mercato ittico-tManfredonia – CON atto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, fissato il calendario per il fermo pesca 2014. Per i pescherecci iscritti nei compartimenti marittimi da Trieste a Rimini disposta l’interruzione temporanea obbligatoria delle attività di pesca per 42 giorni consecutivi, dal 28 luglio al 7 settembre del 2014.

Per i pescherecci iscritti nei compartimenti marittimi da Pesaro a Bari l’interruzione è stata disposta per 42 giorni consecutivi dall’11 agosto al 21 settembre del 2014.

Complessivamente interessati 186/190 pescherecci di Manfredonia, circa 80 della Grande Pesca, 110 della cd ‘piccola’.

Intanto continua l’attesa, degli operatori marittimi, per la liquidazione della Cig in deroga, anno 2014, nonostante il sollecito delle Segreterie Territoriali, Provinciali, Regionali e Nazionali, dopo la firma, lo scorso 3 luglio, a Roma.

“Esprimiamo tutto il nostro rammarico per la mancanza di queste risorse. A distanza di un anno ancora nessun pagamento; possibili azioni di protesta dei pescatori prima del fermo biologico. Non ci sono più’ soldi nelle famiglie per fronteggiare un fermo di 45 giorni”, avevano detto in una nota Alberto Gatta e Michele Manzi referenti della Fai Cisl di Manfredonia e Foggia relativamente all’intesa già raggiunta per lo sblocco del pagamento del fermo pesca 2013.

“Stiamo sollecitando continuamente il Ministero dell’Agricoltura e del Lavoro per il decreto che stanzi i fondi utili per la successiva fase di liquidazione dell’Inps. Diversamente proclameremo uno stato di agitazione con relativo sit-in fuori la sede del Ministero del Lavoro a Roma”, aggiunge a Stato il segretario della FAI Cisl di Foggia Michele Manzi.

Fonte: Statoquotidiano.it

mare pulitoPotrebbe esser peggio. Potrebbe piovere”. Citando Frankenstein Junior. Eh già perchè in fondo, stando a Legambiente, il nostro mare non fa così schifo. Dopo le polemiche su Margherita di Savoia (leggi), passata dalla Bandiera Blu alle foci “inquinate”, Goletta Verde di Legambiente è giunta sul Gargano. Le analisi, pur se non ufficiali come quelle dell’Arpa, tornano su vecchi problemi come quello alla foce del torrente Candelaro che risulta ancora in situazioni critiche a causa del malfunzionamento dei depuratori e dello scarico abusivo di acque reflue. Come per la foce dell’Ofanto in zona Margherita, anche per il Candelaro spunta la presenza elevata di Enterococchi intestinali ed Escherichia Coli. Tutto questo nonostante le numerose segnalazioni giunte negli ultimi anni.

Ma come detto, non va tutto male. Il veliero di Legambiente, oggi rimasto attraccato nel porto di Manfredonia, ha reso noti i risultati relativi alle acque del Gargano, lasciando ben sperare. Simone Nuglio, portavoce di Goletta, ha avuto anche buone notizie. “Il mare della provincia di Foggia è abbastanza pulito, eccezion fatta per alcune zone limitate. Per quel che concerne i punti di balneazione i nostri risultati confermano quelli di Arpa Puglia. Tutto entro i limiti di legge. Purtroppo – aggiunge – come ogni anno da ormai decenni, le uniche criticità sono state riscontrate alle foci dei fiumi, in particolare alla foce del torrente Candelaro nonostante le numerose segnalazioni fatte agli organi competenti. Speriamo che questo problema torni in cima all’agenda politica della Regione e della Provincia. Tuttavia qui non è possibile fare il bagno, ma purtroppo il divieto spesso non è segnalato”.

Fonte: lImmediato.net

Fermo biologico, si inizia l’11 agosto

Pubblicato il: 27 lug 2014 - Da Webmaster

fermo biologicoConfermati i seguenti calendari per il fermo pesca:
1. Trieste Rimini 42 giorni consecutivi  a partire dal 28 luglio;
2. Pesaro Bari 42 giorni consecutivi  a partire dall’11 agosto;
3. Brindisi Imperia 30 giorni consecutivi a partire 15 settembre;
4. Per la Sicilia e Sardegna  si rinvia alle determinazione da parte delle rispettive Regioni (fermo per 30 giorni consecutivi).

