Obbiettivo: “essere messi al corrente, in maniera trasparente, sugli interventi che il governo cittadino ha intenzione di attuare per contrastare il progetto in questione e sull’efficacia che concretamente tali interventi produrrebbero”

ENERGAS Coordinamento cittadino

L’incontro si è reso necessario dopo le pressioni cittadine del 25/08/2015 in piazza del popolo nei confronti delle istituzioni locali

Manfredonia – ”DOMANI, venerdì 28 agosto 2015 alle ore 18.00, il sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, ha convocato un tavolo di confronto con il Coordinamento cittadino tutela e sviluppo del territorio sul tema “deposito stoccaggio GPL” commissionato dall’azienda campana Energas.

L’incontro si è reso necessario dopo le pressioni cittadine del 25/08/2015 in Piazza del Popolo nei confronti delle istituzioni locali, contestualmente all’insediamento del Consiglio comunale, con l’obbiettivo di essere messi al corrente, in maniera trasparente, sugli interventi che il governo cittadino ha intenzione di attuare per contrastare il progetto in questione e sull’efficacia che concretamente tali interventi produrrebbero.”

Lo rende noto il Coordinamento per la tutela e lo sviluppo del territorio.

 

Fonte: Statoquotidiano

DOPO GLI ANNUNCIATI APPUNTAMENTO DI TORRE CANNE, TORCHIAROLO, POLICORO, ROCCA IMPERIALE, MONOPOLI, SQUINZANO/TREPUZZI, CASTELLANETA MARINA, VIESTE, CAMPOMARINO, GALLIPOLI, ROSSANO CALABRO, CROTONE, BISCEGLIE, MARGHERITA DI SAVOIA

notrivday

“Giù le mani dal nostro mare: un sogno poter dare finalmente il giusto valore a ciò che madre natura ci ha donato. Difendiamolo”

Manfredonia – DOPO gli annunciati appuntamento di Torre Canne, Torchiarolo, Policoro, Rocca Imperiale, Monopoli, Squinzano/Trepuzzi, Castellaneta Marina, Vieste, Campomarino, Gallipoli, Rossano Calabro, Crotone, Bisceglie, Margherita di Savoia, il 27 agosto 2015 Manfredonia sarà tappa del #notriv: “Giù le mani dal nostro mare: un sogno poter dare finalmente il giusto valore a ciò che madre natura ci ha donato. Difendiamolo”, a cura dei meetup del Movimento 5 Stelle. Possibile una partecipazione dei gruppi e delle associazioni contrarie all’installazione del deposito gpl dell’Energas in località Santo Spiriticchio a Manfredonia.

MANFREDONIA, IL NOTRIV DEL 06.10.2012

 

Fonte: Statoquotidiano

La copia della delibera, relativa al conferimento dell’encomio, sarà consegnata nel giorno del commiato, fissato per il 4 settembre 2015

encomio notaro

Comando della capitaneria di porto di manfredonia, assunto il 13 settembre 2013

Manfredonia – CON recente delibera, la Giunta comunale ha conferito l’encomio solenne della Città di Manfredonia (FG) al Capitano di Fregata Marcello Luigi Notaro, originario di Brindisi, Comandante della Capitaneria di Porto di Manfredonia, “in segno di gratitudine e riconoscenza per gli alti meriti umani e professionali mostrati durante l’incarico ricoperto a Manfredonia”. La copia della delibera, relativa al conferimento dell’encomio, sarà consegnata nel giorno del commiato, fissato per il 4 settembre 2015.

DAL TESTO DELLA DELIBERA. ”(..) il Capitano di Fregata, Marcello Luigi Notaro, il prossimo 4 settembre lascerà il Comando della Capitaneria di porto di Manfredonia, assunto il 13 settembre 2013; (…) nei due anni in cui ha esercitato il comando della stessa si è distinto non solo per la sua preparazione e professionalità, ma anche per le sue squisite doti umane; (..) ha sempre dimostrato grande sensibilità istituzionale, collaborando in modo attivo e proficuo sia nell’affrontare le numerose problematiche proprie della realtà costiera e portuale della nostra città, tra le più impegnative e complesse d’Italia, sia nel proporre soluzioni nel rispetto delle norme e nell’interesse generale dei diversi attori; (..) con grande spirito d’iniziativa, passione e dedizione, intelligenza ed equilibrio ha sempre seguito tutte le problematiche portuali e quelle con esse collegate, dalla pesca all’ambiente, alla difesa della costa per la sicurezza e la salvaguardia della nostra popolazione; (..) puntuali, discrete e ammirevoli sono state la presenza e la partecipazione a tutte le manifestazioni e a tutti gli eventi, denotando un interesse particolare e notevole per la storia e la cultura della nostra città; di poterlo annoverare tra quelle personalità, che hanno amato e che non dimenticheranno Manfredonia, perché hanno cercato in ogni momento di essere e sentirsi parte della comunità, pur avendo origine e storia diverse”.

