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collisione del 17-12-2014

Attimi di apprensione per una collisione tra un M/P della flotta sipontina e la Moto/Nave Pacific Ocean  avvenuto ieri sera a largo tra le Isole Tremiti e Pelagosa.

Alle ore 19.00 circa del 17/12/2014, le Sale Operative della Guardia Costiera di Termoli e Manfredonia ascoltavano un MAY DAY lanciato da un M/P che comunicava di essere entrato in collisione con un nave mercantile. La richiesta di aiuto è stata ricevuta da “Bari Radio” che ha permesso l’efficacia delle successive comunicazioni con le unità coinvolte e le motovedette soccorritrici inviate sul posto da Circomare Vieste e Compamare Termoli, Autorità Marittime più vicine alla collisione avvenuta a circa 36 miglia dalla costa garganica.

In primo luogo si richiedeva alle unità coinvolte e quali fossero le condizioni delle persone a bordo e dell’unità e dai primi contatti l’equipaggio del M/P ha comunicato di non essere in pericolo, contestualmente,  si chiedeva alla nave mercantile di rimanere in zona per prestare eventuale assistenza.

collisione del 17-12-2014 2L’unità da pesca, prontamente assistita da altro M/P presente in zona e, successivamente, dalla Motovedetta della Guardia Costiera, dopo le prime verifiche, lamentando solo lievi danni alle sovrastrutture, si è diretta verso terra.

I pescherecci e la nave mercantile venivano intercettati da unità della Capitaneria di porto di Vieste e, successivamente, di Manfredonia  che hanno scortato le unità fino al porto sipontino.

Il convoglio è giunto in porto a Manfredonia alle ore 02:30, allorquando l’equipaggio del M/P, in evidente stato di agitazione per la collisione , è stato visitato dal personale del 118 che non ha registrato traumi e ferite.

Informato, come previsto dalla vigente normativa,  il Consolato di bandiera della nave mercantile.

Sono in corso le indagini previste per acquisire ogni elemento utile per la ricostruzione della dinamica della collisione. A tal fine personale specializzato PSC (Port State Control) della Guardia Costiera di Manfredonia si è recato a bordo della nave e dell’unità da pesca per i rilievi ed accertamenti del caso.

 

Manfredonia, 18 dicembre 2014

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Attimi di apprensione nella mattinata quando alle ore 09.30 una comunicazione da parte del comando della motonave “bunum champion”, battente bandiera di hong kong e ormeggiata nel porto industriale, giungeva alla sala operativa della capitaneria di porto di manfredonia.

Il comandante del mercantile segnalava la presenza di un grosso incendio in un locale di vita ed immediatamente si attivava per affrontare lo stesso con l’impiego delle squadre antincendio di bordo.

Nel frattempo, sotto il coordinamento del comando della capitaneria di porto, venivano allertate le forze di polizia, i servizi portuali (pilota, ormeggiatori e rimorchiatore) e veniva informata la la questura di foggia.

In brevissimo tempo sono giunti sul porto industriale i militari della capitaneria di porto, gli agenti del commissariato di polizia, i suddetti servizi portuali e una squadra dei vigili del fuoco di manfredonia pronta ad intervenire per fronteggiare le fiamme.

Si procedeva, pertanto, ad estringuire l’incendio assicurandosi che nessuno del personale marittimo imbarcato avesse riportato alcun danno fisico e/o infortunio.

Successivamente, pero’, ci si accorgeva che l’incendio aveva causato una rottura di una pompa contenente liquido inquinante il quale si sversava in mare.

Veniva attivato immediatamente il piano locale antinquinamento che prevedeva la chiamata della ditta competente al contenimento della chiazza oleosa tramite panne galleggianti ed  al recupero del prodotto con l’utilizzo dell’apparecchiatura “skimmer” presente a bordo del mezzo navale “scarabeo”, intervenuto sul luogo.

In realta’ si trattava di una esercitazione antincendio portuale ed antinquinamento conclusesi con la simulazione del recupero del materiale sversato in mare e con la ripresa della normale attivita’ lavorativa portuale.