Quindi a Manfredonia la pesca a strascico si ferma dall’11 agosto fino al 21 settembre ma si potranno gustare tutti gli altri pesci che stazionano sotto costa che possono essere pescati da piccoli battelli con le retine. Per i molluschi e altre tipologie di pescato c’è sempre il pesce fresco proveniente dal Tirreno e da altre regione adriatiche, dove il fermo biologico avrà inizio il prossimo 15 settembre.

Per la marineria di Manfredonia interessati complessivamente circa 200 pescherecci.

Fonte: Manfredonianews

Chiusura procedura di infrazione spadare soddisfa tutti, tranne i grandi pesci pelagici, i cetacei e le tartarughe

Mentre continua la pesca con reti proibite, all’interrogazione dei deputati M5S il Ministro dell’Agricoltura Martina non dà segnali definitivi sulla proposta della Commissione Ue di mettere al bando definitivamente dal 2015 le reti derivanti

 

Da oltre 30 anni, il sistema di pesca con le reti derivanti rappresenta una piaga. È un metodo distruttivo per i grandi pesci pelagici, cetacei e tartarughe e danneggia la pesca tradizionale. I pescatori hanno ricevuto sovvenzioni per cambiare tecniche ma gli sbarchi notturni di pesce spada continuano. La Commissione Ue ha tenuto sotto osservazione speciale il nostro Paese fin dal 1995 e le autorità negli ultimi anni hanno incrementato i controlli, giungendo alla chiusura della procedura di infrazione a carico del nostro Paese. Proprio lo scorso 11 luglio, infatti, il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Martina si dichiarava soddisfatto della chiusura della procedura di infrazione relativa all’utilizzo delle reti derivanti cosiddette «spadare», vietate dall’Unione europea sin dal 1992. Dopo oltre 20 anni, dunque, si è chiuso il contenzioso con la Commissione europea e si è pertanto scongiurato il pericolo di incorrere in una sanzione di oltre 130 milioni di euro. Da quanto confermato anche dalle recenti dichiarazioni del Ministro Martina, l’Italia rispetta le normative in materia di pesca, tutela gli stock ittici dei propri mari e assicura adeguati controlli. È noto tuttavia, come dimostra un report di Oceana, che i pescherecci spesso sbarcano sulle nostre coste esemplari di pesce spada, catturati verosimilmente con reti derivanti illegali dal 2002 anche per i pelagici come il tonno o il pesce spada.

“Con la nostra interrogazione abbiamo chiesto al Ministro di intensificare i controlli sul territorio soprattutto presso le marinerie già segnalate, con l’intento di sequestrare definitivamente gli attrezzi illegali e dare una risposta rapida e una pianificazione intelligente alla proposta di divieto di tutte le reti da posta derivanti lunghe – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), cofirmatario dell’interrogazione – Il Ministro non si è sbilanciato a spiegare come mai i controlli latitano ora che l’infrazione con l’UE è chiusa, infatti, si sa che non appena finisce il regime straordinario dei controlli tutto torna come prima, per questo non dovrebbe esserci ‘pausa’ negli stessi, ma continuità e assiduità”.

 

Il Ministro Martina, inoltre, non ha specificato cosa intenda fare a riguardo del bando definitivo a gennaio 2015 delle reti derivanti proposto dalla Commissione Ue e ha parlato di “dovute e necessarie procedure di consultazione”. “Dimenticandocontinua L’Abbate (M5S)che il problema non si pone oggi, ma dal lontano 1992! Ci chiediamo se ci sia l’intenzione di tutelare reti come l’alacciara e la bisara che, con maglie più piccole, non vanno ad insidiare i grandi pelagici e che, quindi, con le dovute cautele possono ancora essere usate dalla piccola pesca costiera. Dopo anni di provvedimenti presi senza la formazione dei pescatori – conclude il deputato della Commissione Agricoltura –  sarebbe opportuno attuare una pianificazione intelligente proprio per non lasciarli ‘in braghe di tela’ in caso di bando definitivo”.

 

Fonte: ManfredoniaNews.it

progetto gplNella polemica o meglio sulla ridda di notizie circolate sul progetto gpl dell’Energas nell’area di Siponto collegato via condotta sottomarina al porto alti fondali, è intervenuto il sindaco Angelo Riccardi che in una nota ha ribadito quanto già detto sull’argomento e su altre iniziative eoliche offshore. Una dichiarazione utile su una questione nella quale l’amministrazione comunale e quindi il sindaco o chi per lui, centrano poco o niente. Almeno fino ad ora. Una posizione sacrosanta pienamente condivisibile e condivisa anche dalle varie associazioni ambientaliste, culturali e sociali che tuttavia non nascondono perplessità e timori per la possibilità che lo Stato possa bypassare gli enti locali come del resto già accaduto.

