I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente che anticipa il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato

spaggia castello

ph: MATTEO NUZZIELLO, ‘Manfredonia Immagini e Parole’

FOCE TORRENTE CANDELARO “FORTEMENTE INQUINATO”

(II – continua) Quadro di dettaglio dei monitoraggi effettuati lungo gli 810 chilometri di costa pugliesi: cinque i punti analizzati in provincia di Bari, tutti con valori nella norma: nella città capoluogo il campione è stato prelevato in località Santo Spirito, all’altezza del civico 2 del Lungomare Colombo; a Monopoli alla spiaggia a sud del Castello di Santo Stefano; a Polignano a Mare sia alla scogliera in corrispondenza dell’Isolotto San Pietro che alla spiaggia Lama Monachile e infine a Molfetta all’altezza del civico 36 del lungomare Marcantonio Colonna. Dei quattro prelievi effettuati in provincia di Foggia, due hanno dato un giudizio di “fortemente inquinato: quello a Manfredonia, alla foce del torrente Candelaro, e a Lesina-Torre Mileto, alla foce del canale Schiapparo, in località Lago di Lesina. Nella norma, invece, l’altro punto campionato a Manfredonia, al canale sulla spiaggia di Lungomare Nazario Sauro e alla foce del canale SS89, in località San Menaio di Vico del Gargano.

Sette i campionamenti eseguiti nella provincia di Barletta-Andria-Trani due dei quali risultati “fortemente inquinati”: quello alla foce del fiume Ofanto a Margherita di Savoia e alla foce del canale di ponente (Lungomare Mennea) di Barletta. Entro i limiti gli inquinanti rilevati nell’altro prelievo effettuato a Barletta (spiaggia libera sul litorale di Levante); sulla spiaggia in località Matinelle, a destra del molo, a Trani; sul lungomare Mauro dall’Olio in località Salsello di Bisceglie; alla spiaggia riserva Torre di Calderina, sempre a Bisceglie. Va inoltre sottolineato che i tecnici di Legambiente hanno eseguito anche un prelievo in corrispondenza dello scarico presso la villa comunale di Trani, da sempre punto critico, ma al momento de lcampionamento era chiuso e non sono state riscontrate anomalie.

Tre punti su quattro giudicati “fortemente inquinati nel brindisino: alla foce del canale Giancola e alla foce del torrente Reale (località Torre Guaceto) a Brindisi; e allo sbocco del depuratore su via dei Pioppi a Ostuni, in località Villanova-Mogale. Entro i limiti invece l’altro prelievo effettuato a Ostuni, sulla spiaggia del pilone, in località Torre San Leonardo. In provincia di Taranto sono stati eseguiti cinque campionamenti ed è risultato “fortemente inquinato” soltanto il prelievo effettuato alla foce del fiume Ostone a Marina di Lizzano. Nella norma invece quelli eseguiti a Taranto, alla spiaggia in viale del Tramonto; alla spiaggia di Specchiarica a San Pietro in Bevagna; alla foce del fiume Lenne a Palagiano; alla spiaggia libera Borgo Pineto a Castellaneta Marina. Infine, quattro i prelievi effettuati nel leccese con un giudizio di “inquinato” solo per il campionamento in corrispondenza del canale dei Samari a Gallipoli. Nei limiti di legge, invece, quelli alla scogliera Porto Gaio di Gallipoli; a Porto Cesareo, spiaggia Punta Prosciutto, e alla spiaggia di Felloniche a Castrignano del Capo.

Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche il corretto smaltimento degli olii esausti. Proprio per questo anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è main partner della storica campagna estiva di Legambiente. Attivo da 31 anni, il COOU garantisce la raccolta degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale, che vengono poi avviati al recupero. L’olio usato – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. “La difesa dell’ambiente, in particolare del mare e dei laghi, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega il presidente del COOU Paolo Tomasi. L’operato del Consorzio con la sua filiera non evita solo una potenziale dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese.

I RISULTATI DELLE ANALISI DI GOLETTA VERDE DEL MARE IN PUGLIA*
*prelievi effettuati tra il 24, 25 e 26 giugno 2015
PROVINCIA COMUNE LOCALITÀ PUNTO GIUDIZIO
FOGGIA Vico del Gargano San Menaio Foce canale SS89 fronte chiesa San Francesco ENTRO I LIMITI
FOGGIA Lesina-Torre Mileto Lago di lesina Foce canale Schiapparo FORTEMENTE INQUINATO
FOGGIA Manfredonia Spiaggia Castello Lungomare Nazario Sauro (fronte canale sulla spiaggia) ENTRO I LIMITI
FOGGIA Manfredonia Foce torrente Candelaro FORTEMENTE INQUINATO
BAT Margherita di Savoia Riserva naturale di Salina Foce torrente Carmosina ENTRO I LIMITI
BAT Margherita di Savoia Foce fiume Ofanto FORTEMENTE INQUINATO
BAT Barletta Foce canale di ponente (via Luigi di Cuonzo-lungomare Pietro Mennea) FORTEMENTE INQUINATO
BAT Barletta Litoranea di Levante – spiaggia libera (altezza civico 68) ENTRO I LIMITI
BAT Trani Matinelle Spiaggia, a destra del molo ENTRO I LIMITI
BAT Bisceglie Salsello Lungomare Mauro Dall’Olio ENTRO I LIMITI
BAT Bisceglie Torre Calderina Spiaggia riserva “Torre Calderina” ENTRO I LIMITI
BRINDISI Brindisi Giancola Foce canale Giancola FORTEMENTE INQUINATO
BRINDISI Brindisi Torre Guaceto Foce torrente Reale FORTEMENTE INQUINATO
BRINDISI Ostuni Villanova-Mogale Sbocco depuratore su via dei Pioppi FORTEMENTE INQUINATO
BRINDISI Ostuni Torre San Leonardo- Lido Spiaggia Grande Spiaggia del Pilone ENTRO I LIMITI
BRINDISI Brindisi Saline punta della Contessa presso Salina punta della Contessa ENTRO I LIMITI
BARI Monopoli Castello di Santo Stefano Spiaggia a sud del Castello di Santo Stefano ENTRO I LIMITI
BARI Polignano a Mare Scogliera in corrispondenza dell’Isolotto San Pietro ENTRO I LIMITI
BARI Polignano a Mare Lama Monachile Spiaggia Lama Monachile ENTRO I LIMITI
BARI Bari Santo Spirito Lungomare C.Colombo, altezza civico 2 ENTRO I LIMITI
BARI Molfetta Lungomare Marcantonio Colonna, altezza civico 36 ENTRO I LIMITI
TARANTO Castellaneta Castellaneta Marina Spiaggia libera Borgo Pineto ENTRO I LIMITI
TARANTO Palagiano Foce del fiume Lenne Foce del fiume Lenne ENTRO I LIMITI
TARANTO Taranto Taranto Spiaggia viale del tramonto, altezza civico 5 ENTRO I LIMITI
TARANTO Lizzano Marina di Lizzano Foce del fiume Ostone FORTEMENTE INQUINATO
TARANTO San Pietro in Bevagna Specchiarica Spiaggia di Specchiarica ENTRO I LIMITI
LECCE Castrignano del Capo Felloniche Spiaggia di Felloniche ENTRO I LIMITI
LECCE Gallipoli Porto Gaio Scogliera Porto Gaio ENTRO I LIMITI
LECCE Gallipoli I Foggi Samari Sbocco canale dei Samari INQUINATO
LECCE Porto Cesareo Punta Prosciutto Spiaggia Punta Prosciutto ENTRO I LIMITI

