La vicepresidente Angela Barbanente, l’assessore alla Trasparenza Guglielmo Minervini e l’assessore all’EcologiaLorenzo Nicastro hanno presentato questa mattina il disegno di legge “Indirizzi e linee guida per la partecipazione nei processi di trasformazione del territorio”. Con la legge che sarà portata all’attenzione del Consiglio. “E’ nostra intenzione approvarla entro la legislatura” – ha precisato Minervini la Puglia si dota di uno strumento per far intervenire la cittadinanza nella fase di approvazione di grandi infrastrutture o insediamenti sul territorio per i quali sia necessaria la Vas o la Via (Valutazione ambientale strategica o Valutazione impatto ambientale). “Nella Vas – ha spiegato la vicepresidente – già è previsto l’intervento da parte dei cittadini nel processo di approvazione e dcisione, ed è proprio uno degli aspetti più innovativi dello strumento di pianificazione. Con questa legge lo normiamo. La nuova legge non modifica alcuna procedura, ma diamo sostanza e operatività alla partecipazione. Quindi non riduciamo la partecipazione ad adempimento formale ma diamo effettività a quel che fino ad oggi spesso è stato bizantinismo pro-forma”. “E’ un momento importante – ha commentato Minervini – il testo è stato a lungo incubato ed è il frutto di una sperimentazione e collaudo. Con la legge decidiamo quali sono le condizioni per l’effettività dell’intervento dei cittadini prima delle decisioni su interventi sul territorio: un tema caldissimo perché sappiamo che quando si trasforma il territorio ci sono complesse questioni che spesso generano conflitti e discussione pubblica. Ad esempio, per il gasdotto Tap, ma penso ai depuratori, alla statale 275, alla regionale 8, ai depuratori, alle discariche. La modalità di consultazione così come è oggi mostra la corda e il conflitto si avvita su sé stesso, facendo arenare le opere pubbliche o costringendo a slalom continui i decisori. Con questa norma diamo affettività al diritto dei cittadini alla partecipazione, dando risposte strutturali a quanto richiesto dai territori che esprimono dubbi o volontà”. L’assessore all’Ecologia, Nicastro, ha ringraziato – insieme a Minervini – il gruppo di lavoro che ha stilato il testo, formato in gran parte da dirigenti e funzionari regionali. “La legge regionale arriva proprio quando leggiamo il testo del decreto legge “sblocca Italia” che nei fatti esautora le regioni e i territori da ogni decisione su numerose questioni. Con il ddl battiamo un colpo quando si sta completamente riscrivendo il titolo V della Costituzione, con ipotesi che vogliono ridurre a un silenzio irrilevante le autonomie regionali. Lo vediamo al nord con la Tav, qui con la Tap: i territori reclamano partecipazione prima e a monte delle decisioni e dei progetti definitivi. Ma le Regioni spesso nei procedimenti Via hanno la possibilità di esprimere pareri non vincolanti. L’unico modo per renderli effettivi è di renderli socialmente vincolanti e lo facciamo con questa legge che presentiamo in questo momento di scontro fortissimo tra Governi centrali e regionali”.
La sintesi del Ddl
La Regione Puglia ritiene che le infrastrutture e gli interventi sul territorio non possano mai essere considerati neutri perché coinvolgono aspetti che riguardano l’etica, l’estetica, la funzionalità e la creatività e sono necessariamente connessi alla visione di futuro della comunità. Gli spazi decisionali in merito devono quindi essere aperti alla partecipazione dei cittadini per assicurare la qualità, la sostenibilità e la realizzabilità delle politiche di trasformazione del territorio. Integrando quindi capacità emerse dalla pratica dei processi partecipativi con competenze giuridiche specifiche, è stato redatto un disegno di legge che riporta principi e linee guida per rendere effettiva, come previsto dall’art.3 della Costituzione, la partecipazione dei cittadini. Nel merito, la legge non prescrive tecniche e metodi unici e standardizzati, ma prevede i livelli essenziali che ogni processo partecipativo deve garantire per essere effettivo:
Coinvolgimento
Devono essere coinvolti tutti i soggetti che possono essere interessati all’intervento: abitanti singoli o organizzati, associazioni del territorio, organizzazioni di partecipazione, formazioni sociali, soggetti collettivi privati di qualunque natura e costituiti in qualunque forma giuridica, istituzioni pubbliche, enti locali territoriali.
Informazione qualificata
Al fine di garantire l’efficacia del processo partecipativo, il soggetto proponente è tenuto a predisporre materiali informativi esaustivi, scritti in linguaggio non specialistico e comprensibile da tutti i cittadini, orientati a descrivere il problema da affrontare e le proposte d’intervento e le relative implicazioni dal punto di vista ambientale, sociale, economico e culturale.
Progettazione condivisa
La progettazione condivisa è fondata preliminarmente sull’analisi multifunzionale del contesto in cui è maturata la necessità di intervento, al fine di avvicinare e riconnettere i partecipanti all’interesse collettivo. Deve attivare, raccogliere e restituire, conoscenza raccordando e integrando il sapere specialistico con quello delle comunità.
Attuazione, gestione e monitoraggio dell’intervento
Il processo partecipativo accompagna la trasformazione del territorio nelle fasi di attuazione, gestione e monitoraggio. Vanno previste attività periodiche di informazione, resoconto e confronto sullo stato dell’arte dell’intervento al fine di creare le condizioni per introdurre tempestivamente eventuali varianti correttive e sostenibili.
Trasparenza e tracciabilità
Va assicurata la tracciabilità completa del processo partecipativo attraverso adeguati strumenti che ne rendano pubblici e accessibili: lo sviluppo dell’agenda, la qualificazione degli eventi, i partecipanti, i documenti prodotti nel corso del processo partecipativo, i resoconti dei dibattiti, delle attività e delle fasi del processo partecipativo. Deve essere altresì garantita la massima diffusione e trasparenza delle informazioni disponibili.
Decisione
L’obiettivo del processo partecipativo è quello di costruire decisioni condivise sia in fase di progettazione che di attuazione, gestione e monitoraggio di interventi di trasformazione del territorio. In caso di mancato accordo, la decisione finale resta comunque di competenza dell’ente proponente che si impegna a motivarla adeguatamente tenendo conto di tutti gli orientamenti emersi e a pubblicizzarla tempestivamente. Il processo di partecipazione deve concludersi entro sei mesi dal suo avvio. La Regione Puglia, con questa legge, e in continuità rispetto alle scuole di partecipazione già realizzate in tutte le province pugliesi, si impegna a sostenere l’evoluzione qualitativa dei processi partecipativi al fine di produrre nuovi paradigmi di corresponsabilità e sostenibilità dei processi di trasformazione degli spazi di vita.
Fonte: www. immediato.net