Francesco Rotundi, nato a Foggia il 10 luglio del 1885 da padre e madre foggiani e morto in Roma il 25 ottobre 1945, dedicò la sua esistenza alla famiglia e alla Marina.
Durante la sua adolescenza, in svariate occasioni, ebbe modo di visitare imbarcazioni e navi da guerra ancorate nel porto di Manfredonia.
Fu, molto probabilmente, la vista di quelle navi a far nascere in lui il desiderio di progettare e costruire imbarcazioni.
Conseguito il diploma presso l’Istituto Tecnico “Pietro Giannone” di Foggia, si recò a Genova per iscriversi alla Regia Scuola Superiore Navale.
Laureatosi nella sessione estiva del 1908 col titolo di Ingegnere Navale e Meccanico, si classificò ai primi posti al concorso bandito dalla Regia Marina per sei posti di Tenente del Genio Navale.
Dopo il servizio prestato presso l’Arsenale di Venezia, promosso al grado di capitano, si imbarcò sulla Regia Nave “Vulcano”, dove in diverse occasioni mostrò una spiccata genialità che gli fecero ottenere dai suoi superiori vari encomi.
Il Ministero della Marina lo destinò al Comitato Progetti Navi, dove prestò la sua opera fino alla fine della carriera.
Per iniziativa dell’ Ammiraglio Giuseppe Sirianni, sottosegretario al Ministero della Marina, fu decisa la costruzione di due navi scuola, la Cristoforo Colombo e l’Amerigo Vespucci, affidandone il progetto al Tenente Colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi.
Nell’arsenale di Castellammare di Stabia si iniziò a tracciare e a disegnare i garbi per la costruzione delle ordinate e pare che il progettista si ispirò a quelle di un vascello della fine del Settecento - inizi Ottocento.
Alla costruzione e all’allestimento dell’Amerigo Vespucci parteciparono circa mille persone con varie qualifiche: maestri d’ascia, calafati, bozzellari, pittori, fonditori, cordari, velai, ecc….
L’Amerigo Vespucci venne varata nell’arsenale di Castellammare di Stabia il 22 febbraio del 1931.
Ancora oggi solca tutti i mari e viene da tutti ammirata e considerata una delle più belle navi scuola esistenti nel mondo.
Il 1° Novembre 1955 il Sindaco di Foggia, avv. Giuseppe Pepe scoprì un busto eretto in suo onore nella villa comunale della città, per commemorare la figura del Tenente Generale del Genio Francesco Rotundi.
Ma anche Manfredonia volle ricordare questo illustre figlio, così il 4 agosto del 1955, la Giunta Comunale votò all’unanimità la proposta del Sindaco Brigida di intitolare la nascente Scuola Professionale Marittima al Ten. Generale Francesco Rotundi.
Ora è l’Istituto Tecnico Nautico di Manfredonia che serba il suo nome onorando la memoria del Ten. Gen. Francesco Rotundi, brillante e illustre cittadino, figlio della nostra amata “Terra”.
Nato a Manfredonia (FG) il 6 marzo 1966.
Si arruola in Marina nel 1984, frequentando il Corso Normale per Ufficiali di Stato Maggiore dell’Accademia Navale di Livorno sino al 1988.
Nel 1989-1991 ricopre i seguenti incarichi con il grado di Sottotenente di Vascello:
- Addetto IOC dell’Incrociatore Caio DUILIO;
- Ufficiale di Rotta della Nave Scuola A. VESPUCCI;
- Capo Reparto Operazioni della Corvetta CHIMERA.
Nel 1992-1995 ricopre i seguenti incarichi con il grado di Tenente di Vascello:
- Capo Componente TLC/CN-ME della Fregata ALISEO;
- Capo Componente TLC dell’Incrociatore V. VENETO
Nello stesso periodo partecipa a più riprese all’Operazione di embargo contro la ex-Jugoslavia, sia sotto bandiera UEO (EUROMARFOR) che sotto bandiera NATO (STANAVFORMED).
Nel 1993–1994 viene inoltre assegnato allo Staff UEO attivato presso COMNAVSOUTH per il controllo dell’Operazione SHARP GUARD.
Nel 1996 frequenta il Corso Normale di Stato Maggiore presso l’Istituto di Guerra Marittima di Livorno.
