Pulizia delle spiagge

Pubblicato il: 12 giu 2009 - Da Webmaster

Pulizia spiaggiaE’ il Consorzio Porta del Gargano che raggruppa gli operatori del settore – L’assessore Zingariello e il presidente del Consorzio Virgilio hanno in corso la messa a punto del progetto – In attesa dell’operatività del Consorzio, la pulizia delle spiagge lungo tutta la riviera sarà eseguita come di consueto a cura e spese del Comune di Manfredonia.

Per il servizio di pulizia delle spiagge delle riviera del golfo, da Manfredonia a tutto il litorale sud, si va verso l’affidamento al consorzio degli operatori del settore. “Il progetto – spiega l’assessore all’ambiente Salvatore Zingariello – è in fase di definizione e assicurerà uno stabile e razionale intervento in un settore alquanto delicato e allo stesso tempo strategico per la migliore tenuta delle attività balneari e dunque dell’immagine turistica della riviera”. La conferma dell’indirizzo intrapreso viene dallo stesso presidente del Consorzio interessato, Michele Virgilio che vede nella “collaborazione pubblico-privato la più idonea risposta ai problemi che emergono dalle attività legate al turismo balneare e non solo”.

In attesa di definire la collaborazione di cui innanzi, la pulizia delle spiagge sarà eseguita come di consuetudine a cura del Comune di Manfredonia. “In parte – precisa l’assessore Zingariello – i lavori di raccolta rifiuti sono già stati in buona parte eseguiti, iniziati a metà maggio. Avremmo continuato se le condizioni atmosferiche ce lo avessero consentito.  Le imprese cui abbiamo commissionato il servizio non  hanno infatti potuto lavorare a causa delle continue mareggiate che hanno mantenuto bagnati i cumuli di rifiuti concentrati lungo la battigia. Ora con lo stabilizzarsi del tempo, procederemo – assicura – a completare l’opera cui l’amministrazione comunale dedica non poche risorse finanziarie: il servizio di raccolta rifiuti sulle spiagge è infatti a totale carico delle casse comunali che come noto non godono di particolare floridezza, anzi”.

Zingariello rivela che “ho richiesto per due volte la dichiarazione dello stato di calamità causato dalle mareggiate di particolare intensità abbattutesi sul nostro litorale l’ultima delle quali a fine maggio scorso, ma non ho ricevuto alcun riscontro. Solo la Regione Puglia ha promesso un piccolo contributo”.

La prospettiva che dovrà dare un assetto stabile e funzionale al problema è dunque quella del Consorzio. Costituito l’anno scorso auspice la stessa Confcommercio, il Consorzio “Porta del Gargano” raccoglie un buon cinquanta per cento della circa quarantina di operatori balneari e un alcuni albergatori e ristoratori.

“Contiamo di allargare la partecipazione: l’obiettivo – spiega il presidente Virgilio – è quello di organizzare e dare vita ad una strategia complessiva che assicuri slancio e prospettiva al turismo non solo balneare, cominciando dalla gestione dei servizi connessi alle varie attività turistiche”.

Non solo pertanto pulizia delle spiagge, ma anche, previo intese con le dirette competenze interessate, una rete di salvamento sulle spiagge, di un efficiente pronto soccorso e così di questo passo, ma anche attività di valorizzazione delle numerose e grandi risorse turistiche dell’area da quelle archeologiche, culturali, ambientali, alle gastronomiche. “Una serie di iniziative mirate – prospetta il presidente del Consorzio – a progettare e realizzare le quali chiamiamo sin da ora a partecipare i soggetti che a vario titolo operano nelle diverse attività riconducibili al turismo. A cominciare dalla stessa civica amministrazione che perla verità ci sta sostenendo concretamente. Credo che ora più che mai – afferma Virgilio – sia necessario radunare e organizzare le forze attive dell’ambito per predisporre quei servizi e quelle iniziative che esaltino i pregi delle splendide risorse che ci ritroviamo e dunque competere in un settore alquanto variegato”.

Ufficio stampa e comunicazione Comune di Manfredonia

Trabaccolo in attesa di carico

Trabaccolo in attesa di carico

Da parecchi scrittori fu detto che il Porto di Manfredonia è l’Emporio unico della Capitanata; ma sebbene ripetuto in epoche diverse e da questi e da quello, il concetto è sempre rimasto nella loro mente come l’eco di un grande aforisma.

Noi diremo soltanto che il porto di Manfredonia può ritornare ad essere nell’avvenire quello che fu nel passato per la sua naturale posizione geografica, cioè il Porto della Capitanata; ma assai più grande di quello che si pensi ed in modo assai diverso.

Siamo però convinti che a nulla gioverà questo lavoro se, con tutte le nostre forze, non cercheremo di svegliare nel nostro popolo addormentato una sana e vera coscienza marinara, perché non basta ripetere fino alla noia che siamo grandi quando questa nostra grandezza sembra che ci pesi un po’ troppo sulle spalle, quasi fosse un inutile fardello di cui vorremmo liberarci non sapendo cosa farne.

Dobbiamo renderci conto, invece, della nostra grandezza, studiarla, sviscerarla, potenziarla e farla  scuola, legge e passione delle generazioni che sono e di quelle che verranno, con tenacia e fede di apostoli più che di soldati.

Possiamo ora noi temere di riconquistare quel primato che è nostro per diritto divino, ad onta di frodi camuffate e di vigliacche rinunzie che se hanno potuto avvilirci per oltre mezzo secolo non avranno certamente la forza di sovvertire in tutto la Natura?

Sarà un sogno, forse il nostro.

Ma esso è, speriamo, uno di quei sogni che s’impongono, domani se non oggi, all’attenzione degli studiosi, degli industriali, dei commercianti e del Governo Nazionale.

