Il progetto per il terminal portuale e lo stoccaggio a Siponto va avanti

Il progetto per il terminal portuale e lo stoccaggio a Siponto va avanti

Il 20 marzo scorso su queste pagine ci occupammo del progetto di destinare la parte terminale del molo alti fondali, detto porto industriale, ad un rigassificatore galleggiante: un terminal attrezzato per accogliere navi cisterne che trasportano gas combustibile da trasferire ad un campo di stoccaggio da creare sulla sponda opposta del golfo, in zona Siponto. A parte i sempre attenti “commentatori” del web, la notizia non ebbe alcun riscontro da parte di chi, enti e istituzioni pubblici, avrebbero invece dovuto far sapere, naturalmente alla gente ignara, cosa ci fosse di vero ed eventualmente quale fosse la situazione.

E’ di questi giorni la notizia che quel progetto sta andando avanti e la società proponente, la “Energas” manco a dirlo del gruppo Eni, sta insistendo per ottenere la necessaria VIA, peraltro negata nel 1999. Già: quindici anni fa. Per l’Energas, trasformazione della originaria “Isosar”, il tempo evidentemente non ha età: la carica del business deve essere assolutamente rigenerante. Per la società ma non per Manfredonia, territorio e abitanti.

Quello di realizzare su queste sponde del golfo un deposito di gas combustibile, è un vecchio pallino della società napoletana Isosar poi Energas. L’idea iniziale era quella di utilizzare allo scopo i serbatoi facenti parte degli impianti Enichem. Le opposizioni insorte hanno fatto ripiegare sull’area oltre Siponto, località Spiriticchio. Il tentativo di inserirsi nel contrato d’area fallì per le opposizioni levatesi anche quella volta. Ma il proposito non è mai stato abbandonato. Tanto che nel 1999 è stato ri-presentato al competente Ministero, il progetto riveduto e ampliato, articolato su 12 serbatoi della capacità di cinquemila metri cubi ciascuno per complessivi 60mila mc. di gpl, distribuiti su una ventina di ettari già rientranti peraltro nell’area sottoposta a vincoli SIC e ZPS. Naturalmente sarà costruita tutta una serie di infrastrutture di servizio. La centrale del gas sarà collegata tanto con la ferrovia con una tratta di un paio di chilometri che si collegherà alla stazione Frattarolo, quanto, con un gasdotto di dieci chilometri, che da terra attraverserà l’intero specchio di mare del golfo per raggiungere il molo Alti fondali una cui parte sarà riservata all’attracco di navi gasiere. Una nave a settimana assicurerà il rifornimento del campo serbatoi di Spiriticchio da dove il gas sarà riversato via ferrovia, verso le varie e diverse destinazioni.

Il progetto è al vaglio del competente Ministero che per la verità lo ha bocciato una prima volta ma poi pare che, sotto l’incalzare delle integrazioni presentate dalla società proponente, possa passare la richiesta valutazione di incidenza ambientale.

Ad insorgere e a cercare di contestare il progetto sono la Lipu e Legambiente che hanno interessato la Commissione Europea.e avviato una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica. Numerose e motivate le considerazioni di rilevanza tecnica, ambientale, paesaggistica e attinenti alla sicurezza generale a terra e in mare, poste all’attenzione degli organi istituzionali preposti e della stessa gente. Tra le altre quella della coincidenza dell’area interessata, circa 20 ettari, con le zone sottoposte a vincolo europeo SIC E ZTS; la concomitanza con l’Oasi Lago Salso facente parte del Parco nazionale del Gargano; la vicinanza dell’area archeologica e turistica di Siponto nonché della stessa città di Manfredonia.

La LIPU ha coinvolto il Ministero dell’Ambiente, deputato ad esprimersi sulla VIA, ma anche l’Ente Parco del Gargano e la Regione Puglia per i pareri al procedimento, nonché il Comune di Manfredonia e la Provincia di Foggia “perché esprimano formalmente la propria posizione e la necessaria assunzione di responsabilità con una chiara e forte azione di diniego al progetto”.

Per tanti versi siamo punto e accapo. Cincischiamo sempre nei medesimi problemi che non hanno portato da nessuna parte hanno anzi impoverito il territorio. Sarebbe ora che le istituzioni di terra e di mare, si facessero carico di esprimere con chiarezza e determinazione quali sono le scelte strategiche alle quali affidare lo sviluppo di questa area baciata dal cielo ma sciupata dagli uomini. Non è più possibile accettare tutto e di più in nome di una malintesa politica di sviluppo nella quale mettere tutto e il contrario di tutto. Si fissino una volta per tutte le direttrici sulle quali camminare e coerentemente si mantenga la rotta operando le scelte consequenziali e rifiutando quello che altri scelgono per questo territorio..

Michele Apollonio

Fonte: ManfredoniaNews.it