Insieme per la Terra a Manfredonia

Nell’ambito del progetto internazionale Disney “Friends for Change” si è svolta a Manfredonia,  sabato 8 ottobre 2011, nella Sala Convegni della Lega Navale Italiana sez. di Manfredonia, una manifestazione per la salvaguardia dell’ambiente promossa da The Walt Disney Company Italia in collaborazione con il WWF .

L’iniziativa ha visto protagonisti più di 100 alunni : tre classi di quarta e una di terza della Scuola Primaria “V. M. Orsini”, la  2 E della “Mozzillo-Ungaretti” e la 1G della “G. T. Giordani” della Scuola Secondaria di 1° grado di Manfredonia, impegnati  nel sostegno della campagna di informazione e tutela delle tartarughe marine, supportati dai volontari del Centro Recupero di Molfetta, della Lega Navale, dell’Associazione “Centro Cultura del Mare” e della Marineria Sipontina.

La giornata ha avuto inizio con il raduno dei ragazzi alle ore 9 presso il porto di Manfredonia: Banchina di Tramontana e Molo di Levante.

 Gli alunni, dopo aver indossato le magliette, gentilmente offerte dalla Disney, hanno intervistato, da “veri giornalisti” numerosi pescatori e consegnato loro le magliette del progetto,  come simbolo di una collaborazione nella tutela delle tartarughe.

Infatti, la collaborazione con i pescatori è fondamentale per la difesa delle tartarughe marine, in quanto la principale minaccia è proprio la pesca accidentale con le reti a strascico, le reti da posta e i palangari, che solo in Italia colpisce più di 20.000 esemplari all’anno, di cui molti non sopravvivono.

Alle ore 10,30 c’è stato il raduno generale presso la Sala Convegni della Lega Navale Italiana sez. di Manfredonia.

Il vicepresidente della Lega Navale, Stefano Troiso, a nome del direttivo ha salutato tutti gli intervenuti e ha dato il via alla manifestazione.

Giovanni Simone, in qualità di delegato alla propaganda della cultura marinara della Lega Navale sez. di Manfredonia e vicepresidente dell’Associazione Centro Cultura del Mare di Manfredonia, insieme al responsabile del Centro di Recupero WWF di Molfetta, Pasquale Salvemini, hanno creato momenti di sensibilizzazione dei giovani studenti sul tema della salvaguardia delle tartarughe.

Rappresentanti della Guardia Costiera e della Compagnia dei Carabinieri sono intervenuti per spiegare ai ragazzi i compiti istituzionali che esercitano per la tutela e la salvaguardia delle acque costiere e della fauna.

I presenti hanno rivolto una particolare attenzione ad un ospite venuto da Bari che ha raccontato la storia vissuta nel recupero di una tartaruga in difficoltà, affidata alle cure del Centro di Molfetta e che era tra le sei tartarughe in attesa della liberazione.

E’ proprio grazie alla sensibilità dei pescatori di Manfredonia che si riescono a salvare alcune specie di tartarughe, tra cui quella più comune, la “Caretta caretta”, di cui il Mar Mediterraneo è particolarmente ricco.

Nel nostro Golfo sono state altresì avvistate altre specie più rare come la tartaruga verde “Chelonia mydas” e la tartaruga liuto “Dermochelis coriacea”.

In particolare, nel 1985, un esemplare di quest’ultima specie, di lunghezza superiore ai due metri, è finito in una rete da posta di un pescatore sipontino “Giovanni Pastore”.

Al termine della manifestazione alcuni rappresentanti dei pescatori sipontini, Ciro, Michele e Giuseppe Conoscitore, Ciro e Domenico Tattilo e Alberto Gatta, con l’aiuto dei volontari WWF di Molfetta hanno liberato in mare sei splendide tartarughe della specie “Caretta caretta”.

Anche l’assessore all’Ambiente, Michele Gallifuoco, ha provato la gioia di liberare una tartaruga. Un gruppo di alunni di quarta della Scuola Primaria “V. M. Orsini”  è stato coinvolto nel colorare uno striscione con la scritta “Buon Viaggio” con cui hanno salutato le tartarughe liberate alla fine della giornata.

Le insegnanti hanno espresso la piena soddisfazione per la riuscita della manifestazione sottolineando che “con lo studio e l’esperienza vissuta i ragazzi imparano pertanto a conoscere e amare: solo ciò che si conosce si ama e si cerca”.

Il progetto Disney’s Friends for Change -Insieme per la Terra- ha proposto varie iniziative che hanno la finalità di sensibilizzare maggiormente i nostri ragazzi al rispetto dell’ambiente e del territorio in cui vivono.

Carlotta Saltini, Chief Marketing Officer Disney nell’annunciare la partnership con il WWF Italia ricordava che “la Disney cerca di creare un’eredità ambientale positiva e sostenibile per la società di oggi e per le generazioni future”. E’ proprio questo l’obiettivo che hanno voluto raggiungere le insegnanti che hanno aderito al progetto sensibilizzando gli studenti ed i pescatori coinvolti in prima  persona nel salvataggio delle tartarughe marine e dell’ambiente.

Gli organizzatori ringraziano la Walt Disney Company Italia e il WWF Italia  per aver scelto Manfredonia, come sede di questa importante manifestazione nazionale, le Istituzioni, le Associazioni e tutti coloro che hanno partecipato all’evento:

l’Assessore all’Ambiente del Comune di Manfredonia, Michele Gallifuoco, che ha portato i saluti del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale, l’Assessore alla Pubblica Istruzione, Annarita Prencipe, l’Autorità Portuale, il Direttivo della Lega Navale Italiana sez. di Manfredonia, l’Associazione Marinai d’Italia, la Capitaneria di Porto -Guardia Costiera-, la Compagnia dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia Municipale e la Marineria Sipontina.

Inoltre ringraziano: il Dirigente scolastico prof. Orlando Pasquale della Scuola Primaria VI Circolo “V.M. Orsini” e le insegnanti Sipontina Trotta, Maria Frattarolo, Maria Decembrino, Elisabetta Capodilupo e Rosa Decembrino;  il Dirigente prof.ssa Paola Guida della Scuola Secondaria di 1° grado “G. T. Giordani” e le insegnanti Pina Conoscitore  e Antonietta Gellotto; il Dirigente dott.ssa Raffaella Gramigna della Scuola Secondaria di 1° grado “Mozzillo-Ungaretti” e le insegnanti Rachele Brigida e Angela Renzullo.

Teresa Simone

Autorità portualeLo scorso 15 giugno il Governatore Vendola unitamente all’assessore regionale alle infrastrutture strategiche Minervini, hanno incontrato i presidenti delle tre autorità portuali pugliesi: Taranto, Brindisi e Bari (che aggrega anche Monopoli e Barletta). Primo atto comune nei piani operativi triennali che le nuove autorità portuali dovranno redigere nei prossimi 90 giorni.

Il 6 luglio, nel porto di Bari, alla presenza dell’Assessore Minervini e dei tre presidenti delle autorità portuali pugliesi si parla del sistema portuale della nostra regione. Due appuntamenti importanti per la pianificazione portuale pugliese intesa ad operare sinergicamente per ottimizzare costi e servizi degli scali marittimi. L’autorità portuale di Manfredonia non è stata invitata a nessuno di questi ed altri incontri. Per la Regione Puglia e per le altre realtà portuali pugliesi il porto di Manfredonia non conta e pertanto non merita di sedere nei tavoli istituzionali di programmazione.