E sarà questa, almeno la soddisfazione unica che ci avrà compensato delle nostre fatiche e delle nostre speranze.

E la rinascita del Porto di Manfredonia non può mancare, ne siamo certi, poiché è intimamente legata alla sua sistemazione; la quale peraltro sarà un fatto compiuto soltanto il giorno in cui i figli migliori della Capitanata, ammaestrati dal passato, desti e fieri della propria grandezza avranno tanta forza da scuotere il giogo dell’antico Fato per rivolgersi con amore al mare che oggi guardano da tergo diffidenti e tristi per colpa di chi li volle miseri e negletti.

Espansione commerciale, sviluppo industriale, colla pace e col lavoro fecondi, uomini più fortunati di noi vedranno in questa terra splendere col sogno realizzato di Manfredi che la notte dei secoli sfiderà siccome un faro!!!

 

Raffaello Di  Sabato

Il Porto di Manfredonia

nella vita economica della Capitanata – 1934

Edizioni “Il Sipontiere” Manfredonia

Fonte: manfredonianews.it

Il prato verde della posidonia

Pubblicato il: 11 mag 2009 - Da Webmaster

PosidoniaE’ quello che si è formato sulla scogliera di Siponto – Un’area di circa otto mila metri quadri in via di trasformazione in spiaggia – Una risorsa da tutelare – Un processo naturale che l’assessore Zingariello ha posto sotto il controllo del Politecnico di Bari.

Un prato verde in riva al mare. Anzi sul mare, sulla banquette di fogliame di posidonia frammista a sabbia che le onde del mare hanno depositato sulla battigia. Una superficie di circa otto mila metri quadri incuneata nella rientranza del litorale di Siponto delimitata dalla foce del canale San Lazzaro (pontelungo) e da una scogliera più avanzata in mare. Un incavo formatosi nel tempo per l’erosione della scogliera tant’è che per evitare che il fenomeno proseguisse sono state costruite delle barrire frangiflutti di protezione.

Una situazione non nuova, ma solo più accentuata a causa delle eccezionali mareggiate abbattutesi su quel litorale, ma che ha creato preoccupazioni e fibrillazioni accentuate da discussioni poco centrate essenzialmente a causa della poca e male conoscenza del fenomeno. Un fenomeno del tutto naturale eppertanto moto diffuso su tutti i litorali che si affacciano sul Mediterraneo.

Per studiarlo e dunque per approcciarlo nel modo più corretto, l’assessore all’ambiente Salvatore Zingariello si è rivolto al professor Girolamo Gentile del Politecnico di Bari esperto in erosioni marine (ha tra l’altro curato l’erosione della spiaggia di Mattinata).

I depositi di foglie di posidonia – è la tesi accreditata – non sono da considerare un rifiuto ma una risorsa da valorizzare. Sono ormai numerosi gli studi e le ricerche (tra i più recenti quello comunitario tra Italia e Grecia) sul fenomeno del deposito di foglie di posidonia che non è un’alga bensì una fanerogama marina endemica del Mediterraneo. La specie più diffusa è la Cymodocea nodosa organizzata in radici, rizoma e foglie. Svolge una importante funzione di ossigenazione dell’acqua: le sue praterie rappresentano un riparo e una zona di riproduzione per la fauna marina. Contribuisce inoltre in modo sostanziale alla fissazione dei fondali e alla protezione delle spiagge dall’erosione. Il fogliame, una volta staccatasi dalla pianta, rotolando si impregna di sabbia che deposita sulla battigia. La spiaggia di Siponto è rimasta inalterata, si è anzi accresciuta proprio per questo meccanismo naturale. Va aggiunto che le barrire frangiflutti costruite per preservare una scogliera erosa dal mare, più che favorire la formazione della banquette al loro interno, potrebbero limitare il deposito di posidonia e sabbia sulla spiaggia attigua diminuendone la ricostituzione dell’arenile.

A parte il caso di liberare dalla posidonia (che va recuperata e utilizzata in agricoltura) le spiagge adibite alla balneazione e dunque all’attività turistica, la rimozione della banquette costituitasi naturalmente va valutata tenendo presente tre tipologie di impatto: alterazione della geomorfologia delle spiaggia; alterazione del bilancio sedimentario; impatto sulle praterie di posidonia in seguito alla sottrazione di biomasse e nutrienti.

Per il caso di Siponto l’indirizzo è quello di “non andare contro natura” considerando che le positività sono maggiori delle negatività: la presenza di posidonia è indice di acqua pulita e sana, non ci sono effluvi maleodoranti, si sta creando una nuova vasta spiaggia in una zona ove sabbia non ce n’è. L’assessore Zingariello ha in ogni caso dato mandato al professor Gentile di mettere a punto un piano che da una parte preveda il controllo dello sviluppo della banquette, dall’altro iniziative di intervento in caso di necessità.

Ufficio stampa e comunicazione Comune di Manfredonia

La bozza del Piano urbanistico Fronte mare

Pubblicato il: 30 apr 2009 - Da Webmaster

Riqualificazione fronte mareE’ stata presentata dal gruppo di progettisti italo-tedesco-danese alla giunta comunale – Interessa un fronte di circa un chilometro e mezzo da Siponto a Piazza Marconi – Il sindaco Campo: “Una soluzione urbanistica di concezione europea” – L’assessore La Torre: “Il pubblico sarà chiamato ad esprimersi sulla progettazione”.

