Workshop sulle pesche speciali

Pubblicato il: 14 feb 2013 - Da Webmaster

Venerdì 15 febbraio prossimo, nell’Auditorium di Palazzo dei Celestini, si svolgerà il workshop “Le pesche speciali: ruolo economico, sociale ed occupazionale per le comunità di pesca”.

Le pesche speciali sono attività stagionali e limitate a particolari aree, dove rivestono un rilevante ruolo economico, sociale ed occupazionale. Sono mestieri che affondano le proprie radici in usi e tradizioni locali, che coinvolgono intere comunità costiere per le quale rappresentano una parte consistente del reddito soprattutto per la piccola pesca delle regioni meridionali. Dal 1994 le pesche speciali sono state bandite dalla UE, ma le attività sono proseguite grazie alla concessione di un regime sperimentale di deroga.

Alla luce delle disposizioni comunitarie relative alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo, non è più possibile effettuare le pesche speciali in deroga. Il suddetto Regolamento, in considerazione della rilevanza economica, sociale e culturale delle pesche speciali in diverse marinerie, ha previsto la possibilità di svolgere questo tipo di pesca a seguito della stesura di uno specifico Piano di Gestione Locale.

“Tra le pesche speciali di particolare rilievo rientrano quelle del rossetto e del novellame di sarda, nota anche come bianchetto. La pesca del bianchetto, per esempio, – spiega l’Assessore alle Attività Produttive, Antonio Angelilliscon imbarcazioni di stazza non superiore alle 10 tonnellate, autorizzata per un periodo non superiore a 60 giorni, è praticata in Puglia nel compartimento di Manfredonia, lungo le coste orientali della Calabria e nell’intera area della Sicilia. Non possiamo permettere che scompaia un’intera filiera fatta di pescatori, commercianti e ristoratori che lavorano grazie a questo comparto”.

Il programma dei lavori prevede il saluto delle Autorità alle 9.30, mentre dalle 10.00 si succederanno gli interventi di Federcoopesca, Lega Pesca, AgciAgrital, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Capitaneria di Porto di Manfredonia, Regione Puglia, Presidente O.P Ittici Sud Adriatico e Comune di Manfredonia.

Le conclusioni, alle ore 13.00, saranno del dott. Gilberto Ferrari, Direttore Nazionale Federcoopesca.

Fonte: statoquotidiano.it

Piano di riforma per la pesca sostenibile

Pubblicato il: 12 feb 2013 - Da Webmaster

Approvato a Strasburgo ed introduce, tra l’altro, il divieto di rigetto del pescato in mare. “Un cambiamento epocale che apre prospettive del tutto nuove, ma che non tiene in considerazione i diritti dei pescatori. Un paradosso”, commenta l’Assessore Angelillis.
Il Parlamento Europeo di Strasburgo ha approvato, il 6 febbraio scorso, la riforma per varare una nuova Politica Comune della Pesca che, una volta ratificata dagli Stati membri, dovrebbe garantire la sostenibilità del settore e metterà fine allo scarico a mare del pescato. La relazione sulla riforma, del deputato europeo tedesco Ulrike Rodust, ha ricevuto 502 voti a favore, 137 contro e 27 astensioni.
E’ una politica che si basa – ha sottolineato la Commissaria Europea alla Pesca, Maria Damanakisu uno sfruttamento delle risorse della pesca sostenibile, una politica che introduce un divieto di rigetto del pescato in mare, con date certe per porre fine alle pratiche di spreco che non possiamo più permetterci”. Quasi un quarto del totale del pescato finisce rigettato, cioè viene scaricata a mare quella parte di esemplari non desiderati o troppo piccoli. I “rigetti” sono formati quasi totalmente da pesci ormai morti e, per fermare questa pratica, i deputati hanno votato per obbligare i pescherecci a sbarcare tutte le catture, a partire dal 2014. I pesci più piccoli sbarcati, per esempio, saranno destinati a usi diversi dal consumo umano.
Il Parlamento Europeo inizierà ora la negoziazione con il Consiglio e la Commissione sui piani della riforma prima della seconda lettura. La presidenza irlandese del Consiglio ha più volte ripetuto che spera di raggiungere un accordo entro la fine di giugno.
La politica della pesca intensiva, dannosa tanto per l’ambiente quanto per l’economia stessa del settore – commenta l’Assessore alle Risorse del Territorio e Sviluppo Economico del Comune di Manfredonia, Antonio Angelillisva verso l’abbandono. Un cambiamento epocale che tiene in debita considerazione più fattori, ma non i diritti dei pescatori. Un autentico paradosso. Non sono loro la causa dell’impoverimento degli stock ittici. La delegazione italiana ha provato a mitigare nel tempo le nuove misure, senza ricevere accoglimento”.
Serve tutelare la nostra marineria – conclude l’Assessore Angelillise tutti gli operatori del Paese, dissimile da quelli nordici a cui meglio si addicono le misure prospettate a Strasburgo. Fintanto che non sarà chiaro quanti e quali differenze esistono tra marinerie così diverse tra loro occorrerà continuare a lavorare per invertire la direzione presa dal Parlamento Europeo”.

