“LE LOBBY CHE MUOVONO IL BURATTINO RENZI HANNO INNESCATO L’INGRANAGGIO DEL SILENZIO O ADDIRITTURA L’INVITO A “BOICOTTARE” IL REFERENDUM, PROPONENDO L’ASTENSIONE AL FINE DI NON RAGGIUNGERE IL QUORUM”

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“Nella giornata del 3 Aprile, a partire dalle ore 19, saremo in Piazza del Popolo a distribuire materiale informativo”

Manfredonia. ”Tra i numerosi meriti che l’attuale governo capeggiato dal Partito Democratico mostra di avere, un ruolo non indifferente è assegnato alla campagna oscurantista e anti-democratica operata nei confronti del referendum sulle trivellazioni fissato per il 17 Aprile. Le lobby che muovono il burattino Renzi hanno innescato l’ingranaggio del silenzio o addirittura l’invito a “boicottare” il referendum, proponendo l’astensione al fine di non raggiungere il quorum. L’obiettivo è quello di permettere alle oltre 21 piattaforme petrolifere che sono presenti oltre le 12 miglia del territorio nazionale, secondo l’attuale normativa, di continuare a trivellare per un tempo indefinito i nostri mari, al fine di evitare il grande pericolo che i giganti del petrolio vogliono evitare a tutti i costi: farsi carico degli altissimi costi di dismissione delle piattaforme, più che la prosecuzione reale dell’attività di ricerca ed estrazione, ormai giunta ai minimi termine e senza un reale guadagno economico ed energetico. E’ evidente che il tentativo di boicottaggio ad una delle massime (e ultime) espressioni di democrazia diretta che il popolo ha ancora la possibilità di sfruttare per esprimere la sua posizione in merito risponde alla necessità di salvaguardare gli interessi sei soliti pochi, in barba alle conseguenze che tale attività di ricerca ed estrazione avrebbero a lunga durata sul reale indotto su cui si poggia l’economia delle nostre coste, ovvero pesca e turismo.

Non possiamo permettere che tutto ciò avvenga: per questo abbiamo deciso di ritornare nelle piazze della nostra città per denunciare l’azione di boicottaggio del governo centrale nei confronti del referendum, e per spingere i cittadini di Manfredonia a votare SI nella giornata del 17 Aprile.

Nella giornata del 3 Aprile, a partire dalle ore 19, saremo in Piazza del Popolo a distribuire materiale informativo, incontrando la città e dibattendo sul tema con chiunque abbia la voglia e la necessità di confrontarsi. Nel frattempo realizzeremo anche un live-painting, per suscitare ulteriore sensibilità e scalfire le coscienze anche con il mezzo artistico, da sempre veicolo di espressione alternativa e mezzo imprescindibile per cercare di arrivare a tutti. Partecipa con noi, dibatti e discuti, ma soprattutto VOTA SI”.

(nota stampa, Manfredonia 01.04.2016)

visita-direttore-marittimoNelle giornate del 14 e 15 Marzo u.s., si è svolta la visita istituzionale dell’attuale Direttore Marittimo della Puglia e della Basilicata Jonica, l’Ammiraglio Ispettore del Corpo delle Capitanerie di Porto Domenico DE MICHELE, presso le sedi degli Uffici periferici ricadenti nel Compartimento Marittimo di Manfredonia.

Nella prima giornata il Direttore Marittimo, accompagnato dal Comandante della Capitaneria di Manfredonia e dal Comandante del Circondario Marittimo di Vieste,  rispettivamente il Capitano di Fregata (CP) Nicola LATINISTA e il Tenente di Vascello (CP) Francesco Maria Ricci, ha visitato dapprima l’Ufficio Locale Marittimo di Lesina situato a nord ovest del Compartimento, proseguendo poi per l’Ufficio Locale Marittimo di Rodi Garganico ed, infine, presso l’Ufficio di Delegazione di Spiaggia di Peschici, località, quest’ultima, colpita dall’alluvione nel settembre 2014.

Nella successiva giornata, l’Ammiraglio ha fatto visita in mattinata alla sede dell’Ufficio Circondariale di Vieste e, successivamente, nel primo pomeriggio, si è recato a Manfredonia effettuando un sopralluogo delle infrastrutture portuali della città e, infine, è sopraggiunto presso la sede centrale della Capitaneria di Porto di Manfredonia per conoscere personalmente e salutare tutto il  personale dipendente.