 

Fonte: Statoquotidiano

Il Comandante della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Manfredonia, C.F. (CP) Marcello Luigi Notaro ed il Presidente del Comitato Provinciale C.R.I. di Foggia, Avv. Raffaele Pio di Sabato, hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa al fine di garantire un tempestivo ed efficace intervento sanitario in occasione di attività di soccorso in mare, mediante l’imbarco sulle unità navali del Corpo delle Capitanerie di porto, in caso di necessità, di personale medico o paramedico volontario della C.R.I..
Il Protocollo, già attivo dai primi di luglio prevede, infatti, la possibilità di impiego a bordo di unità navali della Guardia Costiera di personale sanitario e della componente operativa Opsa (Operatori polivalenti salvataggio in acqua) della Croce Rossa Italiana. A tal fine, e sino al 15 settembre, personale specializzato della C.R.I. staziona ogni venerdì, sabato e domenica, tra le 09:30 e le 17.30, presso un locale del Porto turistico “Marina del Gargano” all’uopo messo a disposizione ed attrezzato, per poter prontamente imbarcare, in caso di chiamata di emergenza,
sulle motovedette del Corpo.
La C.R.I., durante lo svolgimento del servizio assicura, altresì, pronto intervento sanitario all’interno del porto turistico.
Il Protocollo, sottoscritto il 04 giugno 2015, avrà durata di tre anni.“Il Comandante della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Manfredonia, unitamente al Presidente del Comitato Provinciale di Foggia della Croce Rossa Italiana, ha espresso viva soddisfazione per la conclusione di un’intesa che, senza oneri aggiuntivi per le due
Amministrazioni, consentirà di affrontare la stagione estiva con maggiore sicurezza e serenità, offrendo all’utenza, non solo balneare, un servizio integrato ed altamente qualificato, riducendo al minimo i tempi di intervento degli operatori.
Manfredonia, 20/08/2015

f.to IL COMANDANTE
C.F. (CP) Marcello Luigi NOTARO

“Con il fermo biologico aumenta il rischio – sottolinea Impresapesca Coldiretti – di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy”

Fermo pesca

Blocco per 43 giorni nei compartimenti marittimi da pesaro a bari

Bari – STOP al pesce fresco a tavola per l’avvio del fermo pesca nei compartimenti marittimi da Pesaro a Bari. Il blocco delle attività prevede uncalendario scattato il 26 luglio per l’alto Adriatico, da Trieste a Rimini, con blocco per 43 giorni delle barche che hanno sistemi a traino, fino al 6 settembre. Come detto, da stamani stop alle attività per il centro e sud Adriatico, da Pesaro a Bari, con ripresa fissata per il 27 settembre. Il 19 settembre si fermeranno invece i pescherecci a partire da Brindisi, Ionio e Tirreno (fino al 18 ottobre), mentre Sardegna e Sicilia decideranno autonomamente, con uno stop di almeno trenta giorni nel rispetto dei periodi previsti dai piani di gestione.

“Con il fermo biologico aumenta il rischio – sottolinea Impresapesca Coldiretti – di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare”. Tra l’altro nei primi tre mesi del 2015 sono stati importati in Italia oltre 233 milioni di chili di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici con un aumento del 3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo un’analisi Coldiretti Impresapesca su dati Istat. “Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è dunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).

“Resta il fatto – denuncia Coldiretti Impresapesca – che l’attuale format del fermo pesca, inaugurato esattamente 30 anni fa, ha ampiamente dimostrato di essere inadeguato, poiché non tiene conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo, mentre per la maggior parte delle altre si verifica in date differenti durante il resto dell’anno. Da qui la proposta di Coldiretti Impresapesca di differenziare il blocco delle attività a seconda delle specie, mentre le imprese ittiche potrebbero scegliere ciascuna quando fermarsi in un periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 ottobre”.

 

Fonte: Statoquotidiano

impianto energasPer la partitocrazia, tutte le ciambelle nascono col buco se impastate in prossimità o durante alcune date speciali come: i momenti elettorali, le vacanze pasquali, quelle natalizie e, in modo particolare, quelle estive. Non a caso il lesto Renzi, pilotato dai comitati d’affare, sta accelerando sulle controriforme che mettono il sigillo all’impunità dei forti e alla sottrazione dei diritti per i deboli. Pratica ampiamente sperimentata e consolidata nel tempo che produce ottimi risultati. Dal livello nazionale a quello locale, le lobby che foraggiano la partitocrazia, adottano questo sistema per far passare leggi, decreti e provvedimenti che in altri momenti potrebbero creare mobilitazioni e confusioni.