E’ uno dei “vuoti” più rilevanti del tessuto urbano della città. Andatosi via via evidenziandosi man mano che sono cessate le attività che vi svolgevano al suo interno come quelle del consorzio agrario o della stazione ferroviaria, o si sono sviluppate intorno le costruzioni edilizie e le strutture di servizio come ad esempio il Lungomare del sole per Siponto. Un’area di quattordici ettari di proprietà parte di privati e parte del Consorzio agrario provinciale e della Rete ferroviaria italiana, distribuiti su un fronte di circa un chilometro e mezzo che si estende da Siponto fino a Piazza Marconi alle porte di Corso Manfredi. Un vistoso “deserto”che ha peraltro accentuato la separazione tra la città e il mare sul quale l’area si affaccia. Un cuneo nel fianco del contesto urbano della città, in particolare di una periferia in forte espansione tanto a monte quanto a valle, e protesa verso il litorale sud passando per Siponto.

Riqualificazione fronte mareNel corso degli anni si è tentato più volte di concepire una progettazione che rispondesse ai requisiti urbanistici che il luogo propone. Ogni ipotesi è però risultata vana. Ora pare che ci siamo. C’è una bozza di Piano urbanistico significativamente etichettato “Fronte mare CB6-CB7”. A redigerlo a seguito di procedura di gara attivata dal Comune di Manfredonia, un prestigioso gruppo di progettazione italo-tedesco-danese composto dallo Studio associato Clemente-Empler di Roma, in raggruppamento con Behnisch Architekten di Stoccarda e Gehl Architects AqS di Copenaghen.

La prima bozza è stata presentata dal referente del gruppo di progettazione architetto Matteo Clemente, al sindaco Paolo Campo, all’assessore all’urbanistica Franco La Torre, ai componenti della giunta comunale, al direttore generale Dario Melillo, alla Commissione comunale opere pubbliche, ai tecnici degli uffici tecnici comunali, ai dirigenti di settore.

Attraverso una serie di slides, Clemente ha evidenziato le caratteristiche di fondo dell’impianto progettuale dell’area rilevando le problematiche della zona in esame in comparazione con quelle del resto della città. In linea di massima è prevista la realizzazione di edifici per abitazioni, per uffici pubblici, di aree a verde attrezzato, servizi come ad esempio teatro, museo e così via.

“Con questa progettazione Manfredonia approda a soluzioni urbanistiche di concezione europea”, ha evidenziato il sindaco Campo che ha tratteggiato le sofferte vicissitudini dell’urbanistica a Manfredonia, dal boom economico e della prima industrializzazione fino alla redazione del PRG del 1998 che ha lasciato tanti vuoti non solo nel tessuto urbano che costituiscono delle gravi remore alla funzionalità della città. “Oggi siamo di fronte – ha quindi osservato – ad una proposta che si inserisce nella pianificazione a carattere strategico di Area Vasta –Capitanata 2020, con interventi infrastrutturali che consentono di rispondere positivamente alle emergenze strutturali del territorio, di ottimizzare le politiche di investimento pubblico e privato e dunque garantire lo sviluppo sostenibile”.

Tra gli i progetti qualificanti l’assessore all’urbanistica e vice sindaco Franco La Torre, ha ricordato quello della trasformazione della tratta ferroviaria Manfredonia-Foggia in “tram-treno” che consentirà di abbattere la barriera che ostacola l’attraversamento di Viale Di Vittorio, di recuperare il tratto ex stazione campagna-Piazza Marconi. Sono previste ben sette fermate tra Siponto e Piazza Marconi fra cui una sulla banchina di ponente del porto con l’imbarco per il Gargano e le Isole Tremiti.

Aspetto fondamentale evidenziato da La Torre è quello della consultazione con il pubblico: cittadini, associazioni culturali, tecnici. “Saranno attivati workshop – ha detto – così come si è fatto per gli altri piani urbanistici Pug e Pirp”.

Ufficio stampa e comunicazione Comune di Manfredonia

Convocato il Comitato di indirizzo del GAC

Pubblicato il: 17 mar 2009 - Da Webmaster

E’ l’organo organizzatore del Gruppo di azione costiera, un partenariato pubblico privato finalizzato allo sviluppo della pesca e delle risorse del mare – Il sindaco Campo: “Vi sono tutte le condizioni necessarie per dare nuovo impulso alle attività del mare”.

Si riunirà venerdì prossimo presso l’assessorato alle attività produttive, il Comitato d’indirizzo del Gruppo di azione costiera (GAC) la cui nascita di fatto è avvenuta con la sottoscrizione nella sala consiliare del Municipio di Manfredonia, da parte dei rappresentanti degli enti pubblici e delle associazioni private del Protocollo d’intesa che dà il via al Gac del Sud Adriaitco. Vale a dire Comuni di Manfredonia, Mattinata e Monte Sant’Angelo, Camera di Commercio di Foggia, Università degli studi di Foggia, Provincia di Foggia, Federcopesca, Federpesca, Lega Pesca, Consorzio gestione Mercato ittico, Area Consulting. Un partenariato pubblico-privato volto ad utilizzare le specifiche misure previste dalla Comunità europea per rilanciare il settore della pesca e del mare più in generale.
Il Comitato di indirizzo è composto dai rappresentanti dei suddetti soggetti costituenti il Gac. “Il Comitato di indirizzo definisce – spiega l’assessore alle attività produttive Enrico Barbone, che cura le complesse e molteplici attività connesse alla realizzazione del Gac – le linee di indirizzo, delibera sulle azioni necessarie per il raggiungimento delle finalità del nuovo organismo, primo fra tutti la elaborazione e la presentazione del Documento strategico territoriale sulla base delle indicazioni previste dal Fondo europeo per la pesca 2007-2013 e del Programma operativo Fep 2007-2013 per il settore pesca in Italia”.
Il Gac del Sud Adriatico avrà forma di Società consortile con capitale sociale a responsabilità limitata con il 60 per cento di quote detenute dal partenariato privato ed il restante 40 per cento di quote detenute dal partenariato pubblico. E’ il primo esempio del genere che viene attivato in Italia “tant’è che – rivela Barbone -numerose sono le richieste da parte delle marinerie di altre regioni di informazioni circa le procedure seguite per costituire il Gac”.
“Ma ora occorre andare avanti ed anche speditamente – avverte Eliseo Zanasi, presidente della Camera di commercio di Foggia che fa parte del Consorzio del Mercato ittico di Manfredonia – per non perdere il vantaggio del positivo abbrivio di uno strumento importante, alquanto duttile eppertanto di grande valore per intervenire in un comparto che attraversa una fase di oggettive difficoltà che occorre superare con azioni mirate sia nello sviluppo delle strutture che nella gestione delle varie attività del settore che può divenire – annota Zanasi – trainante per l’economia dell’intera Capitanata e nel quale la Camera di Commercio vorrà essere sempre più e più incisivamente presente”.
Un punto di riferimento di rilevante impegno per il Rettore dell’Università di Foggia, Giuliano Volpe, tra i convinti assertori del Gac “che ci consentirà di innescare – intravede -interventi coordinati per sviluppare le grandi risorse del mare attraverso l’attivazione di una adeguata ricerca finalizzata ad allargare le opportunità che il mare offre non solo nel settore della pesca”.
“Vi sono insomma – ha chiosato il sindaco Paolo Campo – tutte le condizioni, naturali, strumentali, scientifiche e culturali, perché con il Gac si possa incidere profondamente su una grande risorsa per regolarne e razionalizzarne lo sviluppo”.