In tale occasione, l’Ammiraglio Ispettore ha appreso la complessa realtà marittima e portuale del Compartimento Marittimo più a Nord della Puglia, che si estende per oltre 200 km di costa dal Comune di Chieuti fino a quello di Zapponeta, osservando la consistente flotta peschereccia operante, il porto alti fondali di Manfredonia, l’esistenza di un impianto di miticoltura tra i più grandi d’Europa, ammirando i paesaggi costieri caratteristici del Gargano.

A termine della visita, l’Ammiraglio DE MICHELE ha sentitamente ringraziato ed elogiato sia professionalmente che umanamente tutto il personale dipendente civile e militare che svolge un prezioso e incessante servizio in un contesto complesso e diversificato, con particolare riferimento alla gran mole di lavoro in materia di gestione e controllo della pesca e del demanio marittimo.

 

 

Manfredonia, 16 Marzo 2016

bianchettoNella giornata di ieri, alle prime luci dell’alba, i militari della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Manfredonia hanno svolto un’ennesima azione di repressione della commercializzazione illegale di prodotti ittici sottomisura nella città di Manfredonia, effettuando un maxi-sequestro di pescato al di sotto della taglia minima trasportato in un furgone privato e pronto per essere immesso sul mercato calabrese.

In particolare sono stati sequestrati ben oltre 1500 (millecinquecento) Kg di novellame di sarde ed alici (comunemente noto come “bianchetto”), in quanto detenuto e trasportato in violazione dell’Art. 7, comma 1, lett. a) e b) del D.Lgs. n°04/2012.

Un’operazione in favore della tutela del mare, per scoraggiare chi ancora pratica la pesca di pesci allo stato neonato che sono un’ importante anello della catena alimentare marina, in quanto favorisce la crescita di altre specie cosiddette pelagiche (di profondità e di più grosse dimensioni). Il risultato dell’operazione è da attribuire alla tenacia degli uomini della Capitaneria di Porto di Manfredonia, che da alcuni giorni stavano effettuando una serie di appostamenti in vari luoghi della città.

Il pescato, dopo gli accertamenti sanitari effettuati dal medico del Servizio Veterinario dell’ASL FG Area B – Distretto di Manfredonia e su disposizione del Magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Foggia, è stato destinato alla distruzione mediante rigetto in mare, in quanto dichiarato prodotto alimentare del tutto privo di documenti attestanti la rintracciabilità dello stesso prodotto ittico, e quindi non destinabile al consumo umano.

Un soggetto identificato è stato ritenuto responsabile delle violazioni penali sopracitate, il quale è stato prontamente deferito alla competente Autorità Giudiziaria.

L’attività di repressione posta in essere dagli uomini del Nucleo di Polizia Giudiziaria della Guardia Costiera sipontina contro gli illeciti in materia di pesca e commercializzazione illegale di prodotti ittici sottomisura proseguirà incessante anche nei prossimi giorni in tutta la provincia di Foggia, allo scopo di garantire il rispetto delle leggi e tutelare la salute degli inconsapevoli consumatori.

 

 

Manfredonia, 15 Marzo 2016

TUTTE LE FORZE POLITICHE E LE ORGANIZZAZIONI DELLA SOCIETÀ CIVILE DELLA STESSA CITTÀ ”CONFERMANO LA PROPRIA CONTRARIETÀ ALLA REALIZZAZIONE DEL MEGADEPOSITO”

serena pellegrino

“L’insediamento del deposito di, Gpl sta destando un elevato allarme sociale, come dimostrato dalle 7.000 firme finora raccolte”

Roma. ”(…) se, i Ministri interrogati non intendano revocare il decreto ministeriale n. 295, del 22 dicembre 2015, in cui esprime compatibilità ambientale condizionata, relativamente al progetto della Società Energas spa. (4-12438)”. Interrogazione a risposta scritta alla Camera dei Deputati è stata presentata dalla deputata Serena Pellegrino di SEL (cofirmatari Annalisa Pannarale, Arcangelo Sannicandro, Donatella Duranti) al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (delegato a rispondere: MiBACT)

FOCUS PROGETTO ‘DEPOSITO COSTIERO DI GPL NEL TERRITORIO DI MANFREDONIA, PROPONENTE ENERGAS’

