velaSuccesso per Tridente di Lega Navale Manfredonia e Kidan di Cus Bari alla nona edizione di Est 105, regata internazionale di vela d’altura.

Centonove le miglia percorse dai 46 iscritti, da Bari ad Herceg Novi, in Montenegro, nella prima regata stagionale di Grande Altura, organizzata da Cus Bari in collaborazione con due circoli locali, JugoleGrakalicSkver e JovoDabovicBaosici.

In classe OrcOverall i primi due posti sono stati conquistati da Lega Navale Manfredonia: Tridente dell’armatrice Roberta Manfredonia, timonata da Franco Manfredonia, ha ottenuto la vittoria davanti ad Indigo dell’armatore Lorenzo Di Candia e del timonere Michele Di Candia. Al terzo posto Soft di Centro Velico Giovinazzo, dell’armatore e timoniere Graziano Giobbe, a sua volta vincitore in Gran Crociera.

In classe Libera, per il terzo anno di seguito, si afferma Kidan di Cus Bari: l’imbarcazione dell’armatore Michele Amendolagine, con Bartolo Pavone al timone, ha fatto registrare il tempo di 13 ore, 39 minuti e 30 secondi.

Fra i regatanti, anche l’associazione di promozione sociale “Velakiwellbeingsailing”, che grazie al progetto “Una regata per vincere il disagio” ha portato a bordo cinque ragazzi ritenuti idonei dai dirigenti dei centri di salute Mentale della Asl di Bari (Area 4/5).

Fonte: ManfredoniaNews.it

Invito-AP-6maggio14Manfredonia, 30 aprile 2014 – Manfredonia e la Capitanata tutta guardano a testa alta il proprio futuro facendo leva su quelli che sin ora erano dei vulnus, ovvero infrastrutture come il sistema portuale. Così, dopo l’apertura dei cantieri per la manutenzione straordinaria della pavimentazione delle banchine, della rete di smaltimento delle acque meteoriche e di quelle nere e il riordino dei sottoservizi nel porto commerciale, ora l’Autorità Portuale di Manfredonia, guidata dal Commissario Avv. Gaetano Falcone, presenta agli stakeholders ed alla comunità una nuova visione del porto di Manfredonia, che ne riscrive la storia e le modalità di fruizione e lo consacra ad elemento totalmente connesso ed integrato alla città.
Ciò sarà possibile grazie al “Piano di sviluppo del porto di Manfredonia, linee guida per la redazione del piano regolatore portuale”, un attento studio del contesto, delle infrastrutture portuali e del territorio di riferimento, che contiene la definizione degli obiettivi di crescita del sistema infrastrutturale realizzato dalla Acquatecno, leader nazionale nel settore.

Lo studio sarà illustrato il prossimo 6 maggio alle ore 18 presso Palazzo Celestini in un’assemblea pubblica alla quale prenderanno parte, oltre al Commissario Falcone, Angelo Riccardi – sindaco di Manfredonia – , l’Ing. Paolo Turbolente – progettista di Acquatecno -, il CF (CP) Marcello Luigi Notaro – Comandante della Capitaneria di Porto di Manfredonia -, l’Ing. Gianluca Ievolella – Consigliere tecnico del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici -, del dott. Fabio Porreca – Presidente della Camera di Commercio di Foggia -, l’On. DoreMisuraca – componente della Commissione di Vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti , e l’Avv. Giovanni Giannini – Assessore regionale alle Infrastrutture -.

Lo studio che sarà presentato ha consentito di delineare un ampio ventaglio di possibilità di rilancio per il porto di Manfredonia: che potrà qualificarsi come terminale marittimo di riferimento lungo le direttrici di traffico nazionali ed internazionali individuate dai corridoi trans-europei I e VIII, porto multifunzionale al servizio del proprio territorio di riferimento, l’intera Capitanata, centro d’eccellenza per la lavorazione del pescato ‘Distretto della Pesca’ e per la cantieristica tradizionale ‘Distretto della cantieristica storica’, infine, terminale marittimo di riferimento per gli itinerari ambientali e turistici caratterizzanti la costa e l’entroterra del nord della Puglia, nonché per gli itinerari turistico – religiosi le cui mete principali sono i santuari di S. Pio a San Giovanni Rotondo e di S. Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo.