L’accoppiata Vendola-Minervini a Palazzo Chigi il 16 giugno sottoscrivono con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e vari Ministri, un’intesa relativa alle opere strategiche che la regione Puglia ha individuato e su cui c’è l’accordo del Governo. Un lavoro di programmazione regionale chiamato PUGLIA CORSARA con un piano di spesa pari a 800 milioni di euro (programma per lo sviluppo delle infrastrutture strategiche e della Piattaforma logistica della Puglia). Anche in questo programma Manfredonia è stata tagliata fuori. Uno schiaffo col guanto che in tempi passati non sarebbe passato inosservato, ma oggi siamo tutti più “signori”. Mentre i nostri politici per sette lunghi anni litigavano tra di loro per decidere sull’Autorità portuale del Levante piuttosto che di Manfredonia, nonché sulla spartizione degli incarichi politici e tecnici, gli altri porti lavoravano per organizzare, pianificare e sviluppare la propria struttura portuale. I nostri porti invece giacciono in uno stato di quasi totale abbandono innovativo e di obsolescenza. E’ sempre la solita questione. Occorrono professionalità, competenza, esperienza. Basta con l’improvvisazione e con gli uomini prestati dalla politica.

Oggi sul mercato vince chi sa programmare nel lungo periodo e si sa specializzare. Noi non abbiamo fatto nulla di tutto questo. Abbiamo arraffato soldi e realizzato senza nessun criterio strategico. Abbiamo pensato ad un nuovo porto turistico, piuttosto che concentrare le nostre energie sul potenziamento di un porto alto fondali che cade a pezzi nonostante i tanti soldi ad esso destinato di cui fin’ora ne abbiamo sentito solo parlare. Siamo fuori da qualsiasi contesto aggregativo. Non esistiamo sulla carta geografica delle portualità. “L’andamento del traffico a Manfredonia non è dei migliori…” questo il pensiero del Presidente Mariani riguardo al nostro flusso mercantile. Abbiamo chiesto all’Assessore Minervini la ragione per il quale Manfredonia non viene mai coinvolta nella pianificazione sinergica dei porti pugliesi. La sua risposta: “…nei prossimi giorni incontrerò il Sindaco Riccardi…”. E nella mortificante risposta tanto insignificante quanto eloquente della Regione Puglia che chiaramente manifesta di non gradire la presenza dell’attuale commissario dell’Autorità Portuale Nino Falcone ci auguriamo che tutte le forze politiche manfredoniane, una volta per tutte, trovino una comune missione che porti beneficio all’intera collettività e non solo alle loro combriccole politiche.

Abbiamo avuto la sfortuna/fortuna di avere l’Enichem che oltre a tanti veleni ci ha lasciato delle importanti infrastrutture logistiche: una rete ferroviaria che arriva fin sul porto, un porto industriale (che chiede di essere liberato da quei nastri trasportatori mai collaudati), un’area antistante portuale che Bari se la sogna di notte. Insomma avevamo le carte in regola per poter rilanciare la nostra portualità e far diventare Manfredonia il porto della ricca Capitanata. Ma come al solito non siamo stati capaci di valorizzare delle importanti opportunità, treni che passano ed non arrivano in porto. Nel frattempo gli altri fanno e noi stiamo a guardare!.

Fonte: Raffaele di Sabato – manfredonianews.it

Manfredonia 20 maggio 2011 17:30
Auditorium Palazzo dei Celestini – C.so Manfredi

Brochure tartarughe marine e cetacei nel golfo di manfredonia

Il “Centro Cultura del Mare”, La “Lega Navale” sezione di Manfredonia, il WWF Italia e il Centro Recupero Tartarughe WWF di Molfetta hanno stilato un protocollo di intesa al fine di tutelare le tartarughe marine nel golfo di Manfredonia. Nell’imminente meeting si analizzeranno le attività svolte e previste dall’intesa, sottoscritta nel mese di ottobre scorso. Inoltre verrà presentato un altro progetto molto caro alla nostra cittadinanza: il monitoraggio e la tutela dei cetacei.

Quest’ultimo prevede la realizzazione di un osservatorio per il monitoraggio e la tutela di questi mammiferi marini e sarà intitolato “Osservatorio Filippo” a ricordo del famoso delfino, che con il suo attaccamento a Manfredonia ha reso nota la nostra città in tutto il mondo.

Questi progetti hanno lo scopo di sensibilizzare l’uomo a preservare e rispettare l’habitat-mare .

Manifesto tartarughe marine e cetacei nel golfo di manfredonia

Le relazioni saranno le seguenti:
– “Le attività del Centro di Recupero Tartarughe Marine di Molfetta in collaborazione con il Centro Cultura del Mare e la marineria di Manfredonia” – Pasquale Salvemini, responsabile del Centro Tartarughe di Molfetta;
– “Monitoraggio Clinico delle Tartarughe Marine” – Prof. Antonio di Bello, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Bari
– “Il WWF per la conservazione delle Tartarughe Marine” – Dott. Paolo Casale, Biologo Responsabile Nazionale WWF Italia Progetto Tartarughe Marine
– “La Marineria Sipontina e le Tartarughe Marine” – Prof. Giovanni Simone, Associazione Centro Cultura del Mare di Manfredonia
– “Osservatorio Filippo”: dall’Avvistamento all’identificazione dei cetacei – dott. Vincenzo Prunella, Cetologo e collaboratore progetto Tartarughe Marine WWF
– “Cooperazione Internazionale Progetto Tartarughe Marine tra l’Albania e la Puglia” – Mr. Bashkim Berteschi, Console Generale dell’Albania
– Conclusioni: Dott. Dario Stefano, Assessore Regionale alle Risorse Agroalimentari, Caccia e Pesca

Al termine dell’incontro il WWF Italia consegnerà un attestato di benemerito ai pescatori di Manfredonia che fino ad oggi si sono adoperati con sensibilità alla salvaguardia delle tartarughe marine.

Centro Cultura del Mare di Manfredonia e la Lega Navale Italiana sez. di Manfredonia Manfredonia – L’ASSOCIAZIONE “Centro Cultura del Mare” di Manfredonia e la “Lega Navale Italiana” sez. di Manfredonia hanno detto “no” alle trivellazioni al largo delle Isole Tremiti partecipando attivamente alla manifestazione svoltasi a Termoli sabato 7 Maggio 2011. La presenza di una delegazione sipontina composta dal Dr. Renato Sammarco, dal Prof. Giovanni Simone, dalla Dott.sa Maria Siponta Ricucci, dalla Dott.sa Suriano Serena e dagli armatori sipontini Michele Conoscitore e Domenico Tattilo, ha voluto dare un chiaro segno di come la suddette Associazioni siano a favore della salvaguardia dell’ambiente e di uno sviluppo eco-sostenibile utilizzando energia pulita.

Lo slogan presentato delle due Associazioni: ”Mare: Vita, Civiltà e Ben-Essere” vuole essere un modo per risvegliare le coscienze assopite dei cittadini nei confronti di una risorsa di valore inestimabile come quella del mare. Ricordiamo che tutte le popolazioni che si affacciano sul Mare Adriatico sono circa 30 milioni, per cui ci auguriamo che il grido di allarme lanciato da Termoli il 7 maggio faccia eco ai popoli fratelli della riviera Orientale dell’Adriatico, al fine di rendere condivisibile la causa del pericolo incalcolabile dovuta all’estrazione del petrolio. Auspichiamo che l’illustre cittadino Lucio Dalla possa accettare di essere il “Testimonial” della lotta contro le trivellazioni marine in Europa e nel Mondo intero.