TESTO INTEGRALE.
Mercoledì 9 marzo 2016, seduta n. 586
PELLEGRINO, PANNARALE, SANNICANDRO e DURANTI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere
– premesso che:
il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha espresso, in data 22 dicembre 2015, con il decreto ministeriale n. 295, la compatibilità ambientale (VIA) relativamente a un progetto di deposito costiero di Gpl ed opere connesse nell’agro di Manfredonia, presentato dalla Società Energas Spa, con sede legale in via Morelli, 75 – Napoli, condizionato al rispetto di diverse prescrizioni che sono a giudizio degli interroganti, con ogni evidenza irrealizzabili;

il progetto di massima redatto dalla società Energas Spa di Napoli prevede, su un’area di 18 ettari, la installazione di 12 megaserbatoi di metri 8 di diametro per metri 102 di lunghezza, parzialmente, interrati, per una capacità complessiva di 60.000 metri cubi (60 milioni di litri), e la realizzazione di innumerevoli opere funzionalmente connesse ed un gasdotto lungo 10 chilometri, di cui 5 chilometri sottomarino che collegherà il previsto deposito di stoccaggio gasiero all’esistente pontile, previo suo adeguamento del punto di attracco delle navi gasiere vedi allegato n. 1);

il progetto di massima presentato per ottenere le diverse autorizzazioni, riveduto in alcune sue piccole parti, utilizza la stessa documentazione e opera le stesse scelte progettuali previste nella richiesta di valutazione di impatto ambientale presentato nel 1999 dall’allora società (IsosarSrl, oggi Energas Spa, su cui il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro per i beni e le attività colturali, in data 27 dicembre 2000, si era già espresso con parere negativo;

la stessa area dell’impianto confina con aree destinate ad allevamenti di animali e con terreni agricoli (200 ettari) biologicamente coltivati (dotati di certificati Icea fin dal 1990); le strutture portanti del porto industriale Alti Fondali presentano vistose lesioni più o meno importanti lungo i piloni dell’attracco A5 Alti Fondali e la stessa lettura del piano di sviluppo e delle linee guida del piano regolatore portuale di Manfredonia, redatto dall’Autorità portuale, fa emergere una «inadeguatezza delle infrastrutture portuali esistenti alla normativa sismica vigente»; la su indicata situazione statica del lungo pontile sicuramente non si gioverà dell’attracco di un «minimo di 53 navi gasiere all’anno da 15.000/20.000 tonnellate di stazza»; il traffico marittimo, sommato a quello commerciale, a quello delle marinerie locali e limitrofo, a quello diportistico, aumenterà notevolmente per la presenza di tante imbarcazioni in uno spazio ristretto, quale è il golfo di manfredonia, dove oltre al porto peschereccio c’è un grande porto turistico, e costituirà, a quanto causava gli interroganti, inoltre, un ulteriore elemento di pericolo a causa di probabili collisioni ed interferenze per le attività di pesca;

le aree interessate dalla navigazione, con la presenza di almeno 5 navi gasiere mensili, causeranno secondo gli interroganti, oltre alle interferenze alla navigazione, probabili danni alle attività di pesca (il comparto della pesca con il suo indotto impiega più di 1000 persone); con la risospensione di sedimenti, a causa dei lavori di cantierizzazione durante la posa in
opera dei gasdotti sul fondale, si avrà, per gli interroganti, intorbidimento dell’acqua, movimentazione di sedimenti (anche inquinanti, vedi fanghi ex Enichem) che rischieranno di incidere, con effetti letali, sull’ecosistema (nel quale è presente in modo massiccio la Cymodocea nodosa, tutelata dalla Convenzione di Berna e ratificata dallo Stato italiano, che con la sua estensione ad intrigo fa da Nursery a tutta la mini fauna del golfo e di gran parte dell’Adriatico;