Fonte. Statoquotidiano

A seguito di un’attività d’iniziativa della Capitaneria di Porto di Manfredonia, pianificata dal Comandante C.F. Marcello Notaro, il personale militare dipendente ha eseguito un’operazione per contrastare il fenomeno di ormeggio non autorizzato di imbarcazioni da diporto nei pressi di insenature portuali e strutture balneari site lungo la costa garganica: l’operazione ha portato al sequestro di 17 gavitelli d’ormeggio abusivi posizionati nello specchio acqueo antistante il porto di Mattinata ed ha visto impegnate due motovedette della Guardia Costiera, grazie alle quali è stato possibile salpare l’attrezzatura non autorizzata ed abusivamente posizionata in mare e porla sotto sequestro, con conseguente interessamento della competente Autorità Giudiziaria per il reato di occupazione abusiva di area demaniale marittima: difatti i 17 gavitelli erano tutti posizionati entro lo specchio acqueo portuale di Manfredonia, e comunque sprovvisti di qualsivoglia titolo concessorio o autorizzazione.
L’attività svolta dal personale della Capitaneria di Porto di Manfredonia, rientra tra le attività di repressione di un comportamento dei diportisti estivi che, oltre a essere contrario a quanto indicato nel Codice della Navigazione, mette a repentaglio la sicurezza dei bagnanti.
La Capitaneria di Porto interesserà la civica Amministrazione per l’adozione degli atti derivanti dalla competenza gestoria del demanio marittimo.

Manfredonia, 02.05.2014

michele-bordo“L’attività estrattiva nell’Adriatico, nelle acque territoriali della Croazia, non deve avere effetti negativi sull’ecosistema marino e sulle attività economiche dei centri costieri italiani e, soprattutto, del Gargano”. Lo afferma l’on. Michele Bordo, deputato del Pd e presidente della Commissione Politiche UE della Camera, che ha presentato un’interrogazione ai ministri degli Esteri, dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente e si appresta a chiedere un incontro ufficiale all’ambasciatore croato in Italia “per comprendere i termini effettivi del programma di sfruttamento dei giacimenti petroliferi e rappresentare le ragioni dell’opposizione delle istituzioni e delle popolazioni costiere italiane”.

“Da notizie di stampa abbiamo appreso dell’avvio delle attività di esplorazione dei fondali all’interno delle acque territoriali croate – continua Bordo – fatte utilizzando la tecnica contestata in Italia e bloccata dal TAR del Lazio, che ad ottobre del 2012 accolse il ricorso di decine di Comuni, associazioni e delle Regioni Puglia e Molise.

Non so se il Governo italiano e le autorità comunitarie siano stati informati del massiccio programma di sfruttamento dei bacini petroliferi e di gas da parte della Croazia. La cosa certa e’ che il Senato, lo scorso 3 aprile, ha approvato a larghissima maggioranza un ordine del giorno che impegna il nostro Governo a sospendere tutte le attività concessorie riguardanti la ricerca e l’estrazione di idrocarburi liquidi che si sviluppano all’interno delle 12 miglia di linea marina rispetto alla costa adriatica. Sono pertanto sicuro che il governo italiano farà tutto il possibile per evitare che la Croazia possa dar seguito al suo programma estrattivo.

Io stesso tempo fa ho presentato una proposta di legge per l’istituzione della Zona di Protezione Ecologica del mare Adriatico al fine di preservare il suo ecosistema dai rischi derivanti da attività industriali inquinanti, come quella estrattiva, e promuovere un nuovo modello di sviluppo sostenibile fondato sul turismo e la pesca.

Il mare che divide l’Italia dalla Croazia è un ambiente molto delicato, dove sono elevati anche i rischi sismici che ovviamente aumenterebbero a causa dell’estrazione di petrolio e gas – conclude Michele Bordo – Non possiamo assistere silenziosi a quanto sta avvenendo sull’altra sponda dell’Adriatico e che potrebbe riversare sulle nostre coste i detriti inquinanti di un modello di sviluppo che per quanto ci riguarda appartiene al passato”.

Fonte: ManfredoniaNews.it

Pescatori Golfo di Manfredonia

Pescatori Golfo di Manfredonia (Ph: BENEDETTO MONACO)

Zapponeta – CON recente delibera di Giunta, atto d’indirizzo del Comune di Zapponeta al Responsabile del settore tecnico “affinché, d’intesa con la Capitanerìa di Porto, la Regione Puglia ed eventuali altre Autorità competenti, individui un tratto di spiaggia idoneo allo stazionamento delle barche per la pesca“.

