MANFREDONIA – Un Coordinamento delle associazioni culturali e ambientaliste per aprire un confronto e un dibattito aperto che dia voce a tutte le competenze e le professionalità su un argomento di vitale importanza per l’ambiente e per l’economia del territorio, quello delle problematiche dell’eolico selvaggio offshore. E’ stato già fissato per ottobre prossimo una manifestazione di informativa pubblica.
I rappresentanti delle associazioni Centro Cultura del Mare A.P.S., Lavoro&Welfare, Rotary Club, Nuovo Centro Documentazione Storica Manfredonia, CeSeVoCa, Legambiente, Mare Nostrum e Associazione Nazionale Partigiani Italiani, si sono riuniti per affrontare le questioni ambientali che negli ultimi anni, e soprattutto negli ultimi mesi, hanno registrato una impennata. L’attenzione si è soffermata in particolare sul parco eolico marino progettato dalla società Gargano sud che dovrebbe sorgere a 10 chilometri dalla costa e interesserà un’area di circa 80 km quadrati nella quale saranno istallati 85 aerogeneratori alti 90 metri.
Un impianto mastodontico, è stato evidenziato dai vari intervenuti, che comporterà notevoli e negative ricadute ambientali, sociali e lavorative. Fortemente e motivatamente contestato lo studio di impatto ambientale depositato sul sito internet del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. “Un intervento industriale fortemente invasivo che compromette – è stato rimarcato – le notevoli risorse turistico-economiche valorizzate in decenni di impegnativo lavoro e dispendio di notevoli risorse”. Vivacemente contestata quella parte di relazione in cui si afferma esservi “una serie di aree soggette a fenomeni di degrado e intensa antropizzazione”. Probabilmente i relatori del progetto del parco eolico hanno ritenuto “soggette a degrado” le aree sottoposte in realtà a vincoli paesaggistici.
“Questo primo incontro – è stato riaffermato – sarà sviluppato ed esteso a tutte le espressioni attive del territorio, con l’obiettivo di cercare insieme di intervenire in maniera compatta e preparata, se necessario anche con la mobilitazione pubblica, su queste decisioni che spesse volte, per interessi economici o per inadeguatezza delle istituzioni, non seguono i diritti democratici di partecipazione popolare”.
Punto focale sarà il Coordinamento “che vorrà offrire – è detto in un documento – ai cittadini uno strumento e un’occasione per tutelare il patrimonio naturalistico e le risorse del territorio e per farsi trovare preparati e informati di fronte a chi vuole farci subire passivamente decisioni esterne e vuole sfruttare il territorio in maniera non sostenibile, senza rispettare la secolare cultura delle nostre comunità, fondata sulla salute del benessere offerto dalle proprie inestimabili ricchezze ambientali, paesaggistiche, marine e turistiche”.

Fonte: Michele Apolonio – Gazzetta del Mezzogiorno

AUTOVETTURA CADUTA IN MARE NEL PORTO DI MANFREDONIA

Recupero auto in acqua da una gru dei Vigili del FuocoNella notte odierna, alle 02.00, il personale della locale stazione dei Carabinieri segnalava alla Centrale Operativa della Guardia Costiera di Manfredonia, la caduta in mare, nel tratto di banchina – molo di tramontana del porto commerciale di Manfredonia, di un’autovettura modello Ford Fiesta con a bordo due ragazzi entrambi ventenni.

Gli stessi dopo essere caduti in mare sono riusciti ad abbandonare l’abitacolo e a mettersi in salvo e, successivamente, sono stati trasportati da una ambulanza del 118 nel locale nosocomio per le cure del caso dove sono stati effettuati accertamenti del tasso alcolico del conducente.

Sul posto sono intervenuti gli uomini della Capitaneria di Porto, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco, i sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Taranto e la ditta Ecolmare Gargano che ha effettuato una prima ricognizione dell’area interessata, accertando che nell’autovettura non vi era presenza di altre persone.

Il mezzo veniva recuperato da una gru dei Vigili del Fuoco e rimosso con l’utilizzo di un carro attrezzi.

I malcapitati hanno subito un forte shock ma nessuna lesione fisica; sono in corso ulteriori accertamenti da parte della Guardia Costiera di Manfredonia e dei Carabinieri, al riguardo, stante la particolarità del sito connesso alla destinazione delle banchine portuali, si ribadisce che l’accesso in porto è consentito solo a persone e veicoli autorizzati, la cui violazione comporta una sanzione amministrativa da euro 51,00 a euro 309,00.

Grazie al tempestivo intervento di tutte le forze coinvolte, sono stati scongiurati pericoli per la sicurezza della navigazione e portuale, nonché inquinamenti delle acque marine.

