Il Centro Cultura del Mare A.P.S. di Manfredonia, sempre in prima linea in tema di salvaguardia e protezione dell’ecosistema e della biodiversità marina,  ha confermato anche quest’anno con i patrocini del Comune di Manfredonia – Assessorato all’Ambiente e l’AICS  l’adesione alla lodevole iniziativa promossa dall’Associazione Ambientalista Marevivo: “Ma  il mare non vale una cicca?”, che si è tenuta il 2 e 3 agosto a Manfredonia e Zapponeta

 

La campagna nazionale di sensibilizzazione coordinata dal Centro Cultura del Mare ha riscosso un grande successo tra i bagnanti

 

Hanno collaborato con entusiasmo e sensibilità le associazioni: L’Isola che non c’è e  Daunia Tur di Manfredonia e la Fidas di Zapponeta.

A Manfredonia sono stati coinvolti i seguenti siti balneari: Baia Lucio Dalla “l’Isola che non c’è”;  Spiaggia libera Cala Acqua di Cristo fino  alla sede della Lega Navale Italiana (Sirenetta); Lido  41° Parallelo  Beach e alcune spiagge libere c/o il lungomare di Siponto.

A Zapponeta è stata interessata una vasta zona a cominciare dalla Spiaggia libera c/o Euro Parcheggio e un lungo tratto di arenile di circa 10 Km.

I volontari sono stati accolti con interesse e un pizzico di curiosità  dai bagnanti che hanno apprezzato l’iniziativa e gradito il gadget , un contenitore tascabile  porta mozziconi di sigarette, lavabile e riutilizzabile.

In particolare a Zapponeta i bagnanti hanno mostrato molto entusiasmo e partecipazione all’iniziativa tanto che molti fumatori, per ricevere il porta cicche hanno accettato la proposta dei volontari della Fidas “Un posacenere in regalo in cambio di una sigaretta spezzata.” strano ma vero, questo simbolico e singolare gesto fatto da molti, era il loro impegno futuro a fare buon uso del porta mozziconi.

.  Ai fumatori più incalliti è stato consigliato : “Se proprio non riuscite a smettere di fumare, almeno non inquinate “.

Un comportamento attento all’ambiente può generare un effetto positivo a catena. Se stimiamo un consumo medio di 12 sigarette al giorno per fumatore (dati dell’Istituto Superiore della Sanità), si può ragionevolmente affermare che sono oltre 16 milioni le cicche risparmiate al mare e alla spiaggia per effetto delle 6 edizioni, per un totale di oltre mezzo milione di posacenere distribuiti. Un mozzicone di sigaretta impiega da 1 a 5 anni prima della completa degradazione,

“Non dobbiamo dimenticare che il mare non è solo un luogo dove passare le proprie  vacanze, ma un ambiente dove persone e specie marine vivono tutto l’anno. Ognuno di noi può fare la differenza, attraverso l’impegno di tutti e assumendo comportamenti più responsabili e rispettosi dell’ambiente. Nulla più di una semplice cicca di sigaretta dimostra quanto possiamo fare tutti, ogni giorno e con  gesti più semplici: riporre il mozzicone di sigaretta nell’apposito posacenere anziché abbandonarlo sulla spiaggia. – ha commentato Carmen Di Penta Direttore Generale di Marevivo-.

In questa sesta edizione di Marevivo 2014 sono stati distribuiti120.000 posacenere su oltre 400 spiagge, comprese 22 Aree Marine Protette mentre a Manfredonia-Zapponeta circa 500..

             PER SALVARE IL MARE UN PICCOLO GESTO   – UN GRANDE VANTAGGIO 

Comunicato Centro Cultura del Mare A.P.S – Manfredonia

Il 2 e 3 agosto torna per il sesto anno consecutivola campagna promossa da Marevivo

per proteggere il mare dall’abbandono dei mozziconi.

Saranno distribuiti 120.000 posacenere su oltre 400 spiagge italiane,

comprese22 Aree Marine Protette.

 

 Un ponte lungo 500 km che collega Roma e Cagliari: tante sono le cicche di sigaretta

che ogni estate potrebbero essere risparmiate al mare.

 

 Come ogni anno, la campagna è promossa dall’associazione Marevivo in collaborazione con JTI (Japan Tobacco International), con il supporto del Sindacato Italiano Balneari, il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e il sostegno del Corpo delle Capitanerie di Porto. Testimonial dell’edizione 2014 Massimiliano “Max” Giusti, attore, comico, conduttore televisivo, doppiatore e imitatore, che ha deciso di sostenere la campagna, condividendo l’impegno di Marevivo a difesa del mare italiano.

 

Saranno 42 le località della Puglia coinvolte nell’iniziativa, tra le spiagge e gli stabilimenti balneari di Margherita di Savoia, Vieste, Marina di Lizzano, Castellaneta Marina,Chiatona, Marina di Leporano, San Cataldo, Pescoluse, Santo Spirito, Giovinazzo, Giovinazzo – Località Trincea, Savelletri, Gallipoli – Punta della suina, Manfredonia, Siponto, Zapponeta, Bisceglie, Barletta.

