vendola-tapBari – L’Aula di Montecitorio respinge le quattro pregiudiziali di incostituzionalità sul decreto Sblocca Italia. La maggioranza renziana, infatti, boccia le proposte di M5S, Forza Italia, Lega e SEL. E proprio al leader di Sinistra, Ecologia e Libertà che si rivolgono i parlamentari pugliesi 5 Stelle, i quali chiedono al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola di impugnare il decreto dinanzi alla Corte Costituzionale.

“Coerenza, ci vorrebbe coerenza ma dubitiamo fortemente che SEL ne abbia – dichiara il deputato pugliese Diego De Lorenzis (M5S) – Dopo questa bocciatura della maggioranza di governo, Vendola ha la possibilità di impugnare il provvedimento”, ribattezzato dai 5 Stelle “Sfascia Italia”. Il decreto contiene al suo interno articoli che “schiacciano i diritti dei cittadini e dei pochi enti ancora democraticamente eletti come regioni e comuni – continua De Lorenzis (M5S) – Gasdotti come il TAP, rifassificatori, trivellazioni, inceneritori, colate di cemento e di asfalto sono tutte opere che danneggiano l’ambiente e la salute e che, con questo provvedimento del Governo Renzi, vengono agevolati senza alcuna possibilità per gli italiani di manifestare il proprio dissenso per questi scempi: è senza dubbio uno tra i peggiori decreti mai emanati da questo Esecutivo. Un decreto che dovrebbe essere impugnato davanti ai giudici della Suprema Corte perché palesemente incostituzionale”.

Una richiesta che i parlamentari pugliesi 5 Stelle rivolgono al Presidente Vendola che, almeno nell’Aula di Montecitorio, ha espresso la propria contrarietà al provvedimento renziano. Il M5S, ribadendo la propria contrarietà al gasdotto TAP qualunque sia il punto d’approdo, dichiara che si opporrà in tutte le sedi per bloccare il “saccheggio del territorio pugliese”.

“Il decreto Sblocca Italia offre finalmente l’occasione alle opposizioni presenti in Parlamento di dimostrare un minimo di coerenza – prosegue De Lorenzis (M5S) – Ora le regioni governate da queste opposizioni possono far valere la propria voce. Vendola dormiva nel 2010 quando poteva opporsi all’attraversamento di nuovi gasdotti in Puglia e ha dormito dopo l’approvazione della ratifica dell’accordo trilaterale sul TAP, non impugnando quella legge come da noi richiesto. Continuerà a favorire lo sviluppo di inceneritori ed a permettere le trivellazioni solo per spartirsi poltrone e interessi con il Partito Democratico, vivendo di politica sulle spalle dei pugliesi, oppure – conclude il deputato pugliese 5 Stelle – avrà finalmente un sussulto che lo desti dal suo torpore? Impugni lo Sfascia Italia e dimostri che le sue azioni legali possono essere nell’interesse della collettività e non per propaganda personale. Non vorrà querelare tutti coloro che gli ricordano la verità e lo richiamano ai suoi doveri!”.

Fonte: Statoquotidiano.it

no trivelle

Bari – «Il percorso di collaborazione che l’Italia ha avviato con la Croazia sul tema delle trivellazioni in Adriatico mi porta ancora una volta a sollecitare parlamentari europei e italiani affinché la questione approdi sui tavoli di Bruxelles e l’Ue definisca una volta per tutte le regole comuni all’intero delle quali i singoli Paesi possono muoversi» ha detto il consigliere regionale Pd, Giovanni Epifani, in una lettera indirizzata al governo italiano e ai parlamentari europei.

Ha spiegato Epifani: «La decisione del ministro all’Ambiente Galletti di incontrare il ministro all’Ambiente croato per definire un percorso condiviso sulla questione trivelle attraverso lo strumento della Commissione mista Italia, Croazia e Slovenia rende ancora più evidente quanto indispensabile sia l’intervento dell’Europa su di un tema così decisivo e quanto sia impossibile per qualsiasi Paese decidere in autonomia senza un terreno giuridico comune. La questione è semplice: se l’Italia decide che le trivellazioni in Adriatico non sono convenienti, ma la Croazia a pochi chilometri di distanza autorizza l’estrazione di idrocarburi, chi può stabilire la legittimità delle due decisioni se non l’Europa?.

L’incontro di Galletti con il collega croato è un segnale importante – ha concluso – perché dimostra la disponibilità del governo italiano a considerare ogni singola scelta in campo ambientale all’interno di una normativa più ampia di quella nazionale. Mi auguro che il governo italiano e che i nostri parlamentari europei, soprattutto ora durante il nostro semestre di presidenza, facciano pressioni per spingere l’Ue a definire in campo ambientale un quadro normativo certo che contemperi fabbisogno energetico e sostenibilità dei territori».