Poteva sottrarsi da tale pratica l’astuto Sinistro Ecologista Libero Presidente Vendola? Manco a dirlo!

Il 5 giugno 2015, a governo decaduto, l’astuto Nichi ha architettato un’imboscata. Con delibera giuntale n.1361 ha autorizzato l’impianto GPL dell’ENERGAS a Manfredonia. Per Nichi, la sua giunta e l’opposizione è “tutt’a post”, tant’è che nessuno s’è accorto dell’imboscata. Nemmeno il forzista oppositore nostro concittadino Giandiego Gatta che preferisce tacere sul caso per non infastidire gli amici degli amici. Il Presidente NCD del Parco del Gargano, Stefano Pecorella, ha invece liquidato la questione con la solita pilatesca formula consona agli usi e costume del suo partito: non interessano le aree sottoposte a vincolo.

Con tali premesse diventa lecito pensare che la carriera politica di questi signori ha una matrice: disinteresse per questioni territoriali delicate che possono favorire i gruppi d’affari. Vedi il caso Campo. Alla scadenza del suo mandato e in prossimità della campagna elettorale deliberò l’installazione di quell’obbrobrio di pannelli solari davanti al cimitero in cambio di un piatto di lenticchie per i cittadini ma a favore di una sua carriera politica pregna di privilegi. Oggi è arrivato a conquistare lo scranno di Consigliere Regionale.

Il caso ENERGAS di Manfredonia è emblematico. Tutto ebbe inizio cl processo di reindustrializzazione sponsorizzato dall’amministrazione Prencipe: “il cavallo di Siponto” dell’attuale PD. Partito che, dal periodo post Enichem e tangentopoli, ha subito diverse metamorfosi, da Pci a PDS a DS per arrivare all’attuale PD. Qesto, grazie alle continue metamorfosi e all’adozione della lemma “democratico”, ha resistito a tangentopoli annettendo nel suo grembo gran parte degli individui del vecchio pentapartito che hanno governato per 50 anni e specializzati nel dipanare lacci e lacciuoli.

L’ISOSAR, società napoletana che cambia nome in ENERGAS, durante l’amministrazione Prencipe non ebbe vita facile per due motivi: L’attenzione ambientalista post Enichem della città che non si era del tutto spenta e le battaglie del sottoscritto, con qualche collaboratore, che criticava severamente una reindustrializzazione “farlocca” e truffaldina capitanata dall’allora amministrazione di sinistra con la complicità della destra. L’allora sindaco Prencipe e l’intera partitocrazia mi accusavano di essere contro il lavoro e insensibile ai bisogni dei disagiati perché avevo la pancia piena. La solita tecnica adottata e alimentata per appianare il ricatto occupazionale.

All’ex sindaco Gaetano Prencipe andrebbe assegnata la medaglia d’oro al fallimento. Dopo la sua elezioni a sindaco, che tutti speravano in una vera rivoluzione copernicana, circondato da un gruppo di “nutrici” che lui amava definire “Società Civile”, ha fallito disattendendo a tutte le promesse elettorali e riconsegnando alla partitocrazia una città che bramava una nuova stagione politica. Ha fallito nel tenere sveglia e vigile quella coscienza ambientalista che si era radicata nella popolazione durante la questione Enichem; ha fallito sponsorizzando e sottoscrivendo un contratto d’area, dagli esiti catastrofici scontati; ha fallito nel custodire e difendere quella “Società Civile” che lo aveva osannato e protetto; è fallito anche il tentativo di una sua candidatura al senato in cambio della riconsegna della città alla partitocrazia. Stranamente anche una cooperativa di cui è stato presidente nel passato è fallita. La medaglia andrebbe assegnata anche per aver indetto un Consiglio Comunale ad hoc per elogiare, ringraziare, venerare e genuflettere l’intera cittadinanza al cospetto del “mecenate” signor Sangalli; invitato, per l’occasione, a sbandierare le sue doti e capacità imprenditoriali truffaldine. Durante quel Consiglio Comunale, tra il pubblico presente in delirio, si elevava una sola voce dissidente: la mia. Venni aggredito con scherni, imprecazioni e perfino con calci. Purtroppo il tempo è galantuomo, ho dovuto obtorto collo aver ragione e mi dispiace per tanti giovani e padri di famiglia che sono stati sedotti e bidonati da un piano fallito miseramente.

Però bisogna ammettere che qualcuno ha goduto di certi effetti positivi.

Gaetano Prencipe, conclusa l’esperienza di sindaco, in cambio della rinnegata candidatura al senato è stato ricompensato con diversi incarichi di sottogoverno; lasciando la patata ISOSAR al neo Sindaco Campo.