Come risaputo, nonostante i 13 i km di litorale del Comune di Zapponeta, nel territorio non esiste alcuna struttura per l’ormeggio e il ricovero delle imbarcazioni dei cittadini.

L’Area per la quale sarà chiesta la provvisoria consegna/concessione/autorizzazione va stralciata dal piano regionale delle coste, in corso di formazione e non dovrà essere interessata dalla balneazione. Chiesto al contempo il sostegno del Gruppo d’azione locale (GAC) Gargano Mare, “ai fini del finanziamento delle opere ed installazioni occorrenti”.

Come evidenzia il Comune di Zapponeta, l’impossibilità giuridica di mantenere le barche sull’arenile, ove sono protette dalle mareggiate”, ha comportato in questi anni per la maggior parte degli interessati “l’impossibilità pratica di detenere le imbarcazioni ed impone di disfarsi di esse, rinunciando così ad un’attività di piccola pesca necessaria per il mantenimento delle loro famiglie”.

Attualmente il Comune si trova in dissesto finanziario e “non è in
grado neppure di cofinanziare la costruzione d’un molo o struttura analoga per lo stazionamento-ricovero delle imbarcazioni”.

Fonte: Statoquotidiano

Pescatori di Manfredonia fuori sede Inps (archivio statoquotidiano - lunedì 3 marzo 2014)

Pescatori di Manfredonia fuori sede Inps (archivio statoquotidiano – lunedì 3 marzo 2014)

Pescatori di Manfredonia fuori sede Inps (archivio statoquotidiano – lunedì 3 marzo 2014)
Roma – “LO stanziamento di sei miliardi e mezzo per attività marittime e di pesca offre un aiuto a 360 gradi affinché i singoli Paesi sostengano i pescatori, potenzino il settore e tutelino l’ambiente e la fauna ittica”. Così l’eurodeputato di Forza Italia, Aldo Patriciello, candidato alle elezioni europee del 25 maggio prossimo, a proposito del via libera al nuovo Fondo europeo per investire in Europa in attività marittime e pesca per il settennale 2014-2020.
“Sostenere i pescatori nel loro percorso di transizione verso una pesca sostenibile- aggiunge- aiutare le comunità costiere a diversificare la loro economia, attraverso progetti ad hoc significa, in concreto, creare nuovi posti di lavoro e migliorare sensibilmente la condizione economica, quindi la qualità della vita nelle regioni costiere europee. Per l’Italia- conclude Patriciello- non può che trattarsi di una grande opportunità di crescita, visto l’estensione delle coste e importanza del settore ittico nel nostro Paese”.
Fonte: Statoquotidiano.it

Oggi, 22 aprile 2014, decine di milioni di persone in 175 paesi celebrano la Giornata della Terra. E’ il quarantaquattresimo anniversario di questa ricorrenza che di anno in anno è diventata sempre più rilevante. Come e perché tutto nacque

di John Roach

Giornata della Terra

Persone che rovistano nei sacchi di immondizia in cerca di materiali riciclabili come pla

stica,

alluminio e cartone, in occasione della Giornata della Terra 2013. Fotografia di AFLAC VIA ASSOCIATED PRESS
La prima Giornata della Terra si svolse nel 1970, quando venti milioni di cittadini statunitensi – circa uno su dieci –  scesero in piazza per portare all’attenzione del governo la questione ambientale; secondo alcuni questa manifestazione decretò la nascita del movimento ambientalista

“Quell’esperienza mi aprì gli occhi”, racconta Gina McCarthy, amministratore della EnvironmentalProtection Agency (EPA) degli Stati Uniti, che al tempo delle manifestazioni di quella prima Giornata della Terra era, a suo dire, una teen-ager concentrata solo su se stessa.

“La gente non solo cercava di influenzare le decisioni del governo sulla guerra in Vietnam”, ricorda, “ma cominciava a focalizzare la propria attenzione anche su temi come l’inquinamento atmosferico e la contaminazione della terra, e a pretendere un intervento politico su questo”.

“Allora – continua – il degrado ambientale era palese: fabbriche che, legalmente, sputavano in aria nubi nere di inquinanti e scaricavano nei fiumi rifiuti tossici.

