L'architetto Sammarco, esperto in materia di beni culturali, ha tracciato un bilancio degli interventi realizzati per la tutela e la valorizzazione e del patrimonio culturale ed ambientale della nostra città. Ha inoltre individuato nel recupero dell’Abbazia di San Leonardo e nella realizzazione del Parco archeologico di Siponto gli interventi che sarebbe necessario attuare.
Architetto Sammarco, può indicare ulteriori interventi che sarebbe opportuno effettuare?
"Il Piano di recupero del centro storico, per quanto abbia risvolti impegnativi, è un intervento che ritengo necessario. Nel gennaio 2003, con il Piano dell’ arch. M. Richetti decaduto ormai da qualche anno, l’Amministrazione comunale, in attesa di procedere ad un nuovo Piano ha approvato un progetto dell’Ufficio tecnico per un primo <<Intervento statico-conservativo per la salvaguardia delle torri, torrioni e tratto dell’antica cinta muraria>>. Nel settembre del 2006 è stato organizzato con l’Ordine degli Architetti della Provincia di Foggia il convegno “La rivitalizzazione del Centro Storico quale volano socio-economico e culturale della città”. Attualmente è in piedi una convenzione con il Politecnico di Bari per il Piano Urbanistico Generale della città."
Quali sono i tempi per la realizzazione del Parco archeologico di Siponto?
"Il progetto presentato dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici di Taranto a metà degli anni Novanta, data la complessità dell’intervento, ai costi attuali richiederebbe tempi di realizzazione di 4-5 anni con un investimento di circa 18-20 milioni di Euro. Considerato che da quaranta anni si svolgono saltuariamente scavi e saggi, è giunto il momento di pervenire ad una fase esecutiva che conduca, con la ricercata sinergia con il Ministero dei Beni Culturali, al reperimento dei fondi P.O.R. 2007-2013. Se saremo capaci di perdere quest’ultimo treno, il futuro non sarà roseo, visto il costante aumento dei costi!"
Esiste una formula per trasformare i tesori artistici in una risorsa economica?
"Non esiste una ricetta universale ma penso che occorra attuare interventi diversificati adattandoli al contesto in cui si opera. Alla base di ogni strategia deve esserci il massimo impegno da parte delle autorità preposte per un corretto recupero del patrimonio storico-artistico affinché vi sia reale valorizzazione. Occorre inoltre che gli interventi trovino un terreno fertile in cui possano nascere e svilupparsi."
Quali fattori costituiscono l’ambiente in cui possa nascere e crescere l’arte di far fruttare l’arte?
"Questo terreno è rappresentato da una cultura di base sia dei cittadini sia dei pubblici amministratori che dovrebbero acquisire consapevolezza dell’importanza dei beni culturali: i cittadini devono rafforzare e difendere il concetto di rispetto del bene pubblico considerandolo come proprio patrimonio; i politici, ai vari livelli, dovrebbero attivarsi ed impegnarsi in maniera più decisa, non soltanto sui temi di “politica nazionale” ma anche su temi e progetti di "politica locale" che, certamente, potrebbero renderli maggiormente credibili agli occhi dei cittadini. Ogni intervento eseguito con attenzione e professionalità restituisce un piccolo o grande tesoro alla nostra società perché rappresenta una risorsa non solo culturale ma anche economica. L’Italia, fatto unico al mondo, con i suoi 3.200 musei nazionali ed i siti archeologici ed i monumenti, può essere considerata un unico grande museo."
Come, in concreto, si possono trarre benefici da questo straordinario patrimonio artistico?
"I metodi possono essere diversi: la via fondamentale è quella del merchandising, la promozione del prodotto, per la valorizzazione economica del nostro patrimonio. Per fare un esempio, il totale dei musei italiani in un anno realizza un fatturato di 20 milioni di Euro, quanto riesce ad incassare il Louvre da solo dimostrando di essere in grado di trarre benefici economici dal proprio patrimonio. Lo stesso decreto Ronchey degli anni Novanta non ha prodotto i frutti sperati."
Cosa si potrebbe fare per Manfredonia?
Fatte le debite proporzioni, anche Manfredonia potrebbe offrire al turismo culturale un percorso museale diffuso comprendente l’Abbazia di San Leonardo, la Basilica di Santa Maria Maggiore, il Parco archeologico di Siponto, la Cappella della Maddalena, la Chiesa di Santa Chiara, il Castello. Un circuito che potrebbe essere coordinato dal Museo Nazionale che dovrebbe trasformarsi in un polo di attività economica, con book-shop, vendita di prodotti tipici e artigianali, promozione d’arte contemporanea, incremento dell’ organizzazione di mostre e di eventi culturali, in uno: aprirsi al territorio, stimolare sinergie. Si potrebbero così creare nuovi posti di lavoro, anche variando gli orari di apertura. Ricordo uno studio della Commissione europea sul turismo citato da Giannella che, in occasione del convegno sull’850° di Federico II, presso il castello, affermava che per ogni posto creato nel settore turistico se ne producevano 1,5-2 nell’indotto. E’ valido ancora oggi!. Al ritorno da un viaggio in Francia, proposi nel 1998 all’allora direttrice del Museo, la compianta dott.sa Marina Mazzei, di aprire un ristorante, ovvero fare una convenzione con una hotellerie in un’ala del castello: sono sicuro che ancora oggi sarebbe un successo! Stessa cosa si potrebbe fare ristrutturando il Bozzelli e trasferendo gli uffici tecnici del Comune: i costi verrebbero ammortizzati in pochi anni.
Cosa manca a Manfredonia per consolidare il rapporto tra tutela di un bene artistico ed il corrispondente valore economico?
A Manfredonia manca la consapevolezza che ignorando o cancellando il proprio passato peggioriamo anche il presente. La tutela di testimonianze dell’opera del passato serve a rafforzare il ruolo della nostra città che può accrescere la propria immagine e trarre, come abbiamo visto, anche benefici economici.
3 Agosto 2008
Fonte: Raffaella Distante - Manfredonia.net