la stessa acqua di mare, trattata con antifouling (probabilmente ipoclorito di sodio) e utilizzata per riscaldare il Gpl, onde riportarlo dallo stato liquido di trasporto a quello gassoso (sistema
a circuito aperto), una volta utilizzata e reimmessa in mare a bassa temperatura, può condurre ad una moria della fauna marina che, per gli interroganti, non solo inciderà sull’attività di pesca in maniera considerevole, con drastica riduzione dei posti di lavoro, ben oltre i previsti 27 posti di lavoro a regime promessi da Energas, ma danneggerà considerevolmente gli allevamenti di prodotti ittici, alcuni molto vicini alla zona di attività di rigasificazione (200 metri circa), nonché sulla balneazione, con grave danno sulla complessiva economia di Manfredonia; il golfo di Manfredonia è ritenuto una delle zone più importanti di riproduzione e ripopolamento di varie specie ittiche del basso Adriatico e forse dell’intero Mediterraneo ed è opportuno rilevare che il tubo gasiero, dopo aver attraversato la terraferma si inabisserà nel mare proprio, in una zona di accumulo biomasse, che fanno da habitat riproduttivo di tutte le specie ittiche della zona; le zone adiacenti il sito, su cui sorgerà l’impianto, sono classificate come aree ad alto rischio idrogeologico, in particolare lungo l’attraversamento del gasdotto nei pressi degli ipogei Capparelli, lungo il percorso dell’antica Siponto;

lo stesso gasdotto attraversa totalmente la omonima area archeologica di grande rilevanza; che testimonia l’importanza raggiunta dall’antica Siponto in epoca romana (colonia dal 194 a.C.), quando assunse il ruolo di uno dei principali porti della Regio II; negli elaborati presentati da Energas spa non si fa menzione delle conseguenze sull’ambiente e delle possibili emissioni di sostanze inquinanti potenzialmente immesse durante le fasi di lavorazione del Gpl (travasi, imbottigliamento, collaudo bombole e altro in quanto ritenute irrilevanti; il territorio di cui trattasi è fortemente sismico, con fenomeni attivi sia in mare che in terraferma (pericolosità sismica di II categoria, comunque, molte delle faglie attualmente inattive sono zone di debolezza e, quindi, possono essere riattivate a causa degli sforzi tettonici che interessano il Gargano dati rilevati da documenti redatti dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Foggia);

terreni su cui la società Energas spa intende realizzare l’impianto ed il raccordo ferroviario ricadono in Zona SIC-ZPS (Valloni e steppe pedegarganiche) e in parte sono classificati dal piano di gestione come «pascoli naturali» e «percorsi sub steppici di graminacee e piante annue» (l’articolo 12 del regolamento del medesimo piano prevede il divieto di trasformare, danneggiare e alterare gli habitat d’interesse comunitario e di cambiare la destinazione d’uso colturale delle superfici destinate a pascolo permanente ai sensi dell’articolo 12, punto 2, del Regolamento n. 796/04/CE, mentre il successivo articolo 18 fa espresso divieto di costruire nuove strade o ampliare le strade esistenti); il piano paesaggistico territoriale della regione Puglia, approvato definitivamente con la delibera n. 176 del 16 febbraio 2015, tipizza dette aree fra le «Componenti botanico-vegetazionali» negli «Ulteriori Contesti Paesaggistici»: prati e pascoli naturali e l’area di che trattasi presenta un alto valore faunistico in quanto risulta priva di contaminazione antropica, pertanto per gli interventi un intervento di trasformazione del suolo comporterebbe la distruzione dell’habitat esistente; non si può non considerare, con la dovuta serietà, quella che appare agli interroganti l’incompatibilità tale impianto con la presenza a pochi chilometri della seconda base militare Nato d’Europa (Amendola), possibile obiettivo di attentati terroristici, senza contare che la stessa base, luogo di esercitazioni militari, può dar vita ad incidenti aerei rilevanti, con possibili ricadute sull’impianto, dalla capacità esplodente probabilmente superiore alla bomba lanciata su Hiroshima;

l’insediamento del deposito di, Gpl sta destando un elevato allarme sociale, come dimostrato dalle 7.000 firme finora raccolte, da parte di cittadini contrari a detto impianto nello stesso territorio; tale territorio ha già subìto l’industrializzazione forzata e la violazione delle vocazioni territoriali da parte dello stabilimento ex Enichem, ora dismesso per la sua grave incidenza ambientale, dopo aver prodotto gravi danni per la salute pubblica e all’ambiente, con una fuga spaventosa di circa 40 tonnellate di arsenico, le cui conseguenze i cittadini hanno pagato e stanno ancora pagando, sia in termini di vite umane (più di 120 morti), sia economicamente, per la bonifica delle aree ancora incompleta, tanto che con riguardo a tale territorio, considerato Sin (sito di interesse nazionale), come è stato evidenziato da una ricerca del Cnr di Pisa, svolta per conto del Ministero della salute, il dato statistico di malformazioni congenite (MC) ha una incidenza più alta dei 37 per cento, rispetto al resto della regione Puglia; e si tratta di Mc cardiopatiche, del sistema digerente e urinarie, conconseguenze non solo generazionali, ma anche transgenerazionali, ovverosia con incidenza prolungata nel tempo;