Lo scopo di tali esercitazioni, organizzate periodicamente dalla capitaneria di porto in collaborazione con gli altri enti e forze di polizia coinvolte, e’ quello di testare sul piano pratico l’efficacia delle misure del piano portuale antincendio ed antiquinamento  nonche’ la preparazione del personale chiamato ad intervenire.

Il bilancio e’ sicuramente positivo poiche’ sono state attuate tutte le misure di sicurezza previste e il personale partecipante, compreso l’equipaggio di bordo del mercantile straniero,  ha agito con professionalita’ e tempestivita’.

 

Manfredonia,16.12.2014

 

Trabucco Vieste (Archivio, fonte image: info Vieste)

Trabucco Vieste (Archivio, fonte image: info Vieste)

Bari – LA sesta Commissione presieduta Francesco Ognissanti, ha approvato all’unanimità un disegno di legge che contiene “norme per la conoscenza la valorizzazione ed il recupero dei trabucchi”.

Questa iniziativa legislativa illustrata dall’assessore Angela Barbanente ha lo scopo di salvaguardare, tutelare, valorizzare un manufatto storico, caratterizzante, in modo particolare, il paesaggio costiero del basso Adriatico e che costituisce elemento del patrimonio identitario della Regione Puglia. “La valenza storica del trabucco è data dall’essere strumento di una particolare tecnica di pesca, consistente nell’intercettare, con le grandi reti, i flussi di pesci che si spostano lungo gli anfratti della costa, sfruttando favorevolmente le correnti” – ha spiegato l’esponente del Governo.

“L’indubbio valore identitario del trabucco – ha continuato Angela Barbanente – deriva, quindi, dall’essere non solo testimonianza della tradizionale attività di pesca praticata in alcune zone della Puglia, ma anche dalla circostanza che tali strutture fragili, esposte a degrado naturale e bisognose di ripetuti interventi di manutenzione, rappresentano, ormai, una componente stabile del paesaggio costiero”.
L’articolato normativo del disegno di legge risponde, pertanto, allo spirito degli articoli 2 e 12 dello Statuto regionale, in quanto il “trabucco” rappresenta una componente ambientale, paesaggistica, architettonica e storico culturale da tramandare alle “future generazioni”.

Il disegno di legge si propone il perseguimento di tre concrete finalità:
la preservazione del bene “trabucco”, anche attraverso la previsione di una norma sanzionatoria, la cui applicazione viene demandata all’ente comunale sul cui territorio insistono i “trabucchi” e che procederà all’irrogazione della sanzione nei confronti di chi li danneggia, degrada o rimuove anche parzialmente, in assenza delle dovute autorizzazioni;
la dettagliata definizione del bene “trabucco”, nonché il censimento degli stessi, sia quelli ancora esistenti sia quelli scomparsi; la valorizzazione del bene “trabucco” sia con la previsione di linee guida per il recupero o il ripristino, la conservazione e valorizzazione dei trabucchi, indicandone anche le attività compatibili e includendo la valorizzazione e il recupero dei trabucchi fra gli obiettivi e i piani di valorizzazione e gestione compresi negli Strumenti della programmazione regionale.

“È importante evidenziare – ha concluso l’assessore – che il censimento e le linee guida sono essenziali per tutelare e valorizzare un patrimonio storico e paesaggistico di grande valore identitario con interventi di recupero o ripristino, indicando anche le funzioni compatibili, e per evitare il proliferare di costruzioni lignee sul mare che alla tradizione dei trabucchi si richiamano solo genericamente.

 

Fonte: Statoquotidiano

oasi-lago-salsoL’assessorato alle Risorse Agroalimentari comunica che una scala di risalita ittica, per favorire la migrazione dei giovanili di anguilla, è stata installata presso l’opera di scarico delle vasche dell’Oasi Lago Salso. L’intervento infrastrutturale permetterà alla specie che colonizza il fiume Candelaro di superare l’opera di sbarramento, costituita da una chiusa che regola il livello ed i flussi idrici delle Vasche del Lago Salso, garantendo ai giovanili di anguilla di penetrare nell’area umida che si estende per circa 500 ha tra i fiumi Candelaro e Cervaro in Provincia di Foggia.