Riccardi, durante il periodo delle vacche grasse foraggiate dal processo di reindustrializzazione, ha fatto cementificare il campo sportivo, costruendo anche una capanna ed estendendo un tappeto di erba sintetica; ha portato la squadra di calcio in serie “C” ed ha goduto di una brillante carriera politica ben retribuita e colma di privilegi. Mentre la reindustrializzazione cominciava ad accusare i colpi e trascinava con sé la serie “C”, la sua carriera politica andava avanti: da assessore comunale a quello provinciale, per poi passare a consigliere regionale e approdare per due legislature a sindaco della città. Ora aspetta le politiche per concludere in bellezza. Riccardi, durante il suo percorso politico non s’è mai preoccupato della questione ISOSAR e tantomeno della ENERGAS. Ora sembra aver scoperto l’arcano e cerca di prendere posizione, non si sa per quali reali motivi. Comunque meglio tardi che mai.

Franco OgnissantI, che i cittadini si accorgono della sua carriera politica solo durante il periodo elettorale per ripagarlo di favori o prebende godute, aveva ed ha altri problemi per la testa ed è naturalmente impegnato a gestire il suo pacchetto di voti. Voti che gli consentono di incunearsi in tutte le coalizioni in cambio di poltrone e sgabelli. Lui avverte l’esistenza di problematiche territoriali solo quando giungono a conclusione e riesce perfino ad accreditarsi qualche merito.

L’astuto Campo, ereditando da Prencipe la patata bollente della ISOSAR e dovendo gestire un contratto d’area, portatore di diversi miliardi, non poteva inimicarsi gli imprenditori, perciò pensò bene di giocare la carta dell’invasione delle zone poste a vincoli ambientali: ZPS – Valloni e steppe pedegarganiche, ZPS Paludi di Frattarolo, Sic – Zone umide di Capitanata. Si sono così create le precondizioni per ripristinare l’appetito dei napoletani della ex ISOSAR. Questi sono tornati alla carica con la nuova società nominata ENERGAS, grazie all’operazione Campo che con la sua giunta, il suo consiglio comunale, il silenzio assenso delle opposizioni e con la collaborazione di Riccardi e Ognissanti in Regione Puglia hanno aggirato la procedura d’infrazione 2001/4156 della Commissione Europea con la compensazione. Monetizzazione della violazione pagata con i soldi dei contribuenti pugliesi e manfredoniani.

Per il concittadino On. Bordo, le questione ISOSAR o ENERGAS, sono solo quisquiglie alle quali non può dedicare il suo tempo prezioso. Lui, diventato “Romano” di adozione, è iper impegnato nel pigiare il bottone verde per approvare le controriforme di Renzi.

Ora tutti fingono di chiamarsi fuori e non hanno nemmeno la decenza di accennare qualche mea culpa.

A questi attori vanno aggiunti tanti altri vecchi ed emergenti gregari, proni, prebendati, graziati, favoriti, assistiti e apparenti di tutti gli schieramenti partitocratici che obbediscono, in modo diverso, al partito della reindustrializzazione. Grazie ai silenzi e alle subalternità si è consolidato il disinteresse per ciò che accadeva e accade nella nostra città. Oggi sembra che qualcuno si stia svegliando dal torpore perdurato troppi lunghi anni.

Attenti però alla balena che impazza. Questa riesce a generare fortissimi colpi di coda, a volte mortali. Il caso Enichem di Manfredonia insegna. La conoscenza profonda del territorio, delle famiglie e dei loro bisogni consente alla partitocrazia di praticare strategie e infiltrazioni atte a pilotare e condizionare scelte anche nelle neo formazioni che si professano irriducibili. Il ripristino di quei valori che tutti auspichiamo costa sacrifici veri e severità nei propri comportamenti senza atteggiarsi ad eroi, con ferma determinazione, non ascoltando le sirene della mercificazione e con semplici gesti quotidiani. Alcuni lestofanti dall’aspetto “bonista” si sono già infiltrati, prodigandosi nella ricerca del “posto” nella politica dei privilegiati. Utilizzare il terreno fertile dell’inesperienza dei gruppi emergenti per raggiungere l’anelato l’obiettivo è cosa facile.

Attenti ai lupi in cerca di notorietà sguinzagliati dagli stessi partitocrate, questi sono i più pericolosi e la nostra comunità ne conta a iosa.

Allego il link della delibera di giunta n. 1361 del 5/06/2015.