Nel 1996-97 assume il Comando del Pattugliatore d’altura LIBRA, svolgendo numerose missioni di Vigilanza Pesca e Controllo Immigrazione.
Nell’a.a. 1997-98 frequenta la Escuela de Guerra Naval di Madrid.
Nel 1998-2002, con il grado di Capitano di Corvetta, è assegnato all’ Ispettorato delle Scuole della Marina, ove progetta e porta a termine la revisione dell’iter dell’Ufficiale di Stato Maggiore, e cura la riedizione della pubblicazione SMM 36 – Formazione specialistica degli Ufficiali M.M..
Nell’a.a. 2002-2003, con il grado di Capitano di Fregata, frequenta il Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze dell’ I.S.S.M.I. al Centro Alti Studi Difesa, ove consegue anche il Master post-universitario in Studi Internazionali Strategico-Militari dell’Università di Milano / Luiss di Roma.
Nell’a.a. 2003-2004 permane presso l’Istituto con l’incarico di Tutor. (Incarico svolto per ulteriore mandato anche nell’a.a. 2006-07).
Nel 2004-2005 è Comandante in 2^ della Fregata ZEFFIRO. Con tale incarico partecipa all’Operazione NATO“Enduring Freedom / Resolute Behaviour”.
Nel 2005-2006 assume il Comando della Fregata EURO, con la quale svolge il Tirocinio Navale e partecipa all’Operazione NATO “Enduring Freedom”.
Nel 2007, promosso Capitano di Vascello, è assegnato all’Ufficio Generale del Personale, con l’incarico prima di Capo Ufficio Impiego Ufficiali S.M., e poi di Vice Capo Reparto Impiego Ufficiali, ricoperto sino al Settembre 2011.
Il 1° ott. 2011 ha assunto il Comando del Cacciatorperdiniere ANDREA DORIA, impegnato nell’Operazione antipirateria condotta dalla NATO “Ocean Shield”.
Il Comandante Guglielmi è laureato in Fisica (Università degli Studi di Parma, 1993).
Ha inoltre ottenuto il riconoscimento degli studi accademici pregressi, ricevendo dall’ Università degli Studi di Pisa la laurea con lode in Scienze Marittime e Navali.
Nel 2006 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine Merito della Repubblica Italiana.
E’ sposato ed ha due figlie.
Al termine della rappresentazione teatrale, “Briciole di antiche memorie” , organizzata dai docenti della Perotto, tutta dedicata ai mestieri del mare, la Dirigente della Scuola Secondaria di 1° grado, dott.ssa Maria Angela Sinigaglia, salita sul palco rivolgendosi agli spettatori ha concluso la serata dicendo “Mi auguro, che la scuola possa fare da traino anche per la riscoperta di mestieri quasi dimenticati, come la costruzione di barche in legno, che un tempo rappresentava un fiore all’occhiello dell’artigianato sipontino e che, purtroppo, sta pian piano scomparendo. Da questa considerazione è nato il desiderio di dare un riconoscimento, per il tramite della scuola Perotto, a chi ha dedicato la vita a quest’arte, il quasi centenario maestro d’ascia, Mario Barbone, a cui è stata consegnata, al termine della rappresentazione, una pergamena con una poesia a lui dedicata dal poeta manfredoniano Giuseppe Palomba.
Teatro “N. Perotto”, maggio 2008.Leonardo Salvemini nacque a Manfredonia il 1° agosto 1891. Arruolato in Marina come Marinaio Servizi Marittimi, partecipò nel 1911 alla guerra di Libia. Con lo scoppio del 1° conflitto mondiale fu trattenuto in servizio in Marina per tutto il periodo bellico fino al 1918.
Nella notte tra il 9 e il 10 dicembre 1917 fu protagonista di un’azione eroica nella Rada di Trieste, insieme ad una squadriglia MAS comandata dal tenente di vascello (poi ammiraglio per meriti di guerra) Luigi Rizzo.
L’operazione di guerra ebbe inizio la mattina del 9 dicembre 1917 allorquando il porto di Venezia partirono i MAS 13 e 21, comandati il primo da Rizzo e l’altro (di scorta) dal maresciallo Ferrarini. I due MAS giunsero nel Vallone di Muggia nella notte dello stesso giorno. Approfittando dell’oscurità e della nebbia che incombeva nella rada i componenti del MAS di Rizzo con l’aiuto del capo silurista Giuseppe Volpi del MAS 13 iniziarono a tagliare con cesoie i primi due sbarramenti di ostruzione costituiti da cavi sostenuti da boe. All’azione eroica del MAS di Rizzo partecipò come volontario anche il Maresciallo Ferrarini.