Fra i presenti alla manifestazione del sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi, accompagnato dall’ Assessore alle Risorse e Sviluppo Economico Antonio Angelillis, dall’Assessore all’Ambiente e Sviluppo Sostenibile Michele Gallifuoco. Erano presenti in rappresentanza della Provincia di Foggia, il Presidente Antonio Pepe, l’Assessore alle Risorse Ambientali e Commissario del Parco Nazionale del Gargano l’avv. Stefano Pecorella e il Consigliere Regionale avv. Giandiego Gatta.

Fonte: statoquotidiano.it

La fortezza di Termoli

La fortezza di Termoli (st)

Termoli – QUANDO attracca a Termoli e scende dal gommone che l’ha condotto in terra molisana dal paradiso naturale ed artistico delle Isole Tremiti, Lucio Dalla, è attorniato dalla stampa. Riesce appena a districarsi fra i cronisti. Manca un quarto d’ora all’una, la manifestazione porto – centro – porto che ha calpestato il selciato e la sabbia del centro termolese, è conclusa da un pezzo. Sbarca a, prima ancora di arrivare sul palco, già ha lanciato duri moniti contro ogni proposito di sforacchiamento dell’Adriatico. Le sue prime parole sono: “Guai a chi tocca il mare, guai a chi tocca il mondo”. Le ultime, a sollecitazione, un messaggio alla Ministra dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo: “Non la conosco, ma se la conoscessi mi piacerebbe parlarle tirando fuori il meglio di me per tirare fuori il meglio da lei”. Pare una strofa di una sua canzone, una di quelle antiche, di fine anni 70. Ed invece, è l’ennesima presa di posizione, se non contro, per lo meno in riferimento alla chiacchieratissima sodale berlusconiana che già un anno fa tentò di regalare al petrolio il mare delle Tremiti.

Contro i propositi, al tempo, fu bastevole un Consiglio provinciale. Contro i timori, oggi, la rabbia e l’orgoglio della gente. Non una semplice manifestazione di territorio. Non un campanilistico – quasi federalistico e particolaristico – sfogo di una singola comunità. Ma la fusione d’intenti di tre diverse anime. Abruzzo, Molise e Puglia. Comuni, Province, sindacati, comitati, movimenti, associazioni, semplici cittadini indignato dall’ennesimo e feroce tentativo di asservire un bene pubblico all’interesse economico di una ristretta minoranza. Per giunta irlandese, per giunta selvaggia. Già, perché, qui, non si tratta di mettere in piedi un ristorante, un albergo, una rotonda sul mare. Qui si parla di trivelle, di piattaforme. Di grattacieli nel mare, di fuochi nella notte. Di bagliori inconsulti e violenti, artigli del male sul bello della natura.

I militanti SeL Foggia

I militanti SeL Foggia (St)

LA MANIFESTAZIONE. E’ qui che la gente si inalbera. E’ qui che nasce la protesta. Una colorata e luminosa canea di rivendicazioni innestata nel cuore dell’Adriatico. Comunità d’intenti. Alle 10 la spianata del porto, luogo convenuto come punto di partenza del breve corteo di andata e ritorno in attesa del cantautore bolognese, è già un brulicare di anime sudate e gioiose. La maggior parte giunte a Termoli dalla Capitanata. Si ride e si scherza, ma alle barche, i pescatori hanno già affisso striscioni in odor di rabbia. “Save the sea. Kill the oil”. Uccidi il petrolio. Un monito di resistenza contro l’invasione. Una promessa. Un avviso civile ma risolutorio. Dalla parte opposta della banchina, i gonfaloni dei comuni intervenuti, quello della Regione Puglia, i corpi di polizia municipale, i sindaci, gli assessori, i delegati. Ci sono Gianni Mongelli ed Angelo Riccardi, Antonio Pepe e Stefano Pecorella) e Costantino Sqeuo, Elena Gentile e Onofrio Introna, Rino Pezzano e Antonio Prencipe, Salvatore e Fabrizio Tatarella. Non c’è, ma nessuno lo attendeva, Nichi Vendola, con qualche mal di pancia.

CALABRESE, EX SINDACO TREMITI: “DIFENDIAMO UNA PERLA RARA”. Quando parte il corteo, è un fiume colorato quello che invade Termoli. Non sono arrivate, alla fine, le 7000 anime previste (addirittura, settimana scorsa, qualcuno si era spinto ad azzardare 10 mila persone). Saranno, in tutto, 2500 persone, forse 3000. Eppure, in nessuno monta, rabbioso, il senso d’inappetenza. Si fa quel che si può e l’importante è non chinare il capo, ma essere presenti in presidio continuo. Stare immobili, a baluardo di un territorio che ha la necessità inoppugnabile di essere difeso. E, così, finisce che nel pancione dell’anguilla (non si può parlare di serpentone) siano rappresentare tutte le anime delle tre regioni. C’è l’ex sindaco delle Tremiti, Giuseppe Calabrese. “Mi fregio – discute con Stato – di essere uno dei pochi ad avere la carta d’identità che recita: nato a Tremiti”. Su quegli scogli c’è nato, su quegli scogli vuole restare, l’ex sindaco. “Siamo qui per difendere il passato, il presente ed il futuro di una perla rarissima che vogliono alonare con un fiato mortifero”.

No triv

No triv (St)

SCHERZI DI CARTA. Attorno, mentre il corteo avanza, le carte identitarie e territoriali si fondono. Pugliesi, molisani ed abruzzesi divengono un tutt’uno, ci si amalgama in un corpo sovraregionale. In un humus che non ha bisogno di mettere radici sempre dalla stessa parte, ma si espande. I cartelli che sfilano di fronte ai pochi negozi e poi dentro, fin sulla spiaggia ai piedi della fortezza termolese, sono ridenti e sfottenti; sono truci ed offensivi; sono rabbiosi ed emanano uno stridore di denti che significa rabbia inesplosa per troppo tempo. “Con il petrolio vi riempite il portafoglio ma ci sporcate il mare… Andate a cagare” francesizza quello al collo di un ragazzo. Un altro, giocando in pericoloso equilibrio fra ornitologia e petronizzante retorica, invita la Petrolceltic o, peggio, la Prestigiacomo a “Non sporcare l’uccello”. C’è il disegno di un volatile, e tanto basta. Una donna abruzzese regge un orsetto marsicano in peluche che recrimina: “In casa mia no oil!”.

