredonia – CONTINUA l’attività di repressione posta in essere dai militari della Guardia Costiera di Manfredonia nei confronti della pesca “contra legem” compiuta da operatori del settore in completo dispregio delle norme vigenti a tutela dell’ecosistema marino.

Negli ultimi giorni, sono state condotte diverse operazioni di polizia marittima su tutto il litorale garganico, nel corso delle quali 5 pescherecci sono stati sorpresi mentre esercitavano la pesca a strascico sottocosta, in difformità alla vigente normativa che vieta tale tipo di pesca fino ad una distanza di quattro miglia nautiche dalla costa.

Durante l’attività operativa, gli uomini della Capitaneria di porto di Manfredonia unitamente a quelli dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Vieste, utilizzando sistemi di sorveglianza e monitoraggio del traffico navale, hanno potuto quindi accertare la presenza di tali pescherecci intenti ed effettuare la pesca a strascico addirittura a meno di un miglio nautico dalla costa.

Al termine dell’accertamento, i militari, a bordo delle motovedette impiegate, hanno proceduto al sequestro delle reti da pesca utilizzate per l’attività illecita e ad elevare, a carico dei comandanti delle unità sorprese, una sanzione amministrativa di quattromila euro ciascuno, oltre che all’applicazione di 6 punti sulla licenza di pesca che; in caso di ulteriori infrazioni gravi, come questa, potrà essere sospesa o ritirata.

“Con la ripresa delle attività della pesca, dopo il fermo biologico, le attività di controllo poste in essere dalla Guardia Costiera di Manfredonia sono state intensificate con l’obbiettivo salvaguardare la fauna marina e consentire il ripopolamento nel delicato momento di crescita che segue proprio il fermo dell’attività dei pescherecci.”

Fonte: Redazione Stato@riproduzioneriservata

Sequestri tonno rosso e pesce spada a Vieste

Vieste, sequestro 14 quintali tonno rosso e pesce spada (st)

Vieste – LA scorsa notte la Guardia costiera di Vieste, a seguito di attività investigativa condotta dal 6° Centro di Coordinamento Area Pesca di Bari, è stata impegnata in un’articolata operazione di polizia marittima, con lo scopo di contrastare e reprimere le attività illecite di pesca in danno delle specie ittiche considerate a rischio di estinzione ed a tutela dell’ecosistema marino.

Il controllo su due unità appena rientrate da diversi giorni di battuta di pesca, è stato svolto dai militari dipendenti dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Vieste, con la collaborazione di un’autopattuglia dei Carabinieri della locale Tenenza, ed ha portato al sequestro di 14 quintali circa di esemplari di tonno rosso sottomisura e di pesce spada, anch’esso sottomisura, detenuto illegalmente che, confiscato e sottoposto al preventivo controllo sanitario dei veterinari della competente A.S.L. e previa favorevole autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria è stato devoluto interamente in beneficenza a vari istituti caritatevoli di Vieste e di Manfredonia.

Dopo il controllo durato diverse ore, i comandanti dei pescherecci sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria, in quanto responsabili, come pescatori professionali di specifiche violazioni previste dalla normativa nazionale e comunitaria e, nello stesso tempo, sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di € 8.000.

Inoltre ai comandanti ed agli armatori è stata comminata la sanzione accessoria di 12 punti sulla licenza di pesca, il massimo attribuibile, secondo le recenti previsioni normative europee. In più si è proceduto al sequestro dello strumento da pesca utilizzato per questo tipo di attività, consistente nel cosiddetto “palangaro” (attrezzo costituito da un lunghissimo
filo di nylon sul quale vengono legati fino a 1.000 ami, sorretti in superficie da segnali galleggianti) per un totale di 18.000 metri lineari, con 1500 ami.

Fonte: statoquotidiano.it

Prima giornata vela

Prima giornata del Campionato Invernale di Vela (PH)

Manfredonia – PARTITO domenica 21 ottobre, in una soleggiata giornata autunnale, il VII Campionato Invernale di Vela organizzato dalla sezione di Manfredonia della Lega Navale Italiana. 25 le imbarcazioni iscritte, 22 quelle che hanno partecipato alla prima giornata di regata: due bastoni su boe di 5 miglia ciascuno. Entrambe le prove sono state vinte, per la categoria crociera/crociera regata, da Urora I, il Delher 41 CR dell’armatore Ugo Costantini (LNI FG) timonato da Salvatore Di Corato (LNI FG).