Fonte: Stampa e Comunicazione – Comune di Manfredonia

Mancata erogazione della CIG ai pescatori

Pubblicato il: 09 feb 2013 - Da Webmaster

Il Prefetto Latella convoca un tavolo per approfondire la questione che interessa il comparto ittico. Una nuova dimostrazione della “spiccata attenzione verso le numerose problematiche che vengono sottoposte alla sua attenzione”, commenta il Sindaco Riccardi

Mostrando, ancora una volta, una spiccata sensibilità verso il territorio in tutte le sue componenti, il Prefetto di Foggia, Luisa Latella, ha convocato per le 10,30 di mercoledì 20 febbraio un tavolo per esaminare con la dovuta attenzione le problematiche connesse alla mancata erogazione, riferita al comparto ittico, della cassa integrazione guadagni in deroga (CIG)per il primo trimestre del 2012.

Invitati a partecipare l’Assessore Regionale alle Risorse Agroalimentari, Agricoltura, Caccia e Pesca, Dario Stefàno, il Sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, il Direttore Provinciale INPS, il Comandante della Capitaneria di Porto di Manfredonia, Francesco Staiano, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali territoriali del settore pesca FLAI CIGL FAI e CISL, il Presidente delle Federcoopesca.

“Sono grato al Prefetto Latella – afferma Angelo Riccardi, primo cittadino manfredoniano – che ha saputo distinguersi fin qui per una encomiabile attenzione verso le numerose problematiche che vengono sottoposte alla sua attenzione, per la competenza e la dedizione. Non è da tutti calarsi così bene nella realtà del territorio in cui si opera ed invece il Prefetto non si è mai tirata indietro e non ha mai fatto spallucce dinanzi a qualsivoglia tema sul quale è stato chiesto il suo intervento, compresi i delicati problemi afferenti il mondo del lavoro. Il suo supporto non è mai venuto meno e la ringrazio perché è questa la maniera più tangibile ed efficace per far sì che i cittadini si sentano un tutt’uno con le istituzioni e, quindi, con lo Stato”.

Fonte: Comunicazione – Comune di Manfredonia

Testo alternativo

L’attuale Commissario straordinario dell’Autorità Portuale di Manfredonia avv.Gaetano Falcone (statoquotidiano 2@13)

Manfredonia – “SENZA la ristrutturazione del Porto Commerciale inutile parlare di traffici. Già spesi 12 milioni di euro tra manutenzione e cinta doganale, ne spenderemo altri 8 dai fondi stanziati dalDecreto Ministeriale (n.136/11). Basteranno? No, ripeto: servono altri 60 milioni di euro. Nel frattempo vanno evidenziati i dati per il movimento merci dal 2005 al 2010: +200% per il grano (2005/2010); +124% alcool beverages, +174% orzo, +216% per l’Urea. Questo nonostante le limitazioni che consentono l’ingresso nel porto di Manfredonia di navi con carico fino a 25mila tonnellate”. A dirlo a Stato è l’avv.Gaetano Falcone, attuale Commissario dell’Autorità Portuale di Manfredonia (in carica dal 2005, tra lavori e ricorsi giudiziari, come il Commissario aggiunto prof. Guido Capurso)