 

http://www.regione.puglia.it/index.php?page=burp&opz=lsezdoc&anno=xlvi&sez=133&limit=10&total=1163&limitstart=50

 

Pino Delle Noci

Fonte: Statoquotidiano

“L’energas, inoltre, si è resa disponibile a riattivare con soldi propri, il pontile n° 5 del porto industriale di manfredonia, bene pubblico demaniale”

presidente energas

“E’ intenzione dell’Energas, attraverso il suo Presidente e lo staff dirigenziale, a partire dal mese di settembre, aprire un dibattito pubblico invitando l’Amministrazione, le parti sociali, politiche e soprattutto la popolazione di Manfredonia”

Napoli, 10 agosto 2015. ”La nostra Azienda esiste dal lontano 1936 ed opera nel settore del GPL da quasi 80 anni garantendo serenità e sviluppo a tutti i suoi dipendenti.
Siamo tra le prime 5 società in Italia: quelle che ci precedono, a differenza nostra, sono a capitale pubblico ( Eni ) o straniero ed è pertanto forte l’orgoglio di essere leader in Italia, consapevoli della nostra matrice e natura meridionale. Sono trascorsi 150 anni dall’Unità Nazionale ma il nostro Paese rimane ancora a due velocità. Proprio in questi giorni è divampato forte il dibattito sul tema. Il Mezzogiorno da sempre si è proposto come opportunità strategica e di questo ne hanno profittato imprenditori del Nord che attraverso l’impiego di soldi pubblici, finanziamenti europei e contratti d’area hanno aperto aziende sfruttando territori e risorse NOSTRE ma, è storia nota a tutti, che alle prime difficoltà, non avendo investito soldi propri ed avendo realizzato un proprio tornaconto, sono andati via. Per il progetto GPL di Manfredonia furono stanziati circa 18 miliardi delle vecchie lire con contributi europei. Ne furono incassati 1/3 ma per i motivi a tutti arcinoti, furono TOTALMENTE restituiti. Oggi, nonostante la totale assenza di fondi pubblici e contributi europei, solo ed esclusivamente per la volontà di un IMPRENDITORE MERIDIONALE e per un forte senso di giustizia, è grande la volontà dell’Energas di realizzare il proprio progetto, più che mai attuale, anche alla luce dei pareri tecnici e ministeriali che via via stiamo ottenendo e che garantiscono a tutti, tutti gli aspetti di sicurezza e operatività.

L’Energas, inoltre, si è resa disponibile a riattivare con SOLDI PROPRI, il pontile n° 5 del porto industriale di Manfredonia, bene pubblico demaniale, investendo pertanto su di una struttura rispetto alla quale avrà solo una concessione. Probabilmente questa azione darà il via alla realizzazione dell’intero progetto di ripristino delle banchine aprendo nuove fonti di sviluppo restituendo al territorio una infrastruttura oggi inutilizzata. Ci sta molto a cuore realizzare questo progetto. Ed il consenso popolare è parte fondamentale di tutto ciò. Se non riusciremo a spiegare le nostre ragioni e se non sarà chiara alle amministrazioni locali l’opportunità di sviluppo che intendiamo dare al territorio di Manfredonia, saremo costretti ad investire i nostri capitali nell’Italia settentrionale contribuendo, con enorme rammarico, al gap economico, sociale ed industriale tra Nord e Sud. Questa campagna di disinformazione, infatti, ha acceso su di noi positivi riflettori da parte di operatori del settore dell’Italia centro/settentrionale pronti ad accoglierci per la realizzazione di progetti analoghi a quello di Manfredonia tra l’altro già ben avviati avendo infatti completato la fase procedurale ed autorizzativa. Pertanto l’Energas si augura di poter trovare la stessa responsabilità da parte degli Amministratori pubblici e della popolazione di Manfredonia. In caso contrario, con grande rammarico saremo costretti a indirizzare i nostri investimenti sulle iniziative che si stanno avviando nell’Italia Centro / Settentrionale continuando a vedere, con dispiacere e frustrazione i nostri giovani del Sud, costretti a cercare lavoro proprio presso quegli stessi depositi su cui, frettolosamente, i mezzi di informazione si sono accaniti con una campagna denigratoria.

E’ intenzione dell’Energas, attraverso il suo Presidente e lo staff dirigenziale, a partire dal mese di settembre, aprire un dibattito pubblico invitando l’Amministrazione, le parti sociali, politiche e soprattutto la popolazione di Manfredonia, al fine di presentare il progetto rappresentando tutte le nostre più valide argomentazioni. Siamo altresì pronti a confrontarci con dei tecnici di vostra fiducia per accogliere tutti quei suggerimenti utili per la realizzazione di un deposito a sicurezza totale, anche oltre le norme che regolano la costruzione e la gestione di questo tipo di attività. Questo è lo spirito che anima la nostra Azienda protesa a cogliere le opportunità di sviluppo del nostro Sud”.