ONOFRIO INTRONA: “MANIFESTAZIONE PRO, NON CONTRO”. L’estetica del messaggio che si riproduce su carta induce alla risata ed al pensiero. Ma c’è anche gente mascherata luttosamente, in proiezione di un possibile futuro impossibile. O c’è chi, come il segretario foggiano di Sinistra ecologia e Libertà, Pierluigi del Carmine, insieme con uno dei militanti della Fabbrica di Nichi del capoluogo dauno, Raffaele Carella, indossano una tuta bianca da emergenza nucleare. Sul petto, accanto al piccolo adesivo del partito, la scritta, grande, con pennarello nero che pontifica: No alle trivellazioni. Quel no indistinto che, sempre a Stato, Onofrio Introna sintetizza con l’orgoglio della discesa in piazza: “Quello che più ci consola (parla a nome della Regione Puglia, in assenza di Nichi, ndr) è la libertà dei partecipanti di questa manifestazione”. Non certo una massa oceanica. Ma un simbolo della rianimazione della coscienza collettiva di fronte ad un tema delicato come quello del bene pubblico. “Questa – precisa Introna – non è una manifestazione contro, ma una manifestazione pro”. In difesa dei “diritti naturali e umani” e della “sostenibilità ambientale” la cui piena attuazione “non è vero che sarebbe un freno all’economia di queste tre regioni”. Bensì “l’input di uno sviluppo nuovo e responsabile che punti sul turismo, sulla balneazione, sulla bellezza”.

Lo spiaggiamento

Lo spiaggiamento (St)

SPIAGGIATI. Mentre Introna parla, una ventata di mare e odor di sabbia invade Termoli. L’aria è pulita, il sole splende e brucia. Già sulla rena qualcuno ha deciso di non perdersi il primo sole estivo. Si suda. Di fronte alle mura della cittadina molisana, un muro fatto di niente, solo aria e vento, soltanto mare. All’orizzonte, come un disegno tracciato con i pastelli, più blu nel blu del cielo che si tuffa nel mare si scorgono le ragioni di questo camminare: le Isole Diomedee. Non distante da qui, direzione Gargano, un anno e mezzo fa, si era in periodo natalizio del 2009, nove capodogli spiaggiarono nei pressi della laguna di Varano, in località Capojale. Sette animali morirono dopo una lunga sofferenza. Scene che si stamparono nell’immaginario di tutta una provincia. E non solo. A punto tale da divenire un simbolo. Ripetuto quest’oggi dai manifestanti. Tagliano delle buste nere, sacchi di quelli usati per il conferimento della spazzatura, li mettono indosso, si distendono sul bagnasciuga, non più sabbia, non ancora mare, e si lasciano in terra. Come a dire: questa è la fine che avete previsto per noi? Un ragazzo alza un cartello: “Io mi rifiuto”. Sollazzo lessicale. Fra chi si avventura, anche molti uomini delle istituzioni. In sottofondo, rumore assordante di sirene e, più lontana una tarantella garganica. Allarme e festa che si confondono in un caos rumoroso ed indistinto, quasi a sottolineare meglio l’incertezza dell’esperimento petrolifero.

LO STRANO CASO DELL’ABRUZZO. Quello che “porterà un danno ambientale e nessun altro beneficio, depauperando una terra dal litorale qualitativamente ottimo”, come sbotta, a Stato, il Segretario confederale della Cgil del Molise, Antonello Miccoli. Un danno che coinvolgerà anche Puglia ed Abruzzo, ovviamente. Eppure, proprio in Abruzzo, i sindacati si sono spaccati attorno alla questione delle trivellazioni. Basti pensare alla provincia di Chieti dove, mentre la Cgil ha opposto il suo niet fermo alle trivellazioni ed alle penetrazioni dell’Eni, Cisl e Uil hanno chiuso un accordo separato con Confindustria per la promozione dell’attività di ricognizione petrolifera.

DE LA MORA. Nel mezzo del corteo c’è anche Luis Infanti De La Mora, Vescovo di Aysén, diocesi della Patagonia cilena, una terra dimenticata da Dio, ma che è ben presente nei cuori dei dirigenti dell’Enel, che ne usurpano biecamente le risorse idriche. Ci esprime contentezza per la “reazione della comunità”, ne vede anzi un “segno di vitalità fortissimo”. Poi, senza giri di parole, punta il dito contro cause e responsabilità, tipiche “della concezione neoliberista funzionale al capitale” e propria delle “imprese che si credono padrone dei territori, delle culture, dei popoli, delle genti”. Dietro di lui, i movimenti referendari che urlano giustizia. Avanti, l’orgoglio di un popolo nato azzurro e che rifiuta di morire in nero. “L’operazione della Petrolceltic – rincara la dose De La Mora – è inumana, non è possibile, punta alla distruzione di ogni cosa”.

Lucio Dalla

Lucio Dalla (St)

“INNAMORATI DI QUESTO MARE”. La distruzione, appunto. Quella che, con una giornata di mobilitazione, questa gente ha voluto evitare. A nome loro, a chiusura del corteo, ed in attesa dell’ospite Dalla, parlano i rappresentanti politici, non sempre accolti con spirito di proposizione. Il sindaco di Termoli becca i fischi di una parte della folla. Il Presidente della Provincia di Campobasso, Nicolino D’Ascanio, ripercorre il cammino di protesta di una terra obbligata “oggi a scendere in piazza contro le trivelle, ieri contro il nucleare, l’altro ieri contro il turbogas ed il giorno prima contro l’eolico in mare”. Propone di passare ai fatti. Mette sul tavolo della partita – lo fa con gli altri organi – un “coordinamento di forze interregionali”. Fonte di pessimismo diffuso: “Ci stanno vendendo per ottenere le loro belle poltrone” è il commento più elegante nei loro confronti.

LUCIO. Quando il cantautore arriva, in gommone, è il tripudio. Poche parole con i giornalisti. Poche dal palco. Solo l’invocazione a non mollare, per non consentire a chi di potere di prender posto comodo su quel che non spetta a nessun altro che non siano i cittadini. Sfoggia la maglietta anti trivellazioni, chiede di riattivare “la logica”, di rispondere “con la cultura” a questo “affronto”, a questa “follia pensata all’inizio e concessa alla fine”. Grida di “Lucio Lucio Lucio”. Ma non è un concerto, solo una sonata che, si spera, non finisca con una malinconica aria di requiem.

Fonte: statoquotidiano.it

Nasce il GAC, il gruppo di azione costiera

Pubblicato il: 13 ott 2010 - Da Webmaster

PescherecciSi chiama Gac, Gruppo di azione costiera, il nuovo soggetto guidato dal Comune di Manfredonia per lo sviluppo sostenibile della pesca nel nostro territorio.

Il Gac rientra nelle misure introdotte dal Fondo Europeo per la Pesca, nell’ambito della programmazione finanziaria europea 2007-2013, per promuovere il finanziamento di piani strategici di sviluppo delle zone costiere: tra i principi fondatori della progettazione, l’approccio ‘integrato’ di gestione e realizzazione.

In particolare, l’Asse IV ‘Sviluppo sostenibile delle zone di pesca’ del Regolamento CE n.1198/2006 del 27 luglio 2006, che interessa zone di estensione limitata e distinte da elementi di omogeneità di carattere geografico, economico e sociale, mira alla realizzazione di interventi di sviluppo locale da parte di gruppi costituiti da partner pubblici e privati dei vari settori socio-economici del settore mare.

Con questo obiettivo l’AGCI-Agrital, la Federpesca, la Federcoopesca e la Lega Pesca, nel pomeriggio di martedì 12 ottobre 2010, hanno incontrato nella sala consiliare di Palazzo San Domenico gli assessori delegati dei Comuni di Manfredonia, Margherita di Savoia, Zapponeta, Mattinata, Monte Sant’Angelo e Vieste: è, infatti, volontà delle suddette istituzioni e sigle dell’associazionismo economico-produttivo operante sul nostro territorio di costituirsi in ‘Gac’, in modo da condurre un’azione unitaria di qualificazione e valorizzazione dell’area di riferimento.