Manfredonia, dopo l’industrializzazione funesta ex Enichem, ha avuto una reindustrializzazione che ha determinato solo licenziamenti e capannoni industriali non più in uso e che ha già permesso troppo in termini di devastazione del proprio territorio; non è possibile sopportare oltre lo scempio contro le vocazioni pescherecce, turistiche, artigianali, agricole e di benessere; è stato completamente disattesa da Energas spa la disciplina prevista dalla direttiva 2012/18/ UE (cd. «Seveso III») sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose; il consiglio comunale di Manfredonia, nella seduta del Consiglio comunale del 17 settembre 2015, ha dichiarato unanime «la propria assoluta contrarietà alla realizzazione dell’impianto di stoccaggio di 60 milioni di litri di Gpl proposto da Energas spa»;

tutte le forze politiche e le organizzazioni della società civile della stessa città «confermano la propria contrarietà alla realizzazione del megadepositoEnergas sul proprio territorio» ed «esprimono riprovazione per la perseveranza dell’Energas nel non tener conto delle scelte e della volontà della popolazione di Manfredonia espressa anche nelle sedi istituzionali»; nella conferenza dei servizi del 21 ottobre 2015, tenutasi presso la regione Puglia, il «deposito viene ritenuto dalla Regione Puglia e dal Comune di Manfredonia non conforme alla legge per le ragioni tecniche che verranno evidenziate e, comunque, assolutamente inopportuno dal punto di vista della sicurezza della comunità di Manfredonia) nonché ai fini del corretto sviluppo dell’area industriale di Manfredonia che verrebbe interrotta, se non addirittura azzerata, dalla presenza di un impianto che potrebbe rivelarsi di particolare pericolosità, come quello in oggetto. Regione e
Comune dunque si attiveranno, nelle sedi competenti, a partire dal MISE, per la revoca dell’iter autorizzativo dell’insediamento dell’impianto Energas in considerazione del rischio industriale per la città e dell’impatto ambientale per tutto il territorio circostante» –:

se, i Ministri interrogati non intendano revocare il decreto ministeriale n. 295, del 22 dicembre 2015, in cui esprime compatibilità ambientale condizionata, relativamente al progetto della Società Energas spa. (4-12438)”.

 

Fonte: Redazione Stato Quotidiano.it

Alcune delle zone concesse coincidono però con depositi sottomarini di ordigni inesplosi

petrolio-montenegro

La proposta inclusiva dei Comitati No Triv che ha portato al percorso referendario permette di affrontare la questione energetica sul piano ambientale e politico

Ministro dell’Economia del Montenegro e alla Regione Puglia le Osservazioni riguardanti le Consultazioni Transfrontaliere per il “Programma di Ricerca e Produzione idrocarburi off-shore del Montenegro”. Le Consultazioni Transfrontaliere, annunciate sul sito del Minambiente in data 4 febbraio 2016, riguardano 13 blocchi in Mare Adriatico, messi a bando dal governo montenegrino nel 2013. Le Osservazioni sono state presentate per chiedere a entrambi i ministeri – italiano e montenegrino – di bloccare l’iter amministrativo, e mettono in evidenza la concreta pericolosità delle prospezioni geosismiche e delle successive trivellazioni, condotte nelle stesse aree, con la tecnica dell’Air gun. Le onde sonore impiegate dall’Air gun, come dimostrato ormai da molti studi scientifici, sono altamente dannose per la fauna – danneggiano gli organi interni, interferiscono con il senso di orientamento e con la vita sociale degli animali – e hanno impatti negativi anche sulla flora marina.