La prima prova per la categoria diporto inferiore agli 11 mt è stata appannaggio di Lupetta, il Bavaria 32 armato e timonato da Franco Bove (LNI Vieste), mentre nella seconda prova ha fatto meglio Safra, il Comet 35 armato da Salvatore Guarino e timonato da Francesco Guarino (LNI Manfredonia). Per la categoria diporto superiore agli 11 metri, l’imbarcazione più veloce nella prima prova è stata Ambrosia, il Comet 13 armato e timonato da Gaetano Natale (LNI FG); nella seconda prova il miglior tempo lo ha fatto segnare Asch, l’Hanse 400 fresco reduce dalla Barcolana 2012, armato da Il mare dentro (Costa del Sole) con al timone Fabrizio Rizzi.

Un bagno di sole per il battesimo del Campionato Invernale della Lega Navale, l’appuntamento sportivo che segue di poche settimane la spettacolare Regata del Gargano di metà settembre. Il vento ha giocato a favore di questo debutto, soffiando di libeccio a 6 nodi durante la prima prova che ha preso il via alle 10.45 e di Levante, ancora intorno ai 6 nodi, permettendo agli equipaggi di portare a compimento la seconda prova iniziata alle 13.45.

In barca giuria, con il presidente del comitato di Regata, Giovanni Lombardi, c’era anche Matteo Riccardi in qualità di primo membro. Grande soddisfazione per la bellissima giornata di vela è stata espressa dal presidente della sezione LNI Lorenzo Di Candia: “l’accresciuto numero di iscrizioni -ha detto- sono una conferma di quanto l’evento attragga i velisti del Golfo e dei proseliti che sta facendo lo sport della vela nel nostro territorio. Con questi numeri, il campionato invernale di Manfredonia si candida a diventare il più importante della Puglia subito dopo quello di Bari”.

A conclusione delle due prove, la sezione Lega Navale ha organizzato un buffet, servito presso la sede sportiva di viale Miramare: “gli incontri conviviali a fine regata, che sono diventati un elemento che ci contraddistingue rispetto agli altri -aggiunge Di Candia- sono da noi quasi pressoché immancabili perché li consideriamo per armatori ed equipaggi un’occasione per familiarizzare e unire ancora di più”. Il prossimo appuntamento con il Campionato Invernale di Vela è per il 4 novembre 2012, nello specchio di mare antistante il porto sipontino, con le due prove con percorso a triangolo.

Fonte: statoquotidiano.it

Antonio Caratù

L’ingegnere meccanico con master in yacht design dr. Antonio Caratù, titolare del Centro di assistenza nautica di Manfredonia, con inaugurazione fissata il 20 ottobre, ore 19 e 30, corso Roma 226/8 (st@)

Manfredonia – SI svolgerà sabato 20 ottobre, ore 19 e 30, in corso Roma 228, l’inaugurazione del Centro di assistenza nautica nonchè rivenditore autorizzato Nort-Sails per tutta l’area del Gargano. Per l’occasione saranno presenti a Manfredonia il manager Nort-Sails Daniele De Tullio dell’area dell’Italia Meridionale. De Tullio è si è recentemente laureato campione del mondo di categoria 3 con l’imbarcazione Scugnizza e campione italiano categoria 2 con l’imbarcazione Scricca.

“Questo centro di assistenza – dice a Stato ingegnere Antonio Caratù – ha lo scopo di seguire a livello tecnico tutte le imbarcazioni da diporto che intendono ottimizzare le proprie performances per quanto riguarda le attrezzature di coperta dall’hardware alle vele e per concludere all’elettronica”.

Fonte : statoquotidiano.it

Organizzatori e ospiti No Triv Manfredonia

Organizzatori e ospiti No Triv Manfredonia

Manfredonia – NO Triv Manfredonia: “partecipazione del pubblico inferiore alle aspettative”. E’ quanto comunica l’Ente dopo la manifestazione svoltasi il 6 ottobre contro le perforazioni petrolifere al largo delle Isole Tremiti “con musiche e balli, di sapore prettamente popolare, seguiti al pacifico corteo sfilato per le vie cittadine con la partecipazione delle istituzioni, rappresentative del territorio”.

“Tutti gli artisti che si sono esibiti gratuitamente (cosa di non poco conto) in Largo Baselice sono meritevoli di apprezzamento per la partecipazione attiva ad un evento che avrebbe potuto essere di ancora maggiore portata”. Sul palco: dalla giovanile ed elegante presentatrice Tiziana Gagliardi, la cui passione per un tema così delicato era palese e niente affatto forzata per “dovere professionale”, alla sempre acuta, nelle sue osservazioni, testimonial Vladimir Luxuria al genovese, e quindi uomo di mare, Francesco Baccini, dagli apprezzati garganici TerrAnima, nati dall’incontro di musicisti professionisti spinti dalla passione di riscoprire la musica popolare del Gargano, ai conterranei Tarantula Garganica, passando per il soprano Rosa Ricciotti.