Fonte: Statoquotidiano.it

GIan Luca GallettijpgBari – “HO avuto un incontro con il mio omologo collega della Croazia Mihael Zmajlovic’ e, in un clima di ampia e fattiva collaborazione, si e’ convenuto di ricorrere allo strumento della Commissione mista Italia, Croazia e Slovenia, gia’ istituita nel 2012, con l’obiettivo di dar vita a un comune percorso fondato sullo scambio di dati e informazioni riguardanti quello che senz’altro costituisce un tema di grande rilevanza ambientale”. E’ quanto ha scritto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti rispondendo a una lettera inviatagli nelle scorse settimane dal presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo.

In seguito all’annuncio da parte croata dell’avvio di un programma estrattivo in Adriatico, a poco piu’ di 50 chilometri dalla costa della Puglia, il presidente Bordo si era detto preoccupato per le ripercussioni ambientali ed economiche e aveva chiesto l’inserimento del tema all’ordine del giorno delle riunioni del Consiglio ambiente durante il semestre italiano di presidenza dell’Ue.

Continueremo a tenere sempre alta l’attenzione su questa questione – conclude Bordo – per evitare che il Gargano, gia’ messo in ginocchio dalla recente alluvione, diventi luogo di attivita’ che non hanno nulla a che fare con la vocazione del suo territorio”.

(ph: imago.it)

Fonte: Redazione Statoquotidiano.it

Bebbe Grillo no deposito GplIl meetup Sipontini 5 Stelle aderisce alla iniziativa del Coordinamento Interprovinciale “NO TAP-NO FOSSILI” e invierà i propri rappresentanti alla marcia.

Inoltre un attivista di Manfredonia sarà domani sul palco con Beppe Grillo a denunciare la situazione del deposito Gpl Energas di Manfredonia che è in attesa del VIA. Si comunica altresì che a Manfredonia verranno svolte iniziative di sensibilizzazione sul NO ad una Puglia fonte e deposito di idrocarburi (GPL Energas Manfredonia, Trivellazioni in Adriatico e a largo delle Tremiti per parte croata, TAP).

Ecco il comunicato NO TAP- NO (ENERGIE n.d.r.)FOSSILI

 

A seguito della concessione del parere favorevole sulla Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) da parte dell’apposita Commissione Ministeriale, ha promosso per il 20 Settembre 2014 (ore 17) una Marcia di Cittadini San Foca-Melendugno per protestare, con la massima unità di popolo, contro il megaprogetto che squarcerà il mare e il territorio salentino sino a Mesagne dopo aver estirpato ben 1.900 ulivi anche secolari, costruito un ecomostro su 12 ettari e posto le premesse per un danno ambientale, economico e turistico di cui le future generazioni avranno prova tangibile.

Nelle stesse ore il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi sarà a Baku in Azerbaigian per dare “il via libera al Tap” e stringere la mano ad Alijev, il Satrapo Azero.

La protesta intende denunciare l’arroganza delle forze politiche, finanziarie ed economiche che sostengono il progetto TAP passando sopra le teste dei cittadini salentini e della loro Terra Patria.

Noi denunciamo all’opinione pubblica:

  • Che la Commissione Ministeriale ha dato parere positivo alla VIA nonostante il NO della Regione Puglia , dei Comuni interessati e dei Cittadini.
  • Il lobbismo internazionale capeggiato da Tony Blair e ben radicato nei partiti a livello nazionale e locale.
  • Il grave attentato perpetrato all’economia turistica che finalmente dopo tanti sforzi va crescendo nel Salento creando ricchezza e prospettive occupazionali per una zona martoriata del nostro Mezzogiorno …perché si! E’ ancora Questione Meridionale!
  • L’attentato alla salute del popolo salentino già ai vertici delle statistiche delle morti per neoplasie.
  • Il danno che l’opera arrecherà ad un ambiente incontaminato tra i più belli. L’approdo previsto lambisce il Parco Naturale delle Cesine e si inoltra tra macchia mediterranea e ulivi dopo aver sfregiato fondali e costa.
  • A 8 km dalla costa è prevista una Centrale di Depressurizzazione con emissione di fumi su un’area di 12 ettari tra ulivi e muretti a secco.
  • Che tra 50 anni tutta l’opera sarà lasciata in loco come opera morta perché obsoleta e che TAP godrà di un regime di monopolio per 25 anni.
  • Che l’impatto occupazionale è praticamente inesistente perché non superiore a quello che può determinare una piccola attività commerciale o artigianale (es. pizzeria, bar, pasticceria, ecc) . Ci sarà lavoro per qualche vigilate e qualche giardiniere.
  • Che TAP è quindi totalmente inutile perché in Puglia la produzione di energia è doppia rispetto alla domanda.
  • Che TAP è una “Grande Opera” a forte propensione lobbista, pensata un decennio fa e che interessa prevalentemente ai capitali finanziari investiti. La società ha sede in Svizzera e non pagherà le tasse in Italia. Il progetto sarà cofinanziato con fondi europei.
  • Che l’opera servirà a portare il gas in Centro Europa dove i consumi negli ultimi anni sono in calo per via dell’aumento della produzione di energia rinnovabile e non fossile quale è il gas.
  • Che, infine e non da meno, l’Azerbaigian è un paese sulla lista nera di Amnesty International perché paese che certamente non brilla per il rispetto dei diritti civili. Quindi Eticamente non proprio certificabile.