Ufficio stampa e comunicazione Comune di Manfredonia

Si è tenuto, Sabato 7 Marzo 2009, presso Palazzo Celestini, in Manfredonia, con una grande partecipazione di autorità e di un attento e qualificato pubblico, un meeting open, organizzato dal Lions Club Manfredonia Host, in collaborazione con il Centro Cultura del Mare di Manfredonia, e con il patrocinio del Consiglio Regionale della Puglia, Provincia di Foggia, Città di Manfredonia, Parco del Gargano, Università di Foggia, Soprintendenza Beni Archeologici Puglia.

Cariche istituzionali

Il Presidente, ing. Salvatore Guglielmi, nella presentazione ha affermato: “L’intento è quello di fornire l’occasione per l’approfondimento di temi del mare, trattando l’archeologia marina, come uno dei molteplici aspetti del potenziale patrimonio culturale marino del golfo di Manfredonia, al fine di risvegliare la consapevolezza della collettività e il ruolo delle istituzioni nel recepire ed interpretare le istanze sociali, in un’azione sempre più sinergica con la comunità, l’economia locale, e le associazioni. L’auspicio è che una più allargata consapevolezza del nostro straordinario patrimonio culturale e storico, insieme con una più efficace opera di tutela e valorizzazione, sia gratificata da un’adeguata conservazione sul territorio locale dei beni archeologici marini”.

Intervento Giuliano Volpe

Prof. Giuliano Volpe

Il Prof. Giuliano Volpe, Rettore dell’Università di Foggia, ed ordinario di archeologia – un autorità nel campo – ha rivelato che il bacino di mare che va dalle Isole Tremiti lambendo la costiera sipontina fin giù oltre Salapia, è uno scrigno pieno zeppo di reperti eccezionali, mai scandagliati compiutamente, ma solo qualche saggio con riscontri di resti d’antiche navi, arredi, anfore, e resti di antiche costruzioni.

Ha sottolineato che tra le diverse sedi universitarie con attività di archeologia subacquea, quella dell’Università di Foggia riveste un ruolo di primissimo piano, tanto che, appena due anni fa, proprio nel suo territorio, la città marinara di punta, Manfredonia, ha avuto l’onore e l’onere di ospitare il convegno nazionale di Archeologia Subacquea, scelta non casuale, essendo questo uno dei tasselli di un progetto ben più ampio, infatti il rettore prof. Volpe ha autorevolmente rilanciato, rivolgendosi alle istituzioni locali, la candidatura di Manfredonia a sede di una scuola di archeologia subacquea, di livello internazionale, con un master universitario in archeologia subacquea e summer school, oltre che sede di un museo del mare.

Il Dr. Danilo Leone e la Dr.ssa Maria Turchiano, ricercatori di Scienze archeologiche all’Università di Foggia, hanno portato gli edificanti esempi delle esperienze fatte in Francia, Sicilia, e Albania con la realizzazione della carta archeologica del litorale albanese, e la prospettiva in futuro di estendere la ricerca al litorale italiano per costruire la prima Carta del potenziale archeologico dell’Adriatico meridionale.

Il Dr. Arcangelo Alessio, Responsabile Servizio Archeologia Subacquea, Soprintendenza dei Beni Archeologici per la Puglia, ha largamente relazionato su come si attua la tutela, conservazione e valorizzazione dei beni archeologici Marini. “Ma non meno problematica e onerosa la realizzazione di spazi espositivi per i reperti recuperati, in Puglia c’è molta disorganizzazione e improvvisazione”.

Il Gen. Dr. Letterio Munafò, Presidente Sez. Puglia, Società Italiana Protezione Beni Culturali, ha evidenziato che “Quello che noi italiani riusciamo a fare all’estero, non riusciamo a fare in Italia. In Puglia l’esposizione museale è quasi inesistente, e sul fronte della tutela troviamo molto spesso i comuni i più inadempienti. Da parte nostra, confermiamo il nostro impegno a promuovere e partecipare a qualsiasi attività di protezione del patrimonio culturale”.

Il Prof. Giovanni Simone, vicepresidente del Centro Cultura del Mare, ha sollecitato, ancora una volta, le istituzioni locali, affinché prestino maggiore attenzione perché un patrimonio d’indiscusso valore storico ed archeologico, possa avere la sua giusta collocazione con la creazione di un museo dedicato interamente al mare, ed articolato in diverse sezioni.