 

Manfredonia, 15 settembre 2013

Fonte: Capitaneria di Porto di Manfedonia

Foto: Capitaneria di Porto - C.F. (CP) Notaro

Foto: Capitaneria di Porto – C.F. (CP) Notaro

Manfredonia – il giorno 13 settembre p.v., nella prestigiosissima cornice del castello Svevo-Angioino della città di Manfredonia, ha avuto luogo  il passaggio di consegne del comando del porto e del Compartimento Marittimo di Manfredonia fra il Capitano di Fregata Francesco Staiano (cedente) ed il Capitano di Fregata Marcello Luigi Notaro (accettante). Alla cerimonia, presenziata dal Direttore Marittimo della Puglia e della Basilicata Jonica il Contrammiraglio Giovanni De Tullio, sono intervenuti anche il Prefetto di Foggia, le Autorità ecclesiastiche, civili e militari ed operatori portuali.

 

Notevole è stato anche l’afflusso di semplici cittadini interessati all’evento nonché affezionati all’istituzione della locale Capitaneria di Porto.

 

Manfredonia, 13 Settembre 2013.

 

Fonte: Capitaneria di Porto Manfredonia

 

Galleria Fotografica della cerimonia:

Foto: Giovanni Simone

Le Associazioni locali analizzano le problematiche dell’eolico selvaggio offshore.
Ad ottobre iniziativa informativa pubblica

Comunicato stampa – Manfredonia, 12/09/2013

 

Riunione del 12-09-2013

Incontro tra le Associazioni locali

Ha avuto luogo mercoledì 11 settembre presso la sede del Centro Cultura del Mare A.P.S. di Manfredonia, un primo incontro tra diverse Associazioni locali (Centro Cultura del Mare A.P.S., Lavoro&Welfare, Rotary Club, Nuovo Centro Documentazione Storica Manfredonia, CeSeVoCa, Legambiente, Mare Nostrum e Associazione Nazionale Partigiani Italiani), per affrontare le questioni ambientali che negli ultimi anni, e soprattutto negli ultimi mesi, stanno minacciando il nostro territorio.

La tematica dell’incontro ha riguardato i progetti di produzione energetica, attività petrolifere e fracking, nonché impianti eolici, focalizzandosi in particolare sulle problematiche inerenti al Parco Eolico Marino Gargano Sud, un progetto offshore di un impianto eolico titanico antistante le coste del Golfo di Manfredonia.

installazioneeolicooffshore

Foto: RedazioneStatoquotidiano

Sono stati illustrati dal cetologo esperto di impatti ambientali Guido Pietroluongo  e successivamente discussi i numeri di questa struttura: distanza di 10,5 km dalla costa, area interessata pari a 77,15 km², 85 aerogeneratori alti 90 metri. Sono inoltre state dettagliate le ricadute ambientali, sociali e lavorative e le fasi dell’iter progettuale, dallo studio geologico alla cantierizzazione, dall’esercizio dell’impianto alla sua dismissione.

Lo Studio di Impatto Ambientale, depositato per la consultazione del pubblico sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, afferma che l’impatto visivo sarà minimo e che il territorio dove ricadrà questo progetto: “sebbene presenti apprezzabili potenzialità turistiche, presenta al contempo una serie di aree soggette a fenomeni di degrado ed intensa antropizzazione”.

installazione eolico off-shore

Foto: RedazioneStatoquotidiano

Nel corso dell’incontro sono intervenuti Renato Sammarco, Lina Giordano, Domenico Renzullo, Salvatore Castrignano, Pasquale Caratù, Enzo Renato, Dino Vigoli, Luisa Buonpane, Matteo Starace, Giovanni Simone, Matteo Rinaldi, Lorenzo Pellegrino e Matteo Riccardi, in rappresentanza delle Associazioni presenti, sollevando riflessioni critiche e preoccupazioni sul tema in discussione e sottolineando come l’informazione e la partecipazione dei cittadini siano state, ancora una volta, ignorate e non considerate.