“Tutti animati dal fuoco della musica come strumento per diffondere la protesta perché la musica è un linguaggio che trascende tanto i confini geografici quanto quelli storici. Impossibile imbrigliare la sua vocazione di libertà. La musica come strumento universale di denuncia, come forma di protesta, ma anche per non dimenticare diritti negati”.
“Un ringraziamento sincero – afferma il Sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi – lo rivolgo agli organizzatori della manifestazione, encomiabili nello spirito che li ha animati portandoli a concludere quel cerchio aperto il 21 gennaio scorso a Monopoli e proseguito per Lesina, Termoli e le Isole Tremiti; ai cantanti che hanno accettato l’invito rivolto loro, mostrando quella sensibilità che spesso viene riconosciuta agli artisti, ma che, a volte, naufraga nel mare delle intenzioni; a tutti gli interpreti, che a vario titolo hanno prestato la loro opera per far sì che tutto si svolgesse nella massima tranquillità ed efficienza, così come è stato”.

Il primo cittadino sipontino non nasconde una punta di insoddisfazione: “Resta, al contempo, un pizzico di rammarico per la risposta non esaltante giunta dalla società civile. Difficile, interrogandosi, dare una risposta per capirne appieno le motivazioni. Non posso pensare che Manfredonia accolga con favore le trivellazioni e tutte le dinamiche che esse comporterebbero per il nostro territorio. Ritengo sia un dovere delle istituzioni, ma non solo, difendere l’ecosistema e resto convinto che ognuno debba svolgere la sua parte, in maniera pacifica, ma al tempo stesso forte e determinata. Al di là di tutto il messaggio lanciato al Governo è arrivato nitido e senza alcuna ombra di dubbio: decisioni così rilevanti per il benessere delle comunità non possono essere assunte senza la minima considerazione del volere delle popolazioni interessate”.

Guardia costiera

Controlli Guardia Costiera (st)

Manfredonia – SI è conclusa da pochi giorni l’operazione “Mare Sicuro 2012”, condotta dalla Capitaneria di porto di Manfredonia e dai propri uffici dipendenti che ha interessato tutti i porti e gli approdi dell’area garganica e della capitanata, compresi i relativi specchi acquei fino al limite del mare territoriale. L’operazione, dopo una fase preliminare, caratterizzata da una capillare attività informativa e divulgativa a favore degli operatori del mare, ha assunto connotazioni prettamente operative nel periodo compreso tra luglio e settembre.

In particolare, nei mesi da giugno a settembre, la Capitaneria di Porto ha coordinato complessivamente 57 soccorsi che hanno permesso di portare in salvo 119 persone e 40 unità navali. Tra gli interventi SAR effettuati meritano particolare menzione quelli condotti nella sola giornata di domenica 26 Agosto nelle acque antistanti il golfo di Manfredonia, dove un improvviso peggioramento delle condizioni meteo marine, con presenza di trombe d’aria, ha messo in difficoltà numerose imbarcazioni in procinto di affondare.

In tale occasione la Capitaneria di Porto dispiegò tutte le unità navali a sua disposizione mettendo in salvo in quella stessa giornata e nel giro di poche interminabili ore 6 imbarcazioni sulle quali erano imbarcate 14 persone tra cui tre bambini ed una donna incinta.

Oltre agli interventi di soccorso, durante l’operazione “Mare sicuro” sono stati compiuti 1412 controlli in materia di pesca, 1371 controlli presso le strutture balneari a tutela dei bagnanti, 991 controlli in mare per la tutela della sicurezza della navigazione e del rispetto delle norme in materia di tutela ambientale. Particolarmente significativa è stata l’attività di contrasto alle unità in navigazione sottocosta o stazionanti nell’area riservata alla balneazione, che ha consentito di redigere, a carico di indisciplinati diportisti, 39 illeciti amministrativi, a cui si sono aggiunte n.8 violazioni commesse da conduttori di acquascooter contravvenzionati per violazioni all’Ordinanza dell’Autorità Marittima.

Staiano conferenza

Un momento di una passata conferenza negli uffici della Capitaneria di Porto di Manfredonia (STATO@)

Presso le strutture balneari sono stati altresì rilevati n.43 illeciti connessi alla mancanza del servizio di salvamento o per assenza di strumenti o ausili previsti dalle Ordinanze
vigenti.

