MANFREDONIA – Il Centro cultura del mare lancia il progetto “Pulizia fondali marini” finalizzato al recupero dell’ambiente marino del golfo di Manfredonia impiegando gli stessi pescatori. “Abbiamo preso al balzo – rivela il presidente del Centro, Renato Sammarco la proposta dell’Unione europea di incentivare gli stessi pescatori per raccogliere i rifiuti in mare. Una idea tanto semplice nella sua concezione quanto efficace nella realizzazione”
Il progetto punta alla rimozione dei rifiuti accumulatisi sui fondali marini del golfo e del loro conferimento in appositi centri di raccolta per il corretto smaltimento. Una iniziativa che implica una attenzione più responsabile alle problematiche ambientali che coinvolgono naturalmente i vari ambiti legati al mare primi fra tutti le aree portuali. In questa ottica si inserisce l’iniziativa dell’Autorità portuale di Bari in collaborazione con il politecnico di Bari, di un progetto mirato alla definizione di regole comuni per la gestione ambientale della raccolta dei rifiuti in particolare differenziata, nelle aree portuali del mare Adriatico, del mar Ionio e del mar Nero, per lo sviluppo sei traffici marittimi in queste zone.
“Occorre iniziare dal fondo del mare”, afferma il vice presidente del Centro, Giovanni Simone. “Nel golfo di Manfredonia – spiega – si verifica una specificità dovuta al particolare andamento delle correnti marine. I pescatori hanno potuto costatare che mentre nei tratti vicini alla costa o alle spiagge i fondali sono puliti, al largo presentano un alto grado di depositi di rifiuti. Alla distanza di circa quattro miglia dal litorale si depositano rifiuti di ogni genere, dagli oggetti di plastica a quelli ferrosi, ai tronchi di alberi, a carcasse di accumulatori e così via. Ma in modo particolare si ammassano in quantità smisurata, i retini di plastica utilizzati negli allevamenti delle cozze. Una situazione che danneggia gli equilibri marini con gravi ripercussioni sulla fauna ittica con tute le conseguenze ben note”.
La pulizia dei fondali marini non è operazione inedita. Nel 2011 una iniziativa fu avviata una sperimentazione pilota nel Mediterraneo sovvenzionato dalla UE, con il coinvolgimento dei pescatori ai quali è stato corrisposto un incentivo. Nel mare del nord un progetto analogo portò al recupero di 20mila tonnellate di rifiuti. Anche nel golfo di Gaeta è stato attuato l’intervento con ottimi risultati presentati nella trasmissione televisiva Linea blu.
“E’ un nuovo e più diretto modo di fare educazione ambientale”, annota Simone che evidenzia come con “l’attuazione di un tale progetto si riqualifica la figura del pescatore riconoscendogli un ruolo di protagonista nella tutela del mare e quindi di rispettoso custode ed intelligente preservatore dell’ecosistema in cui opera e dunque del proprio luogo di lavoro proiettato nel futuro”.
Michele Apollonio