Il Monitoraggio scientifico. I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente che anticipa il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità). Le analisi chimiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo.

Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione.

LEGENDA. Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml
FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml (II – continua)

 

Fonte: Statoquotidiano

“L’Ente Parco ad oggi risulta impossibilitato a gestire direttamente il battello spazzamare per mancanza di personale idoneo e per impossibilità giuridica ad affidare a soggetti esterni del natante in dotazione”

Battello spazzamare

Nelle intenzioni iniziali, era stato attrezzato per la rimozione dei rifiuti solidi galleggianti dagli specchi acquei dell’area marina protetta

Roma/Manfredonia – UN altro anno di sosta per il battello spazzamare che l’Ente Parco del Gargano gestisce dal 4 maggio 2005 grazie al comodato d’uso dal Ministero dell’Ambiente. Nelle intenzioni iniziali, il battello era stato attrezzato per la rimozione dei rifiuti solidi galleggianti dagli specchi acquei dell’area marina protetta (l’Ente Parco ha ricevuto il mezzo in quanto Ente gestore dell’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti). Da atti, “l’Ente Parco ad oggi risulta impossibilitato a gestire direttamente il battello spazzamare per mancanza di personale idoneo e per impossibilità giuridica ad affidare a soggetti esterni del natante in dotazione (..) gli uffici dell’Ente hanno” tuttavia “proceduto alla manutenzione straordinaria del battello spazzamare rendendo l’imbarcazione pronta alla navigazione e allo svolgimento delle operazioni di tutela ambientale per cui è stata analizzata“.

Da qui con recente l’atto l’Ente Parco del Gargano ha proposto di approvare il preventivo di spesa presentato dalla società Yacht Service Marina del Gargano srl, varo e sosta del battello per un periodo annuale (15.07.2015/14.07.2016) per la somma complessiva di euro 1.667,30 euro. L’anno scorso il mezzo è stato noleggiato nel porto turistico di Manfredonia con impegno di spesa pari a 2.671,80 euro per il noleggio dal 15 luglio 2014 al 14.07.2015.

STORIA. Il battello spazzamare ha avuto passata risonanza a causa del degrado nel quale versava. Il servizio è stato istituito da un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente, deliberata con decreto DEC/DPN/18 datato 14.01.2005 (sotto il ministro Altero Matteoli – AN – da 11.06.2011 a 23.04.2005 e da 23.04.2005 a 17.05.2006- poi sostituito da Alfonso Pecoraro Scannio – Verdi – da 17.05.2006 07.05.2008). Progettato e realizzato dai Cantieri Navali Di Donna di Gaeta, per la raccolta dei rifiuti solidi galleggianti nelle Aree Marine Protette italiane, avrebbe dovuto essere impiegato per “la raccolta dei rifiuti solidi galleggianti e qualora vengano ravvisati casi di particolare urgenza relativi ad interventi antinquinamento”.

Il battello spazzamare è un importante strumento di tutela dell’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti e fa parte di quei tanti impegni che sto concretizzando alla guida dell’amministrazione dell’ente. Quindi, dopo aver trovato i soldi per il finaziamento dell’attività di gestione del mezzo con il Ministero, posso affermare che il battello pulirà le coste di Tremiti dal prossimo mese di giugno (2014,ndr)”, aveva detto a Stato nel gennaio 2014 l’attuale Presidente dell’Ente Parco avv.Stefano Pecorella. “Il battello spazzamare – aveva continuato Pecorella – era stato consegnato all’Ente nel lontano 2005 e non era più possibile sopportare la situazione di abbandono in cui versava. Il Ministero ha consegnato il battello all’Ente che non poteva però gestirlo con il personale e gli esigui fondi ad esso destinati. Ho fatto stanziare le somme necessarie, dopo avrerle ottenute appositamente dal Ministero del’Ambiente, nel piano di gestione 2014 dell’area marina protetta”.

PRIMA DELL’INAUGURAZIONE. Prima dell’inaugurazione del servizio (durante la presidenza del Parco dell’avvocato Giandiego Gatta, oggi consigliere regionale del Pdl – con fine mandato nell’Ente nel 2010; in seguito dal 12 maggio 2010 Commissario straordinario del Parco è stato l’avv Stefano Pecorella, da marzo 2012 Presidente dell’Ente, su nomina del Ministero dell’Ambiente) tante le aspettative ed i proclami: “l’unità vigilerà un percorso di trentasei miglia lungo la fascia costiera di ciascuna isola dell’arcipelago, osservando i seguenti turni di servizio: dal I giugno al 30 settembre (sei giorni a settimana per otto ore di lavoro); dal I ottobre al 31 maggio (tre giorni a settimana per otto ore di lavoro)”. Il battello spazzamare avrebbe dunque dovuto lasciare le acque sipontine per dirigersi verso quelle delle Tremiti, nel cui porto avrebbe dovuto troverà “stabile ormeggio”. Da raccolta dati, il personale di bordo avrebbe dovuto essere stipendiato per i primi due anni “con fondi messi a disposizione dallo stesso Ministero”. Successivamente le competenze sarebbero dovute passare al Comune di Tremiti.

E poi? Cosa è successo dopo l’inaugurazione?. “Solo un’ora e mezza di vita, dopo 3 anni lo trovano affondato causa pioggia. Stiamo parlando del battello spazzamare” aveva scritto Anna Di Pardo, il 15.03.2008 sul portale lecinqueisole.it. “(…) il nostro compianto Battello è stato tirato a terra, non si sa se in questi anni sia stata pagata la sosta, comunque se non è stato fatto, per ritirarlo bisognerà sborsare euro 7.000”. “Ringraziamo il Ministero dell’Ambiente per questo Pregevole e Necessario dono, ma sinceramente non ce la siamo sentiti di accettare…. non sapevamo cosa farcene sarebbe stato un servizio futile !!!!!! Ossequi E come dicono in questo momento di allarme a Napoli: ‘Non ce la portate via l’immondizia; C’ simm affezzionat‘”.