LA CRISI MONDIALE.
“Inutile nasconderlo – dice a Stato il commissario Falcone – la crisi internazionale, e dunque la recessione economica, ha interessato anche il settore portuale italiano e conseguentemente quello di Manfredonia. Non ci dimentichiamo che manca ancora il servizio del rimorchiatore (dal 2011) per il quale stiamo cercando di provvedere. Ma nonostante questo ribadisco: senza la ristrutturazione del Porto Commerciale, con un ulteriore finanziamento di 60 milioni di euro, quello di Manfredonia sarà sempre un porto limitato. Bloccato. Un esempio su tutti? Non possiamo fare attraccare navi con merci superiori alle 30mila tonnellate, questo a causa di ordinanze dei primi del 2000, che limitano a 25mila il tonnellaggio massimo. Ogni giorno decliniamo domande di attracco. Del resto, è la crisi a spingere verso una riduzione dei costi con minori viaggi dei natanti e maggiore merce, in termine numerico, sulle imbarcazioni”.

COME SONO STATI UTILIZZATI I 20 MILIONI DI EURO DEL DM 136/11.
 “Nel bacino Alti Fondali sono stati installati bagni, ristrutturata la cinta doganale, resa funzionale la video-sorveglianza, realizzati gli uffici della Sanità Marittima, con ampia manutenzione del Porto Commerciale. Totale? Oltre 12milioni di euro. Gli altri 8? Per il dragaggio del terminal crociera. I fondi stanziati per l’Ap di Manfredonia rappresentano la prova tangibile della valida documentazione presentata, a livello progettuale; qualcuno a Bari è riuscito a farsi revocare un finanziamento pari a 80 milioni di euro”.

DATI MERCI.
 Nonostante tutto, i dati complessivi per il movimento merci non sono positivi (2000/2011): dalle 783.217 tonnellate complessive del 2000 (dal vino al legno, dallo zucchero al carbonato di sodio, dal mais all’urea) a 1.138.113 tonnellate del 2006, dunque la crisi e le 882.000 e 756.622 tonnellate del 2010 e del 2011. “Manfredonia ha una posizione strategica, quasi nel centro dello Stivale, cerniera con il Tirreno – dice Falcone – ma la crisi internazionale – dal 2007/8 – ha influito negativamente per la movimentazione delle merci. Poi le limitazioni nel tonnellaggio e dunque per l’attracco delle navi; dunque le limitazioni strutturali del nostro porto commerciale. Ma voglio comunque sottolineare degli incrementi: +200% dal 2005 al 2010 per il grano (da 93.836 a 281.906 tonnellate), +124% alcool beverages (dalle 20.211 tonnellate del 2009 alle 45.250 del 2011). E ancora: +174% mais, +216% dell’Urea (dalle 9.667 tonnellate del 2005 alle 30.594 del 2010). Inoltre le pale eoliche scaricate nel porto (con navi dalla Francia e dalla Spagna, per il conseguente trasporto nel Sub Appennino o nel Tavoliere foggiano,ndr): 24.653 tonnellate, con un numero complessivo di navi nel 2012 pari a 787. Ripeto: tutto passa dal superamento delle limitazioni”.

FUTURO PIANTA ORGANICA.
 “Come evidente nella stessa relazione del Mit – dice Falcone – è necessario che l’Autorità Portuale si doti di una pianta organica (ed anche del Piano regolatore portuale e Piano Operativo Triennale,ndr)”. “Attendiamo l’approvazione del Ministero. Cosa servirebbe? Un ingegnere per l’ufficio tecnico, 1 responsabile per l’ufficio appalti; 1 responsabile contabile, 1 responsabile di segreteria”.