In questo modo le anguille potranno continuare il loro ciclo biologico all’interno dei bacini idrici, preclusi alla pesca, contribuendo al ripristino ed alla tutela della specie. Il progetto prevede la possibilità di utilizzare le strutture realizzate anche per avviare il monitoraggio del numero di giovani anguille transitate consentendo, attraverso la acquisizione dei dati, di orientare e modulare la politica di gestione della risorsa.

L’intervento condiviso dalla Regione Puglia, dal Parco Nazionale del Gargano, dalla Provincia di Foggia e dall’Oasi Lago Salso S.p.A. è inserito tra le attività promosse dall’ATI tra la A.S.Q. S.r.l. e la Marelago soc. coop. di Lesina nell’ambito del progetto pilota “Gestione e Conservazione della Risorsa Anguilla nella Regione Puglia”, finanziato con le risorse del Fondo Europeo per la Pesca (FEP 2007-2013) – misura 3.1 “Azioni Innovative”.

Il progetto, svolto sotto la supervisione dell’Istituto di ricerca A.GE.I soc. coop. di Roma, ha previsto il superamento della chiusa a due luci posta allo scarico del sistema di ritenuta Lago Salso, superando il dislivello di circa 150 centimetri con due rampe di risalita inclinate distinte.

La soluzione attuata consente di favorire la risalita delle anguille sia in presenza di flusso idrico per gravità, quando in presenza di massimo livello idrico nei bacini, sia in presenza di basso livello dell’acqua grazie all’installazione di una pompa alimentata da una batteria collegata ad un pannello fotovoltaico. Il sistema ideato, inoltre, oltre a facilitare la risalita delle giovani anguille permette la migrazione dell’anguilla argentina verso il mare.

L’iniziativa è inserita tra le misure del Piano di Gestione dell’Anguilla della Regione Puglia che ha identificato la strategia di gestione sostenibile per l’anguilla europea (Anguilla anguilla) nelle acque interne di competenza che, oltre a prevedere la riduzione dello sforzo di pesca e l’attuazione di piani di ripopolamento, considera prioritari gli interventi tesi a favorire la continuità fluviale per facilitare i movimenti migratori della specie.

Fonte: Manfredonianews.it

fusto metallicoNella giornata di ieri, a seguito di segnalazione circa la presenza sull’arenile di Siponto di un fusto in ferro contenente presumibilmente sostanze oleose, il nucleo di Polizia Giudiziaria della Capitaneria di Porto di Manfredonia, congiuntamente al Nucleo Ambiente ed Ecologia del Comando di Polizia Municipale di Manfredonia, dopo aver appreso la notizia provvedeva ad esperire un sopralluogo in zona, precisamente in un tratto di spiaggia adiacente al Lido Ultima Spiaggia, individuando sul bagnasciuga il fusto segnalato, parzialmente interrato nella sabbia e con lieve fuoriuscita di sostanze oleose.

Il personale intervenuto, dopo aver individuato il rifiuto ed effettuato rilievi fotografici, si sono immediatamente attivati per l’inoltro delle comunicazioni di rito agli enti preposti al fine di far caratterizzare e smaltire lo stesso.

Il Comune di Manfredonia, per quanto di competenza, ha provveduto a far rimuovere il predetto fusto e custodirlo in sicurezza, in attesa della caratterizzazione da parte delle Autorità competenti.

Il nucleo di Polizia Giudiziaria della Capitaneria di Porto di Manfredonia ha prontamente redatto, a carico di persona da identificare, una informativa di reato, ipotizzando le fattispecie delittuose e penalmente rilevanti, di abbandono o deposito incontrollato di rifiuti pericolosi in violazione a quanto disposto dal Testo unico in materia ambientale di cui al D.Lgs. 152/2006.