“Grazie alla intensa attività d’informazione e prevenzione, che ha caratterizzato l’intera operazione “Mare Sicuro”, ed alla presenza costante di uomini e mezzi lungo tutto il litorale di giurisdizione, non si sono registrati incidenti di rilievo pregiudizievoli per la pubblica e privata incolumità. Va così in archivio una stagione turistica che ancora una volta ha visto protagonisti gli uomini e le donne della Guardia Costiera di Manfredonia”, dice il comandante CP Francesco Staiano.

Fonte: statoquotidiano.it

Vista porto manfredoniaNuovi interventi per circa 143 mila euro per integrare e migliorare la gestione dei rifiuti in ambito portuale e dunque a terra e in mare, prodotti dai pescherecci. Li ha finanziati la Provincia di Foggia accogliendo apposita richiesta progettuale avanzata congiuntamente dal Comune di Manfredonia e dall’Autorità Portuale di Manfredonia.

“Si tratta di opere – rileva il Sindaco, Angelo Riccardiindispensabili per assicurare alle attività legate alla pesca e dunque ai suoi operatori, quegli standard di infrastrutture igienico sanitarie tecnologicamente avanzati funzionali al loro lavoro”.

Le installazioni riguarderanno i tre moli del porto commerciale e peschereccio, vale a dire levante, tramontana e ponente. “Sono opere che vanno ad aggiungersi – annota il Commissario dell’Autorità Portuale, Gaetano Falconea quelle strutturali riguardanti i medesimi moli, in corso di appalto per circa dieci milioni di euro”.

Nello specifico si tratta di tre impianti compatti per effettuare un pretrattamento delle acque raccolte dalla cassette nere dei pescherecci per poi scaricarle direttamente nella condotta fognaria senza pertanto l’ausilio del conferimento intermedio a terzi; di cassonetti scarrabili al fine di indurre i pescatori all’uso degli stessi per la raccolta di cordame in disuso, evitando perciò di abbandonarlo disordinatamente sui moli e spesso anche in mare; di bagni pubblici prefabbricati da installare sui tre moli in corrispondenza delle condotte idrica e fognaria e della rete elettrica, tra cui due WC monoblocco prefabbricato per utenti diversamente abili.

Per tali servizi sono stati finanziati una serie di settantadue cassonetti di varie dimensioni, scarrabili e fissi, di contenitori per oli esausti, per lo stoccaggio di batterie esauste; di un motocarro elettrico munito di vasca ribaltabile per RSU con dispositivo voltabidoni e voltacasssonetti. Per gli interventi di pulizia in mare è stato disposto l’acquisto di un battello ecologico a servizio dell’area portuale di Manfredonia.

“Impianti e attrezzature – spiega l’Assessore all’Ambiente e Sviluppo Sostenibile, Michele Gallifuocodi diretta e specifica utilizzazione da parte dei pescatori che voglio sperare sapranno apprezzare questi nuovi interventi e soprattutto utilizzarli nel modo migliore”.

Fonte: Ufficio Stampa e Comunicazione – Comune di Manfredonia

Manifesto lavori di bonifica

L’appalto relativo alla bonifica dell’amianto nelle palificate del bacino Alti Fondali (st)

Manfredonia – ESTINTO il giudizio relativo al ricorso del 2008 della Decam s.r.l., contro il Comune di Manfredonia, e nei confronti di Dalena Eco-Trend s.r.l., per l’annullamento, previa sospensiva del verbale di gara n. 4 del 23 gennaio 2008 con il quale l’Amministrazione Comunale di Manfredonia ha aggiudicato la procedura di appalto per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori di bonifica, per presenza di amianto, del porto alti fondali di Manfredonia e relativo monitoraggio e manutenzione dell’incapsulante alla ditta Dalena Eco – Trend (Trand) s.r.l.; nonché di ogni altro atto presupposto, antecedente, connesso e consequenziale del procedimento anche di estremi e contenuti sconosciuti.

Il ricorso risultava depositato il giorno 9 aprile 2008; con ordinanza n. 336 del 10 febbraio 2012 era stata dichiarata l’interruzione del giudizio, per l’intervenuto fallimento della ricorrente Decam s.r.l.. Prima del decreto del Tar Puglia di Bari “nessuna delle parti in causa ha presentato nuova istanza di fissazione di udienza”.

Come riferito i lavori sono comunque proseguiti, come la fase di protezione catodica delle palificate.

Fonte: statoquotidiano.it