MANFREDONIA – La bonifica del sito industriale ex Anic-Enichem procede alquanto lentamente e con sempre nuove proposte di interventi tecnici da parte della Syndial dello stesso gruppo Eni, tutti da verificare da parte del Ministero dell’ambiente e dell’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Nel report presentato al Comune di Manfredonia a seguito della specifica richiesta inoltrata nel dicembre 2012, da parte del sindaco Angelo Riccardi che aveva chiesto appunto di conoscere lo stato dell’arte delle opere di bonifica del sito industriale alle porte della città, Syndial fa sapere che “nelle discariche in isola 12, 14, 16 e 17, sono stati rimossi e smaltiti tutti i rifiuti presenti, sono state completate le operazioni di demolizione delle vasche in calcestruzzo, ubicate in isola 14 e isola 17, e sono in corso le attività di dismissione della discarica D2 in isola 14, oltre che le relative attività di smaltimento dei materiali di riuslta delle suddette attività. Mentre per l’isola 5 “sono state completate le attività di caratterizzazione” operazione che precede la bonifica.
Il report ritorna su isola 16 per aggiungere a quanto già detto innanzi, che è stata predipopstas la “variante al progetto di bonifica”. Variante che è da ritenere riguardi, considerato che non si fa nessuna espressa menzione, la “famigerata” discarica detta Marchesi la cui esistenza è stata portata solo di recente alla luce dallo stesso sindaco Riccardi su segnalazione del sindacalista Giuseppe Carbaonara. Discarica nascosta da una colata di cemento fatta passare per “pista di esercitazioni dei pompieri”.
Le varianti al progetto di bonifica “sono state trasmesse – informa la Syndial – a tutti gli enti competenti e per cui si attende approvazione in sede di Conferenza dei servizi decisoria al fine di poter conseguentemente avviare le successive fasi di bonifica previste dal D, Lgs. 152/2006”. Quando e per quanto tempo ancora, non viene indicato.
Syndial ammette che “per il momento non si assiste ad una completa remissione delle concentrazioni” ma afferma che “la prosecuzione degli interventi di bonifica in atto permettono l’efficace protezione dei recettori ambientali”, e fa sapere di aver proposto “ulteriori specifici interventi finalizzati all’ottimizzazione della bonifica e ad una ancor maggiore rimozione dei contaminanti”. Interventi che sono stati illustrati e discussi con la Segreteria tecnica del Ministero dell’Ambiente e con Ispra, nell’ambito di un tavolo tecnico tenutosi a Roma nel mese di maggio 2012”. Un anno fa.
I tempi per effettuare le opere di bonifica di un sito di interesse nazionale dismesso ormai un ventennio fa, pare non conoscano il calendario. Né tanto meno i preposti hanno riguardo all’inquinamento continuato che tali ritardi producono e agli effetti non definibili che provoca sull’ambiente e sulle popolazioni. Che si aspetta per intervenire seriamente?
Michele Apollonio