La Marcia dei Cittadini partirà alle ore 17.00 da Lido San Basilio , previsto approdo del gasdotto TAP, e percorrerà gli 8 km sino a Melendugno (Piazza Pertini) a piedi o in bici. Chi non potrà partecipare alla Marcia potrà raggiungere alle 18 direttamente Piazza Pertini sulla quale sarà montato un palco con interventi musicali e dibattiti.

Comunicato Stampa Sipontini 5 Stelle

 

Fonte: ManfredoniaNews.it

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Bari – DI seguito la “Lettera aperta” che il presidente Introna consegnerà al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi domani, 13 settembre, in occasione della cerimonia inaugurale della 78a Fiera del Levante.

Bari, 13 settembre 2014. Benvenuto in Puglia, Signor Presidente, terra di accoglienza e di dialogo, di paesaggi straordinari e di mari puliti, di gente aperta e comunicativa, che crede in una crescita fondata sulla sostenibilità, capace di valorizzare un equilibrio ambientale unico, in uno sviluppo organico e integrato delle molteplici attività produttive nel territorio. La nostra è una Comunità regionale che ha scelto di fare della partecipazione e della trasparenza il proprio metodo di governo.

Parliamo di futuro, Presidente Renzi, di rilancio del Paese, anche di autonomia energetica, ma cerchiamo di trovare un accordo per scelte condivise dai territori. Oggi la Puglia, come Lei sa, contribuisce già in misura considerevole a soddisfare il fabbisogno energetico nazionale. Chi Le chiede di aprire un confronto è un Consiglio regionale unito nella difesa dei mari, sono i Comuni, le forze sociali e produttive, le associazioni, i comitati, gli studenti, i cittadini di questa regione, che si sono già pronunciati in grandi e pacifiche manifestazioni, a Termoli, a Monopoli, a Manfredonia, a Policoro. In Basilicata, Calabria e Sicilia, anche lì Istituzioni e cittadini sono scesi in piazza. L’Emilia Romagna sta verificando gli eventuali rapporti causa-effetti tra le estrazioni al largo della marina di Ravenna e il terremoto del 2012.

La Puglia Le chiede di riflettere sul rapporto costi-benefici dell’estrazione di idrocarburi dai fondali marini. E non è sola. La Conferenza nazionale dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome ha approvato nel 2011 all’Aquila – e ribadito nel 2012, a Roma – un Ordine del Giorno unitario di invito al Governo nazionale di sospendere ogni procedimento autorizzativo per indagini petrolifere in mare e adottare la moratoria di ogni altra iniziativa di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nell’Adriatico e in tutti i mari europei.

Il Consiglio regionale pugliese nel 2011, il Veneto, l’Abruzzo e il Molise nel 2012, le Marche nel 2013, hanno approvato proposte di legge di iniziativa regionale alle Camere, per il divieto della prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi in mare. A Venezia, il 9 novembre 2012, il documento finale della Conferenza internazionale delle Regioni europee adriatiche e ioniche ha condiviso una serie di misure e programmi tesi alla “salvaguardia delle coste delle regioni del Mediterraneo dall’estrazione di idrocarburi in mare”.

