statue no energasManfrednia. ”Stamane a Manfredonia le statue parlavano: “Mettirece ‘u völe ‘nanze a l’ucchje”, il disperato appello di chi vive nella storia e nella memoria della Nostra Città e vede lo scempio ed il disastro che si avvicina.

La Città si è risvegliata accogliendo un messaggio del quale simbolicamente si sono fatti portavoce le statue presenti nelle nostre piazze, un invito a risvegliarci da un torpore in cui volutamente siamo stati catapultati. Da mesi ormai infatti i vertici dell’azienda Energas, consapevoli della loro impopolarità, della mancanza della ben che minima argomentazione in grado di conquistare il consenso della cittadinanza, incontrano imprenditori e politici nelle segrete stanze, tramando con essi contro l’interesse della Nostra Terra. In un mondo fatto di “salotti” l’azienda partenopea lavora silenziosamente (alla faccia della campagna di sensibilizzazione ed ascolto della città!) per raggiungere i suoi fini: si nasconde, come fa ogni buon alligatore prima di aggredire la preda malcapitata.

La strategia di Energas è quella di sfruttare le posizioni “feudali” detenute da alcuni “imprenditori” del nostro territorio per presentare alla Città un volto di benessere e buone intenzioni che non convince e che, anzi, male nasconde l’idea bassa e umiliante che della Città ha il colosso legato a Q8. Esempio lampante è l’accordo tra Sdanga ed Energas.

Il discutibile “affidatario” del Manfredonia calcio, come egli stesso si definì in tempi non sospetti, rifiutando l’accordo proposto dalla cordata “autoctona” capeggiata da Troiano, ha spalancato le porte a Menale e soci ed al loro progetto di invasione. Come si può accettare tale accordo economico rifiutando di assumersi le responsabilità che tale gesto comporta? Come si può nascondere il fatto che si vende al miglior offerente un pezzo importante ed amato della Città? Come si può nascondere la responsabilità di aver messo in mano ad un soggetto ostile alla Nostra Città un potente mezzo per cercare di ammansire l’opinione pubblica? Questa responsabilità potrà essere rifiutata da chi vuole nasconderla, ma noi fin da subito la riconosciamo e la rivendichiamo.

Allo stesso tempo l’iter burocratico avanza, Il CTR (Comitato Tecnico Regionale), dopo le iniziali obiezioni sul piano di sicurezza, ritenuto insufficiente, abdica e approva, mettendo l’ennesimo drammatico tassello su questo agghiacciante mosaico costruito senza legittimità, senza il consenso della popolazione. Dove sono le roboanti rassicurazioni di Emiliano? Dove sono finiti tutti quelli così sicuri dell’esito dei giochi da rimproverare i cittadini che “osavano” rivendicare il diritto a tenere alta l’attenzione e a monitorare il lavoro delle istituzioni?
Manfredonia ton u vole ‘ nnanz a l’ucchje… La rabbia che scaturisce da una condizione ingiusta, inaccettabile. Una condizione che priva della dignità e dell’autodeterminazione una intera comunità. Saremo ancora in piazza a rivendicare un ruolo che nessuno può assumere al posto nostro. La protesta.

La misura é colma: Manfredonia aepré l’ucchje. #NoEnergas”.

(Collettivo InApnea)

Fonte: Statoquotidiano