Partepano attivamente alla campagnaanche le Aree Marine Protette Torre Guaceto, Porto Cesareo e Isole Tremiti, l’Ente Parco Nazionale del Gargano e, infine, i Comuni di Monopoli e Torricella.

Il Centro Cultura del Mare A.P.S di Manfredonia con i patrocini del Comune di Manfredonia- Assessorato all’Ambiente e dell’AICS,  in collaborazione con le Associazioni:“L’Isola che non c’è”, FIDAS di Zapponeta e Daunia Tur di Manfredonia, ha aderito alla campagna nazionale promossa dall’Associazione Marevivo “Ma il Mare non vale una cicca?”. Il 2 e 3 agosto, i volontari delle Associazioni distribuiranno ai bagnanti dei  posacenere tascabili, lavabili e riutilizzabili.

L’iniziativa, che ogni anno avvicina e informa migliaia di bagnanti, intende  promuovere un gesto semplice, da cui dipende però l’integrità delle nostre spiagge e dei nostri mari: riporre il mozzicone di sigaretta nell’apposito posacenere anziché abbandonarlo sulla spiaggia.

Infatti, se stimiamo un consumo medio di 12 sigarette al giorno per fumatore (dati dell’Istituto Superiore della Sanità), si può ragionevolmente affermare che sono oltre 16 milioni le cicche risparmiate al mare e alla spiaggia per effetto delle sei edizioni, per un totale di oltre mezzo milione di posacenere distribuiti.

“Basta con i mozziconi sulla spiaggia e in mare, una volta e per tutte impariamo a considerare la cicca di sigaretta per quella che è effettivamente: un rifiuto e, come tale, va gettato in maniera corretta. Nulla più di una semplice cicca di sigaretta dimostra quanto possiamo fare tutti, ogni giorno e con i gesti più semplici, per migliorare l’ambiente che ci circonda – ha commentato Carmen Di Penta, Direttore Generale di Marevivo – Anche quest’anno la nostra iniziativa ‘Ma il mare non vale una cicca?’ mostra come, attraverso l’impegno di tutti e assumendo comportamenti più responsabili e rispettosi dell’ecosistema marino, si possa difendere e tutelare le nostre spiagge e le nostre coste.

Anni d’inquinamento possono essere scontati agli oceani se si evita di disperdere nell’ambiente i rifiuti, anche i più piccoli: un mozzicone di sigaretta, ad esempio, impiega da 1 a 5 anni prima della completa degradazione. Il problema può sembrare contenuto se considerato su scala individuale, ma assume dimensioni importanti a livello aggregato: basti pensare che i mozziconi di sigaretta, al primo posto nella lista dei 10 rifiuti più raccolti nelle strade, costituiscono tra il 30 e il 40% dei rifiuti nel Mar Mediterraneo (dati del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente – UNEP).

Questi numeri spiegano l’importanza della campagna “Ma il mare non vale una cicca?” e vanno associati ai risultati potenziali dell’iniziativa, che quest’anno coinvolge anche 22 aree marine protette.

Ogni posacenere può contenere fino a un massimo di sei mozziconi, e ipotizzando che venga riempito e svuotato due volte al giorno (ogni fumatore consuma una media di 12 sigarette al giorno – dati Istituto Superiore Sanità), si può calcolare che verranno risparmiati al mare 1.440.000 mozziconi al giorno (120.000 posacenere x 12 mozziconi), 2,8 milioni considerando soltanto i due giorni della campagna.

 

 

Manfredonia – Zapponeta, i siti coinvolti nell’iniziativa:

Sabato 2 agosto 2014 – Manfredonia

 

ore   9,30:  Baia Lucio Dalla “ L’Isola che non c’è “ c/o Acqua di Cristo –

ore 10,30: Cala “Acqua di Cristo”  Manfredonia

ore 11.00:  Spiaggia libera c/o  “Euro Parcheggio”  Zapponeta.

 

 

Domenica 3  agosto 2014 –


ore 9.00:   Spiaggia libera  – Zapponeta

ore 10,00:  41° Parallelo Beach – Lungomare del Sole – Siponto

ore 10,30:  Cala Acqua di Cristo

ore 11.00:  Spiaggia libera – Lungomare del Sole  – Siponto –

 Per lasciare un rifiuto ci metti un secondo. La spiaggia se lo ricorderà per anni.

