Manfredonia – LA Direzione Generale della Pesca Marittima del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha concesso una ulteriore proroga fino alla fine di aprile prossimo, della campagna di pesca scientifica del rossetto nel compartimento marittimo di Manfredonia. Il provvedimento comporta anche la prosecuzione delle formazione del personale marittimo interessato. La pesca autorizzata è quella effettuata con i sistemi sciabica e circuizione senza chiusura. Lo scrive l’Ente in una nota.

“E’ un provvedimento che oltre a riattivare un settore penalizzato da una serie senza fine di difficoltà, restituisce la necessaria fiducia ad una categoria che ha recepito le nuove metodologie disposte dalla UE e le ha adottate nella convinzione di dare un valido contributo alla sostenibilità della pesca nel Golfo”, ha rilevato il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi che aveva sostenuto la richiesta di proroga assieme all’assessore alla Pesca Antonio Angelillis, agli operatori del settore guidati daNunzioStoppiello. Una richiesta che ha incontrato la disponibilità del Ministro Catania presso il quale è stata sostenuta dall’assessore regionale Stefano, dalla onorevole Mongiello, dal consigliere regionale Ognissanti. “L’autorizzazione alla pesca del rossetto – ha rilevato l’assessore Angelillis – è un primo passo verso una nuova forma di gestione dell’attività di pesca adeguata alle direttive della Comunità europea. La sperimentazione della pesca del rossetto è anche la sperimentazione del cambio culturale che la categoria sta producendo”.

Dal canto suo Nunzio Stoppiello, nell’esprimere la soddisfazione degli operatori del mondo della pesca, ha evidenziato il notevole contributo che la pesca del rossetto assicura ai bilanci delle imprese di pesca grazie all’alto valore economico che il rossetto offre conseguente al gradimento dei mercati e dunque dei consumatori.

La pesca del rossetto potrà prendere il via immediatamente. A praticarla saranno trenta barche a rotazione attinte da un elenco di centro barche autorizzate a tale tipo di pesca. La limitata partecipazione di pescherecci è conseguenza, spiega il Ministero, alla definizione di pesca scientifica data alla pesca del rossetto, intesa come attività diretta a scopi di studio, ricerca, sperimentazione e raccolta dati. Tale pesca è svolta in linea di continuità e cura del Consorzio per il Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologia applicata di Livorno.

Le risultanze raccolte nel corso della campagna di pesca scientifica, serviranno per le necessarie indicazioni circa lo stato della risorsa, e utili indicazioni per la definizione degli aspetti socio-economici riconducibili alle imprese di pesca interessate e ai lavoratori addetti. Dati e informazioni che unitamente a quelli già ricavati dalla precedenti campagne di pesca scientifica, saranno utilizzati a supporto del redigendo Piano di gestione della pesca.

Fonte:  Statoquotidano.it

De leonardis

De Leonardis (st, assemblema costituente UdCap)

Foggia – “LE notizie inquietanti che si stanno succedendo in questi giorni, confermate dall’Agenzia regionale per l’ambiente Arpa, e i gravi rischi di inquinamento ambientale ignorati nonostante ripetuti allarmi, spingono a interrogarsi non solo sulla reale situazione del depuratore di Foggia ma di tutti gli impianti pugliesi: è arrivato allora il momento della verità, per proteggere la salute di quanti vivono e transitano nella nostra regione, per garantire la genuinità dei nostri prodotti e salvaguardare agricoltura, ambiente, turismo, l’intera nostra economia e per fare il punto sull’attendibilità, sulla tempestività e sull’efficacia dell’operato degli organi e delle strutture deputate al controllo”.

Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia, ha presentato oggi un’interrogazione urgente a risposta scritta all’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro per conoscere, “impianto per impianto, lo stato in cui versano tutti i depuratori in Puglia”, per “scongiurare qualsiasi rischio per l’incolumità di cittadini e animali”, per “evitare che la diffusione di notizie allarmanti possa scatenare panico utilizzato in maniera strumentale”, per riflettere su “opportunità, costi e benefici della società controllate di Acquedotto Pugliese chiamate a un compito delicatissimo, ma dai risultati sconcertanti come appurato ormai per l’impianto foggiano”. E per sapere “quanti controlli da parte di operatori e tecnici dell’Arpa hanno fatto emergere anomalie nel recente passato, quali azioni hanno fatto scaturire e quali interventi in tempi rapidi la giunta intenda adesso adottare per scongiurare una possibile emergenza ambientale” la conclusione di De Leonardis.