Quell’impianto così come tutti gli impianti riguardanti le attività energetiche nazionali sono infatti di competenza statale con giurisdizione su tutto il territorio nazionale. Ha pertanto ragione il sindaco quando afferma che il Comune non è stato interpellato. Il che non vuol dire che il progetto non c’è, come sostiene il sindaco liquidandolo come “notizie infondate”, frutto di “illusionisti”, giusto per gettare “discredito sull’Amministrazione”. Il progetto gpl Energas c’è e da quindici anni, e sta percorrendo tutta la trafila prevista dalle vigenti leggi per ottenere le necessarie autorizzazioni. In loco è stato presentato per competenza, all’Autorità portuale di Manfredonia, alla Capitaneria di porto di Manfredonia ed poi passato all’attenzione della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale.

E d’altra parte l’ingegnere Claudio Marino, tecnico di Energas, non ha mancato di parlare apertamente del progetto spiegando che le opposizioni di natura ambientale e paesaggistiche sono cadute dinanzi al Consiglio di Stato, che è stata archiviata la procedura di infrazione della Comunità Europea che ha di fatto legittimato l’insediamento nella zona industriale di Manfredonia, che c’è un rinnovato interesse a livello locale e che di conseguenza si potrebbe partire per la costruzione dell’impianto entro il 2015 per ultimarlo nel giro di tre anni.

Più connotato di così. Magari fino all’ultimo ci sarà qualcosa che lo bloccherà ma siamo ben lontano dalle “notizie false” o dagli “illusionismi” evocati dal sindaco Riccardi.

Senza contare poi che c’è una corrente di pensiero favorevole all’insediamento sostenendo che non è inquinante ma “solo” pericoloso, che la condotta sottomarina non avrà alcuna ripercussione sul mare e sulla navigazione e che il porto potrà finalmente contare su almeno centocinquanta navi all’anno attivando tutta una serie di servizi.

E allora, se c’è ancora tempo e voglia di intervenire che lo si faccia come si deve. Rifugiarsi dietro il paravento fittizio delle “notizie false” e giù di lì, o delle polemiche che fanno il tempo che trovano, non serve. Insomma, meno polemiche e più fatti. A questo punto, visto che amministrazione comunale e associazioni varie sono sulla stessa lunghezza d’onda, sarebbe opportuno stabilire un dialogo, che si faccia squadra per cercare di capire fino in fondo e oltre le apparenze, le cose come stanno ed eventualmente prendere le opportune e dovute iniziative. A meno che…

Michele Apollonio

 

 Fonte: ManfredoniaNews.it

trasporto deposito gasAssolutamente infondate le notizie diffuse negli ultimi giorni dagli organi d’informazione in merito all’imminente insediamento di un impianto di GPL a Manfredonia.

C’è qualcuno che evidentemente, non avendo altre argomentazioni, si diverte a fare l’illusionista, tirando fuori dal cilindro notizie false, finalizzate a fomentare gli animi e a gettare discredito sull’Amministrazione“, dichiara il sindaco Angelo Riccardi.

Questi i fatti. In data 10/11/1999 venne presentata dalla società allora denominata Isosar la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), presso il  Ministero dell’Ambiente, per un deposito costiero di GPL nel Comune di Manfredonia, località Santo Spiriticchio. La procedura si concluse con esito negativo.

Dopo una serie di contenziosi e ricorsi, pronunciamenti della magistratura amministrativa in sede nazionale e comunitaria, la società, ora denominata Energas S.p.A. in data 28/10/2013 ha ripresentato al Ministero dell’Ambiente istanza per Procedura integrata VIA-Valutazione di incidenza per realizzare un deposito costiero di GPL da 12 serbatoi per complessivi 60.000 mc e le opere necessarie per il funzionamento dell’impianto (gasdotto di 10 km tra il deposito ed il pontile di attracco delle navi gasiere, raccordo ferroviario di 1800 m di collegamento del deposito alla stazione di Frattarolo).

Ad oggi, 18 luglio 2014, la procedura è ancora in corso poiché la Commissione preposta non ha ancora espresso il proprio parere tecnico.