L’attività di sensibilizzazione pubblica delle Associazioni continuerà e l’incontro di Mercoledì 11 settembre è solo l’inizio di un confronto che sarà esteso a tutte le espressioni attive del territorio, con l’obiettivo di cercare insieme di intervenire in maniera compatta e preparata, se necessario anche con la mobilitazione pubblica, su queste decisioni che spesse volte, per interessi economici o per inadeguatezza  delle Istituzioni, non seguono i diritti democratici di partecipazione popolare, sebbene tutte le conseguenze di questi progetti ricadranno proprio sulla vita delle comunità locali e soprattutto sul futuro delle nuove generazioni.

esempio reale eolico off-shore

Statoquotidiano – Eolico offshore nelle coste pugliesi

Le Associazioni hanno quindi condiviso la necessità di dar vita ad un Coordinamento delle stesse a favore del confronto per un dibattito aperto che possa dar voce a tutte le competenze e le professionalità. Un Coordinamento che vuole offrire ai cittadini uno strumento e un’occasione per tutelare il  patrimonio naturalistico e le risorse del territorio e  per farsi trovare preparati e informati di fronte a chi vuole farci subire passivamente decisioni esterne e vuole sfruttare il territorio in maniera non sostenibile, senza rispettare la secolare cultura delle nostre comunità, fondata sulla salute del benessere offerto dalle proprie inestimabili ricchezze ambientali, paesaggistiche, marine e turistiche.

La storia del nostro territorio porta ancora le ferite di un passato segnato dagli impatti ambientali di strutture, come l’EniChem, che hanno già danneggiato questa straordinaria, unica e fragile nicchia ecologica mediterranea. Ancora oggi non si riesce ad adottare soluzioni definitive per le enormi problematiche connesse.

 

Dunque il quesito rivolto ai cittadini e alla classe politica è: vogliamo tutelare un patrimonio ambientale ricco di risorse o diventare una terra di nessuno svenduta al “miglior” offerente?

Nave Palinuro a Manfredonia

Pubblicato il: 12 set 2013 - Da Webmaster

Nave palinuroPer la prima volta nei suoi 79 anni di vita, Nave Palinuro, la nave scuola della Marina Militare, ormeggerà a Manfredonia, venerdì 13 settembre, per l’ultima tappa, dopo Crotone, Cattaro (Montenegro), Ortona, Trieste, Venezia e Dubrovnik (Croazia) della Campagna di Istruzione 2013 degli allievi marescialli della Scuola Sottufficiali di Taranto, al termine del 1° anno accademico. La Nave rimarrà ormeggiata al Molo di Ponente, fino a lunedì 16 settembre e sarà aperta alle visite del pubblico.

Partiti da Taranto il 29 luglio la nave imbarca 126 marinai, di cui 40 sono Allievi Sottufficiali che stanno vivendo il loro “battesimo del mare”, affrontando una delicata fase formativa-addestrativa della loro carriera. A bordo del Palinuro ognuno di loro acquisirà i primi rudimenti di perizia marinaresca e di conoscenza dell’organizzazione a bordo di una nave della Marina Militare ma ci sarà anche tempo per la formazione nella componente etico-militare e fisico-sportiva.

Durante l’estate la Nave della Marina Militare ha partecipato alla campagna di sensibilizzazione “il Mare deve vivere”, insieme al WWF, ha supportato la ricerca scientifica collaborando con l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste (OGS), alla ricerca di una microalga potenzialmente tossica per i molluschi che vivono in Mar Adriatico ed ha collaborato con la Scuola Italiana Cani da Salvamento (SICS).

Numerosi gli impegni durante la sosta a Manfredonia, dalla ricerca al sociale. Venerdì 13 settembre, nel corso di un incontro con i media, sarà presentata l’attività svolta in cooperazione con l’OGS e saranno consegnati all’Istituto i campioni di acqua raccolti in navigazione. Lo stesso giorno la Nave ospiterà a bordo un gruppo di ragazzi dell’associazione “Straordinariamente Abili” mentre sabato un altro gruppo di bambini della “Gargano 2000”.

Durante la sosta in porto la Marina Militare sarà presente in città anche con una l’Unità Mobile Informativa, una mostra virtuale sulla Marina Militare che sarà allestita in città, insieme all’Equipaggio del Palinuro.

All’arrivo in porto il Comandante dell’Unità, Capitano di Fregata Mauro Panarello, incontrerà a bordo i media per illustrare loro, nel corso di una visita alla Nave, le caratteristiche e i compiti del Palinuro, l’attività svolta dall’Unità e quella in programma. L’incontro si svolgerà il giorno 13 agosto, alle ore 1500. Gli accrediti dovranno pervenire entro le ore 10:00 del giorno 13 agosto p.v. al seguente indirizzo di posta elettronica: carlo.loy@marina.difesa.it

Durante la sosta a Manfredonia sarà possibile visitare  lo storico veliero:

venerdì 13 settembre, dalle 21:00 alle 23:00;

sabato 14 settembre, dalle 15:00 alle 19:00 e dalle 21:00 alle 23:00;

domenica 15 settembre, dalle 10:00 alle 12:00, dalle 15:00 alle 19:00 e dalle 21:00 alle 23:00.