Alcune delle zone concesse coincidono però con depositi sottomarini di ordigni inesplosi, anche a caricamento chimico, risalenti alla seconda guerra mondiale e al recente conflitto nella ex – Jugoslavia, così come dimostrato dalla “Map of unexplodedordnance dumping sites in the southernadriaticsea” – progetto R.E.D.C.O.D. cofinanziato dalla Commissione Europea – e dalla Carta Nautica n. 136 dell’Ufficio Idrografico del Regno Unito. Tale sovrapposizione preoccupa i comitati, poiché nello Studio di Impatto Ambientale e nella Sintesi Non Tecnica (SNT) riportati sul sito del Ministero montenegrino, gli strumenti utilizzati per la fase d’indagine e la realizzazione di pozzi esplorativi non sono stati messi in correlazione con la presenza degli ordigni bellici; tra gli eventi accidentali non è stata considerata la possibilità di intercettarne uno, non ne vengono valutati i rischi, quali potrebbero esserne le conseguenze e le azioni da intraprendere immediatamente e a lungo termine per la bonifica e la messa in pristino dell’area, nonché gli impatti che deriverebbero sull’intero ecosistema del Mare Adriatico. La SNT cita l’art. 1 della Costituzione montenegrina del 1994 dichiarando che «Il Montenegro è uno Stato democratico, sociale ed ecologico», e viene evocato il modello norvegese che reinveste le royalties provenienti dall’estrazione di petrolio nel proprio welfare.

Sembra però paradossale che le scelte di sviluppo del Montenegro non tengano conto del proprio sistema economico basato fondamentalmente su pesca e turismo e degli influssi negativi che subirebbero se si proseguisse nella ricerca di idrocarburi lungo le proprie coste. Così come ribadito nelle Osservazioni inviate nell’aprile del 2015 per le Consultazioni Transfrontaliere con la Croazia, la questione dello sviluppo e della strategia energetica attualmente basata sulle fonti fossili non può limitarsi ad una visione local, ma è necessario aprire un dibattito glocal ai Paesi confinanti e a tutti quelli del Bacino del Mediterraneo, partendo anche dalla recente crisi del mercato petrolifero.

La proposta inclusiva dei Comitati No Triv che ha portato al percorso referendario permette di affrontare la questione energetica sul piano ambientale e politico. Un ruolo determinante devono avere le realtà territoriali capaci di opporsi alla strategia di sviluppo imposta, perché possano farsi portatrici sane della transizione verso le energie rinnovabili e fuori dai canoni sviluppisti della green economy.

(Coordinamento NoTriv Terra di Bari
Comitato Bonifica Molfetta
Coordinamento No Triv Basilicata
Movimento Mediterraneo No Triv)

 

Fonte: Statoquotidiano

Emiliano no trivIl presidente della Regione Puglia Michele Emiliano dichiara: “Prendiamo atto con soddisfazione che, dove non era arrivato il buon senso di alcuni, è invece arrivata la saggezza della società Petroceltic che ha deciso di rinunciare al permesso di ricerca a largo delle Isole Tremiti. Scopriamo oggi dal comunicato della Petroceltic che anche per loro l’operazione non era economicamente conveniente, come avevamo sostenuto in tanti all’epoca in cui il permesso di ricerca era stato rilasciato. Adesso andiamo avanti, più forti di prima, verso il referendum”.

press Regione

 

Fonte: Manfredonianews

Trivelle: Petroceltic rinuncia a Tremiti

Pubblicato il: 10 feb 2016 - Da Webmaster

Trivelle Isole tremitiLa società Petroceltic ha presentato al Mise istanza di rinuncia in merito al permesso di ricerca nel Mare Adriatico meridionale, a largo delle isole Tremiti. Lo annuncia la stessa società, che sottolinea come “essendo trascorsi 9 anni dalla presentazione dell’istanza, periodo durante il quale si è registrato un significativo cambiamento delle condizioni del mercato mondiale, Petroceltic Italia ha visto venir meno l’interesse minerario al predetto permesso”.

Il Mise accoglie “con rispetto” la rinuncia della Petroceltic al permesso di ricerca al largo delle Tremiti. Si tratta, spiega, “di un passo indietro che risponde ad esigenze industriali strategiche della società di cui il ministero prende atto”.

“Spero adesso che, grazie anche a questa scelta – dice il ministro Federica Guidi – venga messa una volta per tutte la parola fine a strumentalizzazioni sul tema delle attività di ricerca in mare che erano infondate già prima e che lo sono, a maggior ragione, dopo la decisione della Petroceltic”. (ANSA)

 

Fonte: Manfredonianews

Tutti contro le trivellazioni nell’Adriatico. Stamattina nel Comune di Manfredonia i sindaci di Capitanata, nonostante alcune assenze, si sono schierati in difesa delle amate Isole Tremiti. “In memoria di Lucio Dalla” – ha detto il primo cittadino sipontino, Angelo Riccardi, già alle prese con altre battaglie ambientali (vedi Energas). “È stato fatto un affronto gravissimo – ha sottolineato il sindaco di Manfredonia – da parte di chi, forse, non conosce bene questo territorio e le sue bellezze”.