E questo anche in vista della scadenza del bando regionale per l’attuazione del FEP, che assegna risorse finanziarie per rilanciare la pesca: il comparto infatti, nonostante la crisi, rappresenta una voce fondamentale per la nostra economia, per la nostra cultura produttiva e, soprattutto, per la nostra identità”, spiega l’assessore alle Risorse del Territorio del Comune di Manfredonia, Antonio Angelillis.

L’abbattimento dei confini amministrativi e la cooperazione tra enti non possono che giovare al piano progettuale. E il Gac rappresenta un’occasione importante che, al di là dell’esito del bando, pone le basi per una strategia condivisa con cui supportare lo sviluppo del settore mare”, sostiene il sindaco Angelo Riccardi.

Presto, dunque, la prima riunione operativa, in cui verrà definita la struttura definitiva del Gac e il suo piano d’azione.

Fonte: Ufficio Stampa e Comunicazione – Città di Manfredonia

ricerca idrocarburiFoggia – VERSO la partenza dei lavori a largo delle Tremiti: da fonti ufficiali sembrerebbe infatti “improbabile” una alterazione nei piani imposti dal Governo Centrale, con il parere positivo espresso dall’Ufficio Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente, nei confronti delle richieste della società irlandese Petrolcetic Elsa, di effettuare ricerche petrolifere nei fondali del mare compreso tra la costa del Gargano e le isole Tremiti. E mentre martedì prossimo, 27 aprile, è stato fissato un consiglio monotematico della Provincia di Foggia nella sala comune delle Isole Tremiti, mentre il sindaco di Rodi Garganico Carmine D’Anelli ha attaccato il presidente del Parco (e neo consigliere regionale) Giandiego Gatta per “l’immobilismo mediatico mostrato sul caso”, mentre le associazioni ambientaliste lanciano accuse dirette sulla pericolosità del progetto, cominciano a delinearsi, all’orizzonte, “tutti i dettagli del piano”.

WWF: CON TECNICHE AIR-GUN RISCHI PER ECOSISTEMA – “INCOMPRENSIBILE ed inaccettabile” il parere positivo espresso dall’Ufficio Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente nei confronti delle richieste della società irlandese Petrolcetic Elsa di effettuare ricerche petrolifere nei fondali del mare compreso tra la costa del Gargano e le isole Tremiti, secondo il Wwf di Foggia. “L’industria petrolifera è un’industria inquinante in tutte le sue fasi e, pertanto, in grado di compromettere le altre opportunità del territorio che, nel caso della costa del Gargano e delle Tremiti, significano soprattutto turismo, pesca, delicati equilibri ambientali, biodiversità”. “Già la fase iniziale della ricerca petrolifera, eseguita attraverso ricognizioni sismiche con la generazione di onde sonore secondo la tecnica “Air–Gun”, è estremamente pericolosa per la fauna marina“, spiegano i rappresentanti dell’associazione ambientalista. Già nella sola fase d’esplorazione dei fondali, l’utilizzo di spari di AIR-GUN potrebbe determinare diminuzioni del pescato tra il 45% e il 70% in un raggio di quaranta miglia nautiche, circa settanta chilometri. Gli eventuali esiti positivi di questa prima fase sarebbero seguiti dalla costruzione di installazioni petrolifere e dalla perforazione del fondo marino fino a 4000 metri di profondità”. L’insediamento delle piattaforme e la successiva estrazione di petrolio potrebbero generare infatti degli “impatti devastanti sull’ecosistema marino e delle coste nonché alle attività economiche della pesca e del turismo”. In particolare la preoccupazione deriva dal flusso continuo di inquinanti che sarebbero dispersi in mare, molti dei quali tossici (come l’idrogeno solforato, il piombo, il cromo e il mercurio) o potenti cancerogeni (come il toluene, il benzene e lo xilene). L’incremento del traffico di imbarcazioni, che circolerebbero in mare a seguito della realizzazione delle piattaforme petrolifere, determinerebbe un aumento del rischio di incidenti e di sversamento di petrolio e di altri inquinanti con ulteriori gravi conseguenze per la biodiversità marina e delle coste, con ovvie forti ripercussioni negative sul turismo. È difficile immaginare, osserva il WWF, “far coesistere un progetto industriale petrolifero con il turismo sostenibile”.

capodogli spiaggiatiRICERCHE E CAPODOGLI SPIAGGIATI – “Sono passati solo pochi mesi da quando l’opinione pubblica italiana ed estera trepidava per la tragica fine dei 7 capodogli spiaggiati a pochi chilometri da dove si vogliono installare le piattaforme petrolifere. La verità – ha dichiarato Carlo Fierro, presidente del WWF Foggia – è che non si può pensare che tutto possa coesistere: petrolio, turismo, pesca e ambiente. Una cosa esclude necessariamente l’altra. È come volere la classica moglie ubriaca e la botte piena. I cittadini e i politici locali di ogni colore, che si stanno mobilitando in difesa del nostro mare, lo hanno ben capito. Ora è essenziale che lo comprenda anche il Ministro dell’Ambiente, bloccando simili disastrosi progetti. Diversamente ancora una volta il nostro territorio sarà consegnato agli interessi delle multinazionali.”

CGIL, “SCELTA INACCETTABILE, IL GOVERNO DISPREZZA I TERRITORI DEL SUD’ – “Una scelta inaccettabile, contro il buon senso e che denota la scarsissima considerazione che il Governo nazionale mostra per le regioni del Mezzogiorno, territori da utilizzare come discariche o ai quali succhiare risorse e che invece andrebbero sostenuti nell’azione di sviluppo economico e sociale oltre che di risanamento ambientale”. Ferma la condanna della segreteria provinciale della Cgil di Capitanata in merito al parere favorevole espresso dal Comitato nazionale di VIA alle perforazioni esplorative nel tratto di mare antistante le Isole Tremiti per la ricerca di idrocarburi. “Un intervento del genere – commenta la segretaria generale Mara De Felici – lì dove c’è un’area marina protetta, in una delle zone paesaggisticamente più importanti del paese, sono un attacco all’economia del turismo, all’ambiente, alle attività della pesca che, o è maturata in una mente contorta o sono l’ennesimo esempio del disprezzo del Governo nazionale, sbilanciato nelle sue politiche verso il Nord del Paese, per i territori e le popolazioni del Sud d’Italia”. “Mentre accordi internazionali si propongono di ridurre l’emissione di gas nell’ambiente, mentre la nostra Regione è tra quelle più avanzate nel sostegno alle fonti rinnovabili, il Governo dà il via libera alla ricerca di petrolio a pochi passi dal Gargano e dalle Tremiti. Oltre il giudizio sul merito, non va nascosto come tali operazioni portino vantaggi economici allo Stato centrale – al quale va il 30 per cento tra royalties e tasse – e pochi spiccioli alle amministrazioni del territorio sul quale ricadono tutti i rischi ambientali. Ma non c’è costo che valga la salute delle persone e l’integrità dell’ambiente”. L’appello di Mara De Felici è “a tutte le istituzioni, a tutte le forze politiche, nel far sentire la propria voce nei confronti del Governo nazionale, affinché si ravveda e torni sulla decisione presa. La Cgil sarà al fianco delle associazioni e delle popolazioni per la tutela della salute, del lavoro, dell’ambiente, contro decisioni prese dall’alto sulla pelle dei cittadini”.