AVV.GATTA: “NONOSTANTE NUMEROSI SOLLECITI MAI ARRIVATI I FONDI PER LA GESTIONE”.“Da quello che posso ricordare – disse a Stato l’avvocato Giandiego Gatta – il battello ecologico spazzamare (donato dal Ministero alle Aree marine protette e con un costo presunto compreso tra i 60 e gli 80mila euro,ndr) non è entrato in funzione per alcune motivazioni: innanzitutto non lasciò il porto di Manfredonia in direzione Tremiti per la mancanza – da parte della Capitaneria – di documentazione relativa forse al collaudo o per le autorizzazioni; da qui il deposito nel Cantiere privato; in secondo luogo, la mancanza dei fondi per la gestione. Ricordo che ripetutamente abbiamo inviato solleciti – come Ente Parco – al Ministero dell’Ambiente nel frattempo presieduto da Alfonso Pecoraro Scannio ma non ci fu mai data risposta. Quei fondi non sono stati mai erogati”.

“Ricordo che ci una fase di pre-contenzioso fra la ditta individuata a Manfredonia per il deposito del battello causa mancati pagamenti delle somme previste per il deposito e la manutenzione. Fino al 2010, dunque relativamente alla mia presidenza dell’Ente Parco, dovrebbero essere state pagate le somme per il deposito del mezzo, mai entrato in funzione – come detto – in attesa dei fondi dal Ministero dell’Ambiente per la gestione del mezzo. Dopo 9 anni non posso ricordare le motivazioni alla base del mancato deposito del battello in un’area in concessione alla Capitaneria di Porto di Manfredonia”, disse l’avv.G.Gatta.

“Ricordo che non ci sono state spese aggiuntive per il personale inizialmente addetto al servizio – aggiunse l’avvocato Gatta – perché si trattava di funzioni da svolgere nell’ambito delle Aree marine protette, che non hanno personale addetto; dunque avremmo dovuto soltanto ‘spostare’ del personale del Parco per il servizio del battello, senza ulteriore aggravio di costi”. “Con l’entrata in funzione del servizio – aggiunse l’avvocato Stefano Pecorella, attuale presidente dell’Ente Parco – dovrebbero essere sottoscritti contratti di collaborazione per il personale, attraverso selezioni di un’agenzia interinale; l’Ente Parco – come ribadito anche dall’avvocato Gatta – non può (e non poteva,ndr) assumere ulteriore personale da inserire nella pianta organica”.

Nonostante i buoni propositi, l’Ente Parco ribadisce ora, nella determina relativa all’impegno di spesa per il noleggio del battello, quanto scritto già nel 2014: “a tutt’oggi, l’Ente Parco risulta impossibilitato a gestire direttamente il battello spazzamare per mancanza di personale idoneo e per impossibilità giuridica ad affidare a soggetti esterni la gestione del natante in dotazione”. Ad oggi l’imbarcazione è “pronta per la navigazione e per lo svolgimento delle operazioni di tutela ambientale per le quali è stata realizzata”.

Allora, nella speranza che la grande Giuny Russo non si offenda: “Uno spazzamare, voglia di remare, fare il bagno al largo, per vedere da lontano i rifiuti-uti-uti”.

(Ph: archivio MTT)

g.defilippo@statoquotidiano.it

Allegati
Battello spazzamare
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aree marine protette

Fonte: Statoquotidiano

Obbligatorio rispettare parametri riferiti alla domanda turistica e due riferiti all’offerta turistica

Anche per preservare la valenza dell’imposta di soggiorno

economia turisticaBari – CON recente delibera, la Giunta regionale pugliese ha approvato le “Linee guida per l’iscrizione nell’elenco regionale di Comune ad economia prevalentemente turistica e citta d’arte”, nelle more di una nuova regolamentazione della materia.

L’abrogazione del precedente regolamento. ”La Regione Puglia, con regolamento regionale 23 dicembre 2004, n. 11, in attuazione della l.r. n. 11/2003, ha istituito l’elenco regionale dei Comuni ad economia prevalentemente turistica e delle Citta d’arte tenuto presso l’Assessorato al Commercio della Regione Puglia. L’ elenco, determinante ai fini della regolamentazione delle aperture degli esercizi commerciali, sebbene successivamente abbia perso tale utilità per effetto della liberalizzazione intervenuta nel settore, è stato conservato in quanto rilevante ai fini dell’applicazione dell’imposta di soggiorno. Con l’entrata in vigore del “Codice del Commercio” di cui alla legge regionale 16 aprile 2015, n. 24, la l.r. n. 11/2003 è stata abrogata e conseguentemente il citato regolamento regionale.

La sua abrogazione ha determinato un vuoto normativo che impedisce di dare completa attuazione all’art. 4 d.lgs 23/2011, precludendo ai Comuni pugliesi interessati la possibilità di istituire l’imposta di soggiorno in quanto Comuni ad economia prevalentemente turistica e di Citta d’arte”.