Tanti gli ambientalisti presenti nell’aula consiliare, trascinati dall’impegno del comitato “No triv”, guidato da Raffaele Vigilante. Ma a Manfredonia non sono mancati nemmeno i consiglieri regionali della provincia di Foggia e gli onorevoli Angelo Cera, Michele Bordo e Colomba Mongiello. Insomma, un’affluenza record per Palazzo San Domenico.

Michele Emiliano no triv  Isole tremiti

Emiliano: “Non ci faremo airgunnare”

Il governatore della Regione Puglia non è mancato all’appuntamento. Tacciato di essere rivale agguerrito del compagno piddino Matteo Renzi, ha tenuto a precisare: “La Regione Puglia è al fianco del governo e voglio che questo sia riferito a tutti. Sosteniamo le battaglie europee di Renzi ma allo stesso tempo vogliamo chiarezza sulle politiche energetiche che Roma intende portare avanti in Puglia, la regione più bella del mondo secondo “National Geographic”. La Puglia – ha aggiunto – non è una regione sorda davanti alle richieste del governo ma sul caso Tremiti intravedo qualcosa di più di una sempliceminaccia. Trivellare in Adriatico, mare già saturo di concessioni, non ha alcun senso dal punto di vista capitalistico. C’è per caso in cantiere un accordo con le banche? Del denaro prestato da grossi istituti di credito per trivellare? Noi non ci faremo “airgunnare” – ha detto Emiliano riferendosi agli “air gun”, tecnica di geo ispezione, preludio delle trivellazioni -. Vogliamo capire perché il governo voglia dare impulso a questa attività e propongo a voi qui presenti di sfidare Regione e governo a trovare un’intesa complessiva sulla politica energetica”.

Ma finora l’interlocuzione con Roma non decolla. Lo stesso Emiliano ha ricordato tutte le richieste senza risposta inviate al governo. Oggi non è più tanto improbabile che sulla questione si possa arrivare a un referendum. “La forza del no triv è la sua trasversalità. Per vicende come questa la politica non c’entra. C’è ben altro in ballo. Continuare così significa mandare sott’acqua la Puglia tra qualche anno”. Il governatore è del tutto contrario alla concessione del Mise alla Petroceltic di ispezionare i fondali al largo delle isole Tremiti: “In confusione mentale chi pensa all’arcipelago come potenziale sito di estrazione di idrocarburi”. Emiliano proprio non ha digerito la “sorpresa di Natale”, quando il 22 dicembre il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha firmato una serie di decreti favorevoli agli interessi delle società petrolifere. Giusto un giorno prima del sì a quella legge di Stabilità che fissava paletti più stringenti alle trivelle accogliendo in parte le rimostranze di regioni e comitati No triv.

 

Fonte: redazione l’immediato

 

“Visto che l’energas/q8 persiste nell’intenzione d’istallare il suo megadeposito, non tenendo in alcun conto le preoccupazioni espresse dai cittadini”

Energas Magno Menale

“Dà assicurazione che il popolo sipontino, raccolto intorno ai suoi vessilli, è già pronto a lottare e si batterà fino allo stremo delle forze”

Manfredonia. “IL Consiglio comunale di Manfredonia esprime il proprio sdegno verso le ripugnanti furbizie di chi si ostina a non capire; dà assicurazione che il popolo sipontino, raccolto intorno ai suoi vessilli, è già pronto a lottare e si batterà fino allo stremo delle forze, per contrastare chi opera contro gli interessi storici, economici, ambientali, di salute e di vita della città; SOPRATTUTTO, è certo che Manfredonia terrà sempre alta la difesa della propria dignità“. E’ quanto riportato dal consigliere comunale del movimento ‘Manfredonia Nuova’, Prof. Italo Magno, nella mozione che dovrebbe essere discussa nella seduta del Consiglio comunale di Manfredonia, in programma domani 22 dicembre 2015.