Fonte: statoquotidiano.it

Tremiti – IL ministro dell’ ambiente Corrado Clini ha risposto all’ interrogazione della senatrice di Grande Sud Adriana Poli Bortone, relativa alle trivellazioni nell’ Adriatico ed in particolare alle Isole Tremiti. Una risposta molto dettagliata nella quale a conclusione il ministro scrive: “si evidenzia che in questa fase il ministro dell’ambiente, non ha autorizzato, né ha facoltà di farlo, alcuna perforazione in mare alla società Petroceltic, ma si è espresso positivamente in merito ai programmi di esplorazione presentati da quella società. Le autorizzazioni a perforare potrebbero essere rilasciate in futuro, qualora venisse conferito alla società Petroceltic un permesso di ricerca; a seguito di studi geologici e geofisici, che normalmente richiedono circa tre anni, in base ai quali fosse individuato un potenziale giacimento di idrocarburi.

Fonte: statoquotidiano.it

Avannotti

Un avannotto di Neos (st – acquaportal)

Manfredonia – “INTERVENTI urgenti per il ripristino della funzionalita’ della struttura di ricerca realizzata nell’ambito del “Patto territoriale per lo sviluppo dell’economia ittica della Provincia di Foggia- Por Puglia 2000-2006 -SFOP “, e localizzata all’interno del comprensorio agricolo comunale ex “Daunia Risi”. Così da un provvedimento del Comune.

Per gli interventi – “finalizzati al ripristino della funzionalità della struttura, anche con affidamento, dove necessario, di eventuali incarichi a professionisti e ditte esterni (…) la spesa presunta (…) è stata stimata in € 115.000, con copertura finanziaria nel PEG per l’esercizio finanziario 2012

La relazione è dell’Assessore alle “Risorse del Territorio e sviluppo economico” Prof. A.Angelillis. In precedenza, con D.G.C.n. 736-30.10.2004 e n.434-20.07.2005, la Giunta aveva approvato il progetto preliminare e il capitolato prestazionale relativo alla realizzazione di una struttura di ricerca per la messa a punto di mangimi sperimentali per le diverse specie ittiche ed in condizioni ecologiche diversificate e verifica sperimentale (Start-up) per un importo complessivo di € 2.639.000,00 finanziato con i fondi della Regione PUGLIA (A.P.Q.-Sviluppo Economico).

Con determina dirigenziale n. 98/2006, a seguito di gara di appalto (…) venivano approvati i verbali di gara, ed i lavori affidati all’A.T.I. – Consorzio Emiliano Romagnolo – Ing. Gaetano Iannuzzi, con sede in via Calzoni a Bologna per l’importo complessivo di € 2.167.000,00 oltre IVA ed € 30.000,00 per oneri per la sicurezza. Il 16.05.2006 (..) veniva stipulato il contratto con il C.E.R. in qualità di Capogruppo dell’ATI: C.E.R.-IANNUZZI, per la realizzazione dei lavori in questione.

Il C.E.R. assegnava i lavori alla propria associata Cooperativa “La Sorgente” s.c.p.a. con sede a Manfredonia; in seguito l’affidamento dell’incarico di “Coordinatore del progetto” e “Coordinatore per l’esecuzione dei lavori in materia di sicurezza” all’ Arch. Domenico Azzarone e al dott.Vito Balsamo di tecnico responsabile dell’attività di Start- up.

I lavori furono consegnati con verbale il 02.10.2006 e i termini per l’ultimazione dei lavori, a seguito della proroga concessa con atto di G.C. n. 115 del 6.3.2009, venivano fissati per le opere edili al 31.01.2009 e per la fase di start-up al 30.04.2009.