 

Galleria fotografica a cura di Benedetto Monaco

eolico-offshoreLegambiente: “È arrivato il momento che il Governo sblocchi la situazione dei troppi progetti di eolico off shore fermi in Italia. Inaccettabile che si accolgono a braccia aperte progetti di nuove estrazioni petrolifere e si fermino quelli da fonti rinnovabili”

Storie, numeri e analisi nel dossier:  “Trivelle SI, Eolico off-shore NO. Da Taranto a Termoli, da Gela a Manfredonia tutte le barriere all’eolico in mare e il via libera alle trivelle”

 

Nessun impianto eolico off-shore, malgrado a largo delle coste italiane siano stati presentati in questi anni 15 progetti di impianti eolici, nel più totale disinteresse di Governo e Confindustria. Eppure da Termoli a Brindisi, da Manfredonia a Gela, negli stessi ambiti dove gli impianti eolici off-shore si trovano di fronte a barriere insormontabili, potrebbero invece aprirsi nei prossimi mesi cantieri per nuove piattaforme petrolifere. Una scelta miope, che va contro gli interessi dell’ambiente, del clima, del Paese e dei suoi cittadini. Le stesse Regioni e Soprintendenze, solerti nel fermare l’eolico a largo delle coste, continuano invece a chiudere entrambi gli occhi di fronte alle proposte di villette, villaggi turistici, palazzi e porticcioli. Al solito in Europa la situazione è ben diversa: crescono le installazioni di impianti eolici off-shore – oltre 5.000MW complessivi, con 58mila posti di lavoro creati -, e una prospettiva di arrivare a 40 GW al 2020 capaci di soddisfare almeno il 4% della domanda elettrica europea, anche per i continui miglioramenti tecnologici e di produzione. In Italia le potenzialità dell’eolico off shore sono significative in alcuni tratti di mare e potrebbero soddisfare i fabbisogni elettrici di 1,9 milioni di famiglie. Da Per questi motivi Legambiente chiede al Governo di scegliere una strada realmente innovativa, come avrebbe detto qualcuno, che #cambiaverso alle politiche per il Mediterraneo e l’energia. Una strada che premi l’innovazione e la tutela ambientale, puntando sullo sviluppo dell’eolico off-shore attraverso progetti integrati nel paesaggio.

È l’appello che arriva da Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente a difesa dei mari e delle coste italiane, in navigazione  a ridosso del Gargano, nel presentare il dossier “Trivelle SI, Eolico off-shore NO. Da Taranto a Termoli, da Gela a Manfredonia tutte le barriere all’eolico in mare e il via libera alle trivelle”.

“Senza ipocrisie è arrivato il momento che Renzi e i suoi Ministri si esprimano sull’eolico off-shore – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Il premier dovrebbe dare il via libera al decreto Sblocca-Italia proprio in questi giorni e gli abbiamo in più occasioni segnalato cosa davvero serve al Paese per aprire nuove e significative prospettive di sviluppo. A partire proprio dalle rinnovabili, il cui contributo nel 2013 in Italia è stato pari al 33% dei consumi complessivi, attraverso un mix di fonti diverse e un sistema sempre più distribuito. Continuare in questa crescita è possibile e nell’interesse dell’Italia e dell’ambiente, per fermare i cambiamenti climatici. L’eolico off-shore può contribuire in questo mix di produzione pulita. Purtroppo, invece, nelle scelte fino ad oggi di Governo si sta scegliendo una strada completamente diversa, quella del via libera al petrolio e tasse e barriere contro le fonti rinnovabili, come purtroppo è avvenuto con il fotovoltaico con il Decreto Spalma-incentivi. Eppure le stesse stime del ministero dello Sviluppo economico calcolano che le riserve di petrolio presenti nei fondali marini italiani coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane. I vantaggi per le compagnie petrolifere sono più che evidenti, visto che in Italia trovano una sorta di Eldorado con royalties bassissime, ma quali sono quelli per il nostro Paese e quali i rischi ambientali per l’intero Mediterraneo? Noi proponiamo un’idea diversa: fare del Mediterraneo un  laboratorio di innovazione energetica pulita, accessibile e distribuita”.

L’ipocrisia delle politiche energetiche italiane sta nel fatto che in teoria l’Italia, obbligata dalle direttive Europee, nel Piano di azione nazionale sulla promozione delle fonti rinnovabili prevedeva per gli impianti eolici off-shore un obiettivo crescente dai 100 MW che si sarebbero dovuti installare nel 2013 fino ad arrivare a 680 MW nel 2020. Nel 2012, con la revisione degli incentivi alle fonti rinnovabili (DM 6 luglio 2012), per gli impianti off-shore eolici erano stati previsti 650 MW da assegnare tramite aste. In teoria. Perché nella pratica nessun impianto eolico off-shore è in funzione o in cantiere, addirittura le aste sono andate deserte. Per tutti i progetti di impianti eolici off-shore presentati in Italia sono sorti problemi nelle autorizzazioni – malgrado alcuni procedimenti si siano conclusi con pareri di VIA positivi – con ricorsi amministrativi, contrapposizioni tra Ministeri, Soprintendenza, Regioni, Enti Locali. La ragione è semplice da spiegare: per gli impianti eolici off-shore non esistono riferimenti normativi che definiscano in maniera adeguata le regole per le autorizzazioni o per confronto con il territorio, e neanche sono in vigore le linee guida per le valutazioni che ad esempio valgono per i progetti presentati sul territorio italiano. Eppure per lo stesso Renzi, come per il Ministro dello Sviluppo economico Guidi, semplicemente l’eolico off-shore non esiste, tanto che non hanno neanche risposto a una lettera inviata dalle imprese che hanno i progetti bloccati. Per altri impianti, in una situazione del genere, Confindustria avrebbe fatto sentire alte le proprie grida.