Fonte: Manfredonianews

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Foggia – MENTRE i lavori dell’inceneritore di Manfredonia restano in proroga fino a gennaio 2015 (una recente delibera della giunta municipale, la n° 197 del 29 agosto 2014, ha differito il termine per la presentazione della documentazione per il rilascio del certificato di fine lavori all’atto della presentazione della domanda di agibilità), sono riprese invece freneticamente, dopo una lunga pausa, le attività relative alle due centrali a biomasse autorizzate in provincia di Foggia, una volta chiusa – sembra, con successo – la fase di financing e di trattativa con le banche.

Sant’Agata di Puglia la centrale a biomasse dell’AgriTRE (Gruppo Tozzi) da 80 MW ha recentemente chiesto ed ottenuto dalla neoinsediata amministrazione comunale, guidata da Gino Russo del movimento civico “CambiaMenti”, il consenso alla realizzazione di un’opera propedeutica: con un provvedimento emanato nel mese di settembre, il Comune subappeninico ha dato il via libera all’allargamento della strada vicinale che collega la SP 119 con la località Viticone, in cui è prevista la cantierizzazione dell’impianto, in modo da rendere possibile il passaggio dei tir.

Il secondo caso riguarda il capoluogo daunio, in cui è prevista da tempo la conversione dell’ex zuccherificio di Borgo Eridania (in località Rignano Scalo) in una centrale termoelettrica da quasi 50 MW. A corredo dell’Autorizzazione Unica concessa dalla Regione Puglia nel 2010 e della convenzione con il Comune di Foggia regolante le compensazioni economiche, la Provincia di Foggia ha emesso in data 29 ottobre l’Autorizzazione Paesaggistica inclusiva delle prescrizioni della Soprintendenza per la pratica ENEL riguardante la costruzione della linea elettrica (per la quale è previsto l’attraversamento sotterraneo del “Tratturo del Re” L’Aquila-Foggia) e di un Posto di Trasformazione da Palo per l’allacciamento del cliente ENTERRA SPA alla rete TERNA.

(A cura di Giuseppe Dimunno – Redazione Statoquotidiano)

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La vicepresidente Angela Barbanente, l’assessore alla Trasparenza Guglielmo Minervini e l’assessore all’EcologiaLorenzo Nicastro hanno presentato questa mattina il disegno di legge “Indirizzi e linee guida per la partecipazione nei processi di trasformazione del territorio”. Con la legge che sarà portata all’attenzione del Consiglio. “E’ nostra intenzione approvarla entro la legislatura” – ha precisato Minervini la Puglia si dota di uno strumento per far intervenire la cittadinanza nella fase di approvazione di grandi infrastrutture o insediamenti sul territorio per i quali sia necessaria la Vas o la Via (Valutazione ambientale strategica o Valutazione impatto ambientale). “Nella Vas – ha spiegato la vicepresidente – già è previsto l’intervento da parte dei cittadini nel processo di approvazione e dcisione, ed è proprio uno degli aspetti più innovativi dello strumento di pianificazione. Con questa legge lo normiamo. La nuova legge non modifica alcuna procedura, ma diamo sostanza e operatività alla partecipazione. Quindi non riduciamo la partecipazione ad adempimento formale ma diamo effettività a quel che fino ad oggi spesso è stato bizantinismo pro-forma”. “E’ un momento importante – ha commentato Minervini – il testo è stato a lungo incubato ed è il frutto di una sperimentazione e collaudo. Con la legge decidiamo quali sono le condizioni per l’effettività dell’intervento dei cittadini prima delle decisioni su interventi sul territorio: un tema caldissimo perché sappiamo che quando si trasforma il territorio ci sono complesse questioni che spesso generano conflitti e discussione pubblica. Ad esempio, per il gasdotto Tap, ma penso ai depuratori, alla statale 275, alla regionale 8, ai depuratori, alle discariche. La modalità di consultazione così come è oggi mostra la corda e il conflitto si avvita su sé stesso, facendo arenare le opere pubbliche o costringendo a slalom continui i decisori. Con questa norma diamo affettività al diritto dei cittadini alla partecipazione, dando risposte strutturali a quanto richiesto dai territori che esprimono dubbi o volontà”. L’assessore all’Ecologia, Nicastro, ha ringraziato – insieme a Minervini – il gruppo di lavoro che ha stilato il testo, formato in gran parte da dirigenti e funzionari regionali. “La legge regionale arriva proprio quando leggiamo il testo del decreto legge “sblocca Italia” che nei fatti esautora le regioni e i territori da ogni decisione su numerose questioni. Con il ddl battiamo un colpo quando si sta completamente riscrivendo il titolo V della Costituzione, con ipotesi che vogliono ridurre a un silenzio irrilevante le autonomie regionali. Lo vediamo al nord con la Tav, qui con la Tap: i territori reclamano partecipazione prima e a monte delle decisioni e dei progetti definitivi. Ma le Regioni spesso nei procedimenti Via hanno la possibilità di esprimere pareri non vincolanti. L’unico modo per renderli effettivi è di renderli socialmente vincolanti e lo facciamo con questa legge che presentiamo in questo momento di scontro fortissimo tra Governi centrali e regionali”.