Diffondere notizie contrarie alla verità dei fatti, descrivere un territorio succubo delle richieste  imprenditoriali, vuol dire manipolare le notizie e perseguire fini strumentali”, sottolinea il primo cittadino, che quindi continua: “Così come abbiamo dimostrato, nel caso del tentato insediamento del Parco eolico nel Golfo di Manfredonia, l’Amministrazione comunale ha sostenuto e sostiene l’esigenza della pianificazione quale strumento fondamentale per la politica marittima integrata nell’UE, fondata sul presupposto che le autorità pubbliche ed i soggetti comunque interessati finalizzino le proprie azioni verso un utilizzo del mare funzionale esclusivamente allo sviluppo economico ed alla salvaguardia ambientale“.

In tale circostanza vennero richiamate le stesse direttive UE, anche in considerazione degli altri usi per cui il territorio ha vocazione, delle eventuali limitazioni ivi insistenti, nonché dei vincoli sociali, compreso l’interesse a preservare l’assetto paesaggistico della nostra  area.

Colgo l’occasione per ribadire ancora una volta, di fronte a queste sciocche strumentalizzazioni, che il Golfo di Manfredonia, il suo delicato ecosistema marino, già alterato dalla ventennale presenza dell’industria chimica, non può sopportare ulteriori pesi“, dichiara Riccardi che quindi conclude: “Occorre oggi più che mai prestare la massima attenzione alla sostenibilità economica, sociale e ambientale dell’ecosistema marino e volgere l’attenzione verso progetti che ne valorizzino le potenzialità e non verso insediamenti che, al contrario, comportino limitazioni o danni”.

Fonte: ManfrdoniaNews.it

mappa deposito gasGrave il silenzio dei Partiti e dell’Amministrazione Comunale

Il megaimpianto di gas che la Società Energas ha in programma di realizzare a Siponto è una iniziativa industriale insalubre e ad alto rischio di incidente rilevante che mal si concilia con la vocazione e la valorizzazione ambientale e turistica dell’intera area interessata.

E’ francamente sconcertante e inaccettabile come, mentre la nostra realtà locale ha bisogno di rialzarsi dalle condizioni di forte arretratezza economica, lavorativa e sociale, puntando più adeguatamente sulle proprie potenzialità produttive e naturalistiche, si dia campo libero dalle Istituzioni ad iniziative imprenditoriali che si prefiggono aggressioni ai danni del territorio, bypassando la volontà delle comunità locali, con il principale obiettivo di trarre profitti dalle attività rischiose e nocive che si vorrebbero insediare.

Non vi sono benefici occupazionali e materiali che possano giustificare il rischio di vivere nell’insicurezza continua e lo snaturamento delle specificità ambientali e paesaggistiche del nostro territorio.

Lo ribadiamo: con l’esperienza del petrolchimico, Manfredonia ha già vissuto la sua storia di scelte industriali di forte impatto ambientale negativo con il suo territorio. Quella dura prova è stata ed è tuttora affrontata con grande responsabilità dalla popolazione, alla ricerca di un equilibrio ambientale ancora oggi compromesso dai residui della bonifica relativa a quella ultraventennale esperienza produttiva e da altre situazioni di degrado ambientale.

Un equilibrio che oggi sarebbe enormemente scompensato da iniziative devastanti come quelle che comportano in loco il rifornimento con condotte sottomarine, lo stoccaggio in enormi depositi e la commercializzazione di gas in quantità industriali.

Questo ennesimo affronto alla nostra terra giunge mentre è ancora viva l’eco della battaglia delle Associazioni per impedire l’insediamento di pale eoliche nel nostro mare.

Non si è ancora chiusa una partita che se ne apre un’altra identicamente lesiva per il nostro territorio.

Dunque c’è qualche problema che implica una scarsa e negativa considerazione dal Governo nazionale verso questa parte del Paese. Probabilmente la regressione del nostro territorio, accentuatasi notevolmente negli anni recenti, è il risultato della difficoltà ad esprimere una classe politica ed istituzionale all’altezza del compito ed in grado di farsi valere e di fare sistema.

Insomma, abbiamo bisogno di esercitare un potere contrattuale ed una credibilità adeguati attorno alle sacrosante istanze e rivendicazioni di rilancio sostenibile del nostro territorio.

A chi aspettano i Partiti a Manfredonia ed in Capitanata, se non vogliono limitarsi ad essere solo aggregazioni funzionali ad occupare posti di potere locale, ad intervenire in merito al progetto dell’Energas con posizioni chiare?

Come si può restare fermi nell’azione amministrativa di fronte a simili scenari che condizionano dalle sue basi il futuro di Manfredonia e del territorio?