Successivamente per tagliare l’ultimo sbarramento che era formato da cinque cavi e rete metallica, si offrì il nostro Salvemini. Questi armato di cesoie scese nelle gelide acque e a nuoto raggiunse l’ultimo sbarramento. Dopo alcune apnee riuscì a tagliare i cavi facendoli cadere sul fondo del mare insieme alla rete metallica che precludeva il passaggio anche ai sommergibili nemici di entrare nel porto di Trieste.
L’eroe sipontino dopo l’ardita impresa fu issato a bordo del MAS e con tutto l’equipaggio entrò nel porto di Trieste.
Il comandante Rizzo subito dopo l’ingresso nel porto, diede ordine ai suoi uomini di silurare la corazzata WIEN che colpita in pieno affondò.
Per tale impresa eroica, Re Vittorio Emanuele III con decreto del 22 dicembre 1917 conferì al sottonocchiero Leonardo Salvemini e a tutto l’equipaggio del MAS la medaglia d’argento al valor militare, con la seguente motivazione: “Facente parte dell’Unità che eseguirono la brillante ardita efficace operazione di attacco di distruzione di una nave nemica entro la munita Rada di Trieste dava prova di serenità e coraggio. Rada di Trieste notte 9-10 di dicembre 1917”.
Franco Rinaldi
Fonte: Corriere del GolfoL’Ammiraglio di Squadra Gerald Talarico nasce a Saint Denis (Francia) il 4 Dicembre 1951.
Nell’ottobre del 1970 inizia la carriera militare presso l’Accademia Navale di Livorno, terminando il ciclo di studi del Corso Normale per Ufficiali di Stato Maggiore nel 1974, con il grado di Guardiamarina.
Frequentato il corso di Abilitazione “artiglieria”, inizia il lungo periodo di imbarco sulle unità navali della Marina. Dal 1974 al 1981 presta servizio sull’Incrociatore Caio Duilio, sul Cacciatorpediniere Impavido, sulla Fregata Margottini e sul Cacciatorpediniere Ardito negli incarichi di Addetto Armi prima e di Capo Servizio Armi successivamente.
Ultimata, nel 1981, la 133^ Sessione di Scuola Comando Navale, assume fino al 1982, nel grado di Tenente di Vascello, il Comando del Dragamine Sgombro e dal 1982 al 1983 il Comando della Corvetta Airone.
Nel biennio 1983-1985 presta servizio come Capo Servizio Armi e 1° Direttore del Tiro sull’Incrociatore Vittorio Veneto. Sbarcato dalle navi, viene destinato al Centro di Addestramento Aeronavale della M.M. di Taranto dove, fino al 1987 presta servizio in qualità prima di Capo Sezione e poi di Capo Ufficio Sistemi d’Arma e d’Artiglieria.
Promosso Capitano di Fregata, dal 1987 al 1991 è destinato al 4° reparto Studio Armi e Mezzi dello Stato Maggiore Marina. Nel 1990-1991 frequenta a Livorno l’Istituto di Guerra Marittima per poi ritornare a Bordo in Comando della Fregata Libeccio (1991-1992).
Negli anni 1992-2000 presta nuovamente servizio presso lo Stato Maggiore Marina (1° Reparto – Personale); nel 1996-1998, nel grado di Capitano di Vascello, è al Comando del Cacciatorpediniere Audace e successivamente rientra al 1° Reparto dello SMM.
Promosso Contrammiraglio (1° maggio 2000), dal 2000 al 2001 assume l’incarico di Comandante delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera (COMFORPAT) nella sede di Augusta (SR) nonché Direttore della Scuola di Comando Navale.
Rientrato a Roma, nel 2004 è promosso al grado di Ammiraglio di Divisione; in particolare dal 2001 al 2005 assume l’incarico di Vice Capo Reparto Personale dello Stato Maggiore Difesa e dal 2005 al 2006 quello di Capo Reparto Personale dello Stato Maggiore Marina. Nello stesso periodo frequenta la 53^ Sessione dell’Istituto Alti Studi per la Difesa a Roma e il Senior International Management Course a Monterey (California). Dal 2006 al 2009 ha ricoperto l’incarico di Vice Direttore Generale della Direzione Generale per il Personale Militare e, successivamente, è stato Comandante Militare Marittimo Autonomo in Sardegna.
