L’architetto bisceglia: “prima dell’estate un intervento per la sicurezza nell’area”

chiancamasittoNello scorso marzo 2016 si è svolta una riunione sul tema in Prefettura

Monte Sant’Angelo/Manfredonia. ENTRO Giugno. Prima dell’Estate: è la data indicata a Stato dall’Architetto Giampiero Bisceglia, dirigente del ‘Settore Gestione del Territorio’ del Comune di Monte Sant’Angelo, per un intervento di ripristino della rete a protezione di un tratto di costa in località Chiancamasitto, già oggetto dell’intervento di “consolidamento costiero ‘Masseria Sansone’” nel 2009 (opere di cui al Pis Gargano Mis. 1.3, affidate al Consorzio naz. Coop. di Prod. e Lavoro Ciro Menotti di Ravenna, per un importo pari a 520mila euro – atto) e di precedenti messe in sicurezza. Da raccolta dati, il primo intervento nell’area risale a 17 anni fa, nel1999. Il Comune di Monte avrebbe ordinato al tempo a un privato – in qualità di proprietario di un terreno – di mettere in sicurezza un tratto di costa. Dal ’99 a oggi l’erosione sarebbe avanzata, oltre il già citato cedimento della recinzione realizzata nel 2009 a protezione dell’area.

“Al momento, come Ente comunale – precisa a Stato Quotidiano l’architetto Bisceglia – siamo impegnati per una situazione di pericolo in zona ‘Bacco a Mare’, località Macchia. Tenteremo, anche nell’attuale fase di gestione a cura della Commissione straordinaria, di stanziare dei fondi per la sicurezza del tratto di costa in località Chiancamasitto. Preciso come un’altro intervento in area ‘Baia del Monaco’ è in fase di autorizzazione”.

In precedenza. Facendo un passo indietro, da evidenziare come il già citato intervento di consolidamento costiero del 2009 aveva previsto la costruzione di un muro di contenimento per la difesa e l’incolumità pubblica di quanti “liberamente” accedevano “al demanio marittimo”. A seguito di sopralluogo tecnico esperito il 19 giugno 2009 dai tecnici del Comune di Monte Sant’Angelo già al tempo (vedasi ordinanza sindacale 31/19.06.2009) emerse che “a causa delle mareggiate e dell’erosione da agenti meteorici, lo stato dei luoghi” era “sensibilmente peggiorato in relazione alla tenuta statica del terreno costituente la falesia su cui corre il passaggio pedonale utilizzato per accedere alla spiaggia pubblica”.

Il problema falesie. Le problematiche relative al tratto di costa in località Chiancamasitto si correlano ai provvedimenti ed interventi relativi a tutte le falesie pugliesi, da tempo sotto il monitoraggio di Regione, Capitanerie e Comuni. Nel 2015, situazioni ad elevata pericolosità geomorfologica erano state rilevate in 34 dei 64 comuni pugliesi analizzati e 17 Amministrazioni avevano chiesto di avviare un’attività di concertazione per rivedere le ordinanze d’interdizione del transito, balneazione e pesca nelle zone a maggiore rischio.

Le ordinanze della Capitaneria. Nel 2014 il già Comandante della Capitaneria di porto di Manfredonia, Marcello Notaro, dopo un’iniziale provvedimento – che non aveva mancato di suscitare proteste tra gli operatori – con una nuova ordinanza ripristinò la balneabilità degli specchi acquei antistanti le spiagge di Baia del Monaco, Lido Macchia, Chiancamasitto, Lido Varcaro e Bacco a Mare, mentre il Comune di Monte, con altra ordinanza, riconobbe “la fruibilità delle relative spiagge imponendo delle distanze di sicurezza dal ciglio delle relative falesie”.