L’ Avv. Paolo Campo, Sindaco di Manfredonia, ha dichiarato “Al di là d’ipotesi suggestive, credo che sia più opportuno valorizzare e rendere maggiormente fruibili le opere di cui il nostro territorio già dispone”, rilanciando la vecchia idea di “una sezione del Museo del Mare integrato nel Museo Archeologico Nazionale sito nel Castello Svevo-Angioino, dove non mancano ampi spazi potenzialmente dedicabili e che potranno essere resi fruibili anche con ulteriori sforzi del Comune”.

Intervento Paolo Campo

Avv. Paolo Campo

L’ Amm. Mario Rinaldi, Past Governatore Distretto Lions “Apulia”, si è complimentato per la brillante iniziativa con il Presidente del Club, sottolineandone l’efficacia e l’utilità per stimolare l’attenzione verso i beni culturali che l’intero territorio pugliese custodisce, in particolare quelli archeologici marini.

La Dr.ssa Licia Bitritto, Vice Governatore Distretto Lions “Apulia”, concludendo la manifestazione, ha evidenziato che se il patrimonio culturale fosse maggiormente protetto e valorizzato, tanti sarebbero anche i vantaggi economici ed i ritorni in termini occupazionali.

fonte: montegargano.it

Scavi SipontoL’ultima campagna di scavi ha portato al ritrovamento di importanti reperti che definiscono meglio l’ultimo profilo di Siponto – L’importanza della magnetometria – Ceramiche, vetri e malte ma anche scheletri e monete – Il Museo nazionale archeologico si appresta a realizzare una grande mostra su Siponto.

Nella indagine archeologica dell’area di Siponto un supporto determinante è venuto dalla magnetometria nelle sue diverse applicazioni. Ad illustrarne le metodologie e le applicazioni e dunque i risultati dei rilevamenti, Marcello Ciminale, docente presso il dipartimento di geologia e geofisica dell’Università di Bari, nel corso della conferenza tenuta presso il Museo nazionale di Manfredonia organizzata dalla direttrice del museo Annamaria Tunzi e da Caterina Laganara, archeologa dell’Università degli studi di Bari che ha condotto nel settembre scorso una campagna di scavi nell’area archeologica di Siponto.

“Un incontro con il pubblico – ha tenuto a spiegare la direttrice Tunzi – per informarlo sulle risultanze della campagna di scavi, ma anche sull’attività del museo e dunque per avvicinare ancor più il pubblico a questa importante istituzione culturale patrimonio non solo di Manfredonia”.

Tra le altre iniziative in cantiere, Tunzi ha evidenziato quella riguardante la realizzazione di una grande mostra dedicata a Siponto, ai reperti rinvenuti nel corso dei numerosi scavi condotti nell’area adiacente alla basilica di Siponto.

Reperti che sono stati “alquanto abbondanti e di grande interesse non certo per il loro valore venale bensì per lo studio della Siponto medievale” ha precisato Laganara, direttrice scientifica degli scavi finanziati dalla Regione Puglia e progettati dall’Università di Bari, Facoltà di lettere e filosofia e Dipartimento beni culturali e scienza del linguaggio ai quali si è aggiunto il Dipartimento di geologia e geofisica, e condotti in collaborazione con la Soprintendenza ai beni archeologici di Puglia. Numerose le collaborazioni citate dalla professoressa Laganara, tra le quali quella del Comune di Manfredonia.

I reperti rinvenuti sono stati trasferiti all’Università di Bari per essere catalogati e studiati, analizzati dai laboratori scientifici. “Si tratta per lo più – ha annunciato l’archeologa – di ceramiche, vetri, malte alcuni frammenti delle quali finemente dipinti. Tra i ritrovamenti anche alcune sepolture con scheletri in buone condizioni e che attestano come i sipontini fossero alquanto alti in media un metro e ottanta, una aquila con decorazione in ferro, una trentina di monete non di metallo pregiato, probabilmente risalenti al periodo svevo angioino. Dall’analisi specialistica cui saranno sottoposti – ha rilevato Laganara – ci attendiamo di scoprire particolari che possono illuminarci sulle costruzioni e sulle funzioni delle stesse nel contesto urbanistico, in particolare del grande edificio sul quale abbiamo appuntato l’attenzione anche con l’ausilio delle indagini magnetometriche ad alta definizione condotte dal professor Ciminale”.

Tra le considerazioni avanzate sulla base dello stato dei ritrovamenti, quella che ha portato a ritenere che la città sia stata abbandonata gradualmente man mano che i suoi abitanti si trasferivano nella nuova città di Manfredonia per la cui costruzione è stato abbondantemente riutilizzato il materiale della vecchia città.

“Purtroppo – ha lamentato Laganara – sono andati perduti alcuni riferimenti di rilievo per via degli scavi abusivi condotti da sconsiderati evidentemente in cerca di tesori che certamente non ce ne possono essere. L’area archeologica rimane malauguratamente aperta e senza alcuna difesa, un grande patrimonio di storia e di cultura affidato al senso civico dei cittadini”.

C’è ancora moto da scavare e sapere. “Ma occorre andare per gradi”, ha avvertito Laganara. “So che il grande desiderio dei manfredoniani – ha annotato – è quello di portare alla luce l’anfiteatro romano: non è ancora il momento. La ricerca archeologica è come un libro che si sfoglia pagina dietro pagina: la pagina dell’età romana viene dopo di quella medievale che occorre ancora completare”.