Con determina del dirigente del 6° settore n.451 del 23.11.2006 veniva nominata la commissione di collaudo: l’ing.Gennaro Rosato (Dirigente R.P.) e l’ing. Francesco Bitetto (Coordinatore settore LL.PP. R.P.).

Con determina del dirigente del 6° Settore n.230 del 25-6-2009 si prendeva atto dello stato finale dei lavori, per l’importo complessivo di € 2.197.000,00 di cui € 2.167.00,00 per lavori ed attività di start up ed € 30.000,00 per oneri per la sicurezza. Il 7-12-2009 veniva emesso il certificato di collaudo. Dunque l’approvazione dell’atto di collaudo e delle risultanze economiche riportate per “consentire la rendicontazione della spesa alla Regione Puglia”. “Il certificato di collaudo ha carattere
provvisorio ed assume carattere definitivo decorsi i due anni dalla data della relativa emissione” e (…) l’appaltatore risponde delle difformità e vizi dell’opera, nonché della custodia,conservazione e gratuita manutenzione di tutte le opere e l’appalto fino all’approvazione esplicita e tacita degli atti di collaudo.

“Nel periodo dal 7-12-2009 al 7-12-2011 in cui l’impresa appaltatrice era tenuta alla custodia e manutenzione dell’opera, non è pervenuta né è stata segnalata alla stessa alcuna difformità o vizio dell’opera o altro”. Pertanto a partire dall’8-12-2011 la struttura di che trattasi è nella piena disponibilità e utilizzo del Comune.

Tuttavia, “soltanto il 13-4-2012 veniva segnalato dal dirigente del 6° Settore che “nella struttura erano stati sottratti parte di cavi e componentistica elettrica”. Ora dato che con atto n.131 del 22.3.2010 la G.C. prendeva atto della nota del 4.03.2010 (…) con la quale la Lago Salso s.p.a., costituita dal Comune di Manfredonia dal Parco Nazionale del Gargano e dal CSN (Centro Studi Naturalistici O.n.I.u.s.), comunicava l’intendimento di presentare una proposta progettuale nell’ambito del PON “Ricerca e Competitività 2007-2013″ (…) Obiettivo Operativo: Aree scientifico-tecnologiche generatrici di processi di trasformazione del sistema produttivo e creatrici di nuovi settori – Azione: Interventi di sostegno della ricerca industriale e deliberava: la concessione, in comodato d’uso gratuito dei terreni demaniali per Ha 05.00.00 in agro di Manfredonia e dell’impianto sperimentale di acquacoltura su tale terreno insistente, per la realizzazione delle attività di cui ala proposta progettuale sopra richiamata.

Inoltre il nulla-osta per la presentazione della proposta progettuale nell’ambito del PON “Ricerca e Competitività 2007-2013″ avente ad oggetto la produzione di mangimi innovativi per avannotti e la produzione di pesce biologico.

Con lo stesso atto veniva altresì approvato lo schema di “concessione in comodato “ regolante i rapporti tra il Comune e la Società Lago Salso s.p.a.

Con nota del 17.7.2012 il MIUR comunicava l’ammissione del progetto presentato dalla Società Lago Salso s.p.a. , unitamente agli altri patners, alle agevolazioni di cui al Decreto Direttoriale n. 2907ric del 5.10.2012. Nell’ambito del progetto le attività svolte dalla Lago Salso s.p.a., possono così sintetizzarsi:
A) OR1- BENCHMARK TECNOLOGICOPER LA FILIERA DELL’ITTICA NUTRACEUTICA
B) OR2- TECNICHE DI ALLEVAMENTO DI NUOVE SPECIE ITTICHE Pagina 2C) OR 6 -TECNOLOGIE PER L’ESTENSIONE DELLA SHELF LIFE.

Da qui per lo svolgimento di tali attività è necessario che la “struttura” realizzata nell’ambito del “Patto territoriale per lo sviluppo dell’economia ittica della Provincia di Foggia- Por Puglia 2000-2006 SFOP-) “e da concedere in comodato alla “ Società Lago Salso s.p.a.“ sia perfettamente funzionante ed agibile. Dopo il sopralluogo dell’Ufficio tecnico è stato riscontrato che parte degli impianti tecnologici, a causa del lungo tempo trascorso dalla data di ultimazione della fase di start-up, necessitano di interventi straordinari per poter funzionare.