La sintesi del Ddl 

La Regione Puglia  ritiene che le infrastrutture e gli interventi sul territorio non possano mai essere considerati neutri perché coinvolgono aspetti che riguardano l’etica, l’estetica, la funzionalità e la creatività e sono necessariamente connessi alla visione di futuro della comunità. Gli spazi decisionali in merito devono quindi essere aperti alla partecipazione dei cittadini per assicurare la qualità, la sostenibilità e la realizzabilità delle politiche di trasformazione del territorio. Integrando quindi capacità emerse dalla pratica dei processi partecipativi con competenze giuridiche specifiche,  è stato redatto un disegno di legge che riporta principi e linee guida per rendere effettiva, come previsto dall’art.3 della Costituzione, la partecipazione dei cittadini. Nel merito, la legge non prescrive tecniche e metodi unici e standardizzati, ma prevede i livelli essenziali che ogni processo partecipativo deve garantire per essere effettivo:

Coinvolgimento

Devono essere coinvolti tutti i soggetti che possono essere interessati all’intervento: abitanti singoli o organizzati, associazioni del territorio, organizzazioni di partecipazione, formazioni sociali, soggetti collettivi privati di qualunque natura e costituiti in qualunque forma giuridica, istituzioni pubbliche, enti locali territoriali.

Informazione qualificata

Al fine di garantire l’efficacia del processo partecipativo, il soggetto proponente è tenuto a predisporre materiali informativi esaustivi, scritti in linguaggio non specialistico e comprensibile da tutti i cittadini, orientati a descrivere il problema da affrontare e le proposte d’intervento e le relative implicazioni dal punto di vista ambientale, sociale, economico e culturale.

Progettazione condivisa

La progettazione condivisa è fondata preliminarmente sull’analisi multifunzionale del contesto in cui è maturata la necessità di intervento, al fine di avvicinare e riconnettere i partecipanti all’interesse collettivo. Deve attivare, raccogliere e restituire, conoscenza raccordando e integrando il sapere specialistico con quello delle comunità.

Attuazione, gestione e monitoraggio dell’intervento

Il processo partecipativo accompagna la trasformazione del territorio nelle fasi di attuazione, gestione e monitoraggio. Vanno previste attività periodiche di informazione, resoconto e confronto sullo stato dell’arte dell’intervento al fine di creare le condizioni per introdurre tempestivamente eventuali varianti correttive e sostenibili.

Trasparenza e tracciabilità

Va assicurata la tracciabilità completa del processo partecipativo attraverso adeguati strumenti che ne rendano pubblici e accessibili: lo sviluppo dell’agenda, la qualificazione degli eventi, i partecipanti, i documenti prodotti nel corso del processo partecipativo, i resoconti dei dibattiti, delle attività e delle fasi del processo partecipativo. Deve essere altresì garantita la massima diffusione e trasparenza delle informazioni disponibili.