MARTEDI’ 27 APRILE RIUNIONE STRAORDINARIA ALLE TREMITI – Il presidente del Consiglio provinciale, Enrico Santaniello, ha convocato, a seguito della richiesta avanzata da 19 consiglieri, una seduta monotematica e straordinaria dell’assise per martedì 27 aprile 2010, con inizio alle 10.30, per la trattazione del seguente Ordine del Giorno: “Esame ed eventuali determinazioni a seguito delle imminenti indagini geosismiche per la ricerca di idrocarburi al largo delle Isole Tremiti“. In ragione dell’eccezionalità della seduta la riunione del Consiglio provinciale si terrà alle Isole Tremiti, presso il Centro Polifunzionale Comunale dell’Isola di San Domino. Alla riunione dell’assemblea consiliare sono stati invitati il prefetto di Foggia, Antonio Nunziante, i parlamentari ed i Consiglieri regionali di Capitanata nonché sindaci ed amministratori dei comuni interessati.

DOPO LE ASSOCIAZIONI E LA REGIONE, PROTESTA DUNQUE LA PROVINCIA – “Contatteremo in tempi brevissimi il ministro dell´Ambiente Stefania Prestigiacomo, perché ci preoccupa l’idea che il fondo marino circostante le Isole Tremiti possa essere oggetto di indagini geosismiche e di trivellazioni finalizzate alla ricerca di idrocarburi. Occorre che rispetto a tale progetto si sviluppi una riflessione approfondita, che tenga conto di tutti gli aspetti legati ad un intervento di questa natura e di tale delicatezza. A questo proposito è stato già fissato un appuntamento con il sottosegretario Roberto Menia”. È quanto hanno dichiarato oggi il presidente della Provincia di Foggia, Antonio Pepe, e l’assessore provinciale alle Risorse Ambientali, Stefano Pecorella, in relazione alla proposta avanzata dalla società irlandese `Petroceltic Elsa´ per `sondare´ il mare tra il Gargano e le Isole Tremiti alla ricerca di petrolio.”Le Isole Tremiti – affermano il presidente della Provincia e l´assessore provinciale alle Risorse Ambientali – rappresentano una delle oasi naturalistiche più preziose del nostro Paese oltre che un costante richiamo per i turisti di tutta Europa. Bisogna quindi interrogarsi, anche attraverso una lettura ed uno studio accorto del progetto, sulle conseguenze connesse ad una eventuale firma del decreto autorizzativo da parte del ministro dell´Ambiente dopo il via libera arrivato dalla Commissione tecnica”. “Non può bastare – aggiungono – la prescrizione che obbliga la società irlandese a dotare le proprie navi di un sistema di avvistamento dei cetacei, dal momento che la tutela dei mammiferi marini, per quanto imprescindibile, non esaurisce le esigenze di protezione dell´ambiente e del territorio. Difatti, le attività di trivellazione potrebbero determinare un danneggiamento della fauna e della flora marina e costiera oltre che una contaminazione delle matrici ambientali, in proporzioni tali da mettere a repentaglio l´integrità di un ecosistema pressoché incontaminato, peraltro ricadente nei confini di aree protette”. “Su questo tema – concludono il presidente Pepe e l´assessore Pecorella – occorre dunque assumere una posizione di costante vigilanza ed un profilo di grande attenzione. Siamo certi che il ministero dell´Ambiente saprà dare rapidamente al territorio della provincia di Foggia i necessari e doverosi chiarimenti”. Resta in ogni modo da segnalare una presa di distanza netta, dell’assessorato all’ambiente provinciale, dalle disposizioni stabilite da Roma, in primis per la mancata competenza diretta sul caso, ma anche per la mancanza di tecnici di comprovata esperienza nel settore. Le responsabilità della scelta sarebbe dunque da attribuire in primis al Governo centrale, Provincia e Regione dunque sembrano assistere inerme alla decisione stabilita, inerente le prossime trivellazioni, alla ricerca degli idrocarburi, nelle Tremiti.

DALLA REGIONE, TERREVOLI: NO ALLE TRIVELLAZIONI AL LARGO DELLE TREMITI, SONO SBALORDITA – “Condanno il parere favorevole che il ministero dell’Ambiente ha concesso alle trivellazioni al largo delle isole Tremiti”. Lo dichiara con forza l’assessore al Turismo, Magda Terrevoli, che aggiunge: “rimango sbalordita per l’incomprensibilità di una scelta che va in assoluta controtendenza rispetto al valore naturalistico e turistico di un territorio straordinario che le politiche regionali degli ultimi cinque anni hanno tutelato. Condanno i danni irreparabili che una simile scelta potrebbe produrre, impattando sul turismo di qualità che i territori hanno saputo creare, oltre che sulla pesca e sulle altre attività legate al mare. “Le isole Tremiti e il Gargano tutto hanno bisogno di tutela ambientale e amorevole cura del paesaggio, ed è questo l’impegno che porteremo avanti insieme alle associazioni ambientaliste e a tutti i cittadini e amministratori di ogni forza politica che hanno in mente un’idea di crescita sostenibile per la nostra bellissima regione”, ha concluso l’assessore Terrevoli.

Fonte: Nicoletta Marchitelli – Statoquotidiano.it

Manifesto Il delfino filippo... l'amico venuto dal mare

Si è tenuto, Venerdì 26 Febbraio 2010, presso Palazzo Celestini, in Manfredonia, la 3a edizione della serie di convegni sulla “Cultura del Mare nel Golfo di Manfredonia” dal titolo “Il delfino Filippo…un amico venuto dal Mare”.

Il convegno, nonostante la serata densa di concomitanti eventi politici per la presentazione di candidati, si è svolta con grande partecipazione d’un attento e qualificato pubblico.

La manifestazione è stata organizzata dal Lions Club Manfredonia Host, con la preziosa collaborazione del Centro Cultura del Mare di Manfredonia, con la partecipazione di tutti i Lions Clubs della provincia di Foggia, e con il patrocinio di: Regione Puglia, Provincia di Foggia, Città di Manfredonia, Parco del Gargano, Guardia Costiera – Capitaneria di Porto, Associaz. Naz. Marinai d’Italia Delegaz. Puglia, e numerose altre istituzioni ed associazioni.

Sono intervenuti porgendo saluti augurali, il Presidente del Parco Nazionale del Gargano, Avv. Giandiego Gatta, ed il Comandante del Porto di Manfredonia, C.F.(CP) Antonino Zanghì.