Inoltre è emerso che la struttura, nonostante l’impianto di allarme e radioallarme installati, è stata oggetto di furto e di atti di vandalismo che hanno danneggiato gli impianti elettrici e radioallarme sia interni che esterni. Da qui in previsione dell’attuazione del progetto la somma stanziata per i lavori.

Fonte: g.defilippo@statoquotidiano.it

Molo di levanteIl governo Monti non ha preso decisioni sui trasporti. Da anni si discute della riforma della legge portuale, ma neanche questo esecutivo ha avuto il coraggio di fare un passo avanti. Con la spendingreview, sembrava che il numero delle Autorità portuali potesse calare. Invece si è solo ridotto il costo del personale.

Dopo anni di inerzia e indecisione, chi si occupa di trasporti in Italia si aspettava che l’esecutivo di Mario Monti desse una sterzata decisa al trend degli ultimi anni, caratterizzato dalla totale ignavia di chi (in primis i vari ministri succedutisi ai Trasporti), timoroso di assumere decisioni impopolari o spinose, non ha mai preso in mano la situazione per fare del settore un elemento di sviluppo economico del Paese, come la posizione logistica dell’Italia e il suo ruolo di popoloso centro di consumo e di industria votata all’export avrebbero suggerito di fare.

Invece, a quasi un anno dalla nomina, il giudizio sul governo in carica per quanto riguarda i provvedimenti assunti in materia di trasporti tende decisamente all’insufficienza: manca del tutto una politica organica di settore, non sono stati intrapresi interventi puntuali che avrebbero se non altro aiutato il comparto, alcune decisioni prese sono apparse estemporanee quando non contraddittorie e su altri temi si è preferito invece sorvolare, lasciando l’onere della decisione a chi verrà dopo.

La Legge portuale (riforma della Legge 84/94)

In questo caso al governo non si può addebitare la responsabilità diretta della riforma della legge che regola l’organizzazione dei porti nazionali, lasciata volontariamente all’iniziativa parlamentare (svolto il primo passaggio in Senato, il ddl è ora alla Camera) dal momento che è almeno da 7-8 anni che si discute di questa revisione.

Tuttavia, anche alla luce dello scarso impatto riformatore che la riforma sembra destinata ad avere, appare inspiegabile – se non con un colpevole disinteresse per una materia estremamente complessa e di scarso ‘rendimento’ mediatico – l’atteggiamento ambivalente e contraddittorio tenuto dall’esecutivo sull’argomento.

Quando fu presentata la spendingreview, infatti, sembrava ad esempio che il numero delle Autorità portuali (gli enti territoriali facenti capo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e deputati alla gestione degli scali considerati di interesse nazionale) fosse destinato, attraverso tagli e accorpamenti, a calare rispetto all’attuale ragguardevole quota di 23. Invece il Governo non è intervenuto in tal senso, ma ha imposto la riduzione del 10% del costo del personale, e non ha per il momento battuto ciglio di fronte al fatto che il ddl non solo non contempla la cancellazione di alcuna Autorità portuale, ma addirittura prevede – in clamoroso ossequio alla logica bipartisan del provvedimento – la riapertura di due enti (quelli di Trapani e Manfredonia) già soppressi in passato per l’evidente superfluità.

È in ragione di questo che persino Assoporti, l’associazione delle Autorità portuali, da sempre sostenitrice della necessità di mantenere l’attuale assetto degli enti, proporrà, a fronte del mantenimento dello status quo sul costo del personale (giustificato dall’applicazione di contratti di diritto privato e prossimo ad essere riconosciuto, secondo rumor di queste ore, dal Governo), un emendamento alla Camera per evitare la resurrezione delle due Authorities soppresse. Ma anche per il fatto che le richieste di autonomia finanziaria sono state frustrate anche da questo esecutivo, seppur meno intransigente dei precedenti sul tema.