“LE INDENNITA’? NON LE STABILISCE L’AP”.
Polemiche nei mesi passati, e da anni, per le indennità percepite dal commissario e commissario aggiunto dell’Ap di Manfredonia: si era parlato di 160mila euro per Gaetano Falcone e 130mila per Guido Capurso, da una graduatoria del CorSera sugli “stipendi dei manager pugliesi“, espresse al lordo. Nella classifica spiccava il primo posto di Marco Franchini, direttore generale dell’Adp (323.360) e il secondo di Matteo De Mauro, segretario generale Camera di Commercio di Foggia (315.429), con segnalazione della Corte dei Conti per presunto danno erariale in seguito all’approvazione di una delibera nel 2008 – dalla giunta camerale – per l’aumento degli emolumenti. “Come già detto ribadisco: l’indennità annua per la carica di Commissario dell’Autorità Portuale di Manfredonia da me percepita è di euro 65.807,66.. Ricordo che è il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ad aver nominato queste due figure, con poteri previsti dalla legge 84/94, che restano in carica sino alla nomina del presidente. Per le indennità si tratta di una legge dello Stato, con mie indennità inferiori di un 70% rispetto a quelle dei presidenti – e non commissari – dell’AP italiane.”

Fonte: Giuseppe De Filippo – statoquotidiano.it

“I porti delle nostre città vivono della pesca, sono luogo di elezione per le buone tradizioni delle marinerie locali, sono fattore identitario della nostra comunità. La tutela della pesca e delle risorse ittiche da cui essa dipende diventa anche per noi un obiettivo improrogabile e irrinunciabile”.
Appello SindaciNoi, Sindaci dei Comuni con i principali porti pescherecci italiani, assistiamo con sgomento e preoccupazione al declino della pesca nel nostro Paese.

Nel corso degli ultimi anni i costi crescenti delle attività di pesca, il calo delle catture e degli sbarchi hanno eroso la redditività del settore provocando la riduzione di circa un quarto della flotta ittica nazionale e causando la perdita di migliaia di posti di lavoro. La crisi della pesca italiana riflette una situazione diffusa a livello europeo.

Dal 1993 le catture nei Paesi dell’Unione Europea sono diminuite del 25%, una riduzione che oltretutto non è stata accompagnata da un aumento dei prezzi alla produzione, che sono risultati stabili o addirittura in diminuzione, causando una costante riduzione del reddito delle comunità che dipendono dalla pesca.

La riforma della Politica Comune della Pesca, che si sta discutendo in questi giorni, diventa quindi un’occasione irrinunciabile per invertire questa drammatica tendenza al declino, allineando ad esempio i prelievi annuali alla capacità degli stock di riprodursi e di raggiungere il livello più produttivo.

Lo sfruttamento degli stock a queste condizioni consentirebbe di aumentarne le dimensioni del 70% consentendo margini di profitto triplicati rispetto a quelli attuali, una crescita del 90% del valore aggiunto lordo del settore e la conseguente creazione di circa 100.000 nuovi posti di lavoro nell’Unione Europea.

I porti delle nostre città vivono della pesca, sono luogo di elezione per le buone tradizioni delle marinerie locali, sono fattore identitario della nostra comunità e, nonostante le difficoltà, continuano ad alimentare un tessuto umano e imprenditoriale fatto di piccole aziende artigianali, cooperative e singoli in grado di assicurare buona economia e coesione sociale. Per questo la tutela della pesca e delle risorse ittiche da cui essa dipende diventa anche per noi un obiettivo improrogabile e irrinunciabile.

Il Parlamento Europeo sarà chiamato ad esprimersi sul futuro della pesca. Come rappresentanti di comunità unite dagli stessi legami con il mare e le sue risorse, ci rivolgiamo ai nostri europarlamentari affinché, nell’ambito della riforma della Politica Comune della Pesca:
– appoggino tutte quelle misure di sostenibilità sociale e ambientale che, consentendo nel breve periodo un recupero degli stock oltre i livelli più produttivi, siano in grado di assicurare un futuro alla pesca italiana;
– condizionino gli aiuti alle demolizioni dei pescherecci e la conseguente perdita di occupazione alla creazione di un numero equivalente di posti di lavoro nelle marinerie di appartenenza.