L’Unione Europea ha tra i propri argomenti una “Moratoria dello sfruttamento di giacimenti sottomarini nel Mediterraneo Europeo”. La recente decisione (23/07/2014) del Consiglio Affari generali dell’Unione europea e la direttiva Spatial Planning Maritime (MPS) vogliono aiutare proprio gli Stati membri a sviluppare e coordinare le varie attività che si svolgono in mare, in modo che siano più efficienti e sostenibili. In questo senso, per pianificare gli usi non conflittuali del nostro mare Adriatico e Ionio, la Regione Puglia ha inteso aderire al Progetto Europeo Adriplan (Capofila l’Istituto di Scienze Marine del CNR), ritenendo le altre voci della “blu economy” (pesca, turismo costiero e diportista, trasporti etc.) e la ricchezza del patrimonio ambientale, gravemente minacciate dalle estrazioni petrolifere; rischi aggravati dalle particolari condizioni ecologiche e geomorfologiche dei nostri mari.
Sollecitiamo una strategia energetica sostenibile e condivisa coi territori. Una chiara visione programmatica, contenuta in un Piano Energetico Nazionale, tutt’oggi non ancora definito, deve precedere qualsiasi revisione dei procedimenti autorizzativi, attraverso la modifica del Titolo V della Costituzione, dal momento che lo Stato già assume in autonomia le decisioni energetiche ed ai territori è
riconosciuto un mero ruolo consultivo.

Siamo preoccupati dall’accelerazione delle procedure per permessi di trivellazioni off-shore. Le migliaia di posti di lavoro stimati finirebbero per generare un saldo negativo rispetto ai livelli occupazionali perduti in altri settori (pesca, marineria e soprattutto turismo), per i danni alla qualità delle acque e dei litorali rivenienti dalle attività di prospezione e di coltivazione. In totale oggi in Italia le aree richieste o già interessate dalle attività di ricerca di petrolio si estendono per 29mila kmq di aree marine, 5000 kmq in più rispetto allo scorso anno, come risulta da un recente dossier di Legambiente. Oggi le risorse che le compagnie petrolifere continuano a cercare senza sosta, quell’oro nero tanto agognato e nascosto sotto il mare italiano, ammonta a 9,8 milioni di tonnellate. Una quantità di petrolio che, stando ai dati sui consumi nazionali (59 milioni di tonnellate consumate in Italia nel 2013), sarebbe sufficiente a risolvere il nostro fabbisogno petrolifero per sole 8 settimane).

In assenza di una visione globale di politica energetica, Le rinnoviamo la richiesta, più volte ribadita dal Consiglio Regionale della Puglia in ripetuti Ordini del Giorno, a voler sospendere qualsiasi decisione sulle ricerche petrolifere nei mari italiani. Adottando la via del dialogo con le comunità istituzionali e civili, per scelte condivise, abbiamo rinnovato e “pulito” il sistema energetico regionale. La invitiamo a rivedere le norme contenute nell’art. 39 del Decreto Sblocca Italia e Le chiediamo – come per le trivelle – in tema di definizione dell’approdo TAP sulla costa salentina, sull’ampliamento di Tempa Rossa a Taranto che il Governo nazionale non decida sulla testa dei pugliesi, ma adotti scelte concertate coi territori per risolvere i problemi.

La Puglia Le chiede di non compromettere la linea di sviluppo ecosostenibile che ha ispirato tutte le sue politiche ambientali negli ultimi dieci anni. Questo documento scaturisce da un incontro al quale sono intervenuti Presidenti dei Gruppi consiliari e Consiglieri regionali, il sindaco di Monopoli, in rappresentanza dell’ANCI Puglia e di tutti i Comuni costieri, e i rappresentanti delle Amministrazioni comunali di Taranto, Ostuni, Fasano e Polignano a Mare, di Legambiente Puglia, Greenpeace, WWF, tecnici dell’Ismar CNR, esponenti dei Comitati: Bonifica Molfetta, Garganistan, No petrolio Sì energie rinnovabili di Monopoli, No Triv Terra di Bari, Rete No Triv Gargano, Stop Tempa Rossa Taranto, Tutela del mare del Gargano.

(fonte image: greenme.it)

Fonte: Statoquotidiano.it

porto manfredonia

Bari – CON recente atto, la Regione Puglia ha escluso il Piano di Gestione dei rifiuti e dei residui del carico, prodotti dalle navi, dai motopescherecci e dalle unità di diporto in genere nel porto di Manfredonia dell’Autorità Portuale di Manfredonia, dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica di cui agli articoli da 9 a 15 della L.R. 44/2012 e ss.mm.ii.

Il provvedimento ha “carattere preventivo e si riferisce esclusivamente alle opere a farsi; • fa salve tutte le ulteriori prescrizioni, integrazioni o modificazioni relative al progetto in oggetto introdotte dagli uffici competenti, anche successivamente all’adozione del presente provvedimento, purché con lo stesso compatibili; • non esonera il proponente dall’acquisizione di ogni altro parere e/o autorizzazione per norma previsti; • è in ogni caso condizionato alla legittimità dei provvedimenti e degli atti amministrativi connessi e presupposti, di competenza di altri enti pubblici a ciò preposti”.

ATTO INTEGRALE

Fonte: Statoquotidiano.it