“Ricordo l’immagine del fiume Cuyahoga a fuoco”, dice, riferendosi al corso d’acqua dell’Ohio intasato

di detriti, olii, liquami, rifiuti industriali e scarichi che il 22 giugno del 1969 andarono letteralmente a fuoco, richiamando su di sé l’attenzione del paese”.

Nonostante la rabbia crescente di alcuni politici per la mancanza di leggi e meccanismi regolatori contro l’inquinamento ambientale, questi temi erano assenti dall’agenda politica degli Stati Uniti.

Una partenza elettrizzante

Questa scarsa attenzione esasperò il senatore del Wisconsin Gaylord Nelson, le cui campagne in difesa dell’ambiente condotte negli anni Sessanta erano state un fallimento.

Nel 1969 Nelson ebbe l’idea di organizzare una protesta a tutela dell’ambiente modellata sulle manifestazioni organizzate contro la guerra in Vietnam.

“Fu un successo elettrizzante. Da tutto il paese arrivarono in massa telegrammi, lettere e telefonate”, raccontava Nelson poco prima della sua morte, che lo colse nel 2005 all’età 89 anni. “Gli americani, finalmente, avevano un forum per esprimere la propria preoccupazione su quello che stava succedendo alla terra, ai fiumi, ai laghi, all’aria; la partecipazione fu entusiasta”.

Nelson ingaggiò l’attivista Denis Hayes per organizzare la manifestazione del 22 aprile 1970, a cui oggi alcuni attribuiscono l’inizio del moderno movimento ambientalista.

Alla fine del 1970 venne fondata l’ EnvironmentalProtection Agency degli Stati Uniti (EPA) e gli sforzi per migliorare la qualità di acqua e aria cominciarono a trovare spazio nell’agenda politica.

A detta della presidentessa dell’Earth Day Network di Washington D.C., Kathleen Rogers, “Quello che successe fu davvero incredibile. I muri, semplicemente, crollarono”.

L’evoluzione

Fin dal primo Earth Day, l’ambientalismo si è evoluto da questione di nicchia a preoccupazione diffusa nell’intera popolazione, raccontava a National Geographic nel 2010 AmyCassara, allora associata del World ResourcesInstitute di Washington, D.C.. E aggiungeva che “l’ottanta per cento degli americani si definisce ambientalista”.

I problemi ambientali attuali, però, sono meno evidenti rispetto all’aria sporca, all’acqua inquinata e al buco nello strato di ozono di allora. Per esempio, gli effetti del cambiamento climatico globale sono concetti astratti e difficili da spiegare “senza passare per funesti predicatori dell’apocalisse”.

Secondo Cassara, “Mano a mano che diventiamo più industrializzati e i cicli dei nostri approvvigionamenti diventano sempre meno trasparenti, è sempre più difficile capire le conseguenze delle nostre azioni sull’ambiente”.

McCarthy è impegnata in una nuova battaglia per tutelare gli americani dalle minacce ambientali moderne come il cambiamento climatico globale, che ha definito “uno dei più significativi, se non il più significativo, problema di salute pubblica del nostro tempo”.

Come direttrice dell’EPA, è incaricata di dare attuazione a buona parte del controverso piano di azione sul clima del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Per esempio, alla definizione degli standard di inquinamento di carbonio per centrali elettriche, nuove o già esistenti, che secondo l’agenzia contribuiranno a proteggere milioni di americani dai pericoli del riscaldamento globale.

Potere dal basso

Chi milita nei movimenti ambientalisti attuali, sottolinea McCarthy, dovrebbe ricordare il potere dell’attivismo dal basso che rese possibile la prima Giornata della Terra nel 1970.

“Non era tanto la richiesta di un intervento nazionale, quanto la richiesta di impegno da parte dei singoli cittadini, perché questo avrebbe spinto poi il governo ad agire”, dice.

McCarthy è molto attenta ad ascoltare la molteplicità di voci di comunità di minoranza e più disagiate economicamente, che sono molto più vulnerabili ai pericoli dell’inquinamento ambientale. “Su questo tema abbiamo bisogno che tutti si esprimano”.