L’assenza di regole chiare è tale per cui una soprintendenza può bloccare un progetto eolico off-shore anche se posizionato a diversi chilometri dalla costa o di fronte a un impianto siderurgico. Per motivi estetici e senza che vi siano riferimenti da seguire di alcun tipo nell’analisi dei progetti.  Spesso poi è quantomeno discutibile la posizioni di molte Regioni che sull’eolico off-shore riscoprono improvvisamente una vena ambientalista. Esemplare, ad esempio, la posizione del Presidente della Regione Sicilia Crocetta, schierato in prima linea contro un impianto eolico in mare a Gela e disponibile a contrattare con Eni e altri perforazioni a terra e nei mari siciliani.

Chiediamo al Governo italiano, semplicemente, di copiare quanto fatto negli altri Paesi europeidove  la gestione dei progetti avviene in maniera molto diversa e trasparente – conclude Zanchini -. Renzipotrebbe fare come in Spagna, dove sono state individuate le aree da tutelare per ragioni ambientali o di rotte commerciali e dove non è consentito presentare progetti, in modo da escludere proposte ed evitare polemiche come avvenuto in questi anni da noi per progetti, come in Sardegna, presentati in aree di straordinaria qualità ambientale, paesaggistica e vocazione turistica. Oppure di fare come in Francia dove il Governo, attraverso il confronto con gli Enti Locali, ha individuato le aree dove è possibile presentare impianti eolici e ha messo a gara la realizzazione”.

Il dossier completo è scaricabile al seguente link: http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/trivelle-si-eolico-shore-no

La situazione dei progetti off-shore in Italia

Regione/Comune Avvio della procedura (anno) Potenza prevista (MW) Stato della procedura Realizzato o in realizzazione
Sardegna, Cagliari 2013 72 Contrari Regione, Comuni, Capitaneria. NO
Sardegna, Porto Torres 2012 100 Contrari Regione, Comune. Progetto ritirato. NO
Sardegna, Oristano 2009 320 Contrari Regione, Comuni. Progetto ritirato. NO
Toscana, Pisa, Vecchiano, San Giuliano 2012 136 Contrari Regione, Comuni. NO
Puglia, Mattinata, Margherita di Savoia, Manfredonia 2008 300 Contrari Regione, Comuni. Bocciato in Consiglio dei Ministri il 14/2/2014. NO
Puglia, Taranto 2010 30 Contrari Regione, Provincia, Comune, Soprintendenza. VIA positiva nel 2012, chiusa procedura Ministero Infrastrutture  febbraio 2014. NO
Puglia, Tricase 2010 90 Parere positivo Regione. Impianto sperimentale galleggiante. NO
Puglia, Chieuti, Campomarino, Serracapriola 2008 150 Contrari Regione e Comuni. Bocciato in Consiglio dei Ministri il 14/2/2014. NO
Puglia, Manfredonia 2012 342 In procedura di VIA. Contrari Regione, Comune. NO
Puglia, Brindisi, Torchiarolo, San Pietro, Vernotico, Lecce 2008 150 VIA negativa nel 2011. NO
Puglia, Brindisi, Torchiarolo, San Pietro, Vernotico 2013 108 Contrari Regione e Provincia. NO
Sicilia, Petrosino, Mazara del Vallo 2013 172 Contrari Regione e Comuni. NO
Sicilia, Pantelleria 2009 228 VIA negativa.  NO
Sicilia, Gela, Butera 2007 136 Contrari Regione, Comuni, Ministero dei beni culturali. OK in Consiglio dei Ministri a maggio 2012. NO
Molise, Termoli 2006 162 VIA positiva nel 2009. Contrari Regione, Comuni, Soprintendenza. Procedura in Consiglio dei Ministri. NO
Emilia Romagna, Rimini 2013 40 In fase di studio di fattibilità NO

 

Fonte: ManfredoniaNews.it

Il 2 e 3 agosto torna per il sesto anno consecutivola campagna promossa da Marevivo

per proteggere il mare dall’abbandono dei mozziconi.

Saranno distribuiti 120.000 posacenere su oltre 400 spiagge italiane,

comprese22 Aree Marine Protette.

 

 Un ponte lungo 500 km che collega Roma e Cagliari: tante sono le cicche di sigaretta

che ogni estate potrebbero essere risparmiate al mare.

 

 Come ogni anno, la campagna è promossa dall’associazione Marevivo in collaborazione con JTI (Japan Tobacco International), con il supporto del Sindacato Italiano Balneari, il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e il sostegno del Corpo delle Capitanerie di Porto. Testimonial dell’edizione 2014 Massimiliano “Max” Giusti, attore, comico, conduttore televisivo, doppiatore e imitatore, che ha deciso di sostenere la campagna, condividendo l’impegno di Marevivo a difesa del mare italiano.