La tematica ha originato successivamente anche dei provvedimenti della Procura di Foggia(come ulteriori ordinanze per la ‘tutela’ delle attività degli operatori del settore).

falsesiegargano

Cartina Falesie Gargano (st)

Sicurezza aree costiere del Gargano, riunione in Prefettura nel marzo 2016. Si ricorda come nello scorso marzo 2016, presieduta dal Prefetto Maria Tirone, si è svolta una riunione, insieme ai Sindaci dei Comuni di Mattinata, Peschici, Vico del Gargano e Vieste, ai rappresentanti del Comune di Monte Sant’Angelo, della Capitaneria di Porto di Manfredonia, dell’Autorità di Bacino della Puglia e dei competenti Uffici della Regione Puglia, per “un aggiornato punto della situazione, rispetto a quanto convenuto negli analoghi incontri tenutisi lo scorso anno, sullo stato degli interventi e delle iniziative poste in essere per il miglioramento della sicurezza di accesso e balneazione delle coste garganiche, anche in vista della prossima stagione estiva”. Nel corso della riunione è emerso che, grazie all’opera sinergica messa in atto in questo anno dalle amministrazioni comunali, dagli Enti e Uffici coinvolti, nonché da alcuni operatori turistici, sono stati portati a termine numerosi interventi finalizzati alla riduzione e, in alcuni casi, alla eliminazione dello stato di pericolosità di aree costiere soggette a rischio frane o al distacco di rocce dalle retrostanti “falesie”. Inoltre, si è preso atto che le amministrazioni comunali presenti hanno tutte in corso di adozione o ultimato il piano comunale delle coste che, tra l’altro, contiene una mappatura dei rischi.

Era stato, altresì, preso l’impegno dai rappresentanti delle amministrazioni comunali presenti di effettuare entro i primi di aprile, e comunque prima dell’inizio della prossima stagione estiva, ”una ricognizione sulla segnaletica di pericolo esistente finalizzata al ripristino di quella mancante o danneggiata e di disporre la chiusura degli accessi abusivi a spiagge interdette a causa del rischio di caduta rocce dalle “falesie”. ai fini della individuazione delle parti di costa o di spiagge che, tuttora, devono essere interdette alla balneazione”.

 

Fonte: g.defilippo@statoquotidiano.it

 

croaziaParte la nuova caccia al tesoro, petrolifero. Terreno di sfida: il mare Adriatico. Due contendenti, Italia e Croazia. Un solo vincitore designato, la Croazia. Per abbandono preventivo del concorrente, causa timidezza. Inettitudine, secondo alcuni. Mentre noi ci trasciniamo da alcuni decenni tra dubbi ecologici e opposizioni locali l’enorme patrimonio di petrolio e gas del Mare Adriatico si avvia dunque ad avere un nuovo padrone: Zagabria. Che dopo anni di riflessione ora vuole far presto. Molto presto. Tant’è che la marcia prosegue tappe forzate.

La prima fase, quella delle esplorazioni, si è conclusa ad opera della società specializzata norvegese Spectrum. E nei giorni scorsi il governo croato ha fatto outing: vicino alle sue coste, ma anche nella enorme area marina condivisa con l’Italia, c’è un vero tesoro. E sarà la Croazia – promettono e sostengono – a dare fondo alle estrazioni e relativi affari. Già da aprile i primi bandi internazionali tra le grandi società petrolifere. Tutti i maggiori player si sono detti interessati, e hanno già acquisito la documentazione di base.

Anche la nostra Eni? Dal cane sei zampe, che in Adriatico ha quel poco di piattaforme petrolifere attive ereditate dai tempi migliori, viene un sì a denti stretti, sull’onda di una futura attività che sarà nel caso messa al servizio, nelle stesse aree, di un altro paese. Un paese, vale la pena ricordarlo, che è appena entrato nell’Unione europea, che è obbligato a dimostrare a Bruxelles di poter riequilibrare i suoi conti un po’ traballanti. E che ha la ferma intenzione di diventare ricco, o almeno un po’ più ricco, proprio con questo business.