Galleria fotografica disponibile su: www.marina.difesa.it/uominimezzi/navi/Pagine/Palinuro.aspx

 

Galleria fotografica del Centro Cultura del Mare A.P.S.

Foto: Giovanni Simone

La Nave

Storia

Varata nel 1934 in Francia, con il nome di “Commandant Louis Richard” e destinata alla ricca pesca sui Banchi di Terranova viene acquisita dalla Marina Militare Italiana nel 1950 che la rinomina “Palinuro”. Dopo i lavori di trasformazione entra in servizio nel 1955 e da allora è impiegata per l’addestramento degli Allievi sottufficiali della Marina Militare.

Caratteristiche

Il Palinuro è una “Nave Goletta” che, nella terminologia marinaresca, identifica una nave con tre alberi verticali, trinchetto (a vele quadre), maestra, mezzana più il bompresso, sporgente a prua. Ha una superficie velica complessiva di circa 1.000 mq, distribuiti su 15 vele. L’altezza sul livello del mare dell’albero più alto, quello di trinchetto, è di 35 metri.

Caratteristiche nave Palinuro

Scafo, propulsione ed energia

Lo scafo è in acciaio chiodato. La nave è lunga 59 mt, 69 mt considerando la lunghezza del bompresso e larga 10 mt. Ha un dislocamento di 1341 tonnellate e un immersione massima di 4.8 mt.

Per la propulsione utilizza un motore diesel da 6 cilindri e 600 CV, con un elica a 4 pale e passo fisso. La produzione di energia elettrica è assicurata da 3 gruppi diesel/alternatori che erogano 150 KW ciascuno.

Equipaggio

A bordo imbarcano 84 marinai, di cui 6 ufficiali, 25 sottufficiali e 53 militari graduati e del ruolo truppa. Durante la campagna addestrativa l’equipaggio è integrato con ulteriore personale di supporto e con l’imbarco degli allievi e dello staff della Scuola Sottufficiali, fino a un totale di circa 130 persone.

Attività

Nave Palinuro rappresenta uno dei fiori all’occhiello della Marina Militare. Tra i suoi obiettivi istituzionali il più importante è la formazione e l’addestramento degli Allievi Sottufficiali della Scuola Sottufficiali di Taranto. Dal 1955 la nave svolge ogni anno campagne addestrative durante le quali gli allievi sono sottoposti a un intenso programma di formazione marinaresca, nautica, etico-militare e nell’ambito della sicurezza. Un altro compito fondamentale consiste nel rappresentare il Paese all’estero e nel promuovere verso il pubblico i valori dello storico veliero: tradizione, contatto con il mare, cura della nave e lavoro di squadra. Questo compito si realizza con diverse iniziative, dalle visite a bordo, durante le frequenti soste in porto, alla partecipazione alle regate storiche e ai raduni, alla possibilità offerta a gruppi di giovani che imbarcano per imparare le nozioni di base della navigazione, dell’arte marinaresca e della vita a bordo di una unità della Marina Militare.

Nave Palinuro, inoltre, svolge spesso attività a sfondo sociale, soprattutto nei confronti dei più giovani e partecipa alla ricerca scientifica e alla promozione della tutela dell’ambiente marino, collaborando con importanti organizzazioni come il WWF, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e l’Istituto Idrografico della Marina Militare.

Tra i compiti concorsuali assegnati al Palinuro, infine, c’è la sorveglianza per verificare che in mare non si svolgano attività illecite oppure per segnalare la presenza di aree soggette a inquinamento marino.

Dal 1955 la Nave ha percorso più di 270 mila miglia nautiche e visitato centinaia di porti nazionali ed esteri, al servizio della Marina Militare e del Paese.

Marcello Luigi Notaro e Francesco Staiano

Da sinistra Marcello Luigi Notaro e Francesco Staiano

Manfredonia – SI svolgerà venerdì 13 settembre alle ore 11.30 – nel piazzale d’Armi del Castello Svevo-Angioino di Manfredonia – il passaggio di consegne del comando del porto e del Compartimento Marittimo di Manfredonia fra il Capitano di FregataFrancesco Staiano (cedente) ed il Capitano di Fregata Marcello Luigi Notaro. Alla cerimonia presenzieranno il Direttore Marittimo della Puglia e della Basilicata Jonica, il Contrammiraglio Giovanni De Tullio, il Prefetto di Foggia, autorità ecclesiastiche, civili e militari ed operatori portuali.

 

Redazione Stato@riproduzioneriservata

Fonte: statoquotidiano.it

Peppino Longo (Udc)

Peppino Longo (Udc)

Bari – DICHIARAZIONE del consigliere regionale dell’Udc,Peppino Longo. “Si tratta soltanto di una piccola battaglia vinta, la guerra contro le trivellazioni in mare continua e non bisogna abbassare la guardia: la decisione del ministro Zanonato salva, per fortuna, le Tremiti ma il resto della Puglia non è fuori pericolo”.