(comunicato stampa, inviato alla redazione di Statoquotidiano in data 10.08.2015)

Fonte: Statoquotidiano

area-energasENERGAS “sta valutando l’opportunità di attivare una campagna di informazione e sensibilizzazione contro chi, in modo artefatto e immotivato, con argomentazioni false e tendenziose, sta diffondendo allarme tra la popolazione e sta scatenando una campagna denigratoria contro la realizzazione del deposito di GPL”.

E allora vediamo di dare una mano a questa azienda che si sente vittima di disinformazione con queste semplici e incontestabili considerazioni.

  • Il fabbisogno attuale di GPL e le previsioni di lungo periodo, ben diverse da quelle del 1999 e del 2007 (addotte come motivazione per la proposta di costruzione dell’impianto), non giustificano un investimento così considerevole per la realizzazione del deposito e delle opere accessorie (gasdotto sottomarino, gasdotto terrestre e raccordo ferroviario).
  • Per poter realizzare la parte interrata del gasdotto sarà necessario acquisire, oltre ai permessi pubblici, anche permessi da privati per accesso ai terreni per la costruzione e successivamente di servitù per la costituzione di una fascia di rispetto a cavallo del gasdotto. Nel progetto è prevista la stipula di 45 atti notarili con privati. Nel caso in cui i proprietari non accettassero un accordo, sarà necessario procedere ad un esproprio per il quale è necessaria una dichiarazione di “Impianto di pubblica utilità”, secondo quanto previsto dal D.P.R. n. 327/2001.
  • Le ricadute economiche sul territorio, a parte una piccola quantità di lavori non specializzati durante la fase di realizzazione, sarebbero praticamente nulle.
  • Il GPL è un sottoprodotto naturale dei processi di lavorazione di greggio e gas naturale, di cui rappresenta rispettivamente il 3% e il 5%. Il prodotto che deriva dalla raffinazione del petrolio si ottiene principalmente dalla distillazione del greggio e da vari processi. Il GPL, acronimo di gas di petrolio liquefatti, è una miscela di idrocarburi, composta principalmente da propano e butano, con occasionale presenza di piccole quantità di etano, etilene e butilene. I suoi componenti a temperatura ambiente e a pressione atmosferica sono allo stato gassoso: vengono liquefatti mediante compressione a pressioni relativamente modeste, comprese tra 2 e 8 bar, per ridurre l’ingombro e rendere più economico il trasporto. Il vantaggio che si ottiene è rendere la densità della miscela circa 250 volte la sua densità allo stato gassoso, riducendo così il volume a parità di massa e rendendo possibile l’utilizzo di contenitori a pressione di dimensioni relativamente limitate. Il GPL è di per sé inodore e viene odorizzato con etantiolo, che gli conferisce un odore forte e acre, in modo che possano essere avvertite eventuali perdite.
  • Il GPL è il combustibile che, attraverso reti canalizzate, serbatoi e bombole a differente capacità, sostituisce il gas metano nelle zone rurali e nei piccoli centri urbani non raggiunti dai gasdotti per gli utilizzi domestici, per cucinare e riscaldare, industriale e agricolo. Altro uso è nell’autotrazione individuale come l’automobile.
  • Il GPL è trasportato con autocisterna su strada, ferrocisterna su ferrovia, e gasiera via mare.

Prescindendo dalle conseguenze ambientali, su cui si è già espresso il MinAmb, l’impianto creerebbe notevoli rischi di incendi e/o esplosioni legati a possibili fughe di gas durante le fasi di

  • travaso del GPL dalle navi gasiere al gasdotto
  • trasporto del GPL lungo il gasdotto
  • travaso dal deposito alle ferrocisterne o carricisterna
  • trasposto del GPL con ferrocisterne o carricisterna.
  • Il GPL allo stato gassoso ha una densità superiore a quella dell’aria e ciò gli impedisce di diffondersi nell’atmosfera; in caso di fuoriuscite accidentali tende a concentrarsi ristagnando al suolo e nelle cavità, causando situazioni di accumulo molto pericolose, a rischio di incendio.

Questa è la caratteristica che ha causato 32 morti e centinaia di feriti a seguito dell’ incidente ferroviario alla stazione di Viareggio del 2009, che sarà utile rivedere in questa ampia e documentatissima relazione.

http://www.lorenzofedele.it/1/upload/1_relazione_viareggio_2009.pdf

Il maggior rischio del GPL è il cosiddetto BLEVE (boiling liquid expanding vapor explosion)

Un BLEVE si verifica quando un recipiente contenente GPL in pressione cede in modo catastrofico. Quando ciò si verifica, la pressione scende repentinamente a quella atmosferica ed il liquido caldo va rapidamente all’ebollizione generando una grande quantità di vapore. Il danno è causato dall’onda di pressione derivante dalla rapida espansione del vapore rilasciato e dai pezzi volanti del serbatoio e della tubazioni. Essendo i vapori infiammabili, possono incendiarsi e creare una grande palla di fuoco.