Chiediamo che non si perda altro tempo e che, per cominciare, sulla questione sia convocato al più presto il Consiglio comunale, nonché finalmente un confronto autentico e senza veti tra l’Amministrazione Comunale e le Associazioni della città.

Infine è ora che chi ci rappresenta nel Consiglio Regionale e al Parlamento faccia valere la propria funzione di rappresentante dei cittadini del nostro territorio e non si limiti, soprattutto se appartiene a forze di governo, ad annunci e proclami, ma si assuma concretamente impegni in prima persona per difendere il territorio che lo ha espresso e scongiurare scelte nocive che i cittadini rifiutano.

Associazione “LAVORO&WELFARE” di Capitanata Coordinamento Provinciale

 

Fonte: ManfredoniaNews.it

mappa deposito gasTiene banco la polemica sull’impianto di un deposito di GPL nell’area retrostante la località turistica di Siponto collegato con una condotta sottomarina al porto industriale di Manfredonia. Un megadeposito della capacità di 60milia metri cubi distribuiti in dodici serbatoi, che occuperà una ventina di ettari in un’area già destinata a insediamenti industriali. Il gas arriverà trasportato da navi cisterne che attraccheranno al porto industriale, nella parte più avanzata del molo che sarà interdetta ad altri usi.

Una polemica ormai virtuale dal momento che quell’insediamento è destinato ad essere realizzato. Titolare ufficiale del progetto è la Energas già Isosar del gruppo ENI, ma sarebbero cointeressate altre società petrolifere e forse non solo, come sostenuto da Roberto Saviano occupandosi della questione. Alla fine e dopo quindici anni di travagliate insistenze dipanatesi tra proposizione del progetto di volta in volta riveduto e corretto, bocciature e ravvedimenti, l’impresa pare sia arrivata in dirittura d’arrivo. La sua realizzazione pare cosa fatta. Manfredonia e Siponto avranno il loro bel deposito di Gpl dal quale partiranno convogli ferroviari e autocisterne su gomma che porteranno il prezioso carico quanto meno nel resto della “bassa” Italia. Manfredonia e Siponto saranno finalmente note in gran parte della penisola per essere un importante distributore di Gpl. Il turismo tutt’al più attenderà.

Tutte le argomentazioni ben note e circostanziate, messe in campo dal fronte contrario non sono valse a nulla. Le varie associazioni ambientaliste, culturali, comitati vari, qualche forza (molto debole) politica (non delle istituzioni) non sono riuscite a convincere chi preposto a decidere che la scelta di quella ubicazione non era poi la migliore confliggendo con altre attività dell’area. La ragion d’industria gassosa ha prevalso. E la popolazione? La gente sulla cui pelle tutto si trama, pardon progetta, e che dovrà fare poi i conti con quella presenza spuria rispetto alla vera vocazione del territorio, non è stata mai interpellata. Troppo distante dagli alti luoghi ove si progetta e si decide. Tenuta all’oscuro di tutto. Anche dalle dirette rappresentanze istituzionali regolarmente votate.

trasporto deposito gasTra le tante cose che non si spiegano, quella della caparbietà della Energas o chi per essa, nell’insistere per Manfredonia. Ha preferito “perdere” quindici anni anziché rivolgere la propria attenzione verso altri siti magari anche più vantaggiosi. Che forse non ne hanno trovati di disponibili? O che qui, in loco, si è trovato terreno meno ostico? Come farebbe intendere un esponente della Energas: “abbiamo riscontrato – avrebbe confidato – un rinnovato interesse a livello locale e così abbiamo continuato a procedere”.

Azienda che ha lasciato il riserbo del quale si è ammantata ed ha cominciato a dire la sua. Respingendo naturalmente le argomentazioni contro ed evidenziando le proprie a favore. Insistente il riferimento alle misure di sicurezza a prova di incidente, escludendo pertanto correlazioni con sinistri già verificatisi. Ma se la cosa è tanto sicura perché affannarsi in spese enormi per assicurare tanta sicurezza che non potrà mai escludere la sempre incombente imprevedibilità? (Il richiamato disastro con morti di Viareggio non fu provocato dalla esplosione del gas bensì…dal deragliamento dei vagoni del treno).

