Museo del mare o Casa del mare?

Pubblicato il: 08 giu 2014 - Da Webmaster

(Settembre 2012; firma atto costitutivo Museo del Mare; dopo 2 anni attesa per conclusione lavori - Image: Comune di Manfredonia) Foggia/Manfredonia – “ENTRO fine aprile la partenza dei lavori; probabilmente prima dell’estate la conclusione”. Così l’architetto della Provincia di Foggia Emanuele Bux, relativamente ai prossimi lavori per l’apertura del Museo del Mare a Manfredonia. Il tutto ad un anno (12 aprile 2013-12 aprile 2014) dalla sottoscrizione del Protocollo d’intesa regolante i rapporti tra l’Associazione Centro Cultura del Mare di Manfredonia, ed il Comune sipontino, proteso a “sviluppare, potenziare e valorizzazione il patrimonio di beni (attrezzi, utensili, conchiglie, libri, fotografie, ecc.) proprio del Centro Cultura del Mare (C.C.M.), con

Il Centro cultura del mare contesta la decisione dell’amministrazione comunale di creare una “sua” Casa del mare

Museo del mare contro Casa del mare. A quanto pare si profila se non proprio una guerra, almeno un conflitto di competenze, tra quella che è ormai una istituzione cittadina e un organismo appena costituito. Ed è stata proprio la neo-costituzione della Casa del mare ad iniziativa dell’amministrazione comunale, ad innescare la contestazione da parte dei sostenitori e responsabili del Museo del mare emanazione del Centro di cultura del mare presieduto da Renato Sammarco.

“Ancora una volta dobbiamo constatare – rileva Sammarco – una certa incongruità, quanto meno, nelle scelte e nelle decisioni adottate dalla civica amministrazione: non si spiega diversamente l’iniziativa di istituire una non meglio definita Casa del mare <per favorire l’implementazione di strategie finalizzate alla realizzazione di un sistema di sviluppo in loco, basato sulle risorse locali ed in grado di valorizzare le potenzialità produttive, la tipicità e le risorse> nonché <deputata ad ospitare il Centro di recupero delle tartarughe del mare>. Tutte belle parole fini a sé stesse e dunque prive di contenuti operativi, devo dedurre, se pari pari sono state sottoscritte dalla stessa amministrazione comunale nel protocollo istitutivo del Museo del mare che a quanto pare viene snobbato. <Contribuirà a promuovere e valorizzare le origini storiche, le tradizioni e l’economia proprie di questo territorio>, si scriveva tra l’altro nella delibera 354, del 8.9.2010 istitutiva del Museo del mare. Intendimenti e impegni fittizi? Assunti tanto, per che cosa, a questo punto, non è dato sapere. Così come – rileva il presidente del Centro di cultura del mare – non si spiega alla, luce del buon senso che dovrebbe avere una amministrazione pubblica, come mai, con tutti questi requisiti e questi propositi, il Museo del mare sia stato escluso <dalle parti interessate a vario titolo nel progetto del Comune di Manfredonia, vale a dire Centro velico Gargano, Legambiente, Autorità portuale> non senza evidenziare <l’apprezzabile dimostrazione di come si possa collaborare proficuamente per la città ed ognuno da par suo>. Che vuol dire – si chiede Sammarco – che il Museo del mare non fa parte delle realtà della città in grado di dare sostanziali apporti collaborativi? O è da intendere che il Museo del mare per il quale si sono spesi gli stessi sindaco Riccardi e assessore Angelillis, non ha più ragione di esistere? Se così è, è tempo di parlare chiaro e circostanziato e di assumersi le dovute responsabilità. Si dica chiaro e tondo alle migliaia di firmatari delle petizioni, alle tante adesioni da fuori Manfredonia, alla città che lo attende da anni, che il Museo del mare a questa amministrazione non interessa”.

Punto cruciale dell’operazione Casa del mare, evidenzia Sammarco, è l’immobile demaniale in concessione al Centro velico Gargano che dovrebbe accogliere il Centro di recupero delle tartarughe di mare da diversi anni ubicato presso l’Oasi Lago Salso, gestito da Legambiente.

“Un grave errore logistico, sanitario e turistico”, afferma il presidente Sammarco. “Logistico perché il Centro presso l’Oasi è ben strutturato e costato alla Comunità europea circa duecento mila euro mentre dal 2001 data di funzionamento, sono stati spesi circa 400mila euro ed ha ospitato, tra il 2007 a tutto il 2013, settecentocinquanta esemplari di tartarughe marine. Quel Centro è una delle attrattive dell’Oasi, notoriamente un’oasi appunto naturalistica che ospita un ricco campionario di avifauna. Perché distruggere un presidio efficiente insediato in un contesto ambientale di grande valenza naturalistica? Trasferirlo sul porto, in un ambiente precario completamente estraneo, attrezzato per cucinare, procurerà tutta una serie di problemi sanitari connessi con la presenza delle tartarughe. Anche dal punto di vista turistico si disperde un polo che ha una sua valenza nell’Oasi, laddove è stato non a caso ubicato. Insomma invece di potenziare e valorizzare le risorse esistenti, pare si faccia di tutto per svalutarle e disperderle per motivazioni che a questo punto appaiono oscure e tendenziose”.

Non meno caustiche e realistiche le osservazioni del Centro cultura del mare sulle procedure adottate dall’amministrazione comunale per sostenere il progetto Casa del mare. A cominciare dalla partecipazione al bando del GAC per i finanziamenti (oltre 140 mila euro). Il progetto è stato presentato dall’assessore Agelillis, vice presidente del Gac e da qualche giorno passato alla presidenza. Pare di capire che nella stessa persona pubblica si assommano diverse funzioni tra cui quelle di controllato e controllore. O no? In definitiva – evidenzia il presidente Sammarco – ci troviamo di fronte a comportamenti e decisioni che lasciano quanto meno perplessi e disorientati. E poi si chiede la collaborazione e la partecipazione dei cittadini…”

Michele Apollonio

Fonte: ManfredoniaNews.it