Bari – DI seguito la “Lettera aperta” che il presidente Introna consegnerà al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi domani, 13 settembre, in occasione della cerimonia inaugurale della 78a Fiera del Levante.
Bari, 13 settembre 2014. Benvenuto in Puglia, Signor Presidente, terra di accoglienza e di dialogo, di paesaggi straordinari e di mari puliti, di gente aperta e comunicativa, che crede in una crescita fondata sulla sostenibilità, capace di valorizzare un equilibrio ambientale unico, in uno sviluppo organico e integrato delle molteplici attività produttive nel territorio. La nostra è una Comunità regionale che ha scelto di fare della partecipazione e della trasparenza il proprio metodo di governo.
Parliamo di futuro, Presidente Renzi, di rilancio del Paese, anche di autonomia energetica, ma cerchiamo di trovare un accordo per scelte condivise dai territori. Oggi la Puglia, come Lei sa, contribuisce già in misura considerevole a soddisfare il fabbisogno energetico nazionale. Chi Le chiede di aprire un confronto è un Consiglio regionale unito nella difesa dei mari, sono i Comuni, le forze sociali e produttive, le associazioni, i comitati, gli studenti, i cittadini di questa regione, che si sono già pronunciati in grandi e pacifiche manifestazioni, a Termoli, a Monopoli, a Manfredonia, a Policoro. In Basilicata, Calabria e Sicilia, anche lì Istituzioni e cittadini sono scesi in piazza. L’Emilia Romagna sta verificando gli eventuali rapporti causa-effetti tra le estrazioni al largo della marina di Ravenna e il terremoto del 2012.
La Puglia Le chiede di riflettere sul rapporto costi-benefici dell’estrazione di idrocarburi dai fondali marini. E non è sola. La Conferenza nazionale dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome ha approvato nel 2011 all’Aquila – e ribadito nel 2012, a Roma – un Ordine del Giorno unitario di invito al Governo nazionale di sospendere ogni procedimento autorizzativo per indagini petrolifere in mare e adottare la moratoria di ogni altra iniziativa di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nell’Adriatico e in tutti i mari europei.
Il Consiglio regionale pugliese nel 2011, il Veneto, l’Abruzzo e il Molise nel 2012, le Marche nel 2013, hanno approvato proposte di legge di iniziativa regionale alle Camere, per il divieto della prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi in mare. A Venezia, il 9 novembre 2012, il documento finale della Conferenza internazionale delle Regioni europee adriatiche e ioniche ha condiviso una serie di misure e programmi tesi alla “salvaguardia delle coste delle regioni del Mediterraneo dall’estrazione di idrocarburi in mare”.
L’Unione Europea ha tra i propri argomenti una “Moratoria dello sfruttamento di giacimenti sottomarini nel Mediterraneo Europeo”. La recente decisione (23/07/2014) del Consiglio Affari generali dell’Unione europea e la direttiva Spatial Planning Maritime (MPS) vogliono aiutare proprio gli Stati membri a sviluppare e coordinare le varie attività che si svolgono in mare, in modo che siano più efficienti e sostenibili. In questo senso, per pianificare gli usi non conflittuali del nostro mare Adriatico e Ionio, la Regione Puglia ha inteso aderire al Progetto Europeo Adriplan (Capofila l’Istituto di Scienze Marine del CNR), ritenendo le altre voci della “blu economy” (pesca, turismo costiero e diportista, trasporti etc.) e la ricchezza del patrimonio ambientale, gravemente minacciate dalle estrazioni petrolifere; rischi aggravati dalle particolari condizioni ecologiche e geomorfologiche dei nostri mari.
Sollecitiamo una strategia energetica sostenibile e condivisa coi territori. Una chiara visione programmatica, contenuta in un Piano Energetico Nazionale, tutt’oggi non ancora definito, deve precedere qualsiasi revisione dei procedimenti autorizzativi, attraverso la modifica del Titolo V della Costituzione, dal momento che lo Stato già assume in autonomia le decisioni energetiche ed ai territori è
riconosciuto un mero ruolo consultivo.
Siamo preoccupati dall’accelerazione delle procedure per permessi di trivellazioni off-shore. Le migliaia di posti di lavoro stimati finirebbero per generare un saldo negativo rispetto ai livelli occupazionali perduti in altri settori (pesca, marineria e soprattutto turismo), per i danni alla qualità delle acque e dei litorali rivenienti dalle attività di prospezione e di coltivazione. In totale oggi in Italia le aree richieste o già interessate dalle attività di ricerca di petrolio si estendono per 29mila kmq di aree marine, 5000 kmq in più rispetto allo scorso anno, come risulta da un recente dossier di Legambiente. Oggi le risorse che le compagnie petrolifere continuano a cercare senza sosta, quell’oro nero tanto agognato e nascosto sotto il mare italiano, ammonta a 9,8 milioni di tonnellate. Una quantità di petrolio che, stando ai dati sui consumi nazionali (59 milioni di tonnellate consumate in Italia nel 2013), sarebbe sufficiente a risolvere il nostro fabbisogno petrolifero per sole 8 settimane).
In assenza di una visione globale di politica energetica, Le rinnoviamo la richiesta, più volte ribadita dal Consiglio Regionale della Puglia in ripetuti Ordini del Giorno, a voler sospendere qualsiasi decisione sulle ricerche petrolifere nei mari italiani. Adottando la via del dialogo con le comunità istituzionali e civili, per scelte condivise, abbiamo rinnovato e “pulito” il sistema energetico regionale. La invitiamo a rivedere le norme contenute nell’art. 39 del Decreto Sblocca Italia e Le chiediamo – come per le trivelle – in tema di definizione dell’approdo TAP sulla costa salentina, sull’ampliamento di Tempa Rossa a Taranto che il Governo nazionale non decida sulla testa dei pugliesi, ma adotti scelte concertate coi territori per risolvere i problemi.
La Puglia Le chiede di non compromettere la linea di sviluppo ecosostenibile che ha ispirato tutte le sue politiche ambientali negli ultimi dieci anni. Questo documento scaturisce da un incontro al quale sono intervenuti Presidenti dei Gruppi consiliari e Consiglieri regionali, il sindaco di Monopoli, in rappresentanza dell’ANCI Puglia e di tutti i Comuni costieri, e i rappresentanti delle Amministrazioni comunali di Taranto, Ostuni, Fasano e Polignano a Mare, di Legambiente Puglia, Greenpeace, WWF, tecnici dell’Ismar CNR, esponenti dei Comitati: Bonifica Molfetta, Garganistan, No petrolio Sì energie rinnovabili di Monopoli, No Triv Terra di Bari, Rete No Triv Gargano, Stop Tempa Rossa Taranto, Tutela del mare del Gargano.
(fonte image: greenme.it)
Fonte: Statoquotidiano.it