Un BLEVE può verificarsi per diversi motivi tra cui una sovrapressione nel serbatoio, danni ad un serbatoio in pressione conseguenti ad un impatto meccanico o corrosione e dall’esposizione di un serbatoio pressurizzato ad un incendio esterno.

  • Il 19 Novembre 1984, in un terminal di distribuzione e di stoccaggio di gas GPL a Città del Mexico, si è sviluppato un grande incendio con una serie di esplosioni catastrofiche. Il bilancio dell’incidente è stato di ca. 600 vittime, ca. 7.000 feriti, 200.000 persone evacuate ed il terminal distrutto. Le esplosioni sono state rilevate da un sismografo a 20 km dal terminal.
  • Per avere altri esempi di disastri provocati da questo combustibile è il caso di aprire anche i video sottostanti.

https://www.youtube.com/watch?v=TY3wRmjUj0w

https://www.youtube.com/watch?v=UM0jtD_OWLU

https://www.youtube.com/watch?v=QMYi-SbMwhs

 

Fonte: Manfredonianews

La Giunta comunale non risponde ai calunniatori, ma compie atti. I contenuti della delibera 169 sul deposito costiero di GPL.
Le nuove forze politiche adottano metodi molto vecchi di lotta, che consistono soprattutto nel denigrare e nel calunniare l’avversario. L’Amministrazione comunale di Manfredonia, invece, ha la responsabilità e il dovere di tutelare con i fatti, e non con le chiacchiere, la salute e l’incolumità dei cittadini.
La Giunta comunale non risponde ai calunniatori, ma compie atti: in data 5 agosto 2015, riguardo il progetto per la realizzazione del deposito costiero di GPL, ha adottato la delibera n 169 i cui contenuti sono i seguenti.
“I terreni su cui la Società ENERGAS S.p.A. intende realizzare l’impianto sono classificati dal Piano di Gestione come “pascoli naturali” e “percorsi sub steppici di graminacee e piante annue”, l’art. 12 del regolamento del medesimo Piano prevede il divieto di trasformare, danneggiare e alterare gli habitat d’interesse comunitario e di cambiare la destinazione d’uso colturale delle superfici destinate a pascolo permanente ai sensi dell’art. 2, punto 2, del Regolamento 796/04/CE, mentre il successivo art. 18 fa espresso divieto di costruire nuove strade o ampliare le strade esistenti;
il P.P.T.R. della Regione Puglia, approvato definitivamente con delibera n.176 del 16 febbraio 2015, tipizza dette aree fra le “Componenti botanico-vegetazionali” negli “Ulteriori Contesti Paesaggistici”: Prati e pascoli naturali;
l’area di che trattasi presenta un alto valore faunistico in quanto risulta priva di contaminazione antropica, pertanto un intervento di trasformazione del suolo comporterebbe la distruzione dell’habitat esistente;
il vigente strumento urbanistico generale (P.R.G.), recependo in toto la previgente disciplina relativa all’insula D49, ha ribadito la possibilità di insediare all’interno dell’insula D3E (ex D49 – D46 e PIP) “complessi industriali di tipo non inquinante”;
l’intervento in questione (Energas, ndr) è ricompreso tra gli impianti a rischio di incidente rilevante, soggetto a specifica normativa relativa al controllo del pericolo di incidenti connessi con sostanze pericolose di cui al Decreto Leg.vo 26.06.2015 n.105 (Direttiva Seveso III);
con atto n. 15 del 15.04.2015 il Consiglio comunale ha adottato il Documento Programmatico Preliminare (DPP) per la variante di adeguamento del PRG vigente del Comune di Manfredonia al nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), che per l’ampia zona DI 49 a valle della S.S. 89, propone il ritorno ad usi agricoli di qualità, in coerenza con i presupposti del PPTR di valorizzazione dei paesaggi rurali caratterizzanti il territorio, di risparmio nel consumo di suolo e di recupero degli insediamenti esistenti;
a seguito dell’incontro dei rappresentanti dell’Amministrazione comunale e della coalizione “Manfredonia 2020”, con i dirigenti di Energas S.p.a. per approfondire i vari aspetti inerenti il progetto per la realizzazione del deposito costiero di GPL, dopo approfondita valutazione delle diverse problematiche, è stata espressa, attraverso il comunicato stampa del 30 luglio 2015, la più ferma contrarietà alla realizzazione del progetto in questione.
Tutto ciò premesso,
LA GIUNTA COMUNALE DELIBERA
di demandare al Dirigente del 7° settore la compiuta definizione dei tipi di interventi ammessi in zona DI49 in considerazione dell’intervento proposto dalla Società ENERGAS S.p.A.; e di predisporre gli atti necessari al fine di portare a compimento l’iter amministrativo di adeguamento del PRG al PPTR già avviato con delibera di Consiglio Comunale n. 15 del 15.04.2015”.