Angelo Riccardi (Sindaco di Manfredonia), Antonio Romano (Sindaco di Camerota), Giosuè Starita (Sindaco di Torre Annunziata), Lucio Antinoro (Sindaco di Favignana), Michele Taccone (Sindaco di Portopalo), Secondo Squizzato (Sindaco di Cetara), Maurizio Mangialardi (Sindaco di Senigallia), Giuseppe Certomà (Sindaco di Roccella Ionica), Matteo Rizzo (Sindaco di San Vito Lo Capo), Fabrizio Di Paola (Sindaco di Sciacca), Roberto Peria (Sindaco di Portoferraio), Giuseppe Nicosia (Sindaco di Vittoria).

Promosso da: Nicola Cristaldi (Sindaco di Mazara del Vallo), Giusi Nicolini (Sindaco di Lampedusa e Linosa), Stefano Pisani (Sindaco di Pollica).

Fonte: Comune di Manfredonia

Una serie di interventi che dovranno essere avviati entro la prossima estate e completati entro ottobre 2015. Manfredonia al terzo posto con un finanziamento volto al recupero del Castello, della Chiesa di Santa Maria e di quella di San Leonardo di Siponto.

Il Ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, ha spiegato come l’Italia, grazie alla revisione del Poin “Attrattori culturali, naturali e turismo” sia riuscita a recuperare parte delle risorse stanziate dall’Unione Europea.
Tutti gli interventi faranno parte del programma «attrattori culturali», rimesso totalmente a nuovo dopo il blocco della spesa punito anche da Bruxelles con la restituzione di risorse per 33,3 milioni. Era stato l’unico, fra ben 52 programmi italiani, a non raggiungere gli obiettivi previsti da Bruxelles per fine 2012. Da qui la sanzione europea del taglio di risorse. Colpa, a detta del Ministro Barca, della mancata cooperazione interistituzionale e tecnica e di una sopravvalutazione dei progetti. Problematiche che, a suo dire, sono state risolte puntando su progetti di particolare rilevanza strategica e più facili da mettere in pratica, ma anche definendo un quadro finanziario realistico rispetto al triennio di attuazione.

Gli interventi di restauro, che dovranno essere avviati entro la prossima estate e completati entro ottobre 2015, si concentrano per intero al Sud. Sul totale dei 681 milioni disponibili, 150 milioni serviranno a coprire le spese per i lavori di restauro di Pompei, che avranno inizio il 6 febbraio. Tra i nuovi progetti, ad aggiudicarsi la fetta di finanziamento maggiore, pari a 21 milioni di euro, è la Calabria con il Polo museale di eccellenza di Sibari. Al secondo posto, con 20 milioni di euro, il recupero della Reggia di Caserta in Campania. In terza posizione si colloca invece la nostra Manfredonia, che utilizzerà 17,5 milioni per il recupero del Museo Archeologico della Daunia (Castello di Manfredonia, Chiese di S.Maria e S.Leonardo di Siponto).
Sono previsti anche interventi al Museo archeologico Nazionale e al Palazzo Reale a Napoli, al Polo museale di eccellenza di Taranto, al Parco Archeologico ed al Museo Archeologico Nazionale di Locri, a Capodimonte, a Crotone, a Bari, a Pozzuoli, a Copertino ed a Monte Sant’Angelo per il recupero della Tomba di Rotari e dei resti della chiesa altomedievale di S.Pietro (potrà beneficiare di 1,5 milioni).

“Lo sviluppo del nostro territorio deve necessariamente passare – commenta il Sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi – attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale. Un patrimonio che appartiene a tutti, ma che resta spesso confinato nei buoni propositi, senza trovare gli spazi consoni e le adeguate risorse. La collaborazione pubblico-privato in questo campo, quindi, è indispensabile e bisogna che la valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico torni al centro dell’agenda politica. È finita l’epoca in cui si doveva solo difendere il patrimonio: oggi occorre valorizzarlo”.

Ufficio Stampa e Comunicazione – Comune di Manfredonia (FG)