Anche se restano ancora problemi enormi, sottolinea McCarthy, l’impatto della prima Giornata della Terra è stato profondo. Da allora, l’aria e l’acqua negli Stati Uniti sono diventate molto più pulite, e il piombo è sparito dalla benzina, a fronte di una produzione economica più che raddoppiata.

“Davvero tutto è cominciato con la Giornata della Terra”, dice, “e con la sua capacità di creare un movimento a livello popolare che chiedeva di pensare anche alla salute delle persone, mentre l’economia continuava a crescere”.

 

Fonte. National  Geographic   Italia

CONVOCATO TAVOLO TECNICO PER RICHIAMARE L’ATTENZIONE DEGLI ENTI LOCALI

Nella giornata odierna, presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Manfredonia, il Comandante, il Capitano di Fregata Marcello Luigi NOTARO, ha tenuto una riunione tesa ad una disamina delle situazioni di possibile pericolo delle falesie e dei costoni rocciosi presenti sulla costa garganica.
Alla riunione, oltre ai rappresentanti di Comuni costieri di Monte S. Angelo e Mattinata, erano presenti il Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Vieste, l’Ufficio di Protezione Civile della Provincia di Foggia e l’Autorità di Bacino della Puglia.
Oggetto principale della riunione è stata la valutazione effettuata dall’Autorità di Bacino in collaborazione con i Comuni costieri delle situazioni di pericolo geomorfologico delle coste garganiche e le valutazioni riportate o in procinto di essere riportate sul Piano di Assetto Idrogeologico.
Le stesse risultano, evidentemente, determinanti per le previsioni effettuate daglistessi comuni nei Piani Comunali di Protezione Civile, circa i possibili rischi da fronteggiare sulle aree a mare e, per i Piani Comunali delle Coste per una corretta valutazione del sedime demaniale in funzione del loro possibile uso.
I funzionari dell’Autorità di Bacino hanno esplicitato i criteri di interpretazione del proprio studio, che “essendo una pianificazione può essere specificato dai competenti comuni con studio di dettaglio” Il Comandante NOTARO ha richiamato gli intervenuti a “spendersi”, ognuno per quanto di competenza, per un sinergico sforzo mirato alla tutela del cittadino.
A tal proposito, di recente, il Comune di Mattinata ha acquisito in consegna dalla Capitaneria di Porto di Manfredonia tratti di costa al fine di dare corso ad una meritoria attività di risanamento finanziata con fondi comunitari.

L’Autorità di Bacino, oltre a dare la propria disponibilità ai Comuni per un supporto tecnico-scientifico ha poi effettuato un sopraluogo terrestre, congiuntamente con la Capitaneria di Porto di Manfredonia e con l’Ufficio tecnico del Comune di Monte S.Angelo, su alcune aree oggetto di recenti movimenti franosi rappresentando il proprio orientamento a riguardo per i previsti adempimenti da parte dello stesso Comune.
I relativi tratti di mare, ove già vige ordinanza della Capitaneria di Porto di Manfredonia, saranno ulteriormente trattati in occasione di una prossima missione navale che verrà a breve effettuata su una motovedetta della Guardia Costiera, alla quale si assoceranno i rappresentanti di altri Comuni costieri garganici e i competenti funzionari della Regione Puglia.
L’attività promossa tende a favorire le auspicabili iniziative con l’obiettivo di ottenere per la imminente stagione estiva tutti quegli accorgimenti per una tranquilla fruizione del mare.

Manfredonia, 16 aprile 2014

(Settembre 2012; firma atto costitutivo Museo del Mare; dopo 2 anni attesa per conclusione lavori - Image: Comune di Manfredonia) Foggia/Manfredonia – “ENTRO fine aprile la partenza dei lavori; probabilmente prima dell’estate la conclusione”. Così l’architetto della Provincia di Foggia Emanuele Bux, relativamente ai prossimi lavori per l’apertura del Museo del Mare a Manfredonia. Il tutto ad un anno (12 aprile 2013-12 aprile 2014) dalla sottoscrizione del Protocollo d’intesa regolante i rapporti tra l’Associazione Centro Cultura del Mare di Manfredonia, ed il Comune sipontino, proteso a “sviluppare, potenziare e valorizzazione il patrimonio di beni (attrezzi, utensili, conchiglie, libri, fotografie, ecc.) proprio del Centro Cultura del Mare (C.C.M.), con