La richiesta di integrare i finanziamenti statali alla portualità – principalmente dedicati all’infrastrutturazione e decisi sempre estemporaneamente sulla base di singoli progetti e mai, neppure nel Governo dei tecnici, in ordine ad una pianificazione capace di individuare ex ante gli scali su cui puntare per le varie tipologie di traffico e convogliare su quelli le poche risorse a disposizione – con la possibilità di trattenere una parte dell’Iva raccolta dalle Autorità portuali (secondo Assoporti saranno 13,5 miliardi di euro complessivi nel 2012), ogni porto in proporzione al proprio gettito, è stata accolta dal governo nel decreto per la crescita dello scorso giugno, ma con paletti strettissimi: ai 23 (forse 25) porti verrà infatti lasciato solo l’1% dell’Iva (130 milioni), ma con un tetto massimo di 70 milioni (briciole: basti considerare che il terminal container in costruzione a Vado Ligure ne costerà 450); e per di più solo l’80% sarà distribuito in modo proporzionale (di fatto ‘meritocratico’, perché specchio dei traffici che un porto riesce ad ‘attrarre’), mentre il 20% sarà ripartito con finalità perequative.

Pur intervenendo su aspetti delicati della gestione delle Autorità portuali (snellimento della burocrazia interna, dalle procedure per i dragaggi all’elaborazione dei Piani Regolatori Portuali, rafforzamento del ruolo del presidente a fronte di un ridimensionamento di quello del Comitato Portuale, organo composto da una moltitudine di portatori di interessi spesso contrastanti), la riforma prevede poi il mantenimento dello status quo su alcuni temi vitali, in estrema sintesi riguardanti la concorrenza sulle banchine. E ciò a dispetto delle reiterate e recentemente rilanciate indicazioni dell’Antitrust per un netto cambiamento.

L’Agcm, in particolare, suggerisce di intervenire per chiarire ulteriormente il ruolo di “regolatore” delle Autorità portuali (ancora oggi esistono numerosi casi di partecipazioni ‘imprenditoriali’ a società fornitrici di servizi portuali, che frenano secondo l’Antitrust lo sviluppo della concorrenza), di rendere più trasparente e meno farraginoso il sistema di rilascio delle concessioni dei terminal (la riforma aggiungerebbe addirittura un complicato meccanismo di proroga) e di rivoluzionare il quadro dei servizi tecnico-nautici (rimorchio, ormeggio, pilotaggio), adottando non solo procedure pubbliche di affidamento di tali attività, ma soprattutto un diverso sistema di tariffazione (trattandosi di monopolio regolato, l’Agcm considererebbe più efficiente un metodo pricecap, con la fissazione ex ante di una tariffa con la quale sta poi al fornitore del servizio, individuato con gara, ricavare un profitto, ottimizzando la propria operatività; oggi invece, sulla base di un accordo fra le varie associazioni di categoria, i servizi tecnico-nautici sono tariffati sulla base dei costi sostenuti dai singoli operatori, a cui viene aggiunto un certo margine, metodo rate-of-return, con un ruolo marginale delle singole Autorità portuali; ruolo che peraltro la riforma vorrebbe ulteriormente sminuire a fronte di un rafforzamento di quello ministeriale).

Oltre a quella dell’Agcm, sulla riforma e sui suoi (numerosi) punti deboli – «più che una riforma appare ad oggi un adeguamento della Legge 84/94», ha sentenziato il presidente di Assoporti Luigi Merlo – stanno via via emergendo, anche nell’ambito delle audizioni informali organizzate dalla Commissione trasporti della Camera, svariate altre posizioni critiche (da Confindustria a Confetra). Eppure il governo – che sulla materia ha finora ignorato anche i ripetuti appelli allo snellimento burocratico da parte degli operatori, ribaditi una settimana fa da un’interrogazione del deputato Pd Ettorte Rosato sullo snellimento delle procedure doganali – non solo non sembra intenzionato ad intervenire in modo incisivo, ma pare addirittura non avere una linea chiara: durante l’ultima occasione pubblica in cui se ne è parlato (l’assemblea di Confitarma tenutasi a Roma un paio di settimane fa), il sottosegretario ai Trasporti Guido Improta è riuscito nello spazio di pochi minuti a rassicurare prima gli armatori (nell’associazione di settore prevale la posizione dei fornitori del servizio di rimorchio, interessati al mantenimento dello status quo, piuttosto che quella degli utenti, che del resto, eccetto chi opera nel cabotaggio, lavorano principalmente in porti esteri), evidenziando «l’indirizzo del Parlamento a mantenere nella legge di riforma dell’84/94 l’attuale sistema di tariffazione e la centralità del ruolo del Ministero», salvo poi chiudere con un’affermazione ambigua su «quanto c’è da fare per aumentare il consenso politico sulla liberalizzazione dei servizi tecnico nautici».

