Gentile Redazione di Manfredonianews.it,
non è nostra abitudine rispondere agli articoli di stampa, né contestare ai giornalisti quanto ritengono opportuno scrivere e non intendiamo cominciare a farlo oggi. Un giornalista è sempre libero di fare tutte le considerazioni che crede e proporre le visioni che ritiene opportune, mai voi ci avete posto domande pubblicamente e riteniamo giusto rispondere altrettanto pubblicamente senza nessuna esitazione.
Non ci sarebbe bisogno di rispondere alle domande che ci avete posto se aveste letto i nostri comunicati e aveste frequentato le tante assemblee pubbliche e le numerose iniziative pubbliche che abbiamo promosso, ma non ci tiriamo indietro di fronte alla necessità di ribadire ancora una volta le nostre idee. In questi mesi tante e tanti si sono uniti nel percorso che ha dato vita al movimento NO Energas: è nato un movimento a forte trazione giovanile che contesta non solo la costruzione del mega-deposito GPL, ma le politiche di sviluppo che fino ad ora sono state propinate al nostro territorio. Si tratta di un movimento spontaneo ed autorganizzato che si muove dal basso contro chi, dall’alto, ci ha imposto un modello di sviluppo che non dà futuro alla nostra terra e alle nostre vite, che devasta il territorio e ci lascia nella povertà e nella disoccupazione.
Abbiamo imparato dalla tragedia dell’Enichem e dal fallimento del contratto d’area che pensare di distruggere il territorio ed impegnare denaro pubblico per produrre posti di lavoro attraverso aziende inquinanti che non hanno nulla a che spartire con le potenzialità del territorio significa distruggere i punti di forza su cui dovrebbe fondarsi la nostra economia, regalare profitti a grandi gruppi industriali non legati al territorio e ritrovarsi più poveri e più disarmati di prima di fronte ai fallimenti ampiamente prevedibili, magari con la necessità di bonifiche eterne ed inefficaci di ampie porzioni di territorio, ovviamente a spese della collettività. Forti di questa consapevolezza e di questa memoria storica abbiamo partecipato e partecipiamo allo studio epidemiologico sulle conseguenze dell’Ex-Enichem sul nostro territorio e abbiamo studiato i danni che il progetto Energas porterebbe al nostro territorio e alla nostra economia senza offrire nemmeno quella “mancetta occupazionale” che gli altri progetti industriali avevano almeno millantato di offrire: un territorio di forte interesse archeologico e naturalistico devastato irrimediabilmente, strutture turistiche svalutate e colpite dalla vicinanza di strutture paesaggisticamente e ambientalmente impattanti, la pesca messa in ginocchio dalla costruzione del gasdotto e dal transito e dallo scarico di grandi navi gasiere nei fondali bassi del golfo.
Queste sono le ragioni del nostro No convinto e deciso, ma abbiamo anche pronunciato un SI altrettanto chiaro e forte: Si ad un modello di sviluppo diverso e costruito sulle potenzialità della nostra terra, sì alla promozione della pesca e del turismo, sì alla promozione di un agroalimentare di qualità e di valore etico legato alla storia del territorio, sì ad un’impresa diffusa ecocompatibile ed ecosostenibile che interessi la filiera dei settori più attivi del territorio, sì ad uno sviluppo duraturo fondato sulle potenzialità della nostra terra e su una sorveglianza condivisa e partecipata delle scelte di sviluppo.
Sono risposte populiste? No, sono risposte complessive e complesse. Sono risposte vaghe e di difficile realizzazione? Tutt’altro: sono risposte di buon senso e con solide argomentazioni a loro favore, risposte da costruire con una mobilitazione permanente e di portata storica.
Siamo contrari ad Energas non perché abbiamo aderito ad una rigida ideologia Nimby, siamo contrari ad Energas non perché abbiamo aderito alla semplice religione del No. Siamo contrari ad Energas perché abbiamo capito che non siamo noi ad essere contro questo modello di sviluppo, ma è questo modello di sviluppo ad essere pensato contro di noi e per il profitto di pochi. Vogliamo vivere in questa terra, vogliamo lavorare in questa terra facendo affidamento sulle sue potenzialità e sulle nostre capacità: questa è la nostra elementare proposta politica e la nostra ideologia, voler vivere ed amare la nostra terra.
I ragazzi e le ragazze del Collettivo InApnea
Fonte: Manfredonianews