“Ecco perché è necessario proseguire nell’azione di pressing nei confronti del ministero e ribadire, con ogni forza, il ‘no’ della Puglia ai ‘cacciatori’ di oro nero. Anche in questa estate che ci sta regalando gli ultimi scampoli abbiamo visto quanto il nostro mare abbia attirato turisti e quanto rappresenti un patrimonio da proteggere. Non possiamo allentare la presa, dobbiamo continuare a tenere le antenne ben ritte e smascherare eventuali tentativi di altre multinazionali che hanno messo gli occhi sulla nostra Puglia. La nostra costa non si tocca”.

Redazione Stato

Fonte: statoquotidiano.it

Una grande vittoria del movimento di protesta No Triv a favore di tutti !

no-trivC’è una notizia positiva per il movimento di protesta No Triv che in questi mesi si è posto a tutela dei fondali marini del Gargano e delle isole Tremiti (a suon di ricorsi al Tar, alcuni dei quali accolti, e grandi manifestazioni di protesta). Il decreto appena firmato del ministro allo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, effettua un quasi dimezzamento delle aree marine italiane aperte alla ricerca e alla coltivazione di idrocarburi precludendo a tali attività anche i fondali acquatici più preziosi della provincia di Foggia.

Si allontana così la minaccia delle trivelle dal nostro promontorio, sopratutto a nord, con l’eliminazione (dalla cartina relativa alle autorizzazioni sulle operazioni di prospezione idrogeologica) della lingua di fondale marino che si estende, a 12 miglia dalla costa, dal basso Abruzzo per arrivare, lungo tutto il Molise, dalle nostre parti.

In particolare l’annuncio sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico recita: “Il ministro dello Sviluppo economico, FalvioZanonato, ha firmato il decreto di riordino delle zone marine aperte alla ricerca e coltivazione di idrocarburi, in coerenza con le norme di legge approvate dal Parlamento nell’ultimo anno e con la direzione indicata dalla Strategia Energetica Nazionale.Il decreto determina un quasi dimezzamento delle aree complessivamente aperte alle attività offshore, che passano da 255 a 139 mila chilometri quadrati, spostando le nuove attività verso aree lontane dalle coste e comunque già interessate da ricerche di Paesi confinanti, nel rispetto dei vincoli ambientali e di sicurezza italiani ed europei.

In particolare, il decreto determina la chiusura a nuove attività delle aree tirreniche e di quelle entro le 12 miglia da tutte le coste e le aree protette, con la contestuale residua apertura di un’area marina nel mare delle Baleari, contigua ad aree di ricerca spagnole e francesi”. “Con questo provvedimento – ha dichiarato Zanonato –  sosteniamo lo sviluppo delle risorse nazionali strategiche, concentrando le attività di ricerca e sviluppo di idrocarburi in poche aree marine a maggior potenziale e minor sensibilità ambientale”.

“Il decreto – ha sottolineato infine il ministro alla Sviluppo economico – prevede l’impiego dei più elevati standard di sicurezza e di tecnologie di avanguardia nelle quali le aziende italiane detengono una posizione di leadership internazionale”.

Immediato il commento del coordinatore del movimento garganico contro le trivellazioni, Raffaele Vigilante: “E’ un primo passo verso il perseguimento dei nostri obiettivi. Con questo decreto viene accolta la nostra richiesta di ripristinare la distanza di 12 miglia dalla costa per le attività off-shore e viene abolita la disposizione di legge del precedente ministro Clini che consentiva le trivellazioni in aree marine protette.

Ma la nostra battaglia, che si è rafforzata l’8 novembre 2012, con l’incontro a Venezia tra i rappresentanti di tutti gli Stati e le regioni che si affacciano in Adriatico, continua, non si ferma qui, perché chiediamo che in futuro tutto l’Adriatico possa essere liberato dalle trivellazioni.”

Fonte: Teleradioerre

Vietiamo il frackingDalla Francia mi arriva la richiesta di sottoscrivere un comunicato stampa a nome di tutti i gruppi ambientali, contro le trivelle e contro il fracking, da mandare a Bruxelles ed in supporto degli attivisti di Balcombe, UK.

Il proposto testo e’ qui.

Per chi volesse sottoscrivere il tutto, basta solo farmelo sapere. Vanno bene tutti i gruppi ambientali, TAV, inceneritori etc, non solo petrolio.

Grazie mille.