Decisione

L’obiettivo del processo partecipativo è quello di costruire decisioni condivise sia in fase di progettazione che di attuazione, gestione e monitoraggio di interventi di trasformazione del territorio. In caso di mancato accordo, la decisione finale resta comunque di competenza dell’ente proponente che si impegna a motivarla adeguatamente tenendo conto di tutti gli orientamenti emersi e a pubblicizzarla tempestivamente. Il processo di partecipazione deve concludersi entro sei mesi dal suo avvio. La Regione Puglia, con questa legge, e in continuità rispetto alle scuole di partecipazione già realizzate in tutte le province pugliesi, si impegna a sostenere l’evoluzione qualitativa dei processi partecipativi al fine di produrre nuovi paradigmi di corresponsabilità e sostenibilità dei processi di trasformazione degli spazi di vita.

 Fonte: www. immediato.net

La nostra città presente alla manifestazione velistica che si svolge a Trieste, per promuovere i prodotti agroalimentari della nostra terra. Progetto condiviso dalla Regione Puglia che ha disposto un proprio contributo economico.
Nei dieci giorni di eventi della quarantaseiesima edizione della Barcolana, tra concerti, mostre e degustazioni, è presente anche Manfredonia. La nostra città prenderà parte alla regata velica internazionale con il maggior numero di barche al mondo sulla stessa linea di partenza, che si svolge a Trieste sino al 12 ottobre prossimo, realizzando attività di promozione a favore del marchio “Prodotti di Qualità Puglia”, marchio collettivo comunitario con indicazione territoriale, istituito dalla Regione Puglia per valorizzare la produzione agroalimentare di qualità pugliese.
Il Sindaco Angelo Riccardi e l’Assessore Antonio Angelillis hanno interloquito con l’Assessore Regionale alle Risorse Agroalimentari Fabrizio Nardoni, che ha condiviso la valenza di questo ulteriore veicolo promozionale. La Commissione incaricata della valutazione dei progetti e delle proposte di promozione ha ritenuto la richiesta conforme alle disposizioni e la Giunta Comunale ha deliberato ieri, 6 ottobre 2014, la realizzazione del progetto, avvalendosi del contributo regionale di 15.000 euro per una serie di attività.
“Sicurezza alimentare, qualità, valorizzazione e tutela delle produzioni agroalimentari risultano fondamentali per migliorare il posizionamento dei prodotti sui mercati. I prodotti tradizionali – considera l’Assessore Angelillis – sopravvivono nel tempo ed il loro legame con i luoghi di produzione determina l’elemento di qualificazione e differenziazione. Questo spiega il loro valore gastronomico e culturale”.
In quel di Trieste sarà allestito uno spazio apposito dove tanto gli equipaggi in gara quanto i giornalisti e le istituzioni presenti all’evento potranno degustare prodotti agroalimentari a marchio “Prodotti di Qualità Puglia”. Previsti incontri formativi ed informativi con i visitatori della Barcolana e con le associazioni del Triveneto, in particolar modo con l’associazione “Pugliesi a Trieste”. Inoltre l’imbarcazione della Lega Navale Italiana sezione di Manfredonia, con logo “Prodotti di Qualità Puglia” (lato posteriore, le due fiancate e vela), navigherà da Manfredonia a Trieste e lì resterà  attraccata alle banchine del porto dall’8 all’11 ottobre prossimo ed il giorno successivo parteciperà alla gara ufficiale.
“Occuparsi di produzioni territoriali rappresenta il modo più efficace di tutela dell’ambiente nel rispetto della biodiversità. L’agricoltura di qualità – chiosa Angelo Riccardi – può nascere esclusivamente da un territorio sano e produrre cibi sani aiuta a preservare l’ambiente. Questa maniera di concepire agricoltura, artigianato e turismo appare il modo più intelligente e solido per garantire non soltanto la tutela dell’ambiente, ma anche la promozione culturale e lo sviluppo del territorio”.

Fonte: Ufficio Stampa e Comunicazione – Città di Manfredonia (FG)

Raffaele FalconeManfredonia – L’ASSOCIAZIONE piccola pesca “Amici del mare” ha proceduto nei giorni scorsi al rinnovo dell’organo direttivo eleggendo nuovo presidente Raffaele Falcone. Sarà affiancato dal vice presidente Matteo Vitulano, dal segretario organizzativo Gaetano Castriotta e dagli altri componenti del cda.