 

Saranno 42 le località della Puglia coinvolte nell’iniziativa, tra le spiagge e gli stabilimenti balneari di Margherita di Savoia, Vieste, Marina di Lizzano, Castellaneta Marina,Chiatona, Marina di Leporano, San Cataldo, Pescoluse, Santo Spirito, Giovinazzo, Giovinazzo – Località Trincea, Savelletri, Gallipoli – Punta della suina, Manfredonia, Siponto, Zapponeta, Bisceglie, Barletta.

Partepano attivamente alla campagnaanche le Aree Marine Protette Torre Guaceto, Porto Cesareo e Isole Tremiti, l’Ente Parco Nazionale del Gargano e, infine, i Comuni di Monopoli e Torricella.

Il Centro Cultura del Mare A.P.S di Manfredonia con i patrocini del Comune di Manfredonia- Assessorato all’Ambiente e dell’AICS,  in collaborazione con le Associazioni:“L’Isola che non c’è”, FIDAS di Zapponeta e Daunia Tur di Manfredonia, ha aderito alla campagna nazionale promossa dall’Associazione Marevivo “Ma il Mare non vale una cicca?”. Il 2 e 3 agosto, i volontari delle Associazioni distribuiranno ai bagnanti dei  posacenere tascabili, lavabili e riutilizzabili.

L’iniziativa, che ogni anno avvicina e informa migliaia di bagnanti, intende  promuovere un gesto semplice, da cui dipende però l’integrità delle nostre spiagge e dei nostri mari: riporre il mozzicone di sigaretta nell’apposito posacenere anziché abbandonarlo sulla spiaggia.

Infatti, se stimiamo un consumo medio di 12 sigarette al giorno per fumatore (dati dell’Istituto Superiore della Sanità), si può ragionevolmente affermare che sono oltre 16 milioni le cicche risparmiate al mare e alla spiaggia per effetto delle sei edizioni, per un totale di oltre mezzo milione di posacenere distribuiti.

“Basta con i mozziconi sulla spiaggia e in mare, una volta e per tutte impariamo a considerare la cicca di sigaretta per quella che è effettivamente: un rifiuto e, come tale, va gettato in maniera corretta. Nulla più di una semplice cicca di sigaretta dimostra quanto possiamo fare tutti, ogni giorno e con i gesti più semplici, per migliorare l’ambiente che ci circonda – ha commentato Carmen Di Penta, Direttore Generale di Marevivo – Anche quest’anno la nostra iniziativa ‘Ma il mare non vale una cicca?’ mostra come, attraverso l’impegno di tutti e assumendo comportamenti più responsabili e rispettosi dell’ecosistema marino, si possa difendere e tutelare le nostre spiagge e le nostre coste.

Anni d’inquinamento possono essere scontati agli oceani se si evita di disperdere nell’ambiente i rifiuti, anche i più piccoli: un mozzicone di sigaretta, ad esempio, impiega da 1 a 5 anni prima della completa degradazione. Il problema può sembrare contenuto se considerato su scala individuale, ma assume dimensioni importanti a livello aggregato: basti pensare che i mozziconi di sigaretta, al primo posto nella lista dei 10 rifiuti più raccolti nelle strade, costituiscono tra il 30 e il 40% dei rifiuti nel Mar Mediterraneo (dati del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente – UNEP).

Questi numeri spiegano l’importanza della campagna “Ma il mare non vale una cicca?” e vanno associati ai risultati potenziali dell’iniziativa, che quest’anno coinvolge anche 22 aree marine protette.

Ogni posacenere può contenere fino a un massimo di sei mozziconi, e ipotizzando che venga riempito e svuotato due volte al giorno (ogni fumatore consuma una media di 12 sigarette al giorno – dati Istituto Superiore Sanità), si può calcolare che verranno risparmiati al mare 1.440.000 mozziconi al giorno (120.000 posacenere x 12 mozziconi), 2,8 milioni considerando soltanto i due giorni della campagna.

 

 

Manfredonia – Zapponeta, i siti coinvolti nell’iniziativa:

Sabato 2 agosto 2014 – Manfredonia

ore   9,30:  Baia Lucio Dalla “ L’Isola che non c’è “ c/o Acqua di Cristo –

ore 10,30: Cala “Acqua di Cristo”  Manfredonia

ore 11.00:  Spiaggia libera c/o  “Euro Parcheggio”  Zapponeta.

Domenica 3  agosto 2014 –


ore 9.00:   Spiaggia libera  – Zapponeta

ore 10,00:  41° Parallelo Beach – Lungomare del Sole – Siponto

ore 10,30:  Cala Acqua di Cristo

ore 11.00:  Spiaggia libera – Lungomare del Sole  – Siponto –

 Per lasciare un rifiuto ci metti un secondo. La spiaggia se lo ricorderà per anni.