Basta mettere nei commenti qui o su Facebook il proprio comitato o scrivermi (ma molto meglio mettere commenti)

Grazie a tutti.
MR

—-

La traduzione in italiano e’ qui:

“Per quasi un mese, i cittadini britannici si oppongono pacificamente, ma con determinazione, alla esplorazione per ricerca di idrocarburi in substrato roccioso (shale gas) a Balcombe, Sussex. Dopo una prima ondata di arresti, il 26 luglio, i gruppi francesi contro lo gas shale gas e il carbone hanno inviato una lettera a tutti i deputati europei, per esprimere la loro preoccupazione per una politica più più diffusa in Europa a passare con la forza o brutalità della polizia progetti che mettono a rischio la qualità dell’ambiente e la salute dei cittadini.

E’ considerato un segnale incoraggiante, che il Magistrate Court di Crawley abbia respinto, lo scorso Mercoledì 14 agosto, il divieto imposto agli arrestati da parte della polizia di tornare alla zona adiacente alla piattaforma di perforazione, al sito della manifestazione, e ai suoi dintorni.

Con questa sentenza, che accogliamo con favore, la Corte ha riaffermato il diritto di ogni cittadino britannico di manifestare. Tuttavia, certe accuse sono ancora pendenti contro diverse persone arrestate in Balcombe, tra cui quella di violare il Trade Union Labour Relations Act. Il loro processo è previsto per il 2 ottobre.

Oltre duemila persone sono venute a protestare contro la perforazione. Sono invece stati accolti da 400 agenti di polizia britannici venuti non a difendere gli interessi dei cittadini ma quelli della società Cuadrilla, che dopo un quindicina di giorni, ha potuto inziare le operazioni di perforazione. Va notato che l’unico rappresentante del partito dei Verdi in Gran Bretagna, Caroline Lucas, è stato portato via dalla polizia.

Gli attivisti francesi ed europei riaffermano il loro sostegno ai cittadini britannici che si sono mobilitati per difendere il loro ambiente e la loro qualità di vita.

Basandosi sul lavoro di molti scienziati, ricordiamo qui la nostra convinzione che il metano da scisti, in tutte le sue fasi, dal processo di estrazione alla distribuzione finale è un fattore aggravante dei cambiamenti climatici, e non puo’ essere in alcun modo considerato un’alternativa agli idrocarburi convenzionali, nel contesto di una transizione ecologica.

In generale, considerata l’assoluta autonomia di ciascun membro dell’Unione europea di scegliere il proprio mix energetico, chiediamo ai leader di tutti i paesi europei di avere come priorità quello di usare tutte le misure possibili per ridurre drasticamente il consumo di energia, educare le persone alla sobrietà, sviluppare le industrie locali di energia rinnovabile e mantenere la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini europei, la qualità delle acque, l’aria pulita e il bellissimo paesaggio.

Dall’Italia

Conalpa – Comitato Nazionale  Alberi e Paesaggio (Loreto, Teramo)
Costituente Parco Nazionale Costa Teatina (Fossacesia, Chieti)
ARCI Associazione Comitato Provinciale Chieti (Chieti)
ARCI Associazione Provinciale Vasto (Vasto, Chieti)
Associazione Ernesto Ragazzoni (San Giulio Orta, Novara)
Comitato per la difesa del patrimonio artistico e paesaggistico del Lago d’Orta (Novara)
Lupus in Fabula (Fano, Pesaro-Urbino)
Ravenna Virtuosa (Ravenna)
Rete di Cittadini Liberi (Foggia)
Comitato No Triv Ionio (Policoro, Matera)
Nuovo Senso Civico (Lanciano, Chieti)
Animalisti Italiani Onlus (Roma)
Comitato Ambiente e Sottosuolo (Modena)
Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni (Teramo)
Emergenza Petrolio Abruzzo (Pescara)
Gruppo No Triv Cento (Ferrara)
Comitato Tangenziale Senza Scorie Romagnano Sesia (Novara)
Associazione Apnea Pantelleria Onlus (Trapani)
Centro Studi Giuseppe Martella (Peschici, Foggia)
Associazione Civica Porta Nuova (Vasto, Chieti)
Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus (Cagliari)
Accademia della Ventricina (Scerni, Vasto)
Comitati Cittadini per l’Ambiente (Sulmona, L’Aquila)
Comitato No Petrolio (Tollo, Chieti)
Associazione Bed and Breakfast “Parco Maiella Costa Trabocchi” (San Vito, Chieti)
Associazione Profumo di Mare (Reggio Calabria)
Libero Comitato Centroemilia (Ferrara)
Mediterraneo No Triv (Policoro, Matera)
WWF Zona Frentana e Costa Teatina (Lanciano, Chieti)
CARP Novara Onlus – Coordinamento Ambientalista Rifiuti Piemonte (Novara)
No Scorie Trisaia (Rotondella, Matera)
Fondo Ambiente Italia – Delegazione di Vasto (Vasto, Chieti)
Associazioni Ambientaliste FOLGORE e DEMETRA (Trani)
Comitato Difesa Nostro Territorio (Carpignano Sesia, Novara)
Comitato Abruzzese del Paesaggio (Pescara)
No al progetto Eleonora (Arborea, Oristano)
WWF Basilicata (Potenza)
Comitato 5 Giugno (Lecco)
Associazione per la Tutela della Salute e dell’Ambiente di Basilicata (Potenza)
Movimento Ambientalista BAT Puglia (Trani)
Active Citizen (Roma)
Terra che ci appartiene (Gonnosfanadiga, Medio Campiano, Sardegna)
No Megacentrale (Guspini, Medio Campiano, Sardegna)
Centro Internazionale Crocevia (Roma)
No petrolio Alta Irpinia (Avellino)
Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia (Cremona)
Associazione Ambiente e Salute di Correggio e San Martino (Reggio Emilia)