(Settembre 2012; firma atto costitutivo Museo del Mare; dopo 2 anni attesa per conclusione lavori – Image: Comune di Manfredonia)

Foggia/Manfredonia – “ENTRO fine aprile la partenza dei lavori; probabilmente prima dell’estate la conclusione”. Così l’architetto della Provincia di Foggia Emanuele Bux, relativamente ai prossimi lavori per l’apertura del Museo del Mare a Manfredonia. Il tutto ad un anno (12 aprile 2013-12 aprile 2014) dalla sottoscrizione del Protocollo d’intesa regolante i rapporti tra l’Associazione Centro Cultura del Mare di Manfredonia, ed il Comune sipontino, proteso a “sviluppare, potenziare e valorizzazione il patrimonio di beni (attrezzi, utensili, conchiglie, libri, fotografie, ecc.) proprio del Centro Cultura del Mare (C.C.M.), con particolare attenzione alla cultura del mare in quanto ‘scrigno’ depositario di valori ambientali, scientifici, culturali e turistico-ricreativi”.

STORIA. Si ricorda che la G.C. con atto n. 354 dell’08.09.2010 aveva deliberato, tra l’altro, l’individuazione presso il p.t. del Liceo Classico “A. Moro” in viale Miramare di n. 3 locali e servizi per la realizzazione del Museo del Mare in sinergia con l’Amministrazione Provinciale; nella seduta del 07.07.2011 la Giunta Provinciale aveva deliberato l’istituzione del “Museo del Mare” in Manfredonia, individuando quale sede museale i locali del Liceo Classico “Aldo Moro” già individuati dal Comune.

Il 07.07.2012 in Foggia, a Palazzo Dogana, la Provincia di Foggia, il Comune di Manfredonia e l’Autorità Portuale di Manfredonia avevano sottoscritto una Convenzione per la realizzazione del “Museo del Mare” nei citati locali. Con la stessa Convenzione la Provincia di Foggia ha concesso al Comune, in uso gratuito per 6 anni rinnovabili, i locali a piano terra (lato est) del Liceo Classico “A. Moro”. Il 12 aprile 2013 la sottoscrizione del protocollo d’intesa.

L’ARCHITETTO BUX A STATO: “PRONTI PER LA CONSEGNA DEI LAVORI”. “Siamo oramai pronti per la consegna dei lavori – dice a Stato l’architetto Emanuele Bux, dirigente di settore del già assessorato dei Lavori Pubblici della Provincia di Foggia, direttore dei lavori e Rup relativamente ai prossimi interventi riguardanti la parte esterna dell’edificio che ospita attualmente il Liceo Classico, con parte interessata relativa alle sale macchine dell’Istituto Nautico – abbiamo già raggiunto un’intesa con una ditta di Foggia; si tratterà di rendere accessibile a tutti il sito dalla parte esterna (che si affaccia sulla Rotonda di viale Miramare,ndr); sarà importante anche rispettare le quote, le colorazioni dello stesso Lungomare. Ripeto: fine aprile per la partenza dei lavori, entro luglio la conclusione”. Spese. “150mila in totale: 100mila già stanziate ed utilizzate dalla Provincia di Foggia per la parte interna, 50mila a carico del Comune di Manfredonia”.

“I 50mila euro stanziati dall’Amministrazione comunale – dice a Stato l’assessore alle attività produttive Antonio Angelillis – saranno utili per l’abbattimento delle barriere architettoniche, così da garantire la massima accessibilità dei locali. Per i ritardi dei lavori, bisogna ricorare – aggiunge Angelillis – la lunga burocrazia per le diverse autorizzazioni (trattandosi di area Demaniale,ndr) oltre ai lavori necessari per la pulizia dei locali, con sala macchine dell’ex Nautico, in disuso, dove è stata rilevata anche la presenza di amianto. Crediamo molto in questa iniziativa; per l’interno i lavori sono stati conclusi; prossimo l’allestimento dei reperti”.