E’ stato promosso Ammiraglio di Squadra il 10 febbraio 2012.
L’Ammiraglio Talarico possiede il seguente curriculum accademico:
- Laurea magistrale in Scienze Marittime e Navali;
- Laurea magistrale in Scienze Diplomatiche Internazionali;
- Master in Geopolitica.
È insignito delle seguenti onorificenze e decorazioni:
- Croce d’Oro con stelletta per “Anzianità di servizio” (40 anni);
- Medaglia d’onore di “Lunga Navigazione di 2° grado” (15 anni);
- Commendatore dell’Ordine “al Merito della Repubblica Italiana”;
- Medaglia d’oro “al Merito di lungo Comando”;
- Medaglia Mauriziana “al Merito di 10 lustri di carriera militare”;
- Croce Commemorativa per Missioni di Pace (Libano);
- Nastrino di merito per il servizio prestato presso lo Stato Maggiore della Difesa;
- Nastrino di merito per il personale dello Stato Maggiore della Marina e degli organi centrali dipendenti dal Capo di Stato Maggiore della Marina.
L’Ammiraglio TALARICO è coniugato con la signora Anna Maria e ha un figlio, Maurizio.
Da 21 febbraio 2012 ha assunto l’incarico di Ispettore delle Scuole della Marina Militare con sede a Roma.
Pasquale Guerra nato a Manfredonia, il 7 novembre 1958, sposato con 2 figli, vive a S. Ambrogio sul Garigliano, un piccolo centro del Frosinate, Lazio, ha scalato passo dopo passo, i vertici della marina militare, fino al grado di ammiraglio, promozione accolta con grande entusiasmo e festeggiata dal sindaco del paesino e da tutta la sua cittadinanza.
Di passaggio nella nostra città, i suoi colleghi e concittadini, lo hanno accolto con grande entusiasmo organizzando una piccola festa presso l'Associazione Nazionale Marinai d'Italia ( A.N.M.I.).
Disponibile, concreto, umile, uomo del fare, premiato per i suoi ruoli e la vita spesa per la marina e per la causa italiana.
Molte le sue onorificenze:
- Cavaliere dell’ordine al Merito della Repubblica Italiana
- Medaglia Mauriziana
- Medaglia d’Argento di Lungo Comando
- Medaglia d’onore di lunga navigazione
- Croce d’Oro di Lungo Servizio
- Medaglia Nato Sharp Guard
- Medaglia Nato Kosovo
- Croce Commemorativa ex Jugoslavia;
- Croce commemorativa per attività di soccorso in Iraq
- Croce commemorativa per la missione militare di pace in Kosovo
- Distintivo – Italfor – Antica Babilonia
- Distintivo dello sport.
Una vita per la marina, ecco qualche spunto della sua carriera, iniziata nel 1977 quando è entrato presso l’Accademia Navale di Livorno dove ha frequentato il ciclo di studi del Corso Normale per Ufficiali di Stato Maggiore terminato nel 1981 con il grado di Guardiamarina conseguendo la laurea in “Scienze Marittime e Navali”.
E' stato imbarcato sulle navi, Vittorio Veneto, e Amerigo Vespucci ed ha affettuato due campagne addestrative in Nord/Centro e Sud America.
Dal 1998 al 1999 ha comandato Nave Aviere partecipando alle operazioni Nato in Kosovo.
Con il grado di Capitano di Vascello , dal settembre 2003 all’ottobre 2004, è stato Comandante di Nave San Giusto, ed ha preso parte all’Operazione Antica Babilonia (Iraq).
E’ stato promosso Contrammiraglio il 10 aprile 2010.
Una carriera premia, che ci rende orgogliosi, come suoi concittadini, augurandogli un proseguo ancora più roseo, che possa inorgoglire ancora di più Manfredonia.