IL TESTO. ”IL CONSIGLIO COMUNALE DI MANFREDONIA: Vista la sua mozione, approvata nella seduta del 17 settembre 2015, con la quale dichiarava “la propria assoluta contrarietà alla realizzazione dell’impianto di stoccaggio di 60 milioni di litri di GPL, richiesto da ENERGAS s.p.a.”; Visto che L’ENERGAS/Q8 persiste nell’intenzione d’istallare il suo megadeposito, non tenendo in alcun conto le preoccupazioni espresse dai cittadini e dalle diverse forze politiche e sociali, che vogliono vedere tutelata la sicurezza e la vocazione produttiva del nostro territorio; Visto che, in maniera sempre più grossolana ed invadente, la dirigenza Energas/Q8 non rinuncia a fare leva sulle difficoltà sociali ed il tifo sportivo, nel tentativo di asservirci ai propri interessi commerciali; Visto che una squadra di calcio e le relative sponsorizzazioni debbono servire ad unire la popolazione intorno ai colori societari e non a dividerla e gettare il suo cuore nel fango; ESPRIME IL PROPRIO SDEGNO VERSO le ripugnanti furbizie di chi si ostina a non capire; DÀ ASSICURAZIONE che il popolo sipontino, raccolto intorno ai suoi vessilli, è già pronto a lottare e si batterà fino allo stremo delle forze, per contrastare chi opera contro gli interessi storici, economici, ambientali, di salute e di vita della città; SOPRATTUTTO, è certo che Manfredonia terrà sempre alta la difesa della propria dignità”.

Fonte: Redazione Stato Quotidiano.it

“L’energas ha promosso ricorso al tar con il quale ha chiesto l’ottemperanza delle sentenze del tar ottenute nei lontani anni 2001, 2002, 2004 e 2009″

Diamante Menale

“Concludo augurando Buon Natale a Babbo Menale, che porta panettoni ai tifosi buoni e ricorsi al TAR al Sindaco ed ai consiglieri cattivi”

Manfredonia. ”La soc. ENERGAS S.p.A. ancora una volta tende ad impedire al Consiglio Comunale ed all’intera Amministrazione Comunale il libero esercizio del proprio iritto-dovere di emanare atti per la tutela della nostra Città. L’ENERGAS ha promosso ricorso al TAR con il quale ha chiesto l’ottemperanza delle sentenze del Tar ottenute nei lontani anni 2001, 2002, 2004 e 2009 ed il conseguenziale, a suo dire, annullamento delle delibere consiliari del 15/04/15 e del 17/09/2015(vedi in basso atti integrali,ndr). Essa ritiene che gli organi preposti dalla legge non possano esprimere pareri o interpretazioni normative a meno che, queste, non sia conformi alle sue esigenze!!! La società confonde il Consiglio Comunale di Manfredonia e la sua Amministrazione con il suo consiglio di Amministrazione”, dice a Stato Quotidiano.it il consigliere del Movimento EST,Alfredo De Luca. ”In modo evidentemente contraddittorio specifica la necessità di avere nuovi pareri ed autorizzazioni per concludere un procedimento amministrativo nuovamente iniziato nel 2013 per la sopravvenienza di nuove norme e di cambiamenti dello stato dei luoghi e delle condizioni socioeconomiche del territorio, ma pretende che queste siano già vincolate all’origine in senso favorevole al suo progetto di insediamento del megadeposito di GPL.

Il ricorso – sostiene il consigliere De Luca – è pieno di affermazioni false ed offensive nonché di letture errate degli atti amministrativi. Per questi motivi ritengo che l’Amministrazione si debba costituire in giudizio, e sono sicuro che lo farà, per chiedere l’inammissibilità del ricorso, così come formulato e che il TAR, nel rigetto dello stesso, voglia ribadire la libertà di valutazione ed espressione del Consiglio Comunale e della intera Amministrazione al fine di tutelare, ai sensi dello statuto comunale, il diritto fondamentale della comunità alla salute ed alla salvaguardia e tutela del patrimonio, del territorio e dell’ambiente. Concludo augurando Buon Natale a Babbo Menale, che porta panettoni ai tifosi buoni e ricorsi al TAR al Sindaco ed ai consiglieri cattivi”.

Lo dice a Stato Quotidiano.it il consigliere del Movimento EST, Alfredo De Luca.

 

Fonte: Redazione Stato Quotidiano.it