Matteo Fidanza
Ufficio Stampa – Città di Manfredonia (FG)

Estate 2015, la stagione per dare il meglio di sé per la tutela delle spiagge e del mare.

Il Centro Cultura del Mare A.P.S con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Manfredonia e le Associazioni: DauniaTur, FIDAS Manfredonia, “L’Isola che non c’è” e A.I.C.S. ha aderito alla campagna nazionale di sensibilizzazione ambientale promossa da Marevivo e patrocinata dal Ministero dell’Ambiente “Ma il Mare non vale una cicca?” svoltasi nei giorni 1 e 2 agosto 2015.
Testimonial di questa settima edizione la campionessa olimpica di nuoto Federica Pellegrini, che ha deciso di sostenere la campagna condividendo l’impegno di Marevivo a difesa del mare italiano.
A Manfredonia sono stati coinvolti i seguenti siti balneari: spiaggia libera “l’Isola che non c’è” e spiaggia libera “Acqua di Cristo”; a Siponto: “Lido Capolinea e Lido Taumante” ed infine la spiaggia libera “Chianca Masitto” Monte Sant’Angelo.
Il giorno 1 agosto, ai volontari delle Associazioni si è unito l’Assessore all’Ambiente del Comune di Manfredonia ing. Elisabetta Palumbo che dopo aver indossato la maglietta di Marevivo, ha distribuito i porta mozziconi di sigarette, tascabili, lavabili e riutilizzabili ai bagnanti ospiti dei lidi: Taumante e Capolinea.
A fine giornata l’assessore ci ha comunicato la piena condivisione a queste iniziative rivolte al rispetto dell’ambiente e ha assicurato la piena disponibilità da parte dell’Amministrazione Comunale.
Nella stessa giornata i volontari dell’associazione “l’Isola che non c’è” hanno provveduto a distribuire gratuitamente i porta mozziconi a partire dalla spiaggia libera “Acqua di Cristo” fino a quelle limitrofe.
Il giorno 2 agosto, nell’incantevole scogliera di “Chianca Masitto” i bagnanti hanno ben accolto i volontari e apprezzato l’iniziativa tanto che con alcuni di loro si è avuto uno scambio di idee finalizzate al rispetto e alla tutela delle coste e del nostro stupendo e meraviglioso mare.
Il passaggio dei mozziconi dalle spiagge al mare è inevitabile. Per questo i composti delle cicche di sigaretta entrano nella complessa catena alimentare del mare e impiegano da 1 a 5 anni prima della completa degradazione.
La campagna promossa da Marevivo, che ogni anno avvicina e informa migliaia di bagnanti, intende dunque promuovere un gesto semplice, da cui dipende però l’integrità delle nostre spiagge e dei nostri mari: riporre il mozzicone di sigaretta nell’apposito posacenere anziché abbandonarlo sulla spiaggia.
Non dobbiamo dimenticare che il mare non è solo un luogo dove passare le proprie vacanze, ma un ambiente dove persone e specie marine vivono tutto l’anno. Ognuno di noi può fare la differenza attraverso l’impegno di tutti e assumendo comportamenti più responsabili e rispettosi dell’ambiente.
Il problema dei rifiuti – sottolinea l’Enea – è correlato alla loro persistenza nell’ambiente, alla loro quantità, all’eterogeneità dei materiali che li compongono e, non ultimo, all’eventuale presenza di sostanze pericolose. Il problema deve essere affrontato in maniera sistemica: riduzione della produzione di cicche di sigarette, raccolta differenziata, riciclo dei materiali e recupero energetico”.
In Italia, la Regione Puglia ha partecipato all’edizione 2015 promossa da Marevivo con ben 49 spiagge, collocandosi ai primi posti per numero di adesioni.
Un semplice gesto può avere una grande importanza per l’ambiente e per il decoro della tua città.
Per le Associazioni
Giovanni Simone
Presidente Centro Cultura del Mare A.P.S.

La campagna in sintesi:
oltre 450 le spiagge coinvolte
1 e 2 agosto i giorni della campagna
120.000 i posacenere tascabili distribuiti
1.000 i volontari impegnati nella campagna
2,8 milioni i mozziconi raccolti nei posacenere durante i due giorni della campagna