Una posizione, quella dell’esecutivo sulla portualità, che appare quindi impalpabile quando non schizofrenica: a fronte della faticosissima riforma della legge di settore, destinata, nell’inerzia dell’esecutivo, a riformare ben poco, occorre infatti ricordare, da ultimo, non solo che nel 2013 è previsto il varo da parte della DG Transport (guidata dal vicepresidente della Commissione europea SiimKallas) di una direttiva destinata ad indirizzare ad una maggiore liberalizzazione e ad armonizzare le normative europee in materia di porti – direttiva che giocoforza costringerà l’Italia a un nuovo (e presumibilmente complesso) intervento legislativo in materia –, ma anche che il recentemente annunciato ddl di revisione del Titolo V della Costituzione dovrebbe restituire allo Stato la competenza esclusiva in tema di «grandi reti di trasporto e di navigazione e di porti nazionali» (quando invece la riforma dell’84/94, a partire dal meccanismo di nomina dei presidenti delle Autorità portuali, è impostata interamente sulla vigente competenza concorrente fra Stato e Regioni).

Insomma, se è grave che un governo (peraltro solo l’ultimo di una lunga serie) sembri non essersi accorto della necessità di occuparsi in maniera strutturata e approfondita di portualità (tanto più in un paese in crisi economica, dotato di 8 mila chilometri di coste al centro del Mediterraneo), dovrebbe apparire impensabile ipotizzare un Monti bis sprovvisto di una linea programmatica chiara sul tema.

Fonte: manfredonianews.it

Pescatori di Manfredonia

Pescatori di Manfredonia (image copyright Stato, archivio)

Bari – LA quarta commissione consiliare presieduta da Aurelio Gianfreda ha approvato all’unanimità la deliberazione della Giunta regionale con cui si dispone la rimodulazione delle somme pari a cinque milioni di euro destinate all’Agricoltura. L’importo complessivo è stato ripartito nella misura di un milione di euro da utilizzare come fondo di intervento per le crisi di mercato, compresa quella rivenente dall’escherichia coli, di cinquecentomila euro per le attività che svolgono i C.A.A. (Centri di Assistenza Agricola), di un altro milione per gli interventi a sostegno della pesca e di due milioni e mezzo di euro per le attività di promozione dei prodotti agricoli.

I lavori della seduta sono proseguiti con l’approvazione a maggioranza della proposta di legge in materia di sostegno dei gruppi di acquisto solidale (GAS) e promozione dei prodotti agricoli a chilometro zero e di qualità, primo firmatario il capogruppo di Sel Michele Losappio. Voto favorevole è stato espresso dai rappresentati del centrosinistra insieme a quelli dell’UDC, mentre il Pdl si è astenuto.

Si tratta però di un’approvazione condizionata, visto che alcune osservazioni sollevate dal consigliere regionale del Pdl Mario Vadrucci sono state demandate all’esame dell’Aula. Si tratta di approfondire meglio, con il supporto della struttura tecnica dell’Assessorato, gli aspetti fiscali derivanti dalla costituzione dei GAS e di definire un prodotto a chilometro zero sulla base dei chilometri effettivi percorsi anziché su quella della quantità di Co2 prodotta.