Tratto da: SipontoBlog.itIl Presidente della Repubblica con decreto del 05 aprile 1950 ha sanzionato la concessione effettuata “sul campo” dal Capo di Stato Maggiore della Marina della:
al Sergente Mc. Luigi Pellico, matr. 37202 classe 1915 (alla memoria)
Imbarcato su incrociatore sorpreso nottetempo, nel corso di ardite missioni di guerra, da soverchiante forza navale avversaria, ed in breve tempo ridotto a fumante relitto in preda alle fiamme ed alle esplosioni, rimaneva impavido al suo posto di combattimento. Trovava gloriosa morte nel vano, generoso tentativo di portare soccorso ad alcuni compagni rimasti chiusi in un compartimento caldaie colpito dall’artiglieria avversaria. Fulgido esempio di abnegazione e di mirabili virtù militari.
(Mediterraneo Centrale, 28 marzo 1941)Proposta di conferimento dell’Onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (Cavaliere) al Signor Matteo Del Vecchio, nato a Manfredonia il 19 luglio 1937.
Il Signor Matteo Del Vecchio, negli oltre 74 anni di vita, trascorsi nella sua Città natale di Manfredonia e lontano da essa, si è sempre distinto, sia quando indossava la divisa militare sia da semplice cittadino, per il suo atteggiamento di disinteressata ed appassionata dedizione nei riguardi del Paese e della collettività.
Cresciuto a Manfredonia negli anni del secondo conflitto mondiale e del successivo dopoguerra in una famiglia numerosa e poco abbiente, ulteriormente indebolita dalla perdita del padre durante la stessa guerra, seppur in possesso di una non comune voglia di apprendere, non gli fu possibile, per ragioni economiche, frequentare il regolare ciclo di studi (fino al Diploma o alla Laurea) ma solamente la locale Scuola di Avviamento Professionale ad indirizzo Marinaro, dalla quale uscì nel 1953 con il titolo di Padrone Marittimo.
Nonostante avesse mostrato già una seria passione per la vita di mare, il critico quadro economico del tempo, rendendogli impossibile ogni collocamento nell’ambiente marittimo, lo spinse a cercare lavoro temporaneo presso le tante cave e cantieri edili della zona, fino a quando, nel 1955, su sua domanda, venne selezionato dalla Marina Militare Italiana (MMI) come allievo Sottufficiale e, dalla fine del corso di formazione, avvenuto dal 1956 al 1959, fu impiegato come graduato specialista in telecomunicazioni, presso diverse basi navali siciliane della predetta Forza Armata.
Ma la sua indole, improntata ad una inesauribile energia e ad una spiccata voglia di fare e di migliorarsi sempre, fu presto attratta da un mestiere nuovo ed insolito che la Marina Militare Italiana aveva per prima (tra le altre marine mondiali) sviluppato, quello delle Forze Speciali Subacquee, grazie alle quali, il nostro Paese si era distinto nel corso dell’ultimo conflitto riuscendo ad affondare un’importante parte del naviglio nemico.
Questo interesse portò Matteo Del Vecchio a superare un pericolosissimo, impegnativo ed estremamente selettivo addestramento al combattimento subacqueo, al combattimento terrestre ed alle tecniche più avanzate di paracadutismo, di scalata su roccia, di sofisticato impiego di esplosivi e di armi moderne, al termine del quale, nel 1960, divenne Incursore della Marina Militare Italiana, primo tra i cittadini di Manfredonia (ancora oggi, dopo circa 40 anni, gli Incursori MMI di origini sipontine sono meno di cinque).
Nell’arco del suo successivo servizio di circa due decenni trascorso in Marina, egli pose tutte quelle ben sviluppate capacità al servizio della Forza Armata di appartenenza, del Paese e della Comunità in genere, non solo nel settore squisitamente bellico ma anche in quello della protezione civile, che all’epoca dei fatti, non era presente e sviluppata come oggi ma veniva essenzialmente assicurata appunto dai corpi scelti delle Forze Armate.
Di tale periodo, si ricorda tra tutti (ma solo a titolo di esempio rappresentativo del servizio civile prestato alla Comunità) l’intervento di Matteo Del Vecchio, integrato in un ristretto gruppo di Incursori MMI, a favore della popolazione di Firenze, sin dalle prime ore della devastante alluvione del novembre del 1966 quando, primi ad essere giunti sul luogo del disastro, in tenuta subacquea, hanno salvato dall’inondazione numerosissime persone, traendole in salvo in luogo sicuro, trasportandole sulle spalle o a bordo dei loro gommoni oppure a nuoto (una delle immagini d’epoca raffigurante Matteo Del Vecchio impegnato a trarre in salvo dalle acque un anziano caricato sulle sue spalle è stata di recente diffusa dalla MMI in una delle sue pubblicazioni periodiche). Per l’encomiabile servizio prestato nei citati eventi, a Matteo Del Vecchio è stato rivolto un Attestato di Benemerenza da parte del Ministro della Difesa.