Ma poi ecco gli assi pescati nella manica. L’investimento di 60 milioni di euro; le eventuali agevolazioni, ma da vagliare, nel territorio relative ai consumi di gasolio, benzina e Gpl; e soprattutto l’asso di picche dell’occupazione: dalle 150 alle 200 persone da occupare ma, è stato ammesso onestamente,  per soli 36 mesi. Circa. Il solito, ripetitivo ricatto occupazionale. La storia si ripete. Questa volta il ristoro e minimo e a tempo. Il termine è addirittura posto prima: la mancia del lavoro durerà tre anni, il tempo previsto per la costruzione dell’impianto. E dopo? Dopo chi si è visto s’è visto. Da quell’insediamento non potrà derivare alcun tipo di attività secondaria. Succederà quello che è stato dopo l’Ajinomoto-Insud, dopo l’Anic-Enichem, dopo il contratto d’area. Manfredonia, a conti fatti, vive più di “dopo” che di “durante”. Oggi accontentiamoci del Gpl.

Si è invariabilmente punto e accapo. Continua lo stillicidio dell’incertezza sulle scelte per, non diciamo il futuro che non c’è, ma della sopravvivenza di una città, di un territorio che non riesce ad imboccare la strada giusta, a decidere in proprio, ma che continua a rimanere al guinzaglio di interessi altrui.

Michele Apollonio

 Fonte: ManfredoniaNews.it

Caccia al vento

Pubblicato il: 09 lug 2014 - Da Webmaster

Il reportage racconterà il panorama delle rinnovabili in Italia, con particolare attenzione all’eolico. L’obbiettivo è quello di mostrare gli effetti di scelte politiche poco attente nel business delle rinnovabili, un mondo che ha attirato anche gli interessi di alcuni personaggi politici di spicco. Dell’Utri, Scaiola, Verdini, sono finiti a vario titolo in inchieste giudiziarie sulle energie altenative.

Con le nostre telecamere parleremo del signore del vento Vito Nicastri e del territorio trapanese, facendo un breve quadro del tessuto sociale per giungere al progetto Ciliegino; primo parco fotovoltaico su serra per grandezza in Europa, previsto nella Piana di Gela. Attualmente fermo con i cantieri bloccati aveva attirato gli interessi dei magnati russi dei Renova, anche qui grazie alla mediazione di Dell’Utri e Massimo De Caro, ex direttore della Biblioteca dei Girolamini condannato recentemente a sette anni di reclusione. Parleremo della Puglia e del nord Italia. A Carmignano del Brenta il fallimento di due società leader nella poduzione di pannelli fotovoltaici ha lasciato molti lavoratori senza certezze. Le storie dei lavoratori daranno uno spaccato sugli effetti che ha portato la “caccia” agli incentivi verdi, amplificati da una scarsa regolamentazione. La nuova frontiera per le multinazionali del vento sono le centrali eoliche offshore: Attraverso i casi del Golfo di Gela e di Manfredonia presenteremo i progetti e le anomalie italiane, grazie anche alle voci dei territori.

Per il nostro lavoro stiamo valutando la possibilità di ampliareee la narrazione: un tassello potrebbe essere l’imprenditore del caffè Illy, uno sponsor interessante delle rinnovabili virtuose. Una storia dal nord Europa, in particolare in Danimarca dove l’isola di Samso produce il 100% di energia dal vento. Un esperimento riuscito e premiato.

Fonte: https://www.produzionidalbasso.com/pdb_6069.html

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Bari – VIESTE prima in Puglia per numero di presenze turistiche per Comune: è quanto emerge dallo Studio dell’Osservatorio regionale sul Turismo in Puglia, ‘Il turismo in Puglia’ nel 2013.

Relativamente alle presenze: 1.923.000 presenze per Vieste, dunque Ugento (821mila), Peschici (751mila), Otranto (748), Bari (551), Fasano (509), Lecce (456), Gallipoli (450). Dopo San Giovanni Rotondo (411)e Rodi Garganico (328).

Per gli arrivi: Bari città regiona con 297mila arrivi, dunque Vieste 25mila, San Giovanni Rotondo 217mila arrivi. Manfredonia alla 15^ posizione: con 57mila arrivi. ll comune di Bari accoglie il 10% circa degli arrivi ed il 4% delle presenze nella regione. Nel 2013 i flussi continuano ad aumentare (+2% e +1% circa nel complesso e +4% e +10% per quanto concerne la componente straniera). Vieste si conferma il comune con il maggior numero di presenze accogliendo il 14% del totale. Crescono con incrementi superiori al 10% degli arrivi i comuni della Valle d’Itria (Fasano, Alberobello e Ostuni).

(Fonte image: villaggiobaiaturchese, Vieste – archivio)

Fonte: Statoquotidiano.it