Fonte: dorsogna.blogspot.it

Chiarezza sul delfino di Foce Varano

Pubblicato il: 17 ago 2013 - Da Webmaster

Ogni anno sulle coste garganiche sono numerosi gli episodi di spiaggiamento di Cetacei sia morti che vivi.

A differenza di ciò che si crede, il mare Adriatico è un mare vivo e ospita da sempre questa Biodiversità unica e preziosa. Basti pensare alle raffigurazioni architettoniche o pittoriche che, nei secoli, hanno decorato le città mediterranee e che possono essere considerate come delle testimonianze storiche della presenza di questi mammiferi nei nostri mari.
Delfino FilippoIl territorio garganico rappresenta una nicchia ecologica peculiare che ha ospitato eventi straordinari per le loro caratteristiche, mai documentati nel resto del Mediterraneo. Basti pensare alla presenza, quasi decennale, del famoso delfino Filippo nel Golfo di Manfredonia. Tra i 91 casi registrati da sempre nel Mondo di lone-sociable dolphin, ossia delfini solitari che, per diverse cause, scelgono di trascorrere un’esistenza solitaria spesso a contatto con l’uomo.

Capodogli SpiaggiatiUn altro evento straordinario è stato lo spiaggiamento di 7 Capodogli (Physeter macrocephalus) sul litorale compreso tra i comuni di Cagnano Varano e Ischitella. Su questi giganti del mare si è sollevato molto rumore e diverse polemiche che, in realtà, sono state chiarite scientificamente già da diversi anni, a differenza di ciò che ancora si discute tra la gente comune ed anche tra chi, invece, studia l’ecosistema marino per professione.
Proprio questa vicenda ha evidenziato la necessità di creare una rete di professionalità specializzate per intervenire e studiare questi straordinari eventi. E’ stata istituita infatti una task force nazionale: CERT (Cetacean Emergency Response Team), nata dalla collaborazione tra Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, tra gli specialisti degli Istituti Zooprofilattici nazionali, le ASL e le Università di Medicina Veterinaria. Attraverso questa rete di gestione degli spiaggiamenti sul territorio italiano si è così riusciti a gestire l’importanza scientifica di questi episodi, raccogliendo dati diagnostici importanti per la ricerca in questo campo, intervenendo nel recupero e nel rilascio di animali in difficoltà e tanto altro.
Ciò che è successo pochi giorni fa a Foce Varano è la testimonianza di come ancora una volta, inspiegabilmente, eventi di spiaggiamento di Cetacei siano oggetto di equivoci e di interventi azzardati da parte di persone non autorizzate e non specializzate. Quello che accade nel territorio garganico si ripete da anni, nonostante esista l’intervento e la disponibilità degli esperti (come lo stesso Dott. Giovanni Muscarella, valido ed eccellente professionista della ASL di Foggia, e i responsabili della diagnostica dell’IZS di Puglia e Basilicata) e nonostante esistano protocolli ministeriali specifici di intervento per la salvaguardia di queste creature marine e per la sicurezza pubblica. L’episodio di Foce Varano è un chiaro esempio di bycatch, un termine che significa cattura accidentale e che rappresenta una tra le cause più comuni di decesso dei Cetacei in Adriatico. Il delfino vittima del bycatch era un Tursiope (Tursiops truncatus), una specie molto presente nell’areale garganico (lo stesso delfino Filippo apparteneva a questa specie), dove vive in maniera stanziale o stagionale a seconda della disponibilità trofica e delle complesse attività che caratterizzano la vita di questa specie (cura della prole, socializzazione, etc.). Probabilmente il Tursiope è rimasto intrappolato in una rete da pesca, episodio che causa in questi mammiferi uno stato di panico che li porta fino all’exitus per annegamento. Nella maggior parte dei casi, quando i pescatori ritrovano questi esemplari intrappolati morti nelle loro reti, invece di allertare la Guardia Costiera e, di conseguenza, tutta la task force nazionale per il recupero di dati scientifici essenziale per la ricerca in questo settore, li abbandonano