(Adnkronos) – Il 2013 è stato un anno nero per il settore eolico italiano e anche il nuovo anno non sembra promettere bene.L’industria del vento negli ultimi 2 anni ha perso tra i 3 e i 4mila posti lavoro. A fare un bilancio dell’anno che si sta per chiudere è Simone Togni, il presidente dell’Anev, l’Associazione nazionale energia dal vento. Il 2013, racconta Togni all’Adnkronos, ‘è andato molto male come purtroppo avevamo previsto’. Secondo Togni ‘sono due le questioni che hanno bloccato gli investimenti futuri in maniera grave e sono: le novità introdotte dalle aste competitive introdotte lo scorso anno e le norme retroattive’.
In particolare, il sistema delle aste ‘ha dimostrato tutto il suo fallimento con un crollo del 60% delle nuove installazioni. Sono 400 i Mw aggiudicati contro i 1200 che facevamo l’anno precedente’. Si tratta, sottolinea il presidente dell’Anev, ‘di un crollo che si è inserito in una situazione in cui stanno soffrendo già gli impianti esistenti a causa di norme retroattive come ad esempio la robintax’.
Tutto questo, secondo Togni, ‘ha portato a far sì che ci siano stati licenziamenti. Negli ultimi due anni si sono persi tra i 3 e i 4mila posti di lavoro mentre nei 6 anni precedenti registravamo circa 5 mila nuovi addetti’. Una crisi per il settore eolico ‘immediata e improvvisa ma che avevamo previsto e la prospettiva è ancora peggiore’. Il presidente dell’Anev, però, ci tiene a sottolineare che ‘il problema centrale non è l’incentivo, anche se in 4 anni è stato tagliato del 60%, ma è il sistema che non funziona in particolare quello delle aste’. L’ammazzata finale, poi, ‘ è arrivata con il decreto ‘Cresci Italia’ che impongono agli imprenditori esistenti di rimodulare gli incentivi’. Per Togni, ‘ci stanno penalizzando perché non sappiamo prevedere il vento’.
Fonte: Statoquotidiano