Il comitato organizzatore

Per il comitato organizzatore, l’introduzione dell’ing. Salvatore Guglielmi, il quale nella presentazione ha affermato che: “In questa edizione, nel rappresentare alcuni aspetti della biologia marina, attraverso il caso del delfino Filippo, e dei cetacei più in generale, e le relative connessioni legate all’ambiente, vogliamo rappresentare un ponte tra il territorio della ricerca scientifica e quello d’un pubblico ben più ampio, fondamentalmente convinti che non può esistere progresso se le conoscenze acquisite non vengono partecipate e condivise, e che la ricerca scientifica, e la più allargata consapevolezza del nostro straordinario patrimonio marino può efficacemente contribuire alla sua tutela e salvaguardia, in questo “mare nostrum”, fonte d’inesauribili ricchezze. L’intento del convegno è anche quello di fornire l’occasione ad un pubblico, il più vasto possibile, per l’approfondimento di temi del mare, al fine di risvegliare la consapevolezza della collettività e il ruolo delle istituzioni nel recepire ed interpretare le istanze sociali, promuovere il rapporto tra i cittadini e le istituzioni e tra cittadino e territorio, per lo sviluppo della Cultura del Mare, in un’azione sempre più sinergica con la comunità, l’economia locale, e le associazioni. La manifestazione vuole anche essere lo stimolo e il filo conduttore d’un programma ben più vasto che faccia comprendere, specialmente ai giovani, tale cultura, di cui dovranno divenire i custodi futuri”.

Brillanti moderatori sono stati la Dr.ssa Marisa Ingrosso, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, ed il Dott. Renato Sammarco, Presidente Centro Cultura del Mare di Manfredonia, il quale ha spiegato: “la nostra finalità principale è quella di realizzare nella nostra città un luogo culturale, di incontri ed eventi, quindi una struttura “viva”. La nostra città vive con il mare e per il mare. Le nostre radici provengono dal mare. Pertanto è giusto che le tradizioni locali, il lavoro dell’uomo con le sue passioni, le tecniche artigianali, i canti, le poesie e i racconti, le foto e i filmati, i reperti di archeologia marina e l’habitat del nostro golfo siano ospitati in un contenitore “magico” come un Museo del Mare”.

La prima relazione è stata del Prof. Giovanni Simone, Vice Presidente Centro Cultura del Mare di Manfredonia: Il delfino Filippo: “ambasciatore del mare sipontino”. “Tale delfino, scegliendo di vivere da solo nel Golfo di Manfredonia, situazione rarissima, essendo l’unico caso in Italia, uno dei pochi nel mondo, ha suscitato notevole interesse e curiosità, attirando l’attenzione anche dall’estero. La sua presenza risale ufficialmente all’anno 1997 anche se alcune testimonianze riferiscono che il tursiope (Tursiops truncatus) era stato notato già qualche tempo prima, il cetaceo, un maschio adulto di circa 30 anni, contravvenendo alle leggi della natura aveva abbandonato il proprio branco e scelto come sua abituale dimora, dalla primavera del 1998, addirittura il porto di Manfredonia. Filippo, definito per il suo comportamento un delfino “solitario e socievole”, aveva preferito alle leggi dei suoi simili la compagnia degli uomini instaurando con questi un particolare rapporto d’amicizia. Tanti lo avvicinavano per farlo esibire in acrobazie e giochi vari, toccato da chiunque, insomma veniva sottoposto ad un certo stress, ma sempre disponibile, ma proprio questi contatti fuori misura, hanno spinto la Guardia Costiera ad emanare nel 2001 la prima ordinanza per regolamentare gli avvicinamenti, ciò nonostante i tagli provocati sul muso dalle eliche, i denti caduti, le ferite, sono state evidenziate con la proiezione di immagini commoventi, come pure il filmato in cui si prestano alcune amorevoli cure. Per il suo modo di interagire con l’uomo il delfino si era proposto come una straordinaria opportunità di studio per i ricercatori di numerose Università che hanno cercato di approfondire alcune tematiche, ancora in gran parte sconosciute, riguardanti il mondo di questi meravigliosi ed intelligenti mammiferi. Se ne interessarono l’Università Federico II di Napoli, la Facoltà di Veterinaria di Bari e Bologna, e il CNR di Lesina, l’Istituto Tethys, oltre a studiosi da tutto il mondo, alcuni dei quali pensavano addirittura che fosse uno dei delfini addomesticati utilizzati dagli americani per scopi militari. Numerosi articoli pubblicati da quotidiani nazionali, riviste settimanali e servizi televisivi anche d’emittenti estere avevano prodotto un vivo interesse nei confronti del cetaceo tanto da richiamare un numero sempre crescente di turisti; un’eccellente opportunità per una maggiore conoscenza del nostro territorio ricco di bellezze naturali. Purtroppo il 6 agosto del 2004 il delfino Filippo veniva ucciso nel tratto di mare compreso tra il molo di levante del porto vecchio e il porto alti fondali; un atto di barbarie degno di uomini che non dovrebbero avere dimora tra le persone civili. L’ Amministrazione Comunale di Manfredonia, su richiesta del “Comitato di tutela del delfino Filippo”, ha provveduto con grande sensibilità al trattamento conservativo dell’apparato scheletrico, che sarà posto in una teca che è stata donata da aziende locali, e speriamo al più presto, collocata in una sezione dedicata nell’istituendo “Museo del Mare”, per il quale già da alcuni anni il Centro Cultura del Mare, insieme con i Lions del territorio sta lottando”.

La seconda relazione svolta dai ricercatori dr.ssa Pepe ed il Dr. Prunella, che hanno trattato scientificamente delle ricerche svolte sui cetacei nei mari pugliesi circa la comunicazione, l’habitat e il comportamento. Nello specifico caso del delfino Filippo sono sta anche trasmesse le registrazioni dei suoni emessi, che sono stati analizzati riguardo alla particolare condizione di vita del soggetto, evidenziando che la tipologia di suoni maggiormente prodotti, faceva supporre una condizione di vita del tursiope tutto sommato poco stressante e quindi abbastanza “felice” delle sue condizioni di vita. Inoltre sono state spiegate alcune regole, sempre infrante, della convivenza tra animali e uomini.

La terza relazione è stata tenuta dal Prof. Nicola Zizzo, docente di Patologia Generale Veterinaria all’Università di Bari, dal titolo “Anche i cetacei muoiono”: E’ stato spiegato che lo spiaggiamento di Cetacei morti singolarmente o in gruppi, hanno sempre celato un ombra di mistero sulla loro causa, anche se, lo studio di tale problematica nell’ultimo decennio ha beneficiato d’un forte incremento grazie alla crescente attenzione prestata da parte di vari settori pubblici e privati, scaturiti in vari progetti di ricerca sull’avvistamento, sulla conservazione e sulle cause di spiaggiamento. Il recente aumento del ritrovamento d’animali vivi o carcasse lungo le coste italiane dà l’impressione che c’è una reale emergenza e queste specie sono in via d’estinzione. Con una breve, ma significativa, trattazione sono state date alcune spiegazioni sul tale fenomeno, dove accanto alle cause primarie di origine biologica e naturali, si aggiungono quelle antropiche che sicuramente incidono e determinano una concreta minaccia su questi stupendi animali rilevandosi nel tempo evento determinante sulla loro conservazione.