Si attende la partenza (e conclusione) dei lavori. Dunque l’attesa apertura alla Comunità.

g.defilippo@statoquotidiano.it

Fonte: Statoquotidiano.it

Pescatori di Manfredonia

Pescatori di Manfredonia (image copyright Statoquotidiano, archivio – immagine non riferita al testo)

Roma/Manfredonia – “REGISTRIAMO un aumento del 20% nel Meridione delle rottamazioni di natanti. Cause: la crisi, logiche assistenziali obsolete – che continuano a non tutelare gli operatori dei settore – e mancata valorizzazione del pescato”. E’ quanto dice a Stato Silvano Giangiacomi, coordinatore nazionale della Fai Csil Pesca, a margine dell’assemblea “Più attenzioni al settore della Pesca“, svoltasi a Palazzo dei Celestini di Manfredonia lo scorso 5 aprile su iniziativa della Fai Cisl di Foggia. La federazione agricola alimentare ambientale industriale ha voluto organizzare l’iniziativa per “affrontare ed approfondire le problematiche che interessano sul territorio migliaia di lavoratori, che stanno vivendo una difficilissima condizione lavorativa”.

All’iniziativa hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni locali, delle autorità marittime, le associazioni professionali e gli operatori della pesca marina. Intervenuti Alberto Gatta, coordinatore della Fai Cisl Pesca di Foggia, Michele Manzi, coordinarore provinciale del settore Pesca della Fai Cisl, Franco Bambacigno, segretario generale della Fai Cisl di Foggia, Paolo Frascella, segretario generale della Fai Cisl di Puglia, e come detto Silvano Giangiacomi, coordinatore nazionale della Fai Csil Pesca.

“Il Regolamento (CE) n. 1967/2006 (II), sebbene introdotto solo nel 2010, ha penalizzato gli operatori marittimi italiani, e dunque anche del Meridione”, dice Giangiacomi. “Nonostante la recente autorizzazione per la pesca del rossetto a Manfredonia – anche grazie alla campagna scientifica con i sistemi sciabica e circuizione senza chiusura – rappresenta un segnale positivo ma non basta – aggiunge il coordinatore nazionale della Fai Csil Pesca – ricordando come la deroga sia stata già conseguita in Toscana e Liguria. Quello che davvero manca – continua Giangiacomi – è una politica di valorizzazione di quanto pescato nei nostri mari”.

“A fronte dei costi derivanti dal gasolio, spesso il pescato nelle nostre acque ha il medesimo prezzo del prodotto importato dall’estero. In questo il peso delle GDO ha acquistato un ruolo fondamentale. In percentuale il 70% del prodotto è importato dall’estero, 30% quello relativo ai nostri mari. E’ dunque fondamentale stabilire una tracciabilità dei prodotti, adeguandosi alle normative vigenti, e prevedere marchi DOP per il pescato locale per valorizzarne l’indiscutibile qualità”, aggiunge Giangiacomi.

Ulteriore problematica per i pescatori italiani il Welfare, dunque l’assistenzialismo alla categoria: “le norme sono vecchie, obsolete – dice Giangiacomi – e non garantiscono la tutela di chi entra in mare dalla Mezzanotte per tornare sulla terraferma nel pomeriggio seguente. Lo stesso non avviene per altri settori: e penso ad esempio alla categoria degli edili. Inoltre va riformato il sistema pensionistico: la legge d’inquadramento per la piccola pesca è ferma addirittura al 1958, con somme che si aggirano intorno ai 635 euro per i singoli operatori. Inoltre, per quanto paradossale, la malattia nella pesca non è prevista come indennità”. Capitolo ammortizzatori sociali: “Si passi rapidamente alla Cig ordinaria, che tutelerebbe maggiormente i lavoratori del settore, ricordando che in Italia si opera su circa 8mila km di costa”.

Demolizioni natanti: “La rottamazione dei natanti nel Sud è in aumento di un 20% circa; il dato non è positivo, ricordando come la demolizione di un natante equivale alla perdita di posti di lavoro. Meglio puntare sulla diversificazione della propria attività lavorativa, attraverso correlazioni con il turismo o gli allevamenti, strategie condivise dai giovani pescatori”, conclude Giangiacomi.

185/190 I NATANTI DEL COMPARTIMENTO MARITTIMO DI MANFREDONIA, 84/85 DELLA GRANDE PESCA. “Anche a Manfredonia sono in aumento le richieste di demolizioni dei natanti – dice a Stato Alberto Gatta – ma è una scelta che riguarda principalmente i pescatori più anziani. Ad oggi registriamo circa 185/190 natanti per il compartimento marittimo locale, 84/85 della grande pesca, oltre 100 della piccola pesca”.

Fonte: Statoquotidiano.it