in balia del mare. In questo caso probabilmente, il delfino trasportato a bordo è stato poi rimesso in mare assicurato per l’addome ad una corda. Le “ferite” presenti sul corpo dell’animale possono essere state causate: sia dal tentativo di divincolarsi dalla rete da parte dell’animale, sia dal trasporto dello stesso a bordo dell’imbarcazione da pesca, sia dal processo di decomposizione post-mortem (quest’ultimo aspetto è stato purtroppo l’unico evidenziato nell’articolo del 2 Agosto u.s.). La disposizione di una necroscopia e le indagini diagnostiche sulla carcassa, per lo stato di decomposizione dell’animale, potrebbero risultare difficili. La curiosità della gente, frequentemente, supera l’effettiva e concreta ricostruzione di un caso che, a causa di queste considerazioni, può non essere risolto, se non attraverso supposizioni, o può richiedere diversi mesi di indagini per le tempistiche e le complesse procedure di laboratorio.
I Cetacei sono specie protette a livello nazionale ed internazionale e il bracconaggio è un evento raro, se non ormai quasi inesistente. Ogni qual volta si incontra un Cetaceo spiaggiato, sia vivo che morto, l’unica cosa da fare come cittadini è allertare quanto prima possibile la Guardia Costiera al numero nazionale 1530, la quale attiverà la task force nazionale autorizzata all’intervento. Inoltre, bisognerebbe mantenersi distanti per motivi di sicurezza reciproca tra uomo e Cetaceo. Difatti, se l’animale fosse vivo la presenza e il contatto con l’uomo potrebbe ulteriormente aggravare le sue condizioni. Nella maggior parte dei casi a spiaggiare sono animali in difficoltà, spesso con patologie trasmissibili gravi e destinati al decesso. Chi crede di fare l’eroe e riporta l’animale in mare con manovre azzardate, non comprende la complessità del caso e mette in pericolo la vita dell’esemplare, esponendolo a stress, a contatti sconosciuti e a rumore, e, allo stesso tempo, mette in pericolo la propria stessa vita. In ugual modo bisogna comportarsi nel caso di ritrovamento di Cetacei spiaggiati morti. Avvicinarsi e toccare l’animale corrisponde ad esporsi a rischi sanitari e può far perdere dati importantissimi per la delicata e complessa ricerca scientifica in questo campo.
Bisogna ricordare che i Cetacei sono animali selvatici non abituati al contatto con l’uomo e trasportatori di diverse patologie, vista la loro vita pelagica.
In Italia abbiamo un esempio di eccellenze professionali in questo settore, che hanno dedicato la loro vita allo studio e alla salvaguardia di queste specie. Un modello di rete di intenti e di professionalità unico in Europa. Il rispetto di queste straordinari mammiferi marini parte proprio dalla consapevolezza di mettere da parte la propria visione antropocentrica, spesso spinta da
curiosità irresponsabile e da compassione, per lasciare lavorare gli esperti del settore qualificati e autorizzati nell’intervento e nel recupero di dati scientifici inestimabili relativi a questi episodi.
Associazioni come il Centro Cultura del Mare A.P.S. Di Manfredonia da anni portano avanti campagne di tutela e monitoraggio per i Cetacei con progetti avanguardisti altamente qualificati, come un Museo del Mare e un Osservatorio Cetacei che, nell’indifferenza delle istituzioni o per le solite ragioni burocratiche, restano ancora solo un sogno irrealizzato.
Il territorio marittimo della provincia di Foggia è un habitat peculiare di Biodiversità inestimabile, tra questa i Cetacei costituiscono un tassello fondamentale ormai scomparso dalla memoria popolare e che, di questo passo, sta scomparendo anche nella realtà. La presenza dei Cetacei in ogni parte del Mondo è indice di benessere marino. Un potenziale che, se valorizzato, potrebbe essere un’occasione di tutela del patrimonio naturalistico a favore di nuovi posti di lavoro e di un futuro sostenibile per le nuove generazioni.

Guido Pietroluongo
Studente di Medicina Veterinaria
Esperto in Cetologia e impatti ambientali sull’ecosistema marino