I criteri.
NELL’ELENCO REGIONALE DEI COMUNI ad ECONOMIA PREVALENTEMENTE TURISTICA e CITTA’ d’ARTE 
Art. 1. Oggetto
1 Nelle more dell’adozione di una nuova regolamentazione della materiale presenti linee guida disciplinano i criteri per la qualificazione di un Comune come “Comune ad economia prevalentemente turistica” ovvero “Città d’arte”, nonché la procedura di iscrizione al relativo elenco, ai fini di cui all’art. 4 dlgs. 23/2011 e ss.mm. e ii.
Art. 2 Comuni ad economia prevalentemente turistica 
1 Sono Comuni ad economia prevalentemente turistica quelli in cui è presente un sito di interesse storico – artistico inserito dalli UNESCO nella lista del patrimonio dell’umanità, ovvero quelli che presentano almeno 4 dei parametri indicati ai commi 2 e 3, di cui due riferiti alla domanda turistica e due riferiti all’offerta turistica.
Parametri riferiti alla domanda turistica: 1. arrivi su popolazione residente:0,3; 2. presenze su popolazione residente :2,0; 3. arrivi su superficie territoriale (kmq):50; 4. presenze su superficie territoriale (kmq):300; 5.presenze più popolazione residente su superficie territoriale(kmq):450.
Parametri riferiti all’offerta turistica: 1. capacità ricettiva (posti letto) totale su popolazione residente (per 100 abitanti):5,59; 2.strutture ricettive su popolazione residente (per 1000 abitanti):0,3 3.unità locali relative ad attività connesse con il turismo sul totale unità locali:1%; 4.addetti alle unità locali relative ad attività connesse con il turismo sul totale addetti unità locali:10%.
4 1 parametri riferiti alla domanda turistica sono calcolati rapportando gli arrivi e le presenze annuali con la popolazione residente e con la superficie territoriale. Il calcolo è effettuato tenendo conto dei dati relativi all’ultima rilevazione sul Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi validata dall’ISTAT.
5 1 parametri riferiti all’ offerta turistica sono calcolati sulla base degli ultimi dati censuari disponibili nonché delle ultime rilevazioni statistiche sul turismo validate dall’ISTAT.
6 Sono da considerarsi connesse con il turismo le seguenti attività: _. attività alberghiera ed extralberghiera; – attività delle Agenzie di viaggi turismo; – attività delle guide e degli accompagnatori turistici; – noleggio autovetture ; – noleggio di altri mezzi di trasporto terrestri; – organizzazioni di convegni e mostre; – stabilimenti balneari ; – attività di biblioteche, archivi,musei ed altre attività culturali ; _ stabilimenti idropinici e idrotermali .
Ai fini della verifica della sussistenza dei parametri è necessario che il dato relativo al Comune sia superiore o uguale al parametro indicato. Rispetto ai parametri riferiti alla domanda turistica è ammessa una tolleranza inferiore al 10%.
Art. 3 Città d’Arte
1. Sono considerate città d’arte le località che possiedono almeno tre dei seguenti requisiti: – Insieme di edifici o di complessi monumentali, riconosciuti di notevole interesse storico e artistico ai sensi D.Igs. n.42/2004 e ss.mm.e ii; – ampia presenza di opere d’arte singole o in collezioni, dichiarate di notevole interesse storico o artistico ai sensi del D.Igs, n.42 /2004 e ss.mm.e ii, a condizione che siano visibili al pubblico; – presenza di almeno tre musei, aperti al pubblico per almeno 8 mesi l’anno, con articolata offerta di mostre e manifestazioni. I musei devono essere almeno di rilievo regionale ai sensi della L.R. n. 17/2013 ed almeno uno di essi dedicato ad argomenti storici,artistici o archeologici; – presenza di offerta di servizi culturali, quali biblioteche, emeroteche, archivi di Stato,raccolte di documenti, di rilievo provinciale relativi a materie storiche,artistiche o archeologiche; – presenza di attività culturali quali mostre, convegni, manifestazioni culturali o tradizionali svolte con il patrocinio della Regione, o degli altri Enti locali; – presenza di una domanda turistica e di una offerta turistica calcolata sulla base dei parametri di cui al precedente art.2, rapportata alla popolazione della città .

 

Fonte: Statoquotidiano

 

“FAI, FLAI E UILA PESCA ESPRIMONO SODDISFAZIONE SIA PER LA TEMPESTIVITÀ DEL PROVVEDIMENTO”

fermo pesca

“Apprezziamo, infine, che ieri alla Camera sia stato approvato il disegno di legge di conversione del decreto legge n. 65/15″

Roma – NELLA tarda serata di ieri, 2 luglio 2015, è stato firmato dal Sottosegretario, con delega alla pesca, On. Castiglione, il decreto ministeriale che dispone i periodi di fermo pesca obbligatorio per il 2015 al fine di tutelare la risorsa biologica marina.

“Fai, Flai e Uila Pesca esprimono soddisfazione sia per la tempestività del provvedimento sia perché lo stesso riafferma l’utilizzo della CIG in deroga per i lavoratori imbarcati. Analogamente sono state accolte le nostre osservazioni in merito alla garanzia del rispetto delle norme di legge e contrattuali relative all’orario di lavoro nel periodo post fermo biologico”.

“Apprezziamo, infine, che ieri alla Camera sia stato approvato il disegno di legge di conversione del decreto legge n. 65/15, che contiene anche un incremento di risorse pari a 5 milioni di euro per il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per il settore pesca che ci permettono di dare ulteriori garanzie di copertura reddituale per i lavoratori per gli anni 2014 e 2015, ma ribadiamo la necessità di ricercare soluzioni strutturate per restituire anche a questo settore produttivo le certezze di ammortizzatori sociali stabili”.

Fonte: Statoquotidiano

Osservatorio Filippo

Il progetto dell’Osservatorio Filippo, avviato l’anno scorso in occasione del decimo anniversario della scomparsa del delfino solitario vissuto nel porto di Manfredonia, anche questa estate si occuperà del monitoraggio dei Cetacei nell’areale marino che va dal Golfo di Manfredonia alle Isole Tremiti.

Dal 1 Luglio ritorna in piena attività la pagina Facebook dedicata al progetto, nella quale potranno essere condivise le proprie segnalazioni. A gestirla si conferma il team di esperti: Guido Pietroluongo, medico veterinario cetologo esperto di impatti ambientali; Cristina Cerulli, biologa marina esperta di comunicazione scientifica; Michele Tomaiuolo, esperto informatico e Giovanni Simone presidente del Centro Cultura del Mare A.P.S. da sempre impegnato in prima linea per la difesa e la valorizzazione delle inestimabili risorse dell’ecosistema marino.

L’Osservatorio Filippo si avvale della consulenza scientifica del Prof. Nicola Zizzo della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari e del Dott. Vincenzo Prunella responsabile dello Jonian Dolphin Conservation.

Quest’anno però anche tante novità. Infatti, grazie all’innovativa App “Glance on Surface”, ideata appositamente da un team del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari con la collaborazione dello Jonian Dolphin Conservation, si potrà facilmente segnalare il proprio avvistamento direttamente con il proprio smartphone. Basterà scaricare gratuitamente la App per Android e si potrà offrire il proprio contributo di ricercatore amatoriale al progetto di citizen science.

Le segnalazioni quest’anno, a differenza di quello passato, saranno attive per tutto il mese di Luglio ed Agosto. Saranno distribuite a pescatori e diportisti, oltre che a disposizione di quanti interessati, anche schede di avvistamento da compilare per le segnalazioni. Attraverso le segnalazioni di cittadini e turisti l’anno scorso, nel solo mese di Agosto, furono registrati 7 avvistamenti di esemplari appartenenti alla specie Tursiops truncatus, i Tursiopi sono infatti delfini costieri che popolano da sempre l’areale garganico.