L’Ing. Salvatore Guglielmi, concludendo la manifestazione, ha evidenziato che se le risorse del patrimonio culturale marino fossero maggiormente valorizzate, tanti sarebbero anche i potenziali vantaggi economici ed i ritorni in termini occupazionali.

fonte: www.manfredoniaeventi.it

Li ha prospettati il professor Piccinni del Politecnico di Bari incaricato dal Comune di Manfredonia per risolvere l’annoso problema – Ad occuparsene sarà un gruppo di lavoro multidisciplinare.
Sarà un gruppo di lavoro composto da esperti del Politecnico di Bari con il supporto tecnico scientifico del Laboratorio di ingegneria delle coste dello stesso Politecnico a condurre uno studio di fattibilità per risolvere i problemi del litorale sud del golfo di Manfredonia che va da Ippocampo fino a Margherita di Savoia.
E’ quanto propone il professor Piccinni ordinario di costruzioni idrauliche presso il Politecnico di Bari, sede di Foggia, al quale il Comune di Manfredonia ha affidato l’incarico di affrontare nei suoi e diversi aspetti il problema delle mareggiate che omai con frequenza ravvicinata si abbattono sul litorale sud di Ippocampo.
“Prima di definire le strategie di intervento – avverte il professor Piccinni nella nota preliminare redatta a seguito dei sopralluoghi effettuati nella zona interessata – è necessario eseguire un approfondito studio sulla dinamica costiera finalizzata a ricostruire le tendenze evolutive in atto”.
E’ stato appurato che gli interventi di protezione realizzati nel tempo hanno prodotto più danni che benefici. Determinante per lo sconvolgimento del trend evolutivo del litorale, è risultato la costruzione del porto di Margherita di Savoia. “Occorre pertanto mettere a punto – afferma Piccinni – una strategia complessiva di interventi finalizzati alla stabilizzazione della spiaggia in zona Ippocampo senza che le nuove misure abbiano ripercussioni negative su altri aspetti del problema”.
Tra le opere di adeguamento del complesso reticolo idrografico sono state previste la pulizia o rifacimento dei canali di bonifica e previsione di nuovi canali; la realizzazione di impianti idrovore opportunamente posizionati; la colmata delle zone depresse; la manutenzione dell’alveo; l’adeguamento idraulico degli attraversamenti; il risanamento delle condizioni strutturali degli attraversamenti.
Si procederà quindi alla ricostruzione originale della spiaggia con un ripascimento artificiale protetto. La sabbia necessaria – è previsto – per la ricarica della spiaggia potrà essere prelevata direttamente in mare previa specifica indagine volta a definire la cava sottomarina di prestito.
“L’individuazione delle opere e la loro quantificazione di massima – annota il professor Piccinni – richiede prioritariamente uno studio di fattibilità che metta a confronto l’efficacia di ciascun intervento in funzione dei benefici attesi onde poter programmare gli stessi secondo una scala di priorità che deve avere a riferimento principia la pubblica incolumità e la salvaguardia delle opere”.
La tematica da affrontare è complessa e richiede pertanto competenze multidisciplinari che il professor Piccinni così individua: idrologia per la determinazione dei flussi che possono giungere all’area di studio ai vari tempi di ritorno; Idraulica fluviale e sistemazione idrauliche per la individuazione delle opere di bonifica e difesa dagli allagamenti; idraulica marittima per lo studio meteomarino dei paraggi al largo e la individuazione delle opere di protezione del litorale; geologia applicata per gli aspetti delle caratteristiche dei suoli; ambientale per gli aspetti botanici faunistici e vegetazionali degli habitat.

Fonte: Ufficio stampa e comunicazione Comune di Manfredonia

Capodogli SpiaggiatiBARI – S’infittisce il mistero sulla strage di capodogli. Grazie ai primi dati delle autopsie, si scopre che erano tutti e 7 maschi, che erano poco più che «ragazzini» («sub-adulti», il termine scientifico esatto), e soprattutto, pare proprio che fossero in buona salute. Al momento, non c’è malattia o ferita che possa spiegare questo spiaggiamento sul Gargano. A riferirlo è il patologo dell’Università di Padova ed esperto di riferimento del Ministero dell’Ambiente, Alessandro Mazzariol. Secondo lui i cetacei «erano adolescenti in branco. Se avessero raggiunto la maturità sessuale, avrebbero lasciato il gruppo e sarebbero andati, da soli, a cercare la femmina» racconta.

Mazzariol dice che «con le foto delle pinne caudali», si sta cercando «di stabilire con esattezza da dove provenivano, ma ci sono già dei «ricercatori greci secondo cui i capodogli vivevano nel Mar Jonio». Circa il loro stato di salute, pare fossero perfetti. «Non erano magrissimi o obesi – afferma il patologo – erano in buono stato di nutrizione. È vero che abbiamo trovato plastica e corpi estranei (corda, ami e reti) negli stomaci, ma non è nulla che potesse portarli alla morte. Diciamo che, ogni tanto, avevano mal di pancia».

«Comunque – continua – assieme ad altre eccellenti Facoltà di Veterinaria, come quella di Bari, e con l’Istituto zooprofilattico di Foggia, stiamo facendo tutti gli esami: quelli virologici, esami batteriologici, tossicologici, parassitologici, istologici mentre della genetica si sta occupando l’Università di Firenze».
«Gli esami genetici – sottolinea Mazzariol – ci consentiranno di stabilire se i sette capodogli erano imparentati tra loro ».

«Inoltre – dice il patologo – stiamo approfondendo le analisi sulle bolle di gas che abbiamo trovato nelle coronarie». Infatti, non tutti sanno che, se qualcosa li fa spaventare mentre sono negli abissi, i capodogli fuggono a galla così rapidamente da rischiare l’embolia. «Sarà l’Università delle Canarie a dirci di più sull’embolismo – afferma Mazzariol – però il fatto che il gas non fosse in altri organi mi fa pensare che non sia quella la causa dello spiaggiamento».

Allora cosa li ha gettati a riva? Gli esperti dicono che i precedenti sono quasi tutti riconducibili a esercitazioni militari, all’uso di sonar da parte di sommergibili o navi e aerei antisom e ad ispezioni dei fondali. Così, tenendo conto che i capodogli – stando alle testimonianze – si sono arenati il 10 dicembre, andiamo per esclusione.
In primis, lo Stato Maggiore della Marina Militare smentisce categoricamente di aver fatto qualcosa che potesse danneggiare i cetacei in Adriatico o nello Jonio nei giorni e mesi precedenti lo spiaggiamento.

Tra il 25 novembre ed il 13 dicembre è stata autorizzata («bando di pericolosità» della Capitaneria di Porto di Brindisi n°10) una sola missione d’ispezione dei fondali di Puglia. Si tratta di una missione scientifica olandese che prevede «ispezioni sismiche » tra Gallipoli, Brindisi e Otranto, ma non è precisato se è stato usato un sonar particolarmente potente. Anzi, parrebbe proprio di no.

Nei primi dieci giorni di dicembre ci sono state tre esercitazioni militari di tiro (con spari da terra verso il mare): una nel Poligono Foce Ofanto (circondario marittimo di Barletta); una nel Poligono Torre Cavallo (Brindisi) e una nel Poligono di San Vito (Taranto). Però, di solito, si tratta di tiri con armi portatili, nulla che possa impensierire i capodogli.

Infine, in quei giorni, c’è stato il «predator», l’aereo senza pilota dell’Aeronautica militare, che ha sorvolato il golfo di Manfredonia. Però la Forza Armata garantisce che «quei “predator” non montano sonar o altro, ma soltanto macchine fotografiche».
Tutto ciò induce a pensare che la spiegazione potrebbe essere ricercata oltreadriatico.

Intanto, ciò che resta dei giovani giganti va in putrefazione e non si sa ancora come smaltire le carcasse. Pare saranno sepolte in un terreno agricolo nelle campagne di Cagnano Varano. Forse.

Fonte: Marisa Ingrosso – Gazzetta del Mezzogiorno