Fonte: statoquotidiano.it

Conferenza negli uffici della Capitaneria di Porto di Manfredonia

Un momento di una passata conferenza negli uffici della Capitaneria di Porto di Manfredonia (STATO@)

Manfredonia – CONTINUA l’attività di repressione posta in essere dai militari della Guardia Costiera di Manfredonia nei confronti della pesca “contra legem” compiuta da operatori del settore in completo dispregio delle norme vigenti a tutela dell’ecosistema marino.

Negli ultimi giorni, sono state condotte diverse operazioni di polizia marittima su tutto il litorale garganico, nel corso delle quali 5 pescherecci sono stati sorpresi mentre esercitavano la pesca a strascico sottocosta, in difformità alla vigente normativa che vieta tale tipo di pesca fino ad una distanza di quattro miglia nautiche dalla costa.

Durante l’attività operativa, gli uomini della Capitaneria di porto di Manfredonia unitamente a quelli dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Vieste, utilizzando sistemi di sorveglianza e monitoraggio del traffico navale, hanno potuto quindi accertare la presenza di tali pescherecci intenti ed effettuare la pesca a strascico addirittura a meno di un miglio nautico dalla costa.

Al termine dell’accertamento, i militari, a bordo delle motovedette impiegate, hanno proceduto al sequestro delle reti da pesca utilizzate per l’attività illecita e ad elevare, a carico dei comandanti delle unità sorprese, una sanzione amministrativa di quattromila euro ciascuno, oltre che all’applicazione di 6 punti sulla licenza di pesca che; in caso di ulteriori infrazioni gravi, come questa, potrà essere sospesa o ritirata.

“Con la ripresa delle attività della pesca, dopo il fermo biologico, le attività di controllo poste in essere dalla Guardia Costiera di Manfredonia sono state intensificate con l’obbiettivo salvaguardare la fauna marina e consentire il ripopolamento nel delicato momento di crescita che segue proprio il fermo dell’attività dei pescherecci.”

Fonte: Redazione Stato@riproduzioneriservata

Sequestri tonno rosso e pesce spada a Vieste

Vieste, sequestro 14 quintali tonno rosso e pesce spada (st)

Vieste – LA scorsa notte la Guardia costiera di Vieste, a seguito di attività investigativa condotta dal 6° Centro di Coordinamento Area Pesca di Bari, è stata impegnata in un’articolata operazione di polizia marittima, con lo scopo di contrastare e reprimere le attività illecite di pesca in danno delle specie ittiche considerate a rischio di estinzione ed a tutela dell’ecosistema marino.

Il controllo su due unità appena rientrate da diversi giorni di battuta di pesca, è stato svolto dai militari dipendenti dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Vieste, con la collaborazione di un’autopattuglia dei Carabinieri della locale Tenenza, ed ha portato al sequestro di 14 quintali circa di esemplari di tonno rosso sottomisura e di pesce spada, anch’esso sottomisura, detenuto illegalmente che, confiscato e sottoposto al preventivo controllo sanitario dei veterinari della competente A.S.L. e previa favorevole autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria è stato devoluto interamente in beneficenza a vari istituti caritatevoli di Vieste e di Manfredonia.

Dopo il controllo durato diverse ore, i comandanti dei pescherecci sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria, in quanto responsabili, come pescatori professionali di specifiche violazioni previste dalla normativa nazionale e comunitaria e, nello stesso tempo, sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di € 8.000.

Inoltre ai comandanti ed agli armatori è stata comminata la sanzione accessoria di 12 punti sulla licenza di pesca, il massimo attribuibile, secondo le recenti previsioni normative europee. In più si è proceduto al sequestro dello strumento da pesca utilizzato per questo tipo di attività, consistente nel cosiddetto “palangaro” (attrezzo costituito da un lunghissimo
filo di nylon sul quale vengono legati fino a 1.000 ami, sorretti in superficie da segnali galleggianti) per un totale di 18.000 metri lineari, con 1500 ami.

