L’afflusso turistico nell’area di Manfredonia ha invertito il suo trend arretrando sui livelli antecedenti al 2009 quando il totale delle presenze, tra italiani e stranieri, superò la soglia delle duecentomila unità: esattamente 208.207 presenze corrispondenti a 53.953 arrivi.
Il report riferito al 2013 della Regione Puglia per Manfredonia, riporta i seguenti dati: totale arrivi 56.976, presenze 184.400; dei quali italiani 48.035 arrivi per 151.385 presenze e stranieri 8.941 arrivi per 33.015 presenze. Il soggiorno medio è pertanto di 3,2 giorni che sale a 5,72 giorni ad agosto il mese con il maggio afflusso di turisti nazionali, ma scende a 1,45 giorni a luglio il mese preferito dagli stranieri (tedeschi in testa seguiti da francesi, belgi e via via tutti gli altri).
I numeri di cui innanzi sono quelli registrati presso le strutture ricettive, non sono pertanto comprensivi degli arrivi e delle presenze (vale a dire i giorni effettivi di permanenza in loco) di turisti o assimilati tali che trovano una sistemazione diversa da quella alberghiera. Poi ci sono i giornalieri (bagnanti o semplici visitatori della città) sulla cui consistenza non vi sono dati che ne diano una qualche indicazione.
Quella di una metodica rilevazione dei dati numerici sul fenomeno turistico come su ogni altra attività economica o sociale in atto sul territorio, è una esigenza imprescindibile per avere una visione concreta di quanto accade e premessa essenziale per impostare le politiche più acconce e dunque calibrare gli interventi.
Per rimanere nell’ambito turistico, lo studio comparativo dei dati disponibili possono dare indicazioni preziose per connotare meglio un settore sul quale pare si voglia puntare per dare una scossa all’immobilismo economico di cui soffre Manfredonia. E al tempo stesso smontare illusori trionfalismi o indirizzi a dir poco avventurosi e affrontare il problema con lucido e responsabile realismo.
Quei 3,2 giorni di permanenza a Manfredonia del turista racchiude tutta una serie di indicazioni sulle quali andrebbe imbastito una seria riflessione per poi procedere di conseguenza. E’, per esempio, ben lontano dagli 8,41 giorni di presenze di Peschici, ai 7,53 di Vieste, ai 7,34 di Vico-San Menaio, ai 5,73 di Mattinata. (Discorso a parte è per San Giovanni Rotondo: la presenza di 1,8 giorni si spiega con il ricambio pressoché giornaliero degli arrivi.)
Il Gargano certamente ha un suo valore aggiunto che i garganici hanno saputo utilizzare dotandolo della strutture di base essenziali. Che valgono per il periodo estivo. Manfredonia oltre all’estate ha tutto il necessario e forse di più, anche per gli altri mesi, anzi sono gli altri mesi dell’anno il valore aggiunto straordinario fatto di riferimenti che attengono alla cultura, ai beni architettonici, alla gastronomia, poco o niente affatto valorizzati. Mancano, ad esempio, le strutture essenziali per dare al turismo una valenza economica seria e sicura. E’ inconcepibile che Manfredonia esibisca come emblema del “suo” turismo il fantasma di quell’albergo Gargano che ha rappresentato il soffio di ottimismo per quell’idea di turismo che Manfredonia ha speranzosamente coltivato. Da alcuni anni è lì abbandonato e cadente in attesa della ruspa che è da ritenere arriverà prima che il gallo canti. Più che a creare e consolidare le basi che fanno turismo, pare si privilegiano sagre e spettacoli che rimangono fini a sé stessi. Mancano persino le indicazioni dei beni che il territorio ha, per esempio il castello-museo.
Insomma, non pare ci sia chiarezza di idee e men che meno un progetto strategico solido, lungimirante, e dunque sul da farsi. Vi sono sovrapposizioni che finiscono per annullarsi vicendevolmente. Ad operare sul territorio sono l’ufficio IAT (Informazione Assistenza Turismo) ex Regione Puglia passato alle dipendenze e spese del Comune; il GalDaunOfantino con la struttura turistica sulla Piazzetta mercato; l’Agenzia del turismo ultima creazione con contenuti e mansioni tutti da chiarire; c’è anche la Pro Loco che svolge un ruolo a sé ma di rilievo; e poi c’è anche il Comune che però, a quanto pare, ha abdicato alle sue funzioni sul settore ritenuto importante ma non tanto evidentemente da assegnare un assessore referente. Non si può certo dire che manchi la fantasia.
Lungi dal pensare ad un nesso tra queste situazioni e i numeri esposti all’inizio, ma è verosimile supporre che così combinati sarà difficile che si vada nella direzione giusta.
Michele Apollonio
Fonte: ManfredoniaNews.it