Durante tutto l’anno queste segnalazioni sono state costanti e hanno riguardato anche altre specie, come ad esempio la Balenottera comune. Tali dati sono stati oggetto di una dettagliata relazione scientifica curata proprio dai responsabili dell’Osservatorio Filippo.

Un’altra novità è il gemellaggio con l’associazione Delfini Bizantini, un gruppo di ricerca privato, patrocinato dall’università di Bologna, che studia la popolazione di tursiopi del nord Adriatico. Un modo per fare rete, una sinergia di intenti per divulgare un’educazione ambientale a difesa del “nostro” mare.

Il monitoraggio dei Cetacei, vere e proprie sentinelle del mare, rappresenta un’importante passo verso un futuro sostenibile finalizzato alla conservazione di questa preziosa biodiversità. Un dovere per le Istituzioni e per i cittadini a difesa del bene comune, fonte di inestimabili risorse, di turismo e di vita. L’areale garganico rappresenta una nicchia ecologica chiave per queste specie, che ancora non ricevono l’attenzione e la tutela che meritano.

Da ricordare che proprio nel mese di Giugno sono stati emanati decine di decreti ministeriali in linea con lo “Sblocca Italia” per avviare il pericoloso iter autorizzativo per la ricerca di idrocarburi nel Mar Adriatico. Esporre e destinare l’ecosistema marino a questi rischi significa, in egual modo, autorizzare tutta una serie di impatti ambientali che si rifletteranno inevitabilmente anche sulla salute pubblica.

La domanda sorge spontanea: vogliamo un mare pieno di delfini o di trivelle?

A cura del Centro Cultura del Mare A.P.S. Manfredonia

 

Per informazioni e contatti:

Pagina Fb: Osservatorio Filippo

e-mail: osservatoriofilippo@gmail.com

Telefono: 347/6403693

“IL PIANO DI GESTIONE SEGNALA SULL’AREA INTERESSATA DAL PROGETTO PROPOSTO DALLA ENERGAS LA PRESENZA DI UN HABITAT DI INTERESSE PRIORITARIO PER L’UE”

Energas zps

“Senza contare che all’interno del SIC-ZPS non è consentito trasformare, danneggiare e alterare gli habitat d’interesse comunitario”

Manfredonia – INTERVENTO del WWF e del Centro Studi Naturalistici di Foggia contro il progetto di un deposito costiero di GPL nel comune di Manfredonia della Ditta Energas S.p.A.

Le due Associazioni hanno indirizzato un circostanziato documento al sindaco del Comune di Manfredonia, all’Ufficio Parchi della Regione Puglia e per conoscenza alla Commissione di Valutazione Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente e al Parco del Gargano nel quale si invita l’Amministrazione comunale di Manfredonia ad integrare in autotutela il Certificato di Destinazione Urbanistica (CDU) rilasciato alla Energas per i terreni interessati dal progetto in quanto privo di alcune fondamentali informazioni. Nel documento WWF e CSN ricordano, infatti, che nell’area dove si vuole realizzare il deposito GPL sono presenti il SIC “Valloni e Steppe pedegarganiche” e la ZPS “Promontorio del Gargano”. Sempre per lo stesso territorio, lo Stato italiano ha assunto precisi impegni con la Commissione europea per fermare il trend di progressivo degrado degli habitat e così archiviare la procedura d’infrazione comunitaria n. 2001/4156.

Tra gli impegni presi vi era la redazione e l’approvazione di un Piano di Gestione (PdG) dei SIC/ZPS afferenti il territorio comunale, avente natura giuridica vincolante per le successive trasformazioni di suoli. Tale PdG, composto da una serie di elaborati cartografici, da una relazione e da due regolamenti, è stato definitivamente approvato, in variante al vigente regolamento edilizio comunale, dal Consiglio Comunale di Manfredonia il 28.12.2009.

In definitiva, evidenziano WWF e CSN, il vigente PRG del comune di Manfredonia è composto anche dagli elaborati del Piano di Gestione che comporta quindi una ulteriore limitazione e precisazione alle norme (zonizzazioni, indici, modalità di intervento, ecc.) dello stesso Piano Regolatore. Ad esempio, il Piano di Gestione segnala sull’area interessata dal progetto proposto dalla Energas la presenza di un habitat di interesse prioritario per l’Unione europea che spesso occupa superfici molto ristrette ed è quindi soggetto ad un reale rischio di estinzione con la conseguente scomparsa anche delle specie che vi vivono.

In un recentissimo sopralluogo, effettuato in data 24/06/2015, è stata rilevata inoltre la presenza sull’area di numerosi esemplari di Grillaio (Falco naumanni) e Cicogna bianca (Ciconia ciconia). Senza contare, sottolineano ancora WWF e CSN, che all’interno del SIC-ZPS non è consentito trasformare, danneggiare e alterare gli habitat d’interesse comunitario, cambiare la destinazione d’uso colturale delle superfici destinate a pascolo, costruire nuove strade o ampliare quelle esistenti.

Il progetto della Energas prevede invece aree carrabili per un’estensione pari a 127.500 mq e volumi edificati per 7.500 mq., su un’area attualmente del tutto inedificata e priva di qualsiasi infrastruttura. Per WWF e CSN è di tutta evidenza che, a prescindere dagli esiti delle procedure di VIA/VAS in corso, la vigente pianificazione urbanistica del comune di Manfredonia, così come integrata dagli elaborati del PdG, non consente la trasformazione dell’area interessata dal progetto del deposito di GPL.

Per Maurizio Gioiosa, presidente del CSN, e Carlo Fierro, presidente del WWF Foggia: “È essenziale che il Comune di Manfredonia integri in autotutela il Certificato di Destinazione Urbanistica rilasciato alla Energas in quanto quello attuale non fa alcun cenno alla variante urbanistica di cui al Piano di Gestione dei SIC e ZPS approvato dal Consiglio Comunale di Manfredonia. Il rischio è di avviare una procedura basata su falsi presupposti che inevitabilmente comporterà futuri contenziosi. Si pensi, ad esempio, alla lunghissima vicenda di Punta Perotti a Bari, nata dal rilascio di un non completo certificato di destinazione urbanistica.”