Fonte: statoquotidiano.it

Prima giornata vela

Prima giornata del Campionato Invernale di Vela (PH)

Manfredonia – PARTITO domenica 21 ottobre, in una soleggiata giornata autunnale, il VII Campionato Invernale di Vela organizzato dalla sezione di Manfredonia della Lega Navale Italiana. 25 le imbarcazioni iscritte, 22 quelle che hanno partecipato alla prima giornata di regata: due bastoni su boe di 5 miglia ciascuno. Entrambe le prove sono state vinte, per la categoria crociera/crociera regata, da Urora I, il Delher 41 CR dell’armatore Ugo Costantini (LNI FG) timonato da Salvatore Di Corato (LNI FG).

La prima prova per la categoria diporto inferiore agli 11 mt è stata appannaggio di Lupetta, il Bavaria 32 armato e timonato da Franco Bove (LNI Vieste), mentre nella seconda prova ha fatto meglio Safra, il Comet 35 armato da Salvatore Guarino e timonato da Francesco Guarino (LNI Manfredonia). Per la categoria diporto superiore agli 11 metri, l’imbarcazione più veloce nella prima prova è stata Ambrosia, il Comet 13 armato e timonato da Gaetano Natale (LNI FG); nella seconda prova il miglior tempo lo ha fatto segnare Asch, l’Hanse 400 fresco reduce dalla Barcolana 2012, armato da Il mare dentro (Costa del Sole) con al timone Fabrizio Rizzi.

Un bagno di sole per il battesimo del Campionato Invernale della Lega Navale, l’appuntamento sportivo che segue di poche settimane la spettacolare Regata del Gargano di metà settembre. Il vento ha giocato a favore di questo debutto, soffiando di libeccio a 6 nodi durante la prima prova che ha preso il via alle 10.45 e di Levante, ancora intorno ai 6 nodi, permettendo agli equipaggi di portare a compimento la seconda prova iniziata alle 13.45.

In barca giuria, con il presidente del comitato di Regata, Giovanni Lombardi, c’era anche Matteo Riccardi in qualità di primo membro. Grande soddisfazione per la bellissima giornata di vela è stata espressa dal presidente della sezione LNI Lorenzo Di Candia: “l’accresciuto numero di iscrizioni -ha detto- sono una conferma di quanto l’evento attragga i velisti del Golfo e dei proseliti che sta facendo lo sport della vela nel nostro territorio. Con questi numeri, il campionato invernale di Manfredonia si candida a diventare il più importante della Puglia subito dopo quello di Bari”.

A conclusione delle due prove, la sezione Lega Navale ha organizzato un buffet, servito presso la sede sportiva di viale Miramare: “gli incontri conviviali a fine regata, che sono diventati un elemento che ci contraddistingue rispetto agli altri -aggiunge Di Candia- sono da noi quasi pressoché immancabili perché li consideriamo per armatori ed equipaggi un’occasione per familiarizzare e unire ancora di più”. Il prossimo appuntamento con il Campionato Invernale di Vela è per il 4 novembre 2012, nello specchio di mare antistante il porto sipontino, con le due prove con percorso a triangolo.

Fonte: statoquotidiano.it

Antonio Caratù

L’ingegnere meccanico con master in yacht design dr. Antonio Caratù, titolare del Centro di assistenza nautica di Manfredonia, con inaugurazione fissata il 20 ottobre, ore 19 e 30, corso Roma 226/8 (st@)

Manfredonia – SI svolgerà sabato 20 ottobre, ore 19 e 30, in corso Roma 228, l’inaugurazione del Centro di assistenza nautica nonchè rivenditore autorizzato Nort-Sails per tutta l’area del Gargano. Per l’occasione saranno presenti a Manfredonia il manager Nort-Sails Daniele De Tullio dell’area dell’Italia Meridionale. De Tullio è si è recentemente laureato campione del mondo di categoria 3 con l’imbarcazione Scugnizza e campione italiano categoria 2 con l’imbarcazione Scricca.

“Questo centro di assistenza – dice a Stato ingegnere Antonio Caratù – ha lo scopo di seguire a livello tecnico tutte le imbarcazioni da diporto che intendono ottimizzare le proprie performances per quanto riguarda le attrezzature di coperta dall’hardware alle vele e per concludere all’elettronica”.

Fonte : statoquotidiano.it