Pesci. Sono quelli che i cittadini di Manfredonia non hanno trovato sopra i banconi, dopo il fermo biologico. Siamo dunque arrivati alla resa dei conti; lo dico a quelli che pensavano che la fine della festa non sarebbe mai venuta. Signor Sindaco, non c’è più pesce nel nostro mare! Lo abbiamo impoverito, lo abbiamo dissanguato, con una pesca dissennata, più cieca delle reti che vengono usate per catturare i cicinill. Mi dicono, dal tavolo dei grossi interessi che girano intorno a questa pesca, che il “bianchetto” è costituito prevalentemente da avannotti di sarda, così abbondante nel nostro mare. Questo è vero, ma è anche vero che tali avannotti, oltre ad essere apprezzati dagli uomini, sono molto appetiti dagli animali marini, che di essi si nutrono per crescere e riprodursi; dunque, pescare il “bianchetto” significa ridurre drasticamente la popolazione di tutti i pesci e dei molluschi. E non è solo questo il danno arrecato al nostro mare. Raschiando con reti cieche sotto costa, abbiamo devastato l’intero habitat marino che dava riparo a tutte le specie ittiche baby, riducendo così, drasticamente, i piccoli abitanti del mare, che sono come i nostri bambini e, si sa, non c’è futuro senza i bambini. Con questa pesca abbiamo, inoltre, strappato via le alghe filamentose su cui le placide seppie, all’inizio della primavera, usano deporre le uova. Insomma, violando le leggi naturali e del buon senso, abbiamo ucciso il mare e, visto che le piante ed i pesci marini non hanno voce e non ce l’hanno tanti uomini che dovrebbero parlare e non parlano, parlo io nella speranza che inizino a parlare anche gli altri.
Tu mi dirai: cosa c’entro io, adesso, con la distruzione dei pesci? Altri sono stati che hanno fatto clientelismo e speculato sulla devastazione del mare. Parlamentari nostrani e uomini politici d’accatto, non io, hanno brigato per gli interessi degli ingordi, danneggiando l’intera città; quindi fammi la cortesia di rivolgerti a loro, questa volta, non certamente a me. Ed io lo faccio, lo sto già facendo; ma tu dammi una mano, con il coraggio che non ti manca, adoperati per ridare vita al nostro mare e dignità ad una città che sta rischiando seriamente di perderla.
Cordiali saluti.
Fonte: Manfredonianews – Prof. Italo Magno