Potenziale “consistente”
I dati sulla morfologia del sottofondo marino raccolti lungo 15mila chilometri quadrati al largo della costa adriatica croata «indicano l’esistenza di giacimenti molto consistenti», ha appena affermato a Spalato il ministro dell’economia croato, Ivan Vrdoljak. Che conferma l’imminenza dei primi bandi di gara rivolti agli operatori internazionali. Anche se – precisa – il governo deve ancora stabilire il prezzo delle concessioni, definire la mappa delle superfici in cui saranno divise e perfino i criteri con i quali gli affidamenti saranno vagliati. Il governo di Zagabria è comunque impegnato in una progressiva revisione della disciplina delle concessioni nel segno della liberalizzazione e della semplificazione, proprio per oliare i nuovi affari.

Le potenzialità del business? « Miliardi di dollari per le entrate dello Stato» azzarda il ministro dell’economia. Di più: la Croazia potrebbe essere uno dei pochi paesi europei che possiedono più risorse di petrolio e gas del loro fabbisogno «tanto da poter diventare entro la fine di questo decennio una piccola Norvegia, proponendosi come hub energetico per l’intero quadrante europeo». Con giacimenti «potenzialmente enormi – conferma il presidente della Spectrum, Rune Eng -. Anche perché, al di là delle quantità di idrocarburi che sembrano esistere nell’area, si tratta di un mare non molto profondo che consente una riduzione notevole dei costi delle piattaforme per l’estrazione rispetto ad altre parti del mondo come l’Africa o il Brasile».

Le rassicurazioni di Bruxelles
Tanto attivismo non piace, naturalmente, a chi qui da noi è impegnato a frenare le attività petrolifere. La deputata di Sel, Lara Ricciatti, ha presentato un’interrogazione parlamentare ai nostri ministri degli Esteri e dello Sviluppo chiedendo di chiarire la posizione del governo sulle possibili conseguenze delle attività petrolifere annunciate dalla Croazia. Iniziative «con un potenziale dirompente, al punto di vanificare – sostiene la parlamentare – il buon lavoro per la costruzione della macroregione Adriatico ionica fatto negli ultimi anni» anche «per salvaguardare l’area adriatica da possibili rischi di inquinamento».

L’eurodeputato del Pd Andrea Zanoni chiama in causa direttamente la Commissione europea denunciando «la pericolosità dei metodi impiegati» dalla Spectrum per le prospezioni in Adriatico «con l’emissione ogni 10 secondi di un muro di onde sonore di 240-260 decibel che rappresentano una fonte di inquinamento acustico subacqueo con possibili effetti negativi sul prezioso ecosistema marino». Ha subito risposto il commissario Ue all’ambiente, JanezPotocnik. Che rassicura: gli Stati membri, dunque anche la Croazia, «devono adottare provvedimenti che vietino di perturbare deliberatamente le specie marine rigorosamente tutelate come cetacei e le tartarughe, in conformità con la direttiva habitat».

La Commissione Ue fa comunque sapere che vigilerà con rigore. Gli strumenti ci sono tutti. Dopo il disastro del Golfo del Messico nel maggio dello scorso anno il Parlamento europeo ha infatti approvato un rapporto che impone nuovi standard di sicurezza nelle operazioni offshore. Sono previste in particolare norme che obbligano le aziende a provare la loro capacità di coprire i danni potenziali eventualmente derivanti dalle attività di estrazione. E deve essere comunque presentata una relazione sui possibili pericoli e sulle soluzioni da adottare prima che le operazioni possono cominciare. Le società petrolifere sperano. Gli ambientalisti incrociano le dita.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-02-13/adriatico

IN PIAZZA DEL POPOLO SABATO 2 E DOMENICA 3 APRILE

m5s-vota-si-referendumNello stesso tempo continua la raccolta firme contro l’installazione del deposito di GPL “Energas”