 

mercato ittico-tManfredonia – CON atto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, fissato il calendario per il fermo pesca 2014. Per i pescherecci iscritti nei compartimenti marittimi da Trieste a Rimini disposta l’interruzione temporanea obbligatoria delle attività di pesca per 42 giorni consecutivi, dal 28 luglio al 7 settembre del 2014.

Per i pescherecci iscritti nei compartimenti marittimi da Pesaro a Bari l’interruzione è stata disposta per 42 giorni consecutivi dall’11 agosto al 21 settembre del 2014.

Complessivamente interessati 186/190 pescherecci di Manfredonia, circa 80 della Grande Pesca, 110 della cd ‘piccola’.

Intanto continua l’attesa, degli operatori marittimi, per la liquidazione della Cig in deroga, anno 2014, nonostante il sollecito delle Segreterie Territoriali, Provinciali, Regionali e Nazionali, dopo la firma, lo scorso 3 luglio, a Roma.

“Esprimiamo tutto il nostro rammarico per la mancanza di queste risorse. A distanza di un anno ancora nessun pagamento; possibili azioni di protesta dei pescatori prima del fermo biologico. Non ci sono più’ soldi nelle famiglie per fronteggiare un fermo di 45 giorni”, avevano detto in una nota Alberto Gatta e Michele Manzi referenti della Fai Cisl di Manfredonia e Foggia relativamente all’intesa già raggiunta per lo sblocco del pagamento del fermo pesca 2013.

“Stiamo sollecitando continuamente il Ministero dell’Agricoltura e del Lavoro per il decreto che stanzi i fondi utili per la successiva fase di liquidazione dell’Inps. Diversamente proclameremo uno stato di agitazione con relativo sit-in fuori la sede del Ministero del Lavoro a Roma”, aggiunge a Stato il segretario della FAI Cisl di Foggia Michele Manzi.

Fonte: Statoquotidiano.it

mare pulitoPotrebbe esser peggio. Potrebbe piovere”. Citando Frankenstein Junior. Eh già perchè in fondo, stando a Legambiente, il nostro mare non fa così schifo. Dopo le polemiche su Margherita di Savoia (leggi), passata dalla Bandiera Blu alle foci “inquinate”, Goletta Verde di Legambiente è giunta sul Gargano. Le analisi, pur se non ufficiali come quelle dell’Arpa, tornano su vecchi problemi come quello alla foce del torrente Candelaro che risulta ancora in situazioni critiche a causa del malfunzionamento dei depuratori e dello scarico abusivo di acque reflue. Come per la foce dell’Ofanto in zona Margherita, anche per il Candelaro spunta la presenza elevata di Enterococchi intestinali ed Escherichia Coli. Tutto questo nonostante le numerose segnalazioni giunte negli ultimi anni.

Ma come detto, non va tutto male. Il veliero di Legambiente, oggi rimasto attraccato nel porto di Manfredonia, ha reso noti i risultati relativi alle acque del Gargano, lasciando ben sperare. Simone Nuglio, portavoce di Goletta, ha avuto anche buone notizie. “Il mare della provincia di Foggia è abbastanza pulito, eccezion fatta per alcune zone limitate. Per quel che concerne i punti di balneazione i nostri risultati confermano quelli di Arpa Puglia. Tutto entro i limiti di legge. Purtroppo – aggiunge – come ogni anno da ormai decenni, le uniche criticità sono state riscontrate alle foci dei fiumi, in particolare alla foce del torrente Candelaro nonostante le numerose segnalazioni fatte agli organi competenti. Speriamo che questo problema torni in cima all’agenda politica della Regione e della Provincia. Tuttavia qui non è possibile fare il bagno, ma purtroppo il divieto spesso non è segnalato”.

Fonte: lImmediato.net

Fermo biologico, si inizia l’11 agosto

Pubblicato il: 27 lug 2014 - Da Webmaster

fermo biologicoConfermati i seguenti calendari per il fermo pesca:
1. Trieste Rimini 42 giorni consecutivi  a partire dal 28 luglio;
2. Pesaro Bari 42 giorni consecutivi  a partire dall’11 agosto;
3. Brindisi Imperia 30 giorni consecutivi a partire 15 settembre;
4. Per la Sicilia e Sardegna  si rinvia alle determinazione da parte delle rispettive Regioni (fermo per 30 giorni consecutivi).

Quindi a Manfredonia la pesca a strascico si ferma dall’11 agosto fino al 21 settembre ma si potranno gustare tutti gli altri pesci che stazionano sotto costa che possono essere pescati da piccoli battelli con le retine. Per i molluschi e altre tipologie di pescato c’è sempre il pesce fresco proveniente dal Tirreno e da altre regione adriatiche, dove il fermo biologico avrà inizio il prossimo 15 settembre.

Per la marineria di Manfredonia interessati complessivamente circa 200 pescherecci.