La decisione risponde all’esigenza di rafforzare l’operatività del sodalizio costituito per attuare iniziative tese al sostegno della piccola pesca costiera, spaziando a 360 gradi: dallo studio e applicazione di un piano di gestione delle risorse e degli specchi d’acqua alla valorizzazione della qualità del pescato degli associati; dal mercato ittico da rendere una struttura dedita anche alla trasformazione e commercializzazione del prodotto ittico, alla eliminazione delle conflittualità con le altre attività di pesca.

Raffaele Falcone, da sempre vicino al mondo dei marittimi e della pesca sia per aver svolto lavoro negli uffici di sanità marittima di Molfetta e Manfredonia, sia per il ruolo che tuttora svolge in ambito sindacale in qualità di coordinatore territoriale della Flai Cgil pesca, porta con sé e mette a disposizione degli associati un bagaglio di esperienze di tutto rispetto: “i lavoratori della pesca –ha ribadito- hanno bisogno di essere seguiti e assistiti, non solo a livello previdenziale ma anche per gli aspetti che riguardano, ad esempio, la sicurezza nei luoghi di lavoro, il riconoscimento della malattia professionale, le normative vigenti, le nuove prospettive di occupazione legate a progetti e quali di essi hanno maggiori possibilità di essere finanziati con i fondi strutturali comunitari, nazionali e regionali, e via discorrendo.

C’è decisamente molto da fare: la flotta peschereccia di Manfredonia rappresenta ancora una risorsa per l’economia cittadina ma c’è troppa disorganizzazione oltre al rischio di soccombere sotto il peso dei costi di gestione e di una crisi che ha segnato l’intero mondo produttivo italiano”.

“Dobbiamo convincerci che siamo tutti sulla stessa barca, armatori e pescatori – aggiunge il segretario Castriotta – e solo così avremo più chance di raggiungere risultati importanti e duraturi per il comparto. A Manfredonia, nell’ultimo decennio, la flotta peschereccia, tra piccola pesca e barche d’altura, si è ridotta di due terzi, passando da 600 a circa 200 unità. Le chiusure delle imprese di pesca e le vendite dei motopesca, soprattutto quelli più grandi, sono all’ordine del giorno. Ma attenzione: non le vendiamo alla Germania o alla Spagna, ma ai nostri colleghi della Sicilia dove, evidentemente, questi nuovi acquisti con cui si vanno a rimpolpare le flotte pescherecce, rivelano che c’è un approccio differente alla crisi del settore. Su questo ed altri temi dobbiamo seriamente riflettere”.

 

Fonte: Statoquotidiano.it

AREA di stoccaggio dei detriti di Rodigarganico

Rodi Garganico – AREA di stoccaggio dei detriti di Rodigarganico: “zona non transennata a parte dei pezzi di legno ed un pò di nastro colorato”. E’ quanto segnalato su Facebook.

“I rifiuti sono stati trattati come inerti normali trascurando l’impatto che la loro non nota provenienza potrebbe causare sulla salute pubblica e sull’ambiente visto che l’area scelta è in riva al mare in balia degli agenti atmosferici, ovviamente trascurando le normative vigenti (potrebbe esserci di tutto da animali morti all’amianto)”, scrive Maurizio Marrese.

“Devo segnalare che ad ogni modo l’impatto su questo tratto di spiaggia è ormai segnato. Se ho capito come funziona il Gargano, lasciatemi pensare che questi detriti saranno usati a breve per fare un ignobile rinascimento di questo piccolo tratto di spiaggia, risolvendo all’italiana capra e cavoli. La superficialità nel gestire l’emergenza e la pessima gestione del territorio è preoccupante, oggi ma soprattutto per il Gargano, ove devo segnalare una totale mancanza di una cabina di regia ( ma dov’è il #‎parconazionaledelgargano?) cosi come fu per gli incendi del 2007, dove il caos permise disastri peggiori dell’incendio stesso!”.

FOTOGALLERY MAURIZIO MARRES

Fonte: Statoquotidiano.it