Manfredonia. Il Movimento 5 Stelle di Manfredonia sarà in Piazza del Popolo sabato 2 e domenica 3 aprile, dalle ore 10:30 alle ore 13:00 e dalle ore 18:00 alle ore 21:30, con uno stand per informare i cittadini circa il referendum abrogativo del 17 aprile, riguardante le trivellazioni in mare.
In merito a questo referendum alla domanda che i cittadini troveranno stampata nella scheda “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?” il Movimento 5 Stelle esorta a votare SI, per una serie di motivi:
– La ricchezza del nostro Paese non è il petrolio
– Ci guadagnano solo le compagnie petrolifere
– Le trivelle non risolvono i nostri problemi energetici
– Mettiamo in pericolo il mare per un pugno di barili
– Una perdita di petrolio in mare sarebbe un disastro
Nello stesso tempo continua la raccolta firme contro l’installazione del deposito di GPL “Energas”.

MOVIMENTO 5 STELLE MANFREDONI

Fonte: Statoquotidiano

“LE LOBBY CHE MUOVONO IL BURATTINO RENZI HANNO INNESCATO L’INGRANAGGIO DEL SILENZIO O ADDIRITTURA L’INVITO A “BOICOTTARE” IL REFERENDUM, PROPONENDO L’ASTENSIONE AL FINE DI NON RAGGIUNGERE IL QUORUM”

referendum-notriv-inapnea

“Nella giornata del 3 Aprile, a partire dalle ore 19, saremo in Piazza del Popolo a distribuire materiale informativo”

Manfredonia. ”Tra i numerosi meriti che l’attuale governo capeggiato dal Partito Democratico mostra di avere, un ruolo non indifferente è assegnato alla campagna oscurantista e anti-democratica operata nei confronti del referendum sulle trivellazioni fissato per il 17 Aprile. Le lobby che muovono il burattino Renzi hanno innescato l’ingranaggio del silenzio o addirittura l’invito a “boicottare” il referendum, proponendo l’astensione al fine di non raggiungere il quorum. L’obiettivo è quello di permettere alle oltre 21 piattaforme petrolifere che sono presenti oltre le 12 miglia del territorio nazionale, secondo l’attuale normativa, di continuare a trivellare per un tempo indefinito i nostri mari, al fine di evitare il grande pericolo che i giganti del petrolio vogliono evitare a tutti i costi: farsi carico degli altissimi costi di dismissione delle piattaforme, più che la prosecuzione reale dell’attività di ricerca ed estrazione, ormai giunta ai minimi termine e senza un reale guadagno economico ed energetico. E’ evidente che il tentativo di boicottaggio ad una delle massime (e ultime) espressioni di democrazia diretta che il popolo ha ancora la possibilità di sfruttare per esprimere la sua posizione in merito risponde alla necessità di salvaguardare gli interessi sei soliti pochi, in barba alle conseguenze che tale attività di ricerca ed estrazione avrebbero a lunga durata sul reale indotto su cui si poggia l’economia delle nostre coste, ovvero pesca e turismo.

Non possiamo permettere che tutto ciò avvenga: per questo abbiamo deciso di ritornare nelle piazze della nostra città per denunciare l’azione di boicottaggio del governo centrale nei confronti del referendum, e per spingere i cittadini di Manfredonia a votare SI nella giornata del 17 Aprile.

Nella giornata del 3 Aprile, a partire dalle ore 19, saremo in Piazza del Popolo a distribuire materiale informativo, incontrando la città e dibattendo sul tema con chiunque abbia la voglia e la necessità di confrontarsi. Nel frattempo realizzeremo anche un live-painting, per suscitare ulteriore sensibilità e scalfire le coscienze anche con il mezzo artistico, da sempre veicolo di espressione alternativa e mezzo imprescindibile per cercare di arrivare a tutti. Partecipa con noi, dibatti e discuti, ma soprattutto VOTA SI”.

(nota stampa, Manfredonia 01.04.2016)