Fonte: Manfredonianews

Chiusura procedura di infrazione spadare soddisfa tutti, tranne i grandi pesci pelagici, i cetacei e le tartarughe

Mentre continua la pesca con reti proibite, all’interrogazione dei deputati M5S il Ministro dell’Agricoltura Martina non dà segnali definitivi sulla proposta della Commissione Ue di mettere al bando definitivamente dal 2015 le reti derivanti

 

Da oltre 30 anni, il sistema di pesca con le reti derivanti rappresenta una piaga. È un metodo distruttivo per i grandi pesci pelagici, cetacei e tartarughe e danneggia la pesca tradizionale. I pescatori hanno ricevuto sovvenzioni per cambiare tecniche ma gli sbarchi notturni di pesce spada continuano. La Commissione Ue ha tenuto sotto osservazione speciale il nostro Paese fin dal 1995 e le autorità negli ultimi anni hanno incrementato i controlli, giungendo alla chiusura della procedura di infrazione a carico del nostro Paese. Proprio lo scorso 11 luglio, infatti, il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Martina si dichiarava soddisfatto della chiusura della procedura di infrazione relativa all’utilizzo delle reti derivanti cosiddette «spadare», vietate dall’Unione europea sin dal 1992. Dopo oltre 20 anni, dunque, si è chiuso il contenzioso con la Commissione europea e si è pertanto scongiurato il pericolo di incorrere in una sanzione di oltre 130 milioni di euro. Da quanto confermato anche dalle recenti dichiarazioni del Ministro Martina, l’Italia rispetta le normative in materia di pesca, tutela gli stock ittici dei propri mari e assicura adeguati controlli. È noto tuttavia, come dimostra un report di Oceana, che i pescherecci spesso sbarcano sulle nostre coste esemplari di pesce spada, catturati verosimilmente con reti derivanti illegali dal 2002 anche per i pelagici come il tonno o il pesce spada.

“Con la nostra interrogazione abbiamo chiesto al Ministro di intensificare i controlli sul territorio soprattutto presso le marinerie già segnalate, con l’intento di sequestrare definitivamente gli attrezzi illegali e dare una risposta rapida e una pianificazione intelligente alla proposta di divieto di tutte le reti da posta derivanti lunghe – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), cofirmatario dell’interrogazione – Il Ministro non si è sbilanciato a spiegare come mai i controlli latitano ora che l’infrazione con l’UE è chiusa, infatti, si sa che non appena finisce il regime straordinario dei controlli tutto torna come prima, per questo non dovrebbe esserci ‘pausa’ negli stessi, ma continuità e assiduità”.

 

Il Ministro Martina, inoltre, non ha specificato cosa intenda fare a riguardo del bando definitivo a gennaio 2015 delle reti derivanti proposto dalla Commissione Ue e ha parlato di “dovute e necessarie procedure di consultazione”. “Dimenticandocontinua L’Abbate (M5S)che il problema non si pone oggi, ma dal lontano 1992! Ci chiediamo se ci sia l’intenzione di tutelare reti come l’alacciara e la bisara che, con maglie più piccole, non vanno ad insidiare i grandi pelagici e che, quindi, con le dovute cautele possono ancora essere usate dalla piccola pesca costiera. Dopo anni di provvedimenti presi senza la formazione dei pescatori – conclude il deputato della Commissione Agricoltura –  sarebbe opportuno attuare una pianificazione intelligente proprio per non lasciarli ‘in braghe di tela’ in caso di bando definitivo”.

 

Fonte: ManfredoniaNews.it

progetto gplNella polemica o meglio sulla ridda di notizie circolate sul progetto gpl dell’Energas nell’area di Siponto collegato via condotta sottomarina al porto alti fondali, è intervenuto il sindaco Angelo Riccardi che in una nota ha ribadito quanto già detto sull’argomento e su altre iniziative eoliche offshore. Una dichiarazione utile su una questione nella quale l’amministrazione comunale e quindi il sindaco o chi per lui, centrano poco o niente. Almeno fino ad ora. Una posizione sacrosanta pienamente condivisibile e condivisa anche dalle varie associazioni ambientaliste, culturali e sociali che tuttavia non nascondono perplessità e timori per la possibilità che lo Stato possa bypassare gli enti locali come del resto già accaduto.

Quell’impianto così come tutti gli impianti riguardanti le attività energetiche nazionali sono infatti di competenza statale con giurisdizione su tutto il territorio nazionale. Ha pertanto ragione il sindaco quando afferma che il Comune non è stato interpellato. Il che non vuol dire che il progetto non c’è, come sostiene il sindaco liquidandolo come “notizie infondate”, frutto di “illusionisti”, giusto per gettare “discredito sull’Amministrazione”. Il progetto gpl Energas c’è e da quindici anni, e sta percorrendo tutta la trafila prevista dalle vigenti leggi per ottenere le necessarie autorizzazioni. In loco è stato presentato per competenza, all’Autorità portuale di Manfredonia, alla Capitaneria di porto di Manfredonia ed poi passato all’attenzione della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale.