Michele Apollonio
Ufficio stampa e comunicazione Comune di Manfredonia

Manfredonia 18 ottobre 2008 – Ore 17:30
Auditorium Palazzo dei Celestini – C.so Manfredi

oratori convegno

Un interrogativo emblematico quanto controverso quello di ricostruire il ponte alle Isole Tremiti. E ciò che è emerso dall’interessante convegno svoltosi nei giorni scorsi presso l’Auditoriuim di Palazzo Celestini promosso dall’Associazione “Centro Cultura del Mare” della nostra città.

Presente un foltissimo pubblico, ma assenti i responsabili della cosa pubblica delle stesse Isole Tremiti, anche se regolarmente invitati.

Il tema: “Il Ponte delle Isole Tremiti, Leggenda o Verità”.

A dire il vero avremmo volentieri fatto seguire un interrogativo alla parola verità, visto che oltre alle autorità tremitesi, sono in tanti, tra quelli che “contano” e che vivono nelle dorate stanze dei bottoni a credere, così come scrive sul n. 83 della rivista”Oggi” il critico d’arte on.le Vittorio Sgarbi, che: “Un ponte tra le Isole Tremiti sia una gran furbata” e che: “Il Sud Italia non è la Finlandia”. Evidentemente anche Ferdinando II di Borbone (e non Ferdinando I, come scrive lo stesso Sgarbi), fece una “gran furbata”nel far costruire, oltre due secoli fa, un ponte che collegava le tre Isole, proprio per rendere più agevolare lo spostamento dei sui abitanti, anche se ha funzionato pochi anni per aver subito danni irreversibili per la caduta di una frana.

Intanto, meritevole di lode, è il “Centro Cultura del Mare” che coraggiosamente ha realizzato l’iniziativa, non già per prevaricare le autorità ed i cittadini delle stesse Isole Tremiti legittimati a decidere del proprio destino e della vocazione da dare al territorio sul quale vivono, bensì per porre all’attenzione della pubblica opinione problematiche che investono la provincia di Foggia, la Regione Puglia e l’intera Nazione, considerata la incommensurabile valenza turistico-paesaggistica ed economica che da dette Isole deriva.

Ed è stato proprio ciò che è scaturito da detto incontro al quale hanno aderito autorevoli esponenti del mondo della cultura, della politica e del volontariato, attraverso i loro interventi. A sottolinearlo, dopo aver porto il saluto dell’Associazione alle Autorità, agli oratori ed al pubblico presente in sala, lo stesso presidente del sodalizio e moderatore dell’assise dr. Renato Sammarco nella sua breve ma incisiva prolusione. Subito dopo ha introdotto il primo relatore, il prof. Giovanni De Vita, ordinario associato di Antropologia e presidente del Corso di Laurea in Scienze dei Servizi Sociali presso l’Università di Cassino, Facoltà di Lettere e Filosofia.

L’illustre concittadino ha parlato sul tema:”Le Isole Tremiti. Aspetti storici e socio culturali” Egli ha esordito nel sottolineare che: “ricostruire le vicende socio ambientali delle Isole Tremiti a Manfredonia, su invito del Centro Cultura del Mare, forse sembra un po’ azzardato, visto l’argomento. Fra l’altro lo scopo dell’odierno incontro è abbastanza chiaro: “Il ponte delle Isole Tremiti-leggenda o verità”, con qualche pertinenza al mito ed alla storia delle stesse Isole , a partire da Diomede, alla costruzione dell’Abbazia ed i vari passaggi storici più significativi che hanno segnato quei luoghi. La devastazione e l’abbandono nel XIV sec. E la rifondazione nel XV sec da parte dei Canonici Lateranensi, la soppressione dell’Abbazia e l’incameramento dei beni da parte dei Borboni.nel 1792/93, la nascita della colonia penale,, il bombardamento del 1807 , la colonia coatta , il carcere della Marina Militare ed infine la istituzione della Riserva naturale avvenuta in data 14 luglio 1989, in occasione del 200° anniversario della presa dell’Abbazia durante la rivoluzione francese.

Partendo da questi avvenimenti, è possibile, quindi esaminare la questione della ricostruzione del ponte esaminando principalmente le problematiche antropologiche, in riferimento al rapporto tra l’uomo e la natura e lo stravolgimento che l’uomo stesso, attraverso le diverse innovazioni le ha provocato”. “In definitiva,- ha concluso l’oratore – la realizzazione del ponte, pur nel rispetto dell’ambiente e della utilità che lo stesso produce a quella comunità, va inserito in un contesto globale ed esaminato nelle sue diverse sfaccettature, al fine di consentire alla stessa comunità, la validità o meno della sua realizzazione”. All’ing. Michelangelo De Meo, ideatore e progettista del ponte, il compito di illustrarne le caratteristiche tecniche ed i vantaggi che la realizzazione dello stesso apporterebbe sotto l’aspetto turistico, economico e sociale, sia alla popolazione che all’intero territorio.

“Partendo da alcune ricerche eseguite nelle diverse Università per la mia tesi,- ha sottolineato l’ing. De Meo – sono venuto in possesso di alcuni documenti originali dai quali emergeva che sui fondali delle Isole Tremiti, giacevano i resti di un antico brigantino austriaco e di un altrettanto antico ponte in legno fatto costruire da Ferdinando II di Borbone che collegava le tre isole: S. Nicola, Cretaccio e S. Domino.

Sulla scorta di queste informazioni e dopo aver individuato, attraverso diverse immersioni, la presenza di alcuni basamenti del vecchio ponte, ho creduto opportuno di progettarne uno nuovo, ovviamente con criteri moderni, senza peraltro alterarne il paesaggio e l’ecosistema”.

“Il ponte,- continua l’oratore, – costruito interamente con legno lamellare, sarà lungo circa 550 metri e se realizzato, offrirà alla comunità locale innumerevoli vantaggi, sia logistici che economici., oltre che a rilanciare L’Arcipelago Tremitese e l’intero territorio garganico sul mercato internazionale del turismo.