Di tutte le altre circostanze in cui Matteo Del Vecchio, come Incursore della MMI è stato coinvolto in supporto della Nazione e della Comunità non è possibile fare un elenco sia per questioni di brevità sia per questioni, in certi casi, di comprensibile riservatezza.
Dai primi anni ottanta, ormai da tempo sposato con la signora Lucia Vitale (anche lei stimata sipontina) e padre di tre figli, ottenuto congedo dalla MMI avendo raggiunto il massimo grado previsto dalla scala gerarchica, Matteo Del Vecchio è ritornato a vivere nella sua città natale di Manfredonia, con un incarico professionale completamente diverso (seppur sempre nel settore marittimo) ma con un immutato spirito operoso e tenacemente fattivo a favore della locale Comunità civile.
In questa fase “sipontina” che ormai perdura da oltre un trentennio, Matteo Del Vecchio, sul piano dell’impegno civile, si è generosamente appassionato al settore della Donazione del sangue divenendo Socio Donatore Effettivo (oggi Emerito) dell’Associazione Volontari Italiani Sangue (AVIS) sede di Manfredonia, donando il suo sangue fino al giorno del suo 65° compleanno meritandosi nel tempo diverse “medaglie d’oro” di benemerenza.
Analogo attestato di Benemerenza si è meritato nel 1992 da parte del Presidente dall’Ospedale della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo per lo sforzo profuso nell’organizzazione di sessioni di donazione del sangue nella realtà locale.
Analogamente, entrato sin dai primi anni ottanta insieme a tutti gi altri componenti del suo nucleo familiare a far parte della ben nota e molto attiva Parrocchia della Croce (S.S. Redentore), egli è giunto nel tempo a ricoprire proficuamente l’incarico di responsabile parrocchiale della Catechesi propedeutica al Battesimo (assistendo negli anni numerosissime famiglie sipontine a procedere con i loro neonati nel percorso verso quel Sacramento), incarico che ancora oggi svolge con immutato slancio e profonda convinzione.
Sempre nella Parrocchia della Croce, sin dal 1987 si è distinto come Volontario della ONLUS che assicura il Servizio Mensa ai bisognosi della Città, applicandosi instancabilmente, con diligenza e passione, sia all’imprescindibile servizio di approvvigionamento logistico dei viveri sia, ancora oggi all’età di 74 anni, all’impegnativo incarico di Cuoco (secondo le turnazioni previste).
Dal 1988, Matteo Del Vecchio, sentendo proprie le finalità e gli ideali di “Sana e civile convivenza, di Amor di Patria e di Italia Unita” che stanno alla base delle Associazioni d’Arma ed in particolare di quella della MMI, diventa Socio fondatore del Gruppo ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) di Manfredonia, contribuendo, con la sua consueta voglia di fare e di riuscire, a colmare quella grave lacuna costituita dal fatto che un’importante Città marittima come Manfredonia non fosse ancora sede ANMI, partecipando attivamente alla messa in atto di tutte le attività istituzionali e di raccolta soci finalizzate non solo alla nascita del Gruppo di Manfredonia (intitolato ad un illustre concittadino) ma anche alla sua allocazione nell’attuale sede sociale ubicata nel Faro di Manfredonia nonché alla realizzazione del primo Monumento ai Caduti del Mare della Città.
Nell’ambito del Gruppo ANMI di Manfredonia, Matteo Del Vecchio mantiene orgogliosamente da molti anni la carica di Consigliere e di Vicepresidente.
In sintesi, per il complesso di chiarissime qualità dimostrate nell’arco di un così lungo periodo di vita sempre improntata alla più incondizionata e fattiva dedizione per il Paese e per la Collettività, si propone il signor Matteo Del Vecchio per il conferimento dell’Onorificenza al Merito della Repubblica Italiana, in segno di vivissima gratitudine da parte della Nazione.
Manfredonia, 20 aprile 2010