E d’altra parte l’ingegnere Claudio Marino, tecnico di Energas, non ha mancato di parlare apertamente del progetto spiegando che le opposizioni di natura ambientale e paesaggistiche sono cadute dinanzi al Consiglio di Stato, che è stata archiviata la procedura di infrazione della Comunità Europea che ha di fatto legittimato l’insediamento nella zona industriale di Manfredonia, che c’è un rinnovato interesse a livello locale e che di conseguenza si potrebbe partire per la costruzione dell’impianto entro il 2015 per ultimarlo nel giro di tre anni.

Più connotato di così. Magari fino all’ultimo ci sarà qualcosa che lo bloccherà ma siamo ben lontano dalle “notizie false” o dagli “illusionismi” evocati dal sindaco Riccardi.

Senza contare poi che c’è una corrente di pensiero favorevole all’insediamento sostenendo che non è inquinante ma “solo” pericoloso, che la condotta sottomarina non avrà alcuna ripercussione sul mare e sulla navigazione e che il porto potrà finalmente contare su almeno centocinquanta navi all’anno attivando tutta una serie di servizi.

E allora, se c’è ancora tempo e voglia di intervenire che lo si faccia come si deve. Rifugiarsi dietro il paravento fittizio delle “notizie false” e giù di lì, o delle polemiche che fanno il tempo che trovano, non serve. Insomma, meno polemiche e più fatti. A questo punto, visto che amministrazione comunale e associazioni varie sono sulla stessa lunghezza d’onda, sarebbe opportuno stabilire un dialogo, che si faccia squadra per cercare di capire fino in fondo e oltre le apparenze, le cose come stanno ed eventualmente prendere le opportune e dovute iniziative. A meno che…

Michele Apollonio

 

 Fonte: ManfredoniaNews.it

trasporto deposito gasAssolutamente infondate le notizie diffuse negli ultimi giorni dagli organi d’informazione in merito all’imminente insediamento di un impianto di GPL a Manfredonia.

C’è qualcuno che evidentemente, non avendo altre argomentazioni, si diverte a fare l’illusionista, tirando fuori dal cilindro notizie false, finalizzate a fomentare gli animi e a gettare discredito sull’Amministrazione“, dichiara il sindaco Angelo Riccardi.

Questi i fatti. In data 10/11/1999 venne presentata dalla società allora denominata Isosar la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), presso il  Ministero dell’Ambiente, per un deposito costiero di GPL nel Comune di Manfredonia, località Santo Spiriticchio. La procedura si concluse con esito negativo.

Dopo una serie di contenziosi e ricorsi, pronunciamenti della magistratura amministrativa in sede nazionale e comunitaria, la società, ora denominata Energas S.p.A. in data 28/10/2013 ha ripresentato al Ministero dell’Ambiente istanza per Procedura integrata VIA-Valutazione di incidenza per realizzare un deposito costiero di GPL da 12 serbatoi per complessivi 60.000 mc e le opere necessarie per il funzionamento dell’impianto (gasdotto di 10 km tra il deposito ed il pontile di attracco delle navi gasiere, raccordo ferroviario di 1800 m di collegamento del deposito alla stazione di Frattarolo).

Ad oggi, 18 luglio 2014, la procedura è ancora in corso poiché la Commissione preposta non ha ancora espresso il proprio parere tecnico.

Diffondere notizie contrarie alla verità dei fatti, descrivere un territorio succubo delle richieste  imprenditoriali, vuol dire manipolare le notizie e perseguire fini strumentali”, sottolinea il primo cittadino, che quindi continua: “Così come abbiamo dimostrato, nel caso del tentato insediamento del Parco eolico nel Golfo di Manfredonia, l’Amministrazione comunale ha sostenuto e sostiene l’esigenza della pianificazione quale strumento fondamentale per la politica marittima integrata nell’UE, fondata sul presupposto che le autorità pubbliche ed i soggetti comunque interessati finalizzino le proprie azioni verso un utilizzo del mare funzionale esclusivamente allo sviluppo economico ed alla salvaguardia ambientale“.

In tale circostanza vennero richiamate le stesse direttive UE, anche in considerazione degli altri usi per cui il territorio ha vocazione, delle eventuali limitazioni ivi insistenti, nonché dei vincoli sociali, compreso l’interesse a preservare l’assetto paesaggistico della nostra  area.

Colgo l’occasione per ribadire ancora una volta, di fronte a queste sciocche strumentalizzazioni, che il Golfo di Manfredonia, il suo delicato ecosistema marino, già alterato dalla ventennale presenza dell’industria chimica, non può sopportare ulteriori pesi“, dichiara Riccardi che quindi conclude: “Occorre oggi più che mai prestare la massima attenzione alla sostenibilità economica, sociale e ambientale dell’ecosistema marino e volgere l’attenzione verso progetti che ne valorizzino le potenzialità e non verso insediamenti che, al contrario, comportino limitazioni o danni”.

Fonte: ManfrdoniaNews.it