(Foggia, 29.06.2015 – Centro Studi Naturalistici Foggia – WWF Foggia)

 

Fonte: Statoquotidiano

Saremo ascoltati? Dal Gargano giunge forte il grido:” Vogliamo triglie, non trivelle! “

trivelle

ALLA MINISTRA, PRIMA DI PRENDERE DECISIONI AVVENTATE, CONSIGLIAMO DI RILEGGERE LA CRONACA DEI DISASTRI AMBIENTALI E ALLE SPECIE VIVENTI DEGLI ULTIMI CINQUANT’ANNI

Mentre l’opinione pubblica pugliese inizia a farsi sentire, come l’iniziativa presa a Polignano a Mare, con l’apposizione di firme sullo striscione “No Oil Stopseadrilling “, la fretta con la quale la ministra Federica Guidi si dice pronta a trivellare l’Adriatico in concorrenza con la Croazia, la dice lunga sul senso di responsabilità che dovrebbe guidare l’azione di uno Stato nell’affrontare temi e situazioni che potrebbero essere pagate a caro prezzo dalle popolazioni e dall’ambiente.
Alla Ministra, prima di prendere decisioni avventate, consigliamo di rileggere la cronaca dei disastri ambientali e alle specie viventi degli ultimi cinquant’anni. Ne basterebbe una per tutte, quello della piattaforma Deepwater del Pozzo Macondo nel Golfo del Messico, oppure consultare gli “esperti“ sugli effetti dello sversamento, e perdite, ogni anno di circa 600.000 tonnellate di petrolio nel Mediterraneo, in attesa della Direttiva Europea sulla sicurezza delle operazioni marine in materia di idrocarburi.
L’operazione trivelle dovrebbe svolgersi proprio lungo la costa pugliese, interessando un’area di oltre dodicimila chilometri quadrati, dove sono state rilasciate ventinove concessioni e, secondo stime degli esperti (?), si dovrebbero estrarre tre miliardi di barili di petrolio.
Il nuovo Governatore della Regione Puglia, il Sindaco dei pugliesi, Michele Emiliano ha già annunciato che ricorrerà alla Corte Costituzionale per impedire le trivellazioni in Adriatico. Probabilmente la stessa cosa farà il nuovo Consiglio regionale appena eletto.
Ma il tema, che si trascina dietro grosse implicazioni di natura politica ed economica, di buon vicinato fra nazioni confinanti, di un mare che bagna due coste, di sensibilità differenti, dove il tema della monetizzazione delle scelte, anche quelle pericolose, viene affrontato da punti di vista differenti, richiede il coinvolgimento di una platea più grande del semplice budello di mare Adriatico e della corsa a due fra Italia e Croazia. Il Parlamento Europeo, molto attento alla produzione vinicola, alle etichette dei prodotti, alle quote di produzione, alla certificazione dei medicinali, alle forme del formaggio reggiano, alla pizza col pomodoro e, giustamente, a tante altre direttive sulla salute dei cittadini e dell’Ecosistema, dovrebbe intervenire sul tema della tutela ambientale e marina attraverso strumenti di prevenzione del rischio, soprattutto quando, ad oggi, per l’estrazione di petrolio, non esistono tecnologie e certezze di rischio zero in un mare con caratteristiche estremamente complesse e pericolose per persone, animali e cose.
L’Adriatico, per la sua conformazione chiusa e per il circolo delle correnti dominanti è un mare estremamente esposto ai rischi. Basta, infatti, anche il cattivo funzionamento di un depuratore dei tanti comuni rivieraschi, per scaricare a riva gli effetti dell’inquinamento. Si deve aggiungere che, nella orografia costiera del Gargano, il delicato ecosistema dei laghi di Lesina e Varano, i quali si alimentano e scambiano acqua dal mare, potrebbero essere seriamente e irrimediabilmente perduti in caso di sversamento accidentale di petrolio. Una disastro da effetti inimmaginabile. Basterebbe un pronunciamento, o una Direttiva, per dichiarare l’Adriatico “ mare depetrolizzato “. Esattamente come sono riconosciuti, in ogni continente, tanti territori denuclearizzati. In riferimento, poi, ai vantaggi di natura economica, si deve tener conto che buona parte delle regioni che si affacciano sulle due sponde dell’Adriatico hanno da tempo avviati lunghi processi politici e di governo in materia di turismo, investendo ingenti somme e raggiungendo risultati eccellenti e riconosciuti in tutto il mondo.
Saremo ascoltati? Dal Gargano giunge forte il grido:” Vogliamo triglie, non trivelle! “
(Michele Angelicchio, Vico del Gargano, 20 giugno 2015)

Fonte: Statoquotidiano

I LAVORI SUL PORTO VECCHIO… a Manfredonia

Pubblicato il: 23 giu 2015 - Da Webmaster

lavori porto“Manfredonia pulsa della vitalità del porto”, così il Comune sul web apre la descrizione della nostra infrastruttura più importante. Al momento sul Porto Commerciale o Porto Vecchio, ovvero Moli di Levante e Ponente e Banchina di Tramontana, sono in corso lavori di manutenzione straordinaria della pavimentazione delle banchine, della rete di smaltimento acque meteoriche e nere e riordino dei sottoservizi. Il quadro economico segna un importo totale per l’intero progetto esecutivo di €11.400.000, attinti dal Fondo Infrastrutture CIPE che nel 2008 destinava 30 milioni (poi ridotti a 20) al Porto di Manfredonia. Nel dettaglio, la pavimentazione sarà costituita da mattonelle carrabili (betonelle) e basole alla radice di Levante; per lo smaltimento acque bianche e nere verrà rifatta la rete idrica, con apposite caditoie e vasche per le acque piovane e colonnine per lo scarico delle acque di sentina delle imbarcazioni; l’illuminazione a Tramontana e a Levante sarà spostata dal centro sui lati. Il termine dei lavori per il 31/07/2015 potrà essere rispettato forse per il solo Molo di Ponente ma per la restante parte siamo ancora…in alto mare. Il Direttore dei lavori ing. Donato La Torre, riferisce di un vincolo paesaggistico sul faro, di cui inizialmente non si sapeva, che ha reso necessario inoltrare richiesta di autorizzazione alla Soprintendenza. Gli interventi in atto accresceranno la funzionalità del porto ma, in verità, il miglioramento dei sotto servizi avrebbe una logica più lineare in un ambito portuale in espansione e non in chiara regressione. Il commissario Gaetano Falcone parla di un movimento merci in linea con quello di altri porti simili, ma le cifre non vengono rese pubbliche sul sito istituzionale, come la legge impone e come questo giornale ha già denunciato. I dati alquanto rosei che l’Autorità ci ha fornito stridono con quelli della Capitaneria (Michele Apollonio, ManfredoniaNews.it 08/07/2014). Considerata dunque la crisi delle attività portuali, perché non si è intervenuti direttamente sull’operatività del Porto, accrescendone così l’attrattività per navi ad alto pescaggio tramite opere quali il dragaggio del fondale (ridotto ormai di circa un metro), il rafforzamento della scogliera di Levante e, ancora, il prolungamento della banchina a maggior protezione dalle mareggiate? Un rafforzamento della scogliera, precisa l’ing. La Torre, già fu fatto dal Genio Civile Opere Marittime ma, per i restanti interventi, bisognerà attendere probabilmente altri fondi e altri progetti. Gli operatori portuali, fruitori dell’infrastruttura, non sono stati consultati né in sede di progetto preliminare né per il progetto esecutivo. Essi avrebbero potuto evidenziare, come già lamentarono l’anno scorso, le effettive criticità da considerare prioritarie rispetto al pur importante adeguamento e messa a norma dei sotto servizi. Visto che i fondi del CIPE furono sbloccati, l’ambizioso “Piano di Sviluppo” presentato nel maggio 2014 dall’A.P. lasciava supporre una scala delle priorità che avrebbe privilegiato in prima battuta interventi di portata più ampia, affidandoli magari ad aziende marittime specializzate, che da noi non ci sono. Qui non si tenta di denigrare l’esecuzione dei lavori in corso ma di chiedersi: svilupperanno il potenziale (che già c’è) del porto? Creeranno nuovi posti di lavoro? Dubitarne è lecito. “Ciò che emerge da un’analisi, anche superficiale, della situazione è che, per impuntature politiche o per volontà di far prevalere l’arroganza del potere, le nostre infrastrutture marittime stanno perdendo un’occasione dopo l’altra di rilancio. Ma appare evidente che nessuna bufala elettorale da 30, 50 o 100 milioni di euro può coprire la triste realtà di un porto che perde sempre più posizioni e competitività, e non riesce a produrre né lavoro né ricchezza. È tutto da vedere se il tempo perso si potrà recuperare. Quello che è certo è che la discussione sul porto di Manfredonia dovrebbe tornare a parlare il linguaggio della verità, e tutta la città dovrebbe unirsi su un serio progetto di sviluppo del porto”, così Angelo Riccardi durante la sua prima campagna elettorale (ManfredoniaNews.it n. 5 del 21/02/2010).
Massimiliano Rinaldi