Verrebbero così eliminati i continui disagi ai quali la popolazione residente è sottoposta per via delle gravi disfunzioni nei collegamenti, in particolare tra l’Isola di San Nicola, Domino e la terra ferma. Oltre a ridurre i tempi biblici per l’approvvigionamento delle merci e dei beni di prima necessità.

Si favorirebbe, altresì, la destagionalizzazione dei flussi turistici, con la abolizione dell’esoso pedaggio che oggi si paga per raggiungere le due isole maggiori, consentendo ai numerosi turisti che visitano le Isole Tremiti di trascorrere più facilmente anche il fine settimana. Si ridurrebbero notevolmente le spese di gestione a carico del Comune, per i servizi resi ai cittadini, (una sola guardia medica, una sola pista per l’elisoccorso, un solo porto, l’abolizione del pedaggio ecc.).

Gli addetti ai collegamenti con le due isole, potrebbero così essere disponibili ad accompagnare con i loro mezzi i turisti a visitare le meravigliose grotte che costellano le isole”. “Ma la peculiarità più importante che il ponte presenta” – conclude il progettista è: che la parte superiore (coperta) dell’intera superficie del ponte sarà dotata di tanti pannelli fotovoltaici, sufficienti a produrre gratuitamente l’energia elettrica e soddisfare il fabbisogno delle due isole per tutto l’anno (periodo invernale) e per un quarto (periodo estivo).

La stessa copertura sarà dotata, altresì, di canali per la raccolta delle acque meteoriche che, opportunamente convogliate in appositi serbatoi, potrebbero sopperire al fabbisogno idrico dell’intera comunità tremitese” Sono seguiti gli interventi del dott. Franco Salcuni, responsabile regionale di Legambiente e del dott. Nicola Vascello, assessore provinciale al turismo, nonchè commissario dell’Azienda di Promozione Turistica di Foggia, i quali, ognuno per le proprie competenze hanno espresso il loro parere in merito ai temi rispettivamente assegnati.

A porgere il saluto dell’Amministrazione Provinciale di Foggia i concittadini dott. Gabriele Mazzone, assessore al personale e l’avv. Stefano Pecorella, assessore all’Ambiente, i quali hanno espresso vivo compiacimento per il brillante progetto presentato dall’Ing. De Meo in uno all’ottima riuscita del convegno.

È seguito un nutrito quanto interessante dibattito. Il dr. Sammarco, nel ringraziare i relatori, i presenti e quanti hanno contribuito alla buona riuscita del convegno, nel ribadire quanto già sostenuto in apertura , ha promesso che l’Associazione “Centro Cultura del Mare”, d’accordo con le autorità tremitesi promuoverà quanto prima un incontro alle Isole Tremiti per discutere dello stesso tema.

Matteo di Sabato

fonte: www.manfredoniaeventi.it

fronte pieghevole ponte isole tremiti

Fronte pieghevole “Il Ponte delle Isole Tremiti”

retro pieghevole "Il Ponte delle Isole Tremiti"

Retro pieghevole “Il Ponte delle Isole Tremiti”

Città di Manfredonia
IX Mostra – Concorso di Modellismo Statico
20 – 24 Agosto 2008 – Liceo Classico Aldo Moro

Il Premio Speciale “Vecchi Legni dell’Adriatico” promosso dal Centro Cultura del Mare, ha lo scopo di valorizzare la Marineria tradizionale Adriatica e di rievocarne l’evoluzione tecnico-storica.

“Gli ultimi Maestri d’ascia stanno ormai scomparendo e tutte queste tradizioni e questi particolari metodi costruttivi non verranno tramandati ad altri; bisogna perciò cercare di raccogliere ora tutte le informazioni possibili, perché di questa Arte nulla è scritto, tutto veniva tramandato verbalmente dal padre al figlio, ed i segreti dovevano restare sempre nell’ambito della famiglia” – M.Marzari

Ad esso era ammessa l’iscrizione di qualsiasi modello rientrante in una delle seguenti categorie:

  • Modelli di imbarcazioni da pesca e di piccolo cabotaggio
  • Modelli didattici
  • Sezioni e mezzi scafi
  • Diorami di strutture cantieristiche e portuali
  • Scene di pesca

tutto però riguardanti il Nostro Adriatico.

I modelli presentati sono stati valutati da un’apposita Giuria composta da Maestri d’ascia e modellisti navali. Tra i Giudici, il Sig. Mario Barbone di Manfredonia, ex Maestro d’ascia e tuttora (classe 1908) modellista navale.

giuria

Da sinistra: Mario Barbone – Antonio Pesante – Antonio Perrone – Nicola Guerra – Antonio Berardinetti – Eliseo Borgomastro – Mariapia Troiano

Ad aggiudicarsi il 1° Premio ex aequo:

  • Santa Maria di Costantinopoli” Paranza di Trani del 1871 realizzata dal Dr. Giovanni Carducci del GMJ di Taranto
  • Trabaccolo” realizzato dal Sig. Lorenzo Campo di Manfredonia

Al 2° e 3° posto rispettivamente:

  • Motopeschereccio Vincenzo Padre/Algesiro Matteo” realizzato dal Sig. Algesiro Fusilli di Arcore
  • Bragozzo” realizzato dal Sig. Luciano Gatta di Manfredonia
Santa Maria di Costantinopoli

Santa Maria di Costantinopoli

Trabaccolo

Trabaccolo

Mp Vincenzo Padre/Algesiro Matteo

Mp Vincenzo Padre/Algesiro Matteo

 

Ecco le immagini della Giuria al lavoro … è stato davvero un piacere “perdersi” dietro le varie spiegazioni tecniche dei Sigg. Barbone e Berardinetti ed ascoltare i racconti direttamente “vissuti” del Sig. Notarangelo … il tempo è letteralmente volato e non ci si è resi conto che fuori il pubblico era in attesa si finesse e si aprisse la stanza riservata ai modelli navali!