Fonte: Manfredonianews

Secondo il M5S:”La società Energas ha infatti protocollato in data 1 giugno presso il Ministero dell’Ambiente, la regione Puglia, la Provincia di Foggia e il Comune di Manfredonia una impropria istanza di autorizzazione ai sensi della legge 4 aprile 2012 n°35”

angeloriccardi

Manfredonia – ”M5S: ‘dal 1° luglio 2015 Energas potrebbe cominciare lavori per deposito gpl’. Questa notizia è vergognosamente falsa e dimostra l’assoluta mancanza di consapevolezza dell’iter amministrativo, invece di affrontare la questione responsabilmente e con tutti gli elementi a disposizione si continua a diffondere un clima di allarmismo, al momento del tutto infondato”. Lo scrive su facebook il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi, facendo riferimento ad una nota diramata ieri dal Movimento 5 Stelle di Manfredonia.

Secondo la citata nota dei 5 Stelle di Manfredonia – che nel prossimo Consiglio dovrebbero essere rappresentati da 2 consiglieri comunali – ”La società Energas ha infatti protocollato in data 1 giugno presso il Ministero dell’Ambiente, la regione Puglia, la Provincia di Foggia e il Comune di Manfredonia una impropria istanza (secondo il diritto di critica degli autori del comunicato,ndr) di autorizzazione ai sensi della legge 4 aprile 2012 n°35 recante la dicitura “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo, artt. 57 e 57bis”. Grazie alla azione parlamentare del portavoce Giuseppe D’Ambrosio si è riusciti a scoprire la mossa elusiva della società napoletana (secondo il diritto di critica degli autori del comunicato,ndr) atta a evitare ogni confronto politico in sede di giunta regionale e comunale, entrambe ancora in fase di nomina istituzionale.

A seguito di tale istanza nel caso in cui l’ufficio preposto del Comune di Manfredonia non si esprimesse (silenzio assenso), il 1° luglio l’Energas Q8, nonostante sia priva del VIA ministeriale e sebbene la Regione Puglia abbia chiesto una documentazione suppletiva, comincerà i lavori per il megaimpianto da 60.000.000 di litri di GPL”, la conclusione della nota del Movimento 5 Stelle di Manfredonia.

L’atto della Giunta regionale pugliese (05.06.2015). Al momento, come da esclusiva di Statoquotidiano, l’atto ufficiale relativo all’ipotetica realizzazione del deposito gpl a Manfredonia fa riferimento ad una delibera del 5 giugno 2015, con la quale ”la Giunta regionale pugliese ha espresso, nell’ambito del procedimento ministeriale di V.I.A., in conformità a quanto disposto dal Comitato Regionale per la V.I.A. nella seduta del 25.05.2015, parere favorevole condizionato di compatibilità ambientale, all’aggiornamento istanza di V.I.A. presentata in data 10.11.1999 da ENERGAS S.p.A. ex ISOSAR S.r.l di Napoli, per il progetto di costruzione di un deposito costiero di GPL nel Comune di Manfredonia (FG)“.

La discussione sui social. Sui social la discussione generata dalla risposta del sindaco Riccardi sulla nota del Movimento 5 Stelle è andata avanti per ore: ”Sindaco, al di la delle date e delle varie dicerie, ma verrà realizzata quest’opera? e se è si! quali sono le garanzie per la nostra Città? Grazie”. ”Si farà. ..si farà. ..imparate a leggere il politichese….”, ha replicato un altro cittadino. “Si farà … si farà …. imparate dai parchi eolici off-shore che dovevano essere realizzati nel Golfo di Manfredonia ..

Poi l’intervento del sindaco: “Uno cosa è battersi per il no, altra cosa è fare il veggente, rivolgersi al mago Otelma“. Replica dunque del cittadino: “Sindaco, chiedo scusa, la mia domanda è stata fatta in base alle sue conoscenze di fatto, nessuno sta chiedendo di fare il veggente!!!!“.

Anche il parco eolico è in stand by….. sono decisioni prese dall’alto … egregio Sindaco l’era di internet ci rende informati al millesimosecondo .. se lei riuscirà a difendere il ns territorio avrà fatto una cosa giusta per o suoi figli e per i cittadini della sua città onorando il suo mandato”, ha detto ancora un altro utente.

Qui la replica del sindaco Riccardi: “Lei dice una bugia clamorosa, i parchi eolici off-shore non sono in attesa di un bel nulla, sono stati cancellati con decreto del Consiglio dei Ministri – Governo Letta. Qui si usa la tastiera per il solo scopo di far muovere le mani“.