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Il Presidente del Centro Cultura del Mare di Manfredonia, Dott. Renato Sammarco, presenta il Premio … una bellissima riproduzione di una stele dauna con il logo dello stesso. Ecco alcune immagini della Premiazione:

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Un riconoscimento speciale è stato assegnato al Sig. Notarangelo Leonardo di Mattinata, che attraverso i propri modelli mantiene vivi i ricordi della sua infanzia

Riconoscimento specialeRiconoscimento specialeRiconoscimento speciale

 

Il Dott. Sammarco ha voluto ringraziare anche la Giuria tutta consegnando una pergamena ad ogni Membro della stessa.

Giuria

fonte: www.modellistika.it

Recital “Briciole di antiche memorie”

Pubblicato il: 23 mag 2008 - Da Webmaster

Nel mare le nostre radici

E’ il punto di vista della Scuola Perotto sui rapporti tra la nostra città e il mare.

La nostra città soffre di una curiosa sindrome: pur essendo una città marinara a tutti gli effetti, non dà il giusto valore a quella cultura del mare che è l’humus in cui affondano le nostre radici. Occorre quindi riscoprire e valorizzare al massimo quelle tradizioni, quei valori che possono fornire, oltre che strumenti di interpretazione della attuale società, anche punti di riferimento ai nostri ragazzi e prospettive di lavoro futuro con la riscoperta di mestieri quasi dimenticati. E’compito della scuola ricostruire spaccati della vita dei pescatori di un tempo, far rivivere ai ragazzi la fatica, i pericoli della vita in mare, l’attaccamento alla famiglia, il rispetto e l’amore della natura, di quegli uomini e quelle donne che tanta parte hanno avuto nella storia della nostra città. E quale strumento migliore del teatro per ricostruire qualche spaccato di quelle umili vite?

Così ci dice la Preside della Scuola Media “Perotto”, prof.ssa Maria Angela Sinigaglia, a cui abbiamo chiesto un commento sul recital “Briciole di antiche memorie” tenutosi nel Teatro Comunale “Perotto” il 22 maggio. Lo spettacolo, realizzato dalle docenti Angela Colella, Lina Palena, Raffaella Rogato, e Lella Trigiani, che ha curato le coreografie,  ha voluto mostrare alcuni momenti  di vita dei pescatori d’un tempo, vita intessuta di gioie e dolori ma sempre autentica e spontanea.

I ragazzi hanno esplorato il tessuto socio-culturale della loro terra soffermandosi sul rapporto intimo e indissolubile della comunità locale con il mare  e in particolare sulla vita e il lavoro dei pescatori: un viaggio che ha permesso loro di scoprire quel che c’è dietro le lunghe giornate dei pescatori e dietro le fatiche di un mestiere difficile e il mondo di storie reali miste a favole e leggende che ancor oggi, come nel passato, continuano a suscitare emozioni e stupore.

Gli studenti hanno raccolto poesie e canti della tradizione locale, hanno fatto interviste e ascoltato racconti dalla viva voce dei vecchi pescatori: “uomini semplici –sottolineano – che del lavoro hanno fatto il fine della loro vita e che proprio grazie ad esso sono riusciti a scrivere pagine della storia di Manfredonia che ne mare affonda le proprie radici”.

L’itinerario didattico-educativo è approdato alla messa in scena di due racconti. Il primo, intitolato “La tempesta” di Vincenzo Valente, narra l’appassionante e drammatica storia di un padre e un figlio che perdono la vita durante una violenta burrasca.

Il secondo, “Pesca miracolosa”, tratto da un racconto di vita di un vecchio pescatore e rielaborato dai ragazzi, offre invece una visione gioiosa della vita dei pescatori: il mare grande benefattore, risorsa preziosa che dà sostentamento tuttora a molti sipontini.

L’input per la realizzazione del lavoro è venuto dall’Associazione “Centro Cultura del Mare”, nella persona del suo solerte animatore, il Prof. Giovanni Simone, che insieme al Dott. Renato Sammarco, Presidente del Lions Club di Manfredonia, si sono posti l’obiettivo di far rivivere la cultura del mare, un po’ caduta nel dimenticatoio nella nostra città.

Ed ecco molteplici iniziative, da un pregevole convegno, tenutosi a Manfredonia nel dicembre scorso, all’ambizioso progetto di realizzare, si spera in tempi brevi, un museo del mare. Simone si dice entusiasta del lavoro che hanno svolto i ragazzi e le loro insegnanti. Sono rimasto commosso dal coinvolgimento, dal modo in cui questi ragazzi hanno interpretato racconti, poesie, canti  di un tempo ormai lontano. Mi auguro, aggiunge, che la scuola possa fare da traino anche per la riscoperta di mestieri quasi dimenticati, come la costruzione di barche in legno, che un tempo rappresentava un fiore all’occhiello dell’artigianato sipontino e che, purtroppo, sta pian piano scomparendo. Da questa considerazione è nato il desiderio di dare un riconoscimento, per il tramite della scuola Perotto, a chi ha dedicato la vita a quest’arte, il quasi centenario mastro d’ascia, Mario Barbone, a cui è stata consegnata, al termine della rappresentazione, una pergamena con una poesia a lui dedicata dal poeta manfredoniano Giuseppe Palomba. Una manifestazione ricca di spunti, quindi, non solo storici ma anche etici, sociali ed economici, che ci auguriamo possa offrire motivo di riflessione ai nostri ragazzi e agli adulti della nostra città, conclude la Preside Sinigaglia.

Le Insegnanti della Scuola Media Perotto