Ancora un intervento di Massimiliano Ritucci (Movimento 5 Stelle): ”Caro Sindaco Angelo Riccardi non capisco perché si scalda così tanto ogni volta che si parla di Energas. Questa non è una questione tra noi e lei, ma dal momento che si continua a dichiarare contrario come noi all’istallazione del Mega Impianto di Stoccaggio di GPL, dovremmo unire le forze e le competenze per contrastarlo coinvolgendo anche l’intera Popolazione di Manfredonia. Lei che dice di conoscere bene l’iter Amministrativo ed è l’unico a non essere preoccupato, dovrebbe spiegarci perché non dovremmo preoccuparci anche noi. Mai come questa volta vorremmo sbagliarci ma per come stanno i fatti e in base alle nostre competenze c’è davvero poco ancora da fare per scongiurare l’insediamento del Deposito. Di certo la soluzione non è continuare ad attendere gli eventi senza intervenire. Concludo invitandola ad essere più chiaro con tutti i suoi concittadini spiegando bene la sua posizione senza continui giochi di parole che invece di tranquillizzare aumentano ulteriormente i dubbi, Buona Domenica anche a Lei”.

FOCUS DEPOSITO GPL ENERGAS – ‘Parere favorevole condizionato di compatibilità ambientale V.I.A. Energas’

Deposito costiero di GPL nel comune di Manfredonia – Loc. Santo Spiriticchio – DOCUMENTAZIONE INTEGRALE PROGETTO ENERGAS SPA – DAL SITO MINISTERIALE

Fonte: Statoquotidiano

Per valorizzazione della cultura del mare “in quanto ‘scrigno’ depositario di valori ambientali, scientifici, culturali e turistico-ricreativi”

museodelmare-manfredonia

Manfredonia – “FINALMENTE a Manfredonia la sede del Museo del Mare. Erano anni che si aspettava questa notizia. Ieri mattina passando da Viale Miramare ho notato lo straordinario graffito , sulla facciata del Museo, dell’artista Valerio Triennese. Ringraziamo a tal riguardo l’Associazione Centro Cultura del Mare, del presidente dottor Renato Sammarco, e dei consiglieri prof. Giovanni Simone e Matteo Starace (da ricordare come Renato Sammarco non ricopre più ad oggi la carica di presidente essendo solo un socio ordinario. A gennaio l’assemblea dei soci ha eletto presidente Giovanni Simone e vicepresidente Matteo Starace,ndr). Ora una domanda: quando aprirà il Museo del Mare a Manfredonia?”.

A riguardo si ricorda che l’architetto della Provincia di Foggia Emanuele Bux aveva comunicato a Stato – l’11 aprile 2014 – che “prima della corrente estate” ci sarebbe stata la conclusione dei lavori. Il tutto ad un anno (12 aprile 2013-12 aprile 2014) dalla sottoscrizione del Protocollo d’intesa regolante i rapporti tra l’Associazione Centro Cultura del Mare di Manfredonia, ed il Comune sipontino, proteso a “sviluppare, potenziare e valorizzazione il patrimonio di beni (attrezzi, utensili, conchiglie, libri, fotografie, ecc.) proprio del Centro Cultura del Mare (C.C.M.), con particolare attenzione alla cultura del mare in quanto ‘scrigno’ depositario di valori ambientali, scientifici, culturali e turistico-ricreativi”.

STORIA. Si ricorda che la G.C. con atto n. 354 dell’08.09.2010 aveva deliberato, tra l’altro, l’individuazione presso il p.t. del Liceo Classico “A. Moro” in viale Miramare di n. 3 locali e servizi per la realizzazione del Museo del Mare in sinergia con l’Amministrazione Provinciale; nella seduta del 07.07.2011 la Giunta Provinciale aveva deliberato l’istituzione del “Museo del Mare” in Manfredonia, individuando quale sede museale i locali del Liceo Classico “Aldo Moro” già individuati dal Comune.

Il 07.07.2012 in Foggia, a Palazzo Dogana, la Provincia di Foggia, il Comune di Manfredonia e l’Autorità Portuale di Manfredonia avevano sottoscritto una Convenzione per la realizzazione del “Museo del Mare” nei citati locali. Con la stessa Convenzione la Provincia di Foggia ha concesso al Comune, in uso gratuito per 6 anni rinnovabili, i locali a piano terra (lato est) del Liceo Classico “A. Moro”. Il 12 aprile 2013 la sottoscrizione del protocollo d’intesa.

COSA DISSE AD APRILE 2014 L’ARCHITETTO BUX A STATO: “PRONTI PER LA CONSEGNA DEI LAVORI”. “Siamo oramai pronti per la consegna dei lavori – disse a Stato l’architetto Emanuele Bux, dirigente di settore del già assessorato dei Lavori Pubblici della Provincia di Foggia, direttore dei lavori e Rup relativamente ai prossimi interventi riguardanti la parte esterna dell’edificio che ospita attualmente il Liceo Classico, con parte interessata relativa alle sale macchine dell’Istituto Nautico – abbiamo già raggiunto un’intesa con una ditta di Foggia; si tratterà di rendere accessibile a tutti il sito dalla parte esterna (che si affaccia sulla Rotonda di viale Miramare,ndr); sarà importante anche rispettare le quote, le colorazioni dello stesso Lungomare. Ripeto: fine aprile per la partenza dei lavori, entro luglio la conclusione”. Spese. “150mila in totale: 100mila già stanziate ed utilizzate dalla Provincia di Foggia per la parte interna, 50mila a carico del Comune di Manfredonia”.

“I 50mila euro stanziati dall’Amministrazione comunale – disse a Stato l’assessore alle attività produttive Antonio Angelillis – saranno utili per l’abbattimento delle barriere architettoniche, così da garantire la massima accessibilità dei locali. Per i ritardi dei lavori, bisogna ricorare – aggiunge Angelillis – la lunga burocrazia per le diverse autorizzazioni (trattandosi di area Demaniale,ndr) oltre ai lavori necessari per la pulizia dei locali, con sala macchine dell’ex Nautico, in disuso, dove è stata rilevata anche la presenza di amianto. Crediamo molto in questa iniziativa; per l’interno i lavori sono stati conclusi; prossimo l’allestimento dei reperti”.

Si attende la partenza (e conclusione) dei lavori. Dunque l’attesa apertura alla Comunità.

ATTO INTEGRALE CONVENZIONE

(Prima pubblicazione: 15